Orologico Forum 3.0

Patek 5370

ALAN FORD

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Re:Patek 5370
« Risposta #45 il: Agosto 25, 2015, 14:17:51 pm »
Patek è number one su questo credo ci sia poco da dire.

Dopo sta sviolinata speri che Stern ti chiami e ti dia la tessera per lo spaccio interno eeh...😆

Io dico che è na mossa per tirare su interesse sulle nuove referenze che sono ferme al palo da tempo... gonfiare casse e listini penso abbia rallentato non poco l'interesse sui crono clasdici... mi ricordo che i 5970 e i 5070 nn  li trovavi facilemnte se non nel parallelo a cifre gonfiate mentre oggi ti offrono i nuovi con sconto da tutte le parti... per inciso anche preferisco di gran lunga i vecchi 39 e 59 rispetto al nuovo solo che riesumarli in tiratura limitata la leggo da una parte come sopra scritto ma anche come una ammissione che i nuovi non hanno avuto ancora successo. Dei nuovi mi piace solo il 5170 numeri arabi solo che per me costa il doppio di quello che dovrebbe.

Hai saltato "nell'immaginario collettivo" ed escludendo noi quattro gatti dei forum!
Io non ci penso proprio a considerare Patek numero uno, io però conto come il due di coppe quando regna denari. ;)

ciaca

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Re:Patek 5370
« Risposta #46 il: Agosto 25, 2015, 14:17:58 pm »
Voi continuate a ragionare da intenditori esperti, non avete capito che a Patek noi non interessiamo, primo perché siamo pochi e secondo perché gli facciamo i conti in tasca.
Loro investono in marketing come tutto il mondo del resto  fa punto.
Il resto sono chiacchiere e distintivo, nell'immaginario collettivo mondiale, Patek è number one su questo credo ci sia poco da dire.

Sbagli, io non ho fatto un discorso da "intenditore esperto", semmai da mero osservatore economico.
Quella che le imprese piccole sono condannate a crescere per competere é una stronzata che continuano a vendere nelle business school di stampo anglosassone ma che non ha alcuna attinenza con la realtà di specifiche realtà manifatturiere di nicchia come potrebbe essere quella dell'alta orologeria svizzera o di certe nicchie italiane fatta da piccole imprese familiari.
É il capitalismo familiare che agli inglesi e agli ammerigani sta sulle palle ma che ha fatto sia l'Italia che la svizzera.
« Ultima modifica: Agosto 25, 2015, 14:28:00 pm da ciaca »
"A megghiu parola è chidda ca un si dici"

erm2833

Re:Patek 5370
« Risposta #47 il: Agosto 25, 2015, 15:16:15 pm »
Esatto ciaca.
Le piccole imprese che anelano al grande di solito saltano quando triplicano la produzione.

Re:Patek 5370
« Risposta #48 il: Agosto 25, 2015, 15:47:02 pm »
Voi continuate a ragionare da intenditori esperti, non avete capito che a Patek noi non interessiamo, primo perché siamo pochi e secondo perché gli facciamo i conti in tasca.
Loro investono in marketing come tutto il mondo del resto  fa punto.
Il resto sono chiacchiere e distintivo, nell'immaginario collettivo mondiale, Patek è number one su questo credo ci sia poco da dire.

Solitamente,  come ben sapete amo articolare ma....quoto per intero Alessandro! Stanno esclusivamente investendo sul "Brand" e per ora...funziona!

mbelt

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Re:Patek 5370
« Risposta #49 il: Agosto 25, 2015, 15:47:14 pm »
Io la vedo un po' come Sandro Range, mi sembra più una debolezza che una forza, rimettersi a fare vecchie referenze svalutate. Non credo riusciranno a tirare su i prezzi di queste ultime, e comunque vedo un ulteriore danno di immagine.
Contro ogni talebanismo, ora e sempre

Re:Patek 5370
« Risposta #50 il: Agosto 25, 2015, 16:15:51 pm »
e comunque vedo un ulteriore danno di immagine.
Peggio di così cosa vuoi danneggiare...
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E volendo posso pure continuare...

Istaro

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Re:Patek 5370
« Risposta #51 il: Agosto 25, 2015, 16:29:13 pm »
Quella che le imprese piccole sono condannate a crescere per competere é una stronzata che continuano a vendere nelle business school di stampo anglosassone ma che non ha alcuna attinenza con la realtà di specifiche realtà manifatturiere di nicchia come potrebbe essere quella dell'alta orologeria svizzera o di certe nicchie italiane fatta da piccole imprese familiari.
É il capitalismo familiare che agli inglesi e agli ammerigani sta sulle palle ma che ha fatto sia l'Italia che la svizzera.

Condivido in pieno, anche se con un'integrazione...

Le "imprese familiari" italiane sono di due tipi:

- quelle che si sono imposte con la genialità e lo spirito di sacrificio del fondatore e poi si sono sedute sugli allori, pensando (soprattutto le seconde generazioni) di poter in eterno campare di rendita su un'idea o un prodotto. Oppure pensando che "innovarsi" significhi avventurarsi in speculazioni finanziarie, perdendo di vista il "core business".
Imprese "all'italiana" nell'accezione deteriore del termine...

- quelle che, invece, hanno capito che l'attività imprenditoriale non ammette l'immobilismo, per cui bisogna sempre crescere e innovare.
Non nel senso di "crescere" dimensionalmente o di "innovare" trascurando la qualità del prodotto (ad esempio rinunciando a processi di lavorazione tradizionale, che della qualità sono condizione ineliminabile).
Però bisogna saper affinare il prodotto, rendere flessibile - in una certa misura - l'offerta, investire nelle nuove tecnologie (sia produttive - che possono supportare efficacemente anche i processi tradizionali - sia gestionali) e nel marketing (necessario non solo a vendere la fuffa, ma anche i prodotti che valgono), aggredire nuovi mercati...
Per fortuna le piccole/medie imprese di questo tipo, espressione della creatività italiana, ci sono ancora e tengono in piedi la baracca. Almeno finché la "baracca" improduttiva che devono tenere in piedi non diventerà troppo pesante...  :(

Scusate l'OT  :P
"Non esistono venti favorevoli per il marinaio che non sa dove andare" (Seneca)

ciaca

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Re:Patek 5370
« Risposta #52 il: Agosto 25, 2015, 17:10:42 pm »
Condivido, e se vogliamo come ogni realtà anche quella di cui discutiamo é molto più articolata di come possiamo trattarla sbrigativamente in questa sede.
Ma il dato di partenza é che "crescere" non é affatto conditio sine qua non per competere come vogliono farci credere in molti. Anzi, a volte la sopravvivenza di un'azienda di successo fortemente focalizzata su una nicchia passa dall'esatto opposto.

Tornando al tema, basta osservare come Richemont ha investito su Lange&Sohne in modo diametralmente opposto a come gli Stern stanno investendo nella loro azienda.
E i risultati, anche in termini di percezione del brand, sono evidenti: perché non é affatto scontato che PP sia oggi "il top" per chi ha molti soldi da spendere in cose di cui non ha nessuna consapevolezza, su certi mercati PP non lo é affatto.
"A megghiu parola è chidda ca un si dici"

PESSOA67

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Re:Patek 5370
« Risposta #53 il: Agosto 25, 2015, 17:31:44 pm »
Angelo io credo che una persona ricca, come ce ne sono oggi al mondo, persone per le quali spendere 200k eur per un segnatempo non significa un grande sforzo, si possa permettere tranquillamente magari decine di orologi a questi livelli, pi tutti gli altri orologi che vuole, aste, vintage, nuovi etc etc.
A queste persone si rivolgono brand di lusso, sono queste persone che fanno raggiungere i budget ed i fatturati, in ogni settore del lusso.
Avranno il vecchio ed il nuovo, senza poter ovviamente generalizzare.
PP forse dalla sua ottica che come ci ricorda Alessandro è macinare milioni di euro segue la sua strada...
Secondo me noi sbagliamo i numeri: in un mondo di miliardi di persone in rapporto i ricchi (tanto ricchi) che possono permettersi cifre e orologi del genere credo siano potenzialmente molti in rapporto alle unità prodotte dalle Maisons.
Magari mi sbaglio....
Per non parlare della delicatezza di un orologio di 60 anni fa rispetto ad uno appena uscito dalla fabbrica, come di una moto o auto...
Ci sono persone che non vogliono coccolare sotto una campana di vetro un unico orologio...se lo possono permettere.
Chi produce lusso li accontenta....   
« Ultima modifica: Agosto 25, 2015, 17:39:19 pm da PESSOA67 »

ciaca

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Re:Patek 5370
« Risposta #54 il: Agosto 25, 2015, 17:50:03 pm »
Non lo so, ma se quello che fa spendere certe cifre su certi orologi di certe marche é la voglia di ostentare "il top", io vedo molta di questa gente che NON compra PP ma altro.
Mentre vedo molti commercianti speculatori sotto le mentite spoglie di collezionisti armeggiare con queste cianfrusaglie insaccate sotto vuoto come salami e sempre presenti alle principali mostre scambio in giro per il mondo insieme ai loro salami.
Per cui io su questa presunta "percezione del brand" comincerei a farmi qualche domanda.
Perché se il nautilus é diventato l'orologio da calciatore per antonomasia e nessun Patek é più "l'orologio da miliardario", men che meno da "conoisseur", per antonomasia qualche "problema" in tal senso c'é.
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S.M.

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Re:Patek 5370
« Risposta #55 il: Agosto 25, 2015, 18:29:14 pm »
Voi continuate a ragionare da intenditori esperti, non avete capito che a Patek noi non interessiamo, primo perché siamo pochi e secondo perché gli facciamo i conti in tasca.
Loro investono in marketing come tutto il mondo del resto  fa punto.
Il resto sono chiacchiere e distintivo, nell'immaginario collettivo mondiale, Patek è number one su questo credo ci sia poco da dire.

Sbagli, io non ho fatto un discorso da "intenditore esperto", semmai da mero osservatore economico.
Quella che le imprese piccole sono condannate a crescere per competere é una stronzata che continuano a vendere nelle business school di stampo anglosassone ma che non ha alcuna attinenza con la realtà di specifiche realtà manifatturiere di nicchia come potrebbe essere quella dell'alta orologeria svizzera o di certe nicchie italiane fatta da piccole imprese familiari.
É il capitalismo familiare che agli inglesi e agli ammerigani sta sulle palle ma che ha fatto sia l'Italia che la svizzera.
Stavolta ti quoto ed applaudo.
È quello che ho sempre pensato, detto, che non mi spiego come non possano comprenderlo tutti.
Ma perché per competere bisogna crescere? Anzi perché bisogna crescere sempre a prescindere?

Io non sono ne un imprenditore ne un artigiano/commerciante, ma se lo fossi, una volta raggiunto un fatturato (e guadagno) soddisfacente, mi fermerei e mi butterei sulla qualità del prodotto per essere sempre un passo avanti agli altri.
Vogliono il top ed io fabbrico il top? Bene, aspettate con pazienza. Non volete aspettare e vi rivolgete alla concorrenza? Fortunati coloro a cui avete lasciato il posto.

Se faccio oggetti (o servizi) di qualità, questi saranno sempre venduti prima di uscire dalla fabbrica.
Niente bisogno di marketing, niente problemi derivanti dal continuo ingrandirsi dell'attività e massima sicurezza (se fabbrico quantitativi limitati, troverò sempre compratori a prescindere dalle turbolenze dei mercati).

Se ci pensate, cosa meglio degli orologi potrebbe essere l'ideale di questa politica?
Certo, se fabbrico bicchieri di carta, più ne faccio è meglio e', ma si tratta di beni a scarsa tecnologia e con poco valore aggiungibile....
Ciò che non si muove non si usura.......Quello che non c'è non si rompe.

mbelt

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Re:Patek 5370
« Risposta #56 il: Agosto 25, 2015, 19:16:44 pm »
Voi continuate a ragionare da intenditori esperti, non avete capito che a Patek noi non interessiamo, primo perché siamo pochi e secondo perché gli facciamo i conti in tasca.
Loro investono in marketing come tutto il mondo del resto  fa punto.
Il resto sono chiacchiere e distintivo, nell'immaginario collettivo mondiale, Patek è number one su questo credo ci sia poco da dire.

Sbagli, io non ho fatto un discorso da "intenditore esperto", semmai da mero osservatore economico.
Quella che le imprese piccole sono condannate a crescere per competere é una stronzata che continuano a vendere nelle business school di stampo anglosassone ma che non ha alcuna attinenza con la realtà di specifiche realtà manifatturiere di nicchia come potrebbe essere quella dell'alta orologeria svizzera o di certe nicchie italiane fatta da piccole imprese familiari.
É il capitalismo familiare che agli inglesi e agli ammerigani sta sulle palle ma che ha fatto sia l'Italia che la svizzera.
Stavolta ti quoto ed applaudo.
È quello che ho sempre pensato, detto, che non mi spiego come non possano comprenderlo tutti.
Ma perché per competere bisogna crescere? Anzi perché bisogna crescere sempre a prescindere?

Io non sono ne un imprenditore ne un artigiano/commerciante, ma se lo fossi, una volta raggiunto un fatturato (e guadagno) soddisfacente, mi fermerei e mi butterei sulla qualità del prodotto per essere sempre un passo avanti agli altri.
Vogliono il top ed io fabbrico il top? Bene, aspettate con pazienza. Non volete aspettare e vi rivolgete alla concorrenza? Fortunati coloro a cui avete lasciato il posto.

Se faccio oggetti (o servizi) di qualità, questi saranno sempre venduti prima di uscire dalla fabbrica.
Niente bisogno di marketing, niente problemi derivanti dal continuo ingrandirsi dell'attività e massima sicurezza (se fabbrico quantitativi limitati, troverò sempre compratori a prescindere dalle turbolenze dei mercati).

Se ci pensate, cosa meglio degli orologi potrebbe essere l'ideale di questa politica?
Certo, se fabbrico bicchieri di carta, più ne faccio è meglio e', ma si tratta di beni a scarsa tecnologia e con poco valore aggiungibile....
Viviamo in una epoca in cui sembra che manchi il tempo per tutto, e che i ragionamenti siano sempre a breve termine. Ma non esiste un solo modo per fare impresa ad alto livello e ad alti profitti. Niente e nessuno ha obbligato e obbliga Patek a scelte che appaiono discutibili a tanti, come questa. A che serve essere una impresa famigliare se chi la dirige non ragiona almeno nel medio termine ma solo nel brevissimo? Stanno svendendo il marchio con scelte sempre più in contrasto con ciò che ha reso grande la casa. Ora persino rifacendo vecchie referenze, stanno passando ogni limite. So che lo pensi anche tu, ti ho quotato solo per comodità.
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range

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Re:Patek 5370
« Risposta #57 il: Agosto 25, 2015, 20:42:17 pm »
Più i quantitativi sono limitati più i costi salgono, la furbata sta nel fare quantitativi medio/alti e venderli a prezzi d reliquia 😎 ovvero come dicono in burinia fatte er nome e fregatenne... finche dura...😈

Certo che costa fare orologi perfetti e il trucco è proprio farli... per venderli a 300/400/500 mila... ne fai un 5% così è guadagni a man bassa sul resto....😆 un bel crono da 400 mila sdogana un crono mediocre da 60 mila!

Per quanto riguarda il resto sono d'accordo con i discorsi sulla crescita... ma qua la crescita no sta? Nei fatturati e basta... non so se alla lunga pagherà intanto becchiamoci le repliche dei crono anni 90....😂


ciaca

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Re:Patek 5370
« Risposta #58 il: Agosto 25, 2015, 22:46:08 pm »
La crescita sta nel passare da 7.000 a 70.000 orologi l'anno :)
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ALAN FORD

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Re:Patek 5370
« Risposta #59 il: Agosto 25, 2015, 22:58:33 pm »
Voi continuate a ragionare da intenditori esperti, non avete capito che a Patek noi non interessiamo, primo perché siamo pochi e secondo perché gli facciamo i conti in tasca.
Loro investono in marketing come tutto il mondo del resto  fa punto.
Il resto sono chiacchiere e distintivo, nell'immaginario collettivo mondiale, Patek è number one su questo credo ci sia poco da dire.

Sbagli, io non ho fatto un discorso da "intenditore esperto", semmai da mero osservatore economico.
Quella che le imprese piccole sono condannate a crescere per competere é una stronzata che continuano a vendere nelle business school di stampo anglosassone ma che non ha alcuna attinenza con la realtà di specifiche realtà manifatturiere di nicchia come potrebbe essere quella dell'alta orologeria svizzera o di certe nicchie italiane fatta da piccole imprese familiari.
É il capitalismo familiare che agli inglesi e agli ammerigani sta sulle palle ma che ha fatto sia l'Italia che la svizzera.
Stavolta ti quoto ed applaudo.
È quello che ho sempre pensato, detto, che non mi spiego come non possano comprenderlo tutti.
Ma perché per competere bisogna crescere? Anzi perché bisogna crescere sempre a prescindere?

Io non sono ne un imprenditore ne un artigiano/commerciante, ma se lo fossi, una volta raggiunto un fatturato (e guadagno) soddisfacente, mi fermerei e mi butterei sulla qualità del prodotto per essere sempre un passo avanti agli altri.
Vogliono il top ed io fabbrico il top? Bene, aspettate con pazienza. Non volete aspettare e vi rivolgete alla concorrenza? Fortunati coloro a cui avete lasciato il posto.

Se faccio oggetti (o servizi) di qualità, questi saranno sempre venduti prima di uscire dalla fabbrica.
Niente bisogno di marketing, niente problemi derivanti dal continuo ingrandirsi dell'attività e massima sicurezza (se fabbrico quantitativi limitati, troverò sempre compratori a prescindere dalle turbolenze dei mercati).

Se ci pensate, cosa meglio degli orologi potrebbe essere l'ideale di questa politica?
Certo, se fabbrico bicchieri di carta, più ne faccio è meglio e', ma si tratta di beni a scarsa tecnologia e con poco valore aggiungibile....
Viviamo in una epoca in cui sembra che manchi il tempo per tutto, e che i ragionamenti siano sempre a breve termine. Ma non esiste un solo modo per fare impresa ad alto livello e ad alti profitti. Niente e nessuno ha obbligato e obbliga Patek a scelte che appaiono discutibili a tanti, come questa. A che serve essere una impresa famigliare se chi la dirige non ragiona almeno nel medio termine ma solo nel brevissimo? Stanno svendendo il marchio con scelte sempre più in contrasto con ciò che ha reso grande la casa. Ora persino rifacendo vecchie referenze, stanno passando ogni limite. So che lo pensi anche tu, ti ho quotato solo per comodità.

Si però anche la storia dell'impresa di famiglia non è che regge molto.
Sarà pure di famiglia ma un'azienda che fattura un miliardo (numero buttato li a caso) deve avere una struttura con i suoi manager ed i suoi bilanci soprattutto.
Anche perché una vecchia regola di mercato dice che le aziende o crescono o calano, non esiste il sourplas.