La discussione sul Patek 5370 ha toccato marginalmente alcuni aspetti relativi alle aste, che penso potrebbe essere interessante approfondire (soprattutto per chi ha meno dimestichezza con quel mondo) senza andare OT in quella discussione.
1) La questione che avevo sollevato era relativa innanzitutto al
prezzo visualizzato nei listini di aggiudicazione.
Io ero convinto che in genere fossero riportati i prezzi
al netto dei diritti d’asta (commissioni d'acquisto), quindi da ricaricare di un 20-25%, percentuale che può dipendere da casa d’aste e importo del lotto.
(A determinare la forbice - più ampia - tra prezzo pagato dall'acquirente e somma ottenuta dal venditore concorrono poi altri fattori, in primo luogo le commissioni di vendita, che possono variare – come è stato osservato – in base ai margini di contrattazione di cui dispone il venditore: quantità/qualità dei pezzi messi in vendita, rapporti con la casa d’aste, ecc. Ci sono poi i diritti doganali, altre spese eventuali, ecc.)
Mi è stato fatto rilevare che non sempre è così…
In effetti, andando velocemente a guardare i listini di alcune case d’asta, mi sembra che le modalità di pubblicazione dei prezzi di aggiudicazione siano variabili: Meeting Art – che mi ha indotto in “errore” perché è una di quelle che consulto più spesso - pubblica il prezzo “al martello” (al netto dei diritti), Antiquorum li pubblica entrambi (al netto e al lordo), Sotheby's mi sembra che indichi solo il prezzo lordo (non è specificato nella sezione delle aggiudicazioni, ma nel motore di ricerca interno), Christie’s e Auctionata/Chrono24 solo il prezzo lordo…
Insomma: più spesso il prezzo lordo, ma è bene verificare caso per caso. Dico bene?
2) Come
strumenti di consultazione “riassuntivi” delle aggiudicazioni delle diverse case d’asta do spesso un’occhiata a
collectorsquare.com e
montres.lepoint.fr: li ritenete strumenti validi? Ne esistono altri?
I prezzi di aggiudicazione pubblicati nei loro
database – per quanto vi risulta – sono tutti al lordo dei diritti (come appare da alcuni controlli casuali che ho effettuato incrociando il valore riportato con quello risultante – per lo stesso lotto – nel sito ufficiale della casa d’aste) o si basano sui dati forniti dalle singole case (quindi tipologia “variabile”)?
3) Ho indicato le
case d’asta principali… Secondo la vostra esperienza, una vale l’altra o qualcuna è da preferire/escludere per qualche motivo particolare (serietà, costi, garanzie offerte all’acquirente, facilità di partecipazione alle aste
on line, ecc.)?
Sono da prendere in considerazione altre case d’asta?
All'estero (pesco nel mucchio...): Aguttes, Artcurial, Bonhams, Cornette de Saint Cyr, Gros & Delettrez, Heritage, Hôtel des ventes de Monte-Carlo, Pestel-Debord, Phillips, Tajan…
In Italia: Il Ponte, … ?
4) Sappiamo che è sempre da preferire l’acquisto dopo aver esaminato
personalmente un orologio, soprattutto se si ha in animo di spendere cifre importanti.
Però, per acquisti di importo limitato, il gioco può non valere la candela (spese e tempo per la trasferta)...
Le
aste on line richiedono a vostro avviso accortezze particolari (al di là dell’ovvia necessità di formulare preventivamente le domande ritenute necessarie su caratteristiche/condizioni dell’orologio oggetto di attenzione)?
5) Non ho ben compreso il senso di un post (nella discussione sul Patek 5370):
Sul fatto delle aste non intervengo, ogni tanto vado a curiosare da Meeting ma il fatto di dover lasciare quasi gratuitamente loro la commissione mi frena sempre... invero ho acquistato tempo fa un disegno a matita, ma orologi proprio non ci riesco.
Che intendevi?
6) Ogni altra osservazione o esperienza sul mondo delle aste è ovviamente benvenuta…
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