Orologico Forum 3.0

Patek 5370

mbelt

  • *****
  • 5542
    • Mostra profilo
    • E-mail
Re:Patek 5370
« Risposta #60 il: Agosto 26, 2015, 07:13:56 am »
Voi continuate a ragionare da intenditori esperti, non avete capito che a Patek noi non interessiamo, primo perché siamo pochi e secondo perché gli facciamo i conti in tasca.
Loro investono in marketing come tutto il mondo del resto  fa punto.
Il resto sono chiacchiere e distintivo, nell'immaginario collettivo mondiale, Patek è number one su questo credo ci sia poco da dire.

Sbagli, io non ho fatto un discorso da "intenditore esperto", semmai da mero osservatore economico.
Quella che le imprese piccole sono condannate a crescere per competere é una stronzata che continuano a vendere nelle business school di stampo anglosassone ma che non ha alcuna attinenza con la realtà di specifiche realtà manifatturiere di nicchia come potrebbe essere quella dell'alta orologeria svizzera o di certe nicchie italiane fatta da piccole imprese familiari.
É il capitalismo familiare che agli inglesi e agli ammerigani sta sulle palle ma che ha fatto sia l'Italia che la svizzera.
Stavolta ti quoto ed applaudo.
È quello che ho sempre pensato, detto, che non mi spiego come non possano comprenderlo tutti.
Ma perché per competere bisogna crescere? Anzi perché bisogna crescere sempre a prescindere?

Io non sono ne un imprenditore ne un artigiano/commerciante, ma se lo fossi, una volta raggiunto un fatturato (e guadagno) soddisfacente, mi fermerei e mi butterei sulla qualità del prodotto per essere sempre un passo avanti agli altri.
Vogliono il top ed io fabbrico il top? Bene, aspettate con pazienza. Non volete aspettare e vi rivolgete alla concorrenza? Fortunati coloro a cui avete lasciato il posto.

Se faccio oggetti (o servizi) di qualità, questi saranno sempre venduti prima di uscire dalla fabbrica.
Niente bisogno di marketing, niente problemi derivanti dal continuo ingrandirsi dell'attività e massima sicurezza (se fabbrico quantitativi limitati, troverò sempre compratori a prescindere dalle turbolenze dei mercati).

Se ci pensate, cosa meglio degli orologi potrebbe essere l'ideale di questa politica?
Certo, se fabbrico bicchieri di carta, più ne faccio è meglio e', ma si tratta di beni a scarsa tecnologia e con poco valore aggiungibile....
Viviamo in una epoca in cui sembra che manchi il tempo per tutto, e che i ragionamenti siano sempre a breve termine. Ma non esiste un solo modo per fare impresa ad alto livello e ad alti profitti. Niente e nessuno ha obbligato e obbliga Patek a scelte che appaiono discutibili a tanti, come questa. A che serve essere una impresa famigliare se chi la dirige non ragiona almeno nel medio termine ma solo nel brevissimo? Stanno svendendo il marchio con scelte sempre più in contrasto con ciò che ha reso grande la casa. Ora persino rifacendo vecchie referenze, stanno passando ogni limite. So che lo pensi anche tu, ti ho quotato solo per comodità.

Si però anche la storia dell'impresa di famiglia non è che regge molto.
Sarà pure di famiglia ma un'azienda che fattura un miliardo (numero buttato li a caso) deve avere una struttura con i suoi manager ed i suoi bilanci soprattutto.
Anche perché una vecchia regola di mercato dice che le aziende o crescono o calano, non esiste il sourplas.
Quella che citi è la trasposizione in chiave economica di una considerazione che faceva Macchiavelli per gli stati. Ma non vale necessariamente per le aziende, ed infatti aziende che conservano la propria dimensione ve ne sono, soprattutto in mercati in cui i costi di economia di scala non contano molto, come questo, e non sono molto competitivi..
Contro ogni talebanismo, ora e sempre

ciaca

  • *****
  • 13194
    • Mostra profilo
    • E-mail
Re:Patek 5370
« Risposta #61 il: Agosto 26, 2015, 11:43:16 am »
Tra l'altro la dimensione del fatturato poco c'entra con la dimensione aziendale.
Molto di più c'entrano il numero di addetti e il volume della produzione. ;)
I bilanci ce li hanno pure le ditte unipersonali.
Qui non é in discussione il modello di organizzazione aziendale ma il principio in base al quale un'azienda "deve" crescere a tutti i costi pena l'estinzione. É clamorosamente falso in molti casi, e in molti casi (che dipendono da svariati fattori, il settore, il mercato di riferimento, le barriere all'ingresso, i competitors ed in generale quegli elementi che definiscono il c.d. "modello di Porter") É vero esattamente il contrario. Si traduce nell'antico detto "fare il passo più lungo della gamba".

C'è poi un altro equivoco che é quello della mission di un'azienda: É un'altra stronzata di stampo anglosassone quella che la mission di un'azienda debba essere la massimizzazione del profitto col minimo sforzo e la massima remunerazione degli azionisti, una visione di capitalismo speculativo tipica di chi non sa "fare" un cacchio se non finanza speculativa come appunto gli inglesi.
E basta vedere cosa ha fatto Vartan Sirmakes al marchio Franck Muller per rendersene conto...
« Ultima modifica: Agosto 26, 2015, 11:59:35 am da ciaca »
"A megghiu parola è chidda ca un si dici"

Re:Patek 5370
« Risposta #62 il: Agosto 26, 2015, 12:43:19 pm »
Vado controcorrente, l'unico aspetto sul quale non trovo critiche è il prezzo.
Premesso che non è assolutamente un brutto orologio, anzi...
Però lo trovo completamente fuori contesto dalla storia dei split second PP (leggasi: n° 124824, 130, 1436, 1563 e 5959; tralasciando gli altri di forme e tipi diversi: 2512, n°198012; n°198098 e 5950), sia come diametro sia come quadrante. Sulla posizione decentrata dei contatori potrei pure abituarmi in quanto il mio disorientamento potrebbe essere dovuto solo all'abitudine e tale soluzione potrebbe essere esteticamente peggiorativa ma anche migliorativa, qui si ricade nel relativismo empirico e non esiste un meglio o peggio se non a livello soggettivo individuale. Sulla misura di 41 mm invece, secondo me, proprio non ci siamo, si compromette l'equilibrio ed il senso dell'orologio anche perché la misura maggiore vista in precedenza è stata 35 mm.
Tornando al prezzo non lo trovo assolutamente scandaloso, in quanto uno dei fattori che nessuno sembra tenere in considerazione è la rivendibilità dell'orologio. Faccio un esempio per capirci, prendiamo due oggetti simili venduti uno a 50k ed uno a 10k, quale dei due ha il prezzo più se in caso di futura rivendita del primo riprenderò quanto speso nell'acquisto in brevissimo tempo mentre del secondo prenderò forse 1/3 in un lasso di tempo molto lungo?

ALAN FORD

  • *****
  • 8020
  • Su Orologico dal 2004!
    • Mostra profilo
    • E-mail
Re:Patek 5370
« Risposta #63 il: Agosto 26, 2015, 13:37:38 pm »
Citazione
Tra l'altro la dimensione del fatturato poco c'entra con la dimensione aziendale.
Molto di più c'entrano il numero di addetti e il volume della produzione. ;)

Come sia possibile svincolare il fatturato dal numero degli addetti e dal volume di produzione poi me lo spieghi.

mbelt

  • *****
  • 5542
    • Mostra profilo
    • E-mail
Re:Patek 5370
« Risposta #64 il: Agosto 26, 2015, 13:52:18 pm »
Vado controcorrente, l'unico aspetto sul quale non trovo critiche è il prezzo.
Premesso che non è assolutamente un brutto orologio, anzi...
Però lo trovo completamente fuori contesto dalla storia dei split second PP (leggasi: n° 124824, 130, 1436, 1563 e 5959; tralasciando gli altri di forme e tipi diversi: 2512, n°198012; n°198098 e 5950), sia come diametro sia come quadrante. Sulla posizione decentrata dei contatori potrei pure abituarmi in quanto il mio disorientamento potrebbe essere dovuto solo all'abitudine e tale soluzione potrebbe essere esteticamente peggiorativa ma anche migliorativa, qui si ricade nel relativismo empirico e non esiste un meglio o peggio se non a livello soggettivo individuale. Sulla misura di 41 mm invece, secondo me, proprio non ci siamo, si compromette l'equilibrio ed il senso dell'orologio anche perché la misura maggiore vista in precedenza è stata 35 mm.
Tornando al prezzo non lo trovo assolutamente scandaloso, in quanto uno dei fattori che nessuno sembra tenere in considerazione è la rivendibilità dell'orologio. Faccio un esempio per capirci, prendiamo due oggetti simili venduti uno a 50k ed uno a 10k, quale dei due ha il prezzo più se in caso di futura rivendita del primo riprenderò quanto speso nell'acquisto in brevissimo tempo mentre del secondo prenderò forse 1/3 in un lasso di tempo molto lungo?
5131 a parte, conosci uno solo dei Patek nuovi oggi a listino sopra i 100k che non perda molto valore in caso di rivendita? Io nessuno, e le aste le guardo. Ci si perde sempre e tanto, oltre al costo dovuto al fatto che devi spendere molto di più in fase di acquisto.
Contro ogni talebanismo, ora e sempre

Re:Patek 5370
« Risposta #65 il: Agosto 26, 2015, 14:10:57 pm »
Vado controcorrente, l'unico aspetto sul quale non trovo critiche è il prezzo.
Premesso che non è assolutamente un brutto orologio, anzi...
Però lo trovo completamente fuori contesto dalla storia dei split second PP (leggasi: n° 124824, 130, 1436, 1563 e 5959; tralasciando gli altri di forme e tipi diversi: 2512, n°198012; n°198098 e 5950), sia come diametro sia come quadrante. Sulla posizione decentrata dei contatori potrei pure abituarmi in quanto il mio disorientamento potrebbe essere dovuto solo all'abitudine e tale soluzione potrebbe essere esteticamente peggiorativa ma anche migliorativa, qui si ricade nel relativismo empirico e non esiste un meglio o peggio se non a livello soggettivo individuale. Sulla misura di 41 mm invece, secondo me, proprio non ci siamo, si compromette l'equilibrio ed il senso dell'orologio anche perché la misura maggiore vista in precedenza è stata 35 mm.
Tornando al prezzo non lo trovo assolutamente scandaloso, in quanto uno dei fattori che nessuno sembra tenere in considerazione è la rivendibilità dell'orologio. Faccio un esempio per capirci, prendiamo due oggetti simili venduti uno a 50k ed uno a 10k, quale dei due ha il prezzo più se in caso di futura rivendita del primo riprenderò quanto speso nell'acquisto in brevissimo tempo mentre del secondo prenderò forse 1/3 in un lasso di tempo molto lungo?
5131 a parte, conosci uno solo dei Patek nuovi oggi a listino sopra i 100k che non perda molto valore in caso di rivendita? Io nessuno, e le aste le guardo. Ci si perde sempre e tanto, oltre al costo dovuto al fatto che devi spendere molto di più in fase di acquisto.
I PP rattrapanti puri fanno storia a sé e nelle aste vengono battuti a cifre di gran lunga superiori al loro valore di listino nuovo, l'unica eccezione è il 5959P che ad oggi batte leggermente sotto al suo listino ma questo perché nel 2005 in Patek la spacciarono per una edizione limitata a 10 esemplari che guarda caso è ancora oggi a listino. Il fatto che sia ancora a listino fa sì che un usato non può valere più di un nuovo ma appena uscirà definitivamente vedrai che anche questo modello schizzerà verso l'alto nelle aste.

ciaca

  • *****
  • 13194
    • Mostra profilo
    • E-mail
Re:Patek 5370
« Risposta #66 il: Agosto 26, 2015, 14:13:10 pm »
Citazione
Tra l'altro la dimensione del fatturato poco c'entra con la dimensione aziendale.
Molto di più c'entrano il numero di addetti e il volume della produzione. ;)

Come sia possibile svincolare il fatturato dal numero degli addetti e dal volume di produzione poi me lo spieghi.

Semplicissimo, aumentando a dismisura il margine unitario come nel caso della presunta alta orologeria. :)

Se Patek é una "grande impresa" Rolex e Omega che sono?!

Non é un caso che in letteratura la dimensione di un'azienda si misuri con il numero degli addetti che sono un parametro molto più significativo della sua dimensione e delle complessità organizzative che ne conseguono rispetto al semplice fatturato.

Ci sono manager che di retribuzione guadagnano più del fatturato di una piccola impresa manifatturiera...
"A megghiu parola è chidda ca un si dici"

ALAN FORD

  • *****
  • 8020
  • Su Orologico dal 2004!
    • Mostra profilo
    • E-mail
Re:Patek 5370
« Risposta #67 il: Agosto 26, 2015, 14:24:47 pm »
Citazione
Tra l'altro la dimensione del fatturato poco c'entra con la dimensione aziendale.
Molto di più c'entrano il numero di addetti e il volume della produzione. ;)

Come sia possibile svincolare il fatturato dal numero degli addetti e dal volume di produzione poi me lo spieghi.

Semplicissimo, aumentando a dismisura il margine unitario come nel caso della presunta alta orologeria. :)

Se Patek é una "grande impresa" Rolex e Omega che sono?!

Non é un caso che in letteratura la dimensione di un'azienda si misuri con il numero degli addetti che sono un parametro molto più significativo della sua dimensione e delle complessità organizzative che ne conseguono rispetto al semplice fatturato.

Ci sono manager che di retribuzione guadagnano più del fatturato di una piccola impresa manifatturiera...

Infatti il fatturato è una componente , se hai 1000 dipendenti dovrai anche avere avere un fatturato adeguato per pagarli o no?

mbelt

  • *****
  • 5542
    • Mostra profilo
    • E-mail
Re:Patek 5370
« Risposta #68 il: Agosto 26, 2015, 15:03:03 pm »
Vado controcorrente, l'unico aspetto sul quale non trovo critiche è il prezzo.
Premesso che non è assolutamente un brutto orologio, anzi...
Però lo trovo completamente fuori contesto dalla storia dei split second PP (leggasi: n° 124824, 130, 1436, 1563 e 5959; tralasciando gli altri di forme e tipi diversi: 2512, n°198012; n°198098 e 5950), sia come diametro sia come quadrante. Sulla posizione decentrata dei contatori potrei pure abituarmi in quanto il mio disorientamento potrebbe essere dovuto solo all'abitudine e tale soluzione potrebbe essere esteticamente peggiorativa ma anche migliorativa, qui si ricade nel relativismo empirico e non esiste un meglio o peggio se non a livello soggettivo individuale. Sulla misura di 41 mm invece, secondo me, proprio non ci siamo, si compromette l'equilibrio ed il senso dell'orologio anche perché la misura maggiore vista in precedenza è stata 35 mm.
Tornando al prezzo non lo trovo assolutamente scandaloso, in quanto uno dei fattori che nessuno sembra tenere in considerazione è la rivendibilità dell'orologio. Faccio un esempio per capirci, prendiamo due oggetti simili venduti uno a 50k ed uno a 10k, quale dei due ha il prezzo più se in caso di futura rivendita del primo riprenderò quanto speso nell'acquisto in brevissimo tempo mentre del secondo prenderò forse 1/3 in un lasso di tempo molto lungo?
5131 a parte, conosci uno solo dei Patek nuovi oggi a listino sopra i 100k che non perda molto valore in caso di rivendita? Io nessuno, e le aste le guardo. Ci si perde sempre e tanto, oltre al costo dovuto al fatto che devi spendere molto di più in fase di acquisto.
I PP rattrapanti puri fanno storia a sé e nelle aste vengono battuti a cifre di gran lunga superiori al loro valore di listino nuovo, l'unica eccezione è il 5959P che ad oggi batte leggermente sotto al suo listino ma questo perché nel 2005 in Patek la spacciarono per una edizione limitata a 10 esemplari che guarda caso è ancora oggi a listino. Il fatto che sia ancora a listino fa sì che un usato non può valere più di un nuovo ma appena uscirà definitivamente vedrai che anche questo modello schizzerà verso l'alto nelle aste.
Non sono d'accordo. con il 5959 perdo circa 200 K sul nuovo se lo rivendo. E' una somma molto maggiore rispetto a quella che perderesti con un Double Split Lange. Con i ripetizione minuti perdi come minimo sui 150K, se non peggio, e sono tanti soldi. Magari percentualmente sono meno che su altre case, ma in termini assoluti sono cifre molto più alte, e questo è ciò che conta economicamente. Perché i Patek sono più cari di circa tre volte o peggio rispetto ai concorrenti. Cosa accadrà fra cento anni? Chi lo sa? Perché rispetto alle referenze che oggi valgono tantissimo, i pluricomplicati degli anni 50 e 60, sono stati prodotti molto ma molto di più, e sono meno pregiati per mille ragioni oggettive. Tra l'altro se la casa prosegue con politiche che penalizzano i collezionisti si rischia che fra qualche decina di anni anche i Patek che oggi valgono molto valgano di meno.
Contro ogni talebanismo, ora e sempre

Errol

  • *****
  • 3667
    • Mostra profilo
Re:Patek 5370
« Risposta #69 il: Agosto 26, 2015, 16:29:49 pm »
Vado controcorrente, l'unico aspetto sul quale non trovo critiche è il prezzo.
Premesso che non è assolutamente un brutto orologio, anzi...
Però lo trovo completamente fuori contesto dalla storia dei split second PP (leggasi: n° 124824, 130, 1436, 1563 e 5959; tralasciando gli altri di forme e tipi diversi: 2512, n°198012; n°198098 e 5950), sia come diametro sia come quadrante. Sulla posizione decentrata dei contatori potrei pure abituarmi in quanto il mio disorientamento potrebbe essere dovuto solo all'abitudine e tale soluzione potrebbe essere esteticamente peggiorativa ma anche migliorativa, qui si ricade nel relativismo empirico e non esiste un meglio o peggio se non a livello soggettivo individuale. Sulla misura di 41 mm invece, secondo me, proprio non ci siamo, si compromette l'equilibrio ed il senso dell'orologio anche perché la misura maggiore vista in precedenza è stata 35 mm.
Tornando al prezzo non lo trovo assolutamente scandaloso, in quanto uno dei fattori che nessuno sembra tenere in considerazione è la rivendibilità dell'orologio. Faccio un esempio per capirci, prendiamo due oggetti simili venduti uno a 50k ed uno a 10k, quale dei due ha il prezzo più se in caso di futura rivendita del primo riprenderò quanto speso nell'acquisto in brevissimo tempo mentre del secondo prenderò forse 1/3 in un lasso di tempo molto lungo?
5131 a parte, conosci uno solo dei Patek nuovi oggi a listino sopra i 100k che non perda molto valore in caso di rivendita? Io nessuno, e le aste le guardo. Ci si perde sempre e tanto, oltre al costo dovuto al fatto che devi spendere molto di più in fase di acquisto.
I PP rattrapanti puri fanno storia a sé e nelle aste vengono battuti a cifre di gran lunga superiori al loro valore di listino nuovo, l'unica eccezione è il 5959P che ad oggi batte leggermente sotto al suo listino ma questo perché nel 2005 in Patek la spacciarono per una edizione limitata a 10 esemplari che guarda caso è ancora oggi a listino. Il fatto che sia ancora a listino fa sì che un usato non può valere più di un nuovo ma appena uscirà definitivamente vedrai che anche questo modello schizzerà verso l'alto nelle aste.
................si rischia che fra qualche decina di anni anche i Patek che oggi valgono molto valgano di meno.

magari
        

Re:Patek 5370
« Risposta #70 il: Agosto 26, 2015, 16:32:00 pm »
ahahahahahahaha

PESSOA67

  • *****
  • 1457
    • Mostra profilo
    • E-mail
Re:Patek 5370
« Risposta #71 il: Agosto 26, 2015, 16:44:29 pm »
questa dell'edizione limitata a 10pz ancora a listino non la sapevo..si vede che non li hanno ancora venduti tutti... ;)

mbelt

  • *****
  • 5542
    • Mostra profilo
    • E-mail
Re:Patek 5370
« Risposta #72 il: Agosto 26, 2015, 16:58:53 pm »
questa dell'edizione limitata a 10pz ancora a listino non la sapevo..si vede che non li hanno ancora venduti tutti... ;)
Io la sapevo, è una vicenda triste che risale a quando c'era ancora Philippe Stern. Dissero per spiegare il prezzo di un orologio che per me è splendido che ne avrebbero fatti dieci, naturalmente non numerati. Basta fare una semplice ricerca sul web per scoprire che ne hanno fatti molti più di dieci, e continuano a farli, anche con cassa coussin , con o senza calendario perpetuo. Poi abbiamo avuto i 5131, dovevano essere pochissimi, e sono invece talmente tanti che i prezzi stanno calando. Poi ancora i ripetizione minuti, dovevano essere pochi, ma i loro prezzi non tengono. Purtroppo già con Philippe S. avevano dimostrato una scarsissima serietà, e la cosa è peggiorata con il figlio. Serie limitate da 1300 pezzi da oltre 40K l'uno, naturalmente non numerate, cosa che si spiega solo con il riservarsi la possibilità se c'è richiesta di farne di più, altrimenti l'assenza di numerazione non si spiega, non ha senso. Poi ci si stupisce se l'immagine della casa sta calando vertiginosamente. Per me quando accadrà, e non sono il solo a pensarlo, anche i picchi di quotazione raggiunti dai Patek degli anni 40,50,60, oggetti splendidi che meritano, caleranno. Non penso saranno mai economici, perché sono sempre molto rari, ma non penso neppure varranno come oggi. Il calo del prestigio del marchio sul nuovo compromette sempre anche il vintage di una casa, potrei fare tanti esempi.
Contro ogni talebanismo, ora e sempre

ciaca

  • *****
  • 13194
    • Mostra profilo
    • E-mail
Re:Patek 5370
« Risposta #73 il: Agosto 26, 2015, 22:09:59 pm »
Citazione
Tra l'altro la dimensione del fatturato poco c'entra con la dimensione aziendale.
Molto di più c'entrano il numero di addetti e il volume della produzione. ;)

Come sia possibile svincolare il fatturato dal numero degli addetti e dal volume di produzione poi me lo spieghi.

Semplicissimo, aumentando a dismisura il margine unitario come nel caso della presunta alta orologeria. :)

Se Patek é una "grande impresa" Rolex e Omega che sono?!

Non é un caso che in letteratura la dimensione di un'azienda si misuri con il numero degli addetti che sono un parametro molto più significativo della sua dimensione e delle complessità organizzative che ne conseguono rispetto al semplice fatturato.

Ci sono manager che di retribuzione guadagnano più del fatturato di una piccola impresa manifatturiera...

Infatti il fatturato è una componente , se hai 1000 dipendenti dovrai anche avere avere un fatturato adeguato per pagarli o no?

Certo, ma non é vero il contrario: puoi avere pochi dipendenti ed un fatturato alto. Appunto nel caso di produzioni ad elevato valore aggiunto e grande marginalità come é quello degli orologi. Da ciò la conseguenza che un fatturato alto non é indicatore sufficiente a definire le dimensioni di un'azienda.
C'è un topic aperto da Croix de malte con i dati di addetti e volumi prodotti dalle varie case. Li vedi quali sono le "grandi", le medie e le piccole.
"A megghiu parola è chidda ca un si dici"

guagua72

  • *****
  • 2607
    • Mostra profilo
    • E-mail
Re:Patek 5370
« Risposta #74 il: Agosto 27, 2015, 08:09:05 am »
Visto che di azienda si parla, oltre che di orologi, mi permetto di fare un esempio. E' noto a tutti coloro che seguono il mondo del lusso anche a livello economico che la maison Hermes è il marchio n.1 ed esprime sia nel prezzo che nella qualità prodotti superiori ad altri competitor. Anzi, pare che non vi sia alcun competitor. Fino ad ora la maison Hermes, pur producendo prodotti di elevatissimo prezzo, ha potuto controllare qualità e quantità. Tanto è vero che possiamo trovare borse Hermes usate allo stesso prezzo del nuovo. Cosa inverosimile nel mondo dell'abbigliamento/accessorio. Ora Patek rappresenta altrettanto nel mondo dell'orologeria. Peccato che il prezzo limite in questo settore non esista e venga fissato dalla casa con politiche alle volte ridicole. Pur non essendo un detrattore del marchio e pur apprezzando ogni logica di massimizzazione delprofitto, trovo che discostarsi dal prezzo limite per il prodotto sia assolutamente inverosimile. Conosco piuttosto bene le dinamiche che portano a costruire il prezzo del prodotto, ovviamente nel lusso le variabili che influenzano tale risultato sono maggiori rispetto alla meccanica o alla pura manifattura. Però attenzione, possiamo considerare i costi di pubblicità, i costi di fattori intangibili come il prestigio e la storia, però occorre che queste dinamiche non eccedano certi limiti. Orbene, in Ferrari questo concetto è stato ben capito. In Ferrari hanno per le mani una storia ed un marchio che permetterebbe politiche di prezzo ben più azzardate. Hanno per le mani un'azienda che ha un potenziale costruttivo ben più alto. Eppure il prezzo è adeguato alle vetture degli altri competitors  ed è assolutamente in linea con i costi di produzione. Almeno fino ad ora, non sappiamo però dopo l'uscita di  LCDM ( ricordate l'acronimo affibbiato al buon Cordero dallo studente calabrese in Drive in?) cosa succederà alle quantità prodotte e alla qualità.
Bene, detto questo, credo che  Patek abbia oltrepassato il segno. La dinamica Prezzo/ costo di produzione è stata scardinata. E' stata scardinata dalle macchine a controllo numerico, è stata scardinata dalla numerosità delle presunte edizioni limitate, è stata scardinata dalla mancanza di fantasia, è stata scardinata, infine,  dall'inesistenza della qualità intrinseca rapportata al prezzo. La massimizzazione del profitto è verosimilmente l'obbiettivo principale, però un'occhio all'etica occorre darlo.
« Ultima modifica: Agosto 27, 2015, 08:13:24 am da guagua72 »