Visto che di azienda si parla, oltre che di orologi, mi permetto di fare un esempio. E' noto a tutti coloro che seguono il mondo del lusso anche a livello economico che la maison Hermes è il marchio n.1 ed esprime sia nel prezzo che nella qualità prodotti superiori ad altri competitor. Anzi, pare che non vi sia alcun competitor. Fino ad ora la maison Hermes, pur producendo prodotti di elevatissimo prezzo, ha potuto controllare qualità e quantità. Tanto è vero che possiamo trovare borse Hermes usate allo stesso prezzo del nuovo. Cosa inverosimile nel mondo dell'abbigliamento/accessorio. Ora Patek rappresenta altrettanto nel mondo dell'orologeria. Peccato che il prezzo limite in questo settore non esista e venga fissato dalla casa con politiche alle volte ridicole. Pur non essendo un detrattore del marchio e pur apprezzando ogni logica di massimizzazione delprofitto, trovo che discostarsi dal prezzo limite per il prodotto sia assolutamente inverosimile. Conosco piuttosto bene le dinamiche che portano a costruire il prezzo del prodotto, ovviamente nel lusso le variabili che influenzano tale risultato sono maggiori rispetto alla meccanica o alla pura manifattura. Però attenzione, possiamo considerare i costi di pubblicità, i costi di fattori intangibili come il prestigio e la storia, però occorre che queste dinamiche non eccedano certi limiti. Orbene, in Ferrari questo concetto è stato ben capito. In Ferrari hanno per le mani una storia ed un marchio che permetterebbe politiche di prezzo ben più azzardate. Hanno per le mani un'azienda che ha un potenziale costruttivo ben più alto. Eppure il prezzo è adeguato alle vetture degli altri competitors ed è assolutamente in linea con i costi di produzione. Almeno fino ad ora, non sappiamo però dopo l'uscita di LCDM ( ricordate l'acronimo affibbiato al buon Cordero dallo studente calabrese in Drive in?) cosa succederà alle quantità prodotte e alla qualità.
Bene, detto questo, credo che Patek abbia oltrepassato il segno. La dinamica Prezzo/ costo di produzione è stata scardinata. E' stata scardinata dalle macchine a controllo numerico, è stata scardinata dalla numerosità delle presunte edizioni limitate, è stata scardinata dalla mancanza di fantasia, è stata scardinata, infine, dall'inesistenza della qualità intrinseca rapportata al prezzo. La massimizzazione del profitto è verosimilmente l'obbiettivo principale, però un'occhio all'etica occorre darlo.