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Patek 5370

ALAN FORD

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Re:Patek 5370
« Risposta #75 il: Agosto 27, 2015, 08:18:25 am »
Io ammiro tutti quelli che con granitica certezza affermano che la casa sta tramontando che gli orologi perdono di qua e di la come se venissero regalati, sempre a parlare di rivendita neanche fosse rolex ma c'è un ma...
Il messia da decenni sta inculcando il culto del tramandare, e quindi io mi chiedo e vi chiedo, qual'è la percentuale di quelli che comprano per speculare e quelli che comprano per tramandare?
Perché quelli che comprano per tenerseli se pagano 250K un rattrapante, sono convinti di avere un valore di 250K e dell'eventuale calo se ne frega.
Gli investimenti di Patek in marketing puntano alla fidelizzazione assoluta a far credere di essere il numero uno e da quel po' di mondo che giro e da quei pochi amici clienti che ho sparsi nel mondo interessati agli orologi ma che di orologi capiscono poco posso dire che il buon Stern ha ottenuto il risultato voluto.

ciaca

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Re:Patek 5370
« Risposta #76 il: Agosto 27, 2015, 08:29:43 am »
Io non ne faccio una questione "etica" che é argomento sempre molto scivoloso, ma di "mission" dell'azienda.
Massimizzare gli utili per gli azionisti é una possibile mission, garantire il buon nome dell'azienda nel rispetto della sua lunga storia e con un occhio al suo futuro di lungo periodo può essere un'altra, e non é detto che implichi scarso profitto per gli azionisti.
Patek é una casa che ha decuplicato la sua produzione e visto crollare verticalmente la qualità dei suoi prodotti, resiste bene sul mercato speculativo per una serie di dinamiche consolidate negli anni 90 e per il fatto che su di essa si sono concentrati gli interessi e gli investimenti di molti acquirenti attratti più dal soldo che dagli orologi, ma ciò non si riflette sulle vendite del nuovo che sono quelle che fanno il profitto dell'azienda.

Il che dimostra quanto da me asserito in precedenza: è tutt'altro che vero Il fatto che il brand sia oggi percepito, da chi gli orologi li compra per capriccio e non per commercio, su molti mercati, come "il top"; se così fosse, la stessa casa non sarebbe stata costretta ad inseguire (malamente) mode e tendenze ingrangendo casse e cercando di fare orologi sempre più sportivi, o come in questo caso riproponendo alcune referenze passate che hanno avuto successo o aumentando a dismisura la gamma e la produzione di nautilus che sono quelli che oggi fanno quadrare i conti.

Ossia l'esatto opposto di quello che fanno certi brand top in altri settori, come appunto Hermes in pelletteria, che ha gli stessi modelli di borsa da oltre mezzo secolo e delle mode e tendenze non sembra curarsene troppo se é vero che il suo modello di punta risale all'epoca della dolce vita e della principessa di Monaco.
« Ultima modifica: Agosto 27, 2015, 08:42:17 am da ciaca »
"A megghiu parola è chidda ca un si dici"

Re:Patek 5370
« Risposta #77 il: Agosto 27, 2015, 09:01:02 am »
Io non ne faccio una questione "etica" che é argomento sempre molto scivoloso, ma di "mission" dell'azienda.
Massimizzare gli utili per gli azionisti é una possibile mission, garantire il buon nome dell'azienda nel rispetto della sua lunga storia e con un occhio al suo futuro di lungo periodo può essere un'altra, e non é detto che implichi scarso profitto per gli azionisti.
Patek é una casa che ha decuplicato la sua produzione e visto crollare verticalmente la qualità dei suoi prodotti, resiste bene sul mercato speculativo per una serie di dinamiche consolidate negli anni 90 e per il fatto che su di essa si sono concentrati gli interessi e gli investimenti di molti acquirenti attratti più dal soldo che dagli orologi, ma ciò non si riflette sulle vendite del nuovo che sono quelle che fanno il profitto dell'azienda.

Il che dimostra quanto da me asserito in precedenza: è tutt'altro che vero Il fatto che il brand sia oggi percepito, da chi gli orologi li compra per capriccio e non per commercio, su molti mercati, come "il top"; se così fosse, la stessa casa non sarebbe stata costretta ad inseguire (malamente) mode e tendenze ingrangendo casse e cercando di fare orologi sempre più sportivi, o come in questo caso riproponendo alcune referenze passate che hanno avuto successo o aumentando a dismisura la gamma e la produzione di nautilus che sono quelli che oggi fanno quadrare i conti.

Ossia l'esatto opposto di quello che fanno certi brand top in altri settori, come appunto Hermes in pelletteria, che ha gli stessi modelli di borsa da oltre mezzo secolo e delle mode e tendenze non sembra curarsene troppo se é vero che il suo modello di punta risale all'epoca della dolce vita e della principessa di Monaco.


Oltretutto alcuni orologi del marchio non sono male per niente, spesso più curati di chi gli orologi li fa di mestiere da sempre. (a prezzi però improponibili…)
Non c'è nulla di nobile nell'essere superiore a qualcun'altro.
La vera nobiltà è essere superiore a chi eravamo ieri.
-Samuel Johnson-

Re:Patek 5370
« Risposta #78 il: Agosto 27, 2015, 10:50:12 am »
...sull'argomento PP, continuo ad esser in linea con Alessandro, voi probabilmente ne sapete più di me o avete notato dei dati di bilancio allarmanti che io non ho ma, l'immagine e l'idea che si ha della maison è quella di un azienda in enorme crescita e salute... come nessun'altra, anzi -unica- nel panorama dell'alta orologeria, quasi una monopolista.
 Anche perchè se così non fosse non potrebbe presentare dei prezzi allucinanti senza alcuna motivazione qualitativa.
Questa immagine dell'azienda me la confermano amici, clienti, collezionisti, reseller, i più importanti negozi di orologeria e le aste che, piccole e grandi che siano, utilizzano i lotti PP (non solo nelle vecchie referenze) per stimolare la potenziale clientela alla partecipazione.

Mi dite che gli indizi che l'azienda sia in difficoltà o addirittura in crisi, sono nell'aver resuscitato vecchie referenze oppure promettere serie limitate, li dove poi si producono esemplari per decenni. Anch'io trovo che questo sia, per una società storica che vive d'immagine un autogol perchè i proprietari delle referenze in questione si sentiranno traditi (sempre che se ne interessino) ma, anziché motivare questa scelta con le difficoltà della società, non potrebbe esser che più semplicemente si tratta di un delirio di onnipotenza e avidità degli Stern?
Che dal momento il mercato recepisce e compra tutto purchè abbia il marchio PP e la clientela si allarga a macchia d'olio con l'ampliarsi dei canali di vendita e di un mercato sempre più globale, Stern stia sfruttando cinicamente ogni possibilità?
Mi direte che lo sta facendo senza etica, senza alcun rispetto per il buon nome della società, senza la qualità necessaria al blasone PP data l'altissima produzione, senza alcuna lungimiranza ma....quanti esempi abbiamo avuto in passato di gloriose società che per il Dio Denaro, per ottenere subito utili inimmaginabili, se ne sono fregate di quello che sarebbe potuto accadere nel lungo periodo?

guagua72

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Re:Patek 5370
« Risposta #79 il: Agosto 27, 2015, 11:51:35 am »
Ritorno da un tavolo sindacale e quindi mi sento ancora più corroborato nella mia idea "etica" di fare azienda. Si badi bene che "etica" aziendale non significa "non profit". L'etica aziendale è strettamente legata alla strategia e lla massimizzazione del profitto. ma l'etica aziendale crea valore imperituro nel tempo. Il mio esempio è Olivetti, l'Olivetti industriale non la Olivetti dei finanzieri o della razza padrona. Il mio esempio è Brunello Cucinelli. Queste persone sono riuscite a traguardare il mero significato di utile. Ora io non ho alcuna certezza infusa e nemmeno vedo in malo modo chi riesce a trarre profitto anche da una caffettiera malmessa. Ma siamo sicuri che la crescita faccia sempre bene all'azienda? siamo sicuri che i grandi numeri gonfino le tasche della famiglia Stern? Attenzione, il prodotto deve avere una giusta dimensione. Deve farsi pagare per ciò che è e per ciò che rappresenta. Io rendo grande merito e onore alla maison Patek. Ma non voglio essere preso per i fondelli. La tenuta del prezzo del tempo non c'entra. Cavalcare l'onda del mero profitto volteggiando una bandiera altisonante e avere dietro di se contenuti comuni, a lungo andare stanca, stanca l'acquirente e stanca anche lo speculatore

guagua72

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Re:Patek 5370
« Risposta #80 il: Agosto 27, 2015, 12:00:42 pm »
Cito dal Sole 24 ore : «The best quality you can». Il mantra recitato al 7° Luxury Summit del Sole 24 Ore, un paio di settimane fa, da Jean-Marc Jacot, amministratore delegato di Parmigiani, non lascia spazio a interpretazioni: vale sia per il marchio di orologi controllato da Fondazione Sandoz e famiglia Parmigiani – che ha una media di prezzo retail oltre i 10mila franchi svizzeri – sia per gli altri brand che possono fregiarsi dell'ambitissima indicazione d'origine sul quadrante o sul movimento.

mbelt

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Re:Patek 5370
« Risposta #81 il: Agosto 27, 2015, 12:20:29 pm »
Io ammiro tutti quelli che con granitica certezza affermano che la casa sta tramontando che gli orologi perdono di qua e di la come se venissero regalati, sempre a parlare di rivendita neanche fosse rolex ma c'è un ma...
Il messia da decenni sta inculcando il culto del tramandare, e quindi io mi chiedo e vi chiedo, qual'è la percentuale di quelli che comprano per speculare e quelli che comprano per tramandare?
Perché quelli che comprano per tenerseli se pagano 250K un rattrapante, sono convinti di avere un valore di 250K e dell'eventuale calo se ne frega.
Gli investimenti di Patek in marketing puntano alla fidelizzazione assoluta a far credere di essere il numero uno e da quel po' di mondo che giro e da quei pochi amici clienti che ho sparsi nel mondo interessati agli orologi ma che di orologi capiscono poco posso dire che il buon Stern ha ottenuto il risultato voluto.
A me capita di parlare e di scrivere di orologi anche a non italiani. Chi ha un certo livello di competenza parla molto ma molto male di Patek. Vai su forum esteri e vedrai che la disistima di cui gode Patek è molto più alta che in Italia. Poi questa cosa della tenuta del valore va bene finché non si vende l'orologio, allora uno può credere che mantenga il valore. Ma se per caso lo vende rimarrà talmente deluso che di Patek potrà parlare solo male. È la situazione sta peggiorando, e sono sicuro che anche le vendite ne stanno cominciando a risentire, perché con un certo tipo di pubblico hanno chiuso, e oggi l'informazione gira veloce. D'altro canto ci sono segnali inconfondibili in meriti. Patek in realtà da decenni aveva una sua forza: fare orologi classici belli. Da tempo non disegna più un quadrante decentemente, mentre i prezzi sono sempre più folli sulla carta. E si stanno vendendo anche il passato recente. Se per Ale questo vuol dire andare bene, siamo a posto. Forse è perché vanno bene che per tre anni hanno bloccato i listini è aumentato solo per compensare rivalutazione del franco svizzero. Una cosa è certa: l'immagine è in caduta presso i critici e gli esperti del settore. Questo prima o poi si paga anche economicamente visto che il successo è basato sulla immagine. Quando si ha una azienda con un marchio così forte utilizzarla come bancomat senza limiti come fanno gli Stern è assurdo. Poi a chi come Ale pensa che Patek sia in splendida salute domando: perché gli orologi dagli anni 70 in poi non toccano mai certe quotazioni? Un motivo ci sarà.
« Ultima modifica: Agosto 27, 2015, 12:30:55 pm da mbelt »
Contro ogni talebanismo, ora e sempre

ciaca

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Re:Patek 5370
« Risposta #82 il: Agosto 27, 2015, 12:39:17 pm »
Giorgio, Per questo scrivevo che quello dell'etica é un terreno scivoloso, si presta a molteplici interpretazioni. Nell'accezione da te usata la condivido pienamente, ed é quello che in altri termini avevo cercato di illustrare come visione alternativa alla logica dello sfrenato capitalismo finanziario di stampo anglosassone.

P.s: io non ho scritto che l'azienda é in crisi, ho scritto che é in crisi la percezione che il mercato ha del marchio come simbolo di "eccellenza" e di "status". E questa mia personale convinzione é corroborata da almeno due elementi:
A) la casa, fatta eccezione per il 5711 che non é certo l'orologio che ti aspetti come simbolo di "top" da siffatta casa, non azzecca un modello di successo (inteso appunto come dream watch e status symbol) da anni, al punto che é costretta o a riproporre vecchie referenze di successo o ad inseguire sempre più smaccatamente le mode contingenti, cosa che una casa leader non fa
B) Non vedo mai uno di questi presunti dream watch al polso di nessuno, ogni volta che.mi trovo in luoghi e in mezzo a persone che si presume possano essere i clienti tipo di questa presunta casa top.
Vedo le cose più impensabili, vedo i Richard Mille in oro in spiaggia, i tourbillon più assurdi...ma di questi top watch Patek nemmeno l'ombra. Saranno tutti nelle cassette dei finti collezionisti anche detti commercianti?!

E allora se questi orologi li comprano solo i commercianti per metterli in cassetta e il khazako ricco sfondato preferisce esibire come status symbol il suo maurice lacroix in oro da 45mm forse qualche problema proprio in termini di "percezione" del marchio questa casa comincia ad avercelo...
« Ultima modifica: Agosto 27, 2015, 13:00:03 pm da ciaca »
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Errol

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Re:Patek 5370
« Risposta #83 il: Agosto 27, 2015, 13:02:50 pm »
......... Poi a chi come Ale pensa che Patek sia in splendida salute domando: perché gli orologi dagli anni 70 in poi non toccano mai certe quotazioni? Un motivo ci sarà.

secondo me certe quotazioni non potranno mai più esserci, prescindendo dal concetto di qualità, per il semplice fatto che gli orologi con quotazioni stratosferiche sono al 99 % esemplari costruiti in esemplare unico o in numeri di due/tre pezzi.

Io sono giovane (per modo di dire) e non so quanto costava un Patek ore del mondo dell'epoca (che oggi raggiungono quotazioni altissime) ma ritengo che la loro diffusione, sia per prezzo che per diffusione, fosse meno alla portata di quanto lo sia oggi, all'epoca un orologio che costava come una villa al mare potevano comprarlo solo i reali e pochi altri

anche una Ferrari 250 GTO raggiunge quotazioni che una Ferrari moderna si sogna e non perchè sia fatta meglio (è probabile che comunque sia così) ma perchè, oltre che bellissima, è stata costruita in una quarantina di esemplari di cui alcuni saranno pure andati distrutti.

per me questo ha un prezzo
        

Re:Patek 5370
« Risposta #84 il: Agosto 27, 2015, 13:04:29 pm »
Cit.
Mi dite che gli indizi che l'azienda sia in difficoltà o addirittura in crisi, sono nell'aver resuscitato vecchie referenze oppure promettere serie limitate, li dove poi si producono esemplari per decenni. Anch'io trovo che questo sia, per una società storica che vive d'immagine un autogol perchè i proprietari delle referenze in questione si sentiranno traditi (sempre che se ne interessino) ma, anziché motivare questa scelta con le difficoltà della società, non potrebbe esser che più semplicemente si tratta di un delirio di onnipotenza e avidità degli Stern?

Secondo me è esattamente il contrario.
I proprietari delle referenze" replicate" non potranno che essere contenti del fatto che proprio il modello o i modelli da loro posseduti siano stati oggetto di una edizione speciale.
Per questa celebrazione sono stati scelti i modelli più belli e più iconici della Casa.

ALAN FORD

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Re:Patek 5370
« Risposta #85 il: Agosto 27, 2015, 13:07:33 pm »
Io ammiro tutti quelli che con granitica certezza affermano che la casa sta tramontando che gli orologi perdono di qua e di la come se venissero regalati, sempre a parlare di rivendita neanche fosse rolex ma c'è un ma...
Il messia da decenni sta inculcando il culto del tramandare, e quindi io mi chiedo e vi chiedo, qual'è la percentuale di quelli che comprano per speculare e quelli che comprano per tramandare?
Perché quelli che comprano per tenerseli se pagano 250K un rattrapante, sono convinti di avere un valore di 250K e dell'eventuale calo se ne frega.
Gli investimenti di Patek in marketing puntano alla fidelizzazione assoluta a far credere di essere il numero uno e da quel po' di mondo che giro e da quei pochi amici clienti che ho sparsi nel mondo interessati agli orologi ma che di orologi capiscono poco posso dire che il buon Stern ha ottenuto il risultato voluto.
A me capita di parlare e di scrivere di orologi anche a non italiani. Chi ha un certo livello di competenza parla molto ma molto male di Patek. Vai su forum esteri e vedrai che la disistima di cui gode Patek è molto più alta che in Italia. Poi questa cosa della tenuta del valore va bene finché non si vende l'orologio, allora uno può credere che mantenga il valore. Ma se per caso lo vende rimarrà talmente deluso che di Patek potrà parlare solo male. È la situazione sta peggiorando, e sono sicuro che anche le vendite ne stanno cominciando a risentire, perché con un certo tipo di pubblico hanno chiuso, e oggi l'informazione gira veloce. D'altro canto ci sono segnali inconfondibili in meriti. Patek in realtà da decenni aveva una sua forza: fare orologi classici belli. Da tempo non disegna più un quadrante decentemente, mentre i prezzi sono sempre più folli sulla carta. E si stanno vendendo anche il passato recente. Se per Ale questo vuol dire andare bene, siamo a posto. Forse è perché vanno bene che per tre anni hanno bloccato i listini è aumentato solo per compensare rivalutazione del franco svizzero. Una cosa è certa: l'immagine è in caduta presso i critici e gli esperti del settore. Questo prima o poi si paga anche economicamente visto che il successo è basato sulla immagine. Quando si ha una azienda con un marchio così forte utilizzarla come bancomat senza limiti come fanno gli Stern è assurdo. Poi a chi come Ale pensa che Patek sia in splendida salute domando: perché gli orologi dagli anni 70 in poi non toccano mai certe quotazioni? Un motivo ci sarà.

Marco io non  conosco i bilanci di Patek, forse navigano nell'oro o magari sono nella melma fino al collo e fanno azioni disperate,io so solo che tu continui a parlare di esperti e gente che frequenta i forum,mentre io continuo a parlare di gente che guarda solo il marchio e di quanto è lucida la cassa, che non sa distinguere un orologio degli anni 40 da uno attuale, che il militare proposto ultimamente lo trova magnifico ed a fronte di tutto questa sua ignoranza ha però i soldi da spendere e "tramandare" e di eventuali cali in caso di vendita (non contemplata) non può che fregargli meno di niente.
Tutto il resto rivolto a noi ed altri pochi esperti è vero e non fa una virgola, infatti io non comprerei niente dell'attuale Patek, salvo che il rattrapante dell'opener non costasse 220K in meno.

ciaca

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Re:Patek 5370
« Risposta #86 il: Agosto 27, 2015, 13:09:25 pm »
Citazione
Per questa celebrazione sono stati scelti i modelli più belli e più iconici della Casa

Opinabile, il 5070 non é ne "bello" (se vogliamo utilizzare un criterio oggettivo del bello é il cronografo PP più brutto mai realizzato) ne tanto meno iconico, a meno che della speculazione che lo avvolge non si voglia fare appunto l'icona della nuova era post Patrizzi della casa.
Che é esattamente il motivo per il quale la percezione di questo marchio sta cominciando a vacillare, perché da chi gli orologi li compra non per farne mercimonio, che sia l'oligarca russo o il parvenu cinese, É sempre più visto come orologio da bottegaio
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Errol

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Re:Patek 5370
« Risposta #87 il: Agosto 27, 2015, 13:14:28 pm »
Citazione
Per questa celebrazione sono stati scelti i modelli più belli e più iconici della Casa

Opinabile, il 5070 non é ne "bello" (se vogliamo utilizzare un criterio oggettivo del bello é il cronografo PP più brutto mai realizzato) ne tanto meno iconico, a meno che della speculazione che lo avvolge non si voglia fare appunto l'icona della nuova era post Patrizzi della casa.
Che é esattamente il motivo per il quale la percezione di questo marchio sta cominciando a vacillare, perché da chi gli orologi li compra non per farne mercimonio, che sia l'oligarca russo o il parvenu cinese, É sempre più visto come orologio da bottegaio

mo adesso l'orologio del bottegaio "me pare troppo"  :o :D
secondo me comunque il 5070 non è il crono più brutto, anzi tutto sommato mi piace pure, mi sembra molto peggio l'ultimo crono annuale in acciaio ..... manco Sector ha mai fatto niente di simile.
        

ciaca

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Re:Patek 5370
« Risposta #88 il: Agosto 27, 2015, 13:21:21 pm »
A Palermo siamo soliti dare del "putíaro" (bottegaio) appunto a chi compra per vendere. Non é un insulto ma é evidente che se sempre più gli orologi di questa casa si fanno notare solo per la facile rivendibilità e le possibili rivalutazione, la "percezione" di chi vuole qualcosa di realmente esclusivo e lussuoso (capace cioè di rappresentare uno status che é la reale motivazione con la quale il 99% compra questi orologi, come siamo tutti d'accordo nel sostenere) e l'ultimo dei suoi problemi é la tenuta del valore o la speculazione da quattro soldi a breve giro, non può che essere di quel tipo.
E infatti io questi orologi continuo a non vederli al polso, mentre vedo tante "collezioni" mostrate da conclamati bottegai ;)

P.s: medesimo concetto mi fu illustrato a Cuba a dicembre da un simpatico canadese che in spiaggia portava a spasso un big bang in oro rosa...
« Ultima modifica: Agosto 27, 2015, 13:24:50 pm da ciaca »
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Re:Patek 5370
« Risposta #89 il: Agosto 27, 2015, 13:27:28 pm »
Io ammiro tutti quelli che con granitica certezza affermano che la casa sta tramontando che gli orologi perdono di qua e di la come se venissero regalati, sempre a parlare di rivendita neanche fosse rolex ma c'è un ma...
Il messia da decenni sta inculcando il culto del tramandare, e quindi io mi chiedo e vi chiedo, qual'è la percentuale di quelli che comprano per speculare e quelli che comprano per tramandare?
Perché quelli che comprano per tenerseli se pagano 250K un rattrapante, sono convinti di avere un valore di 250K e dell'eventuale calo se ne frega.
Gli investimenti di Patek in marketing puntano alla fidelizzazione assoluta a far credere di essere il numero uno e da quel po' di mondo che giro e da quei pochi amici clienti che ho sparsi nel mondo interessati agli orologi ma che di orologi capiscono poco posso dire che il buon Stern ha ottenuto il risultato voluto.
A me capita di parlare e di scrivere di orologi anche a non italiani. Chi ha un certo livello di competenza parla molto ma molto male di Patek. Vai su forum esteri e vedrai che la disistima di cui gode Patek è molto più alta che in Italia. Poi questa cosa della tenuta del valore va bene finché non si vende l'orologio, allora uno può credere che mantenga il valore. Ma se per caso lo vende rimarrà talmente deluso che di Patek potrà parlare solo male. È la situazione sta peggiorando, e sono sicuro che anche le vendite ne stanno cominciando a risentire, perché con un certo tipo di pubblico hanno chiuso, e oggi l'informazione gira veloce. D'altro canto ci sono segnali inconfondibili in meriti. Patek in realtà da decenni aveva una sua forza: fare orologi classici belli. Da tempo non disegna più un quadrante decentemente, mentre i prezzi sono sempre più folli sulla carta. E si stanno vendendo anche il passato recente. Se per Ale questo vuol dire andare bene, siamo a posto. Forse è perché vanno bene che per tre anni hanno bloccato i listini è aumentato solo per compensare rivalutazione del franco svizzero. Una cosa è certa: l'immagine è in caduta presso i critici e gli esperti del settore. Questo prima o poi si paga anche economicamente visto che il successo è basato sulla immagine. Quando si ha una azienda con un marchio così forte utilizzarla come bancomat senza limiti come fanno gli Stern è assurdo. Poi a chi come Ale pensa che Patek sia in splendida salute domando: perché gli orologi dagli anni 70 in poi non toccano mai certe quotazioni? Un motivo ci sarà.

Marco, il mio intervento e credo anche quello di Alessandro, non volevano esser un elogio alle politiche di PP anzi (appena qualche giorno fa sottolineai che, forse sbagliando, non approfondisco più di tanto sui loro orologi perchè non accetto l'assurdità dei listini PP) ma si voleva metter in discussione che la maison fosse, a livello d'immagine e di fatturato, in decrescita. Ho scritto che a parer mio tutte queste strategie sono figlie dell'avidità di Stern.

A questo punto però Marco ti vorrei fare una domanda personale alla quale se vorrai mi risponderai ma questo ci permetterebbe anche di parlare in modo meno teorico.
Scrivesti, se non erro, nella presentazione della tua collezione che inizialmente i tuoi acquisti furono principalmente PP e che poi approfondendo il tuo interesse e la tua cultura nel settore li vendesti.
Con quale risultato? Fu il classico bagno di sangue o meno di quanto accada normalmente con tutte le altre maisons?