…….che una maggiore cura del prodotto (in relazione al prezzo) avrebbe giovato al suo appeal, non mi sembra significhi denigrarlo.
Non ho mai detto che sia stato denigrato l’orologio (attento a non essere tu quello che estremizza).. non ero polemico e non lo sarò adesso
Quando ho scritto che rischiamo di estremizzare le rispettive posizioni, non intendevo dire che lo facciamo (tu men che mai) con intento polemico.
Intendevo dire piuttosto che a volte, con l'occasione della risposta a un forumista, rispondiamo anche a tutti quelli che hanno espresso argomenti simili. Finiamo così col creare - involontariamente, o per economia di discorso - una sorta di interlocutore fittizio, che incarna la "fazione avversa".
Capita anche a me (
), bisogna fare attenzione...
Mi soffermo anch'io, ancora una volta, sul tema della leggibilità, perché non mi capacito - giuro - di come la scarsa (
oggettivamente scarsa!) leggibilità della data in questi orologi possa essere derubricata a "questione di abitudine".
Possiamo dire che questa scarsa leggibilità non è importante, perché si tratta di frazioni di secondo o di pochi secondi (io direi qualche secondo). Bene, argomento legittimo, che però
non intacca il dato di fatto.
(Aggiungo che nella mia giornata, anche se non sono un
business man, la consultazione della data è un'operazione che può ricorrere, magari con un intervallo di tempo non così vicino da farmi esser certo della lettura precedente; sovente in un contesto pubblico - riunioni di lavoro - in cui l'immediatezza della lettura è un valore importante).
Possiamo dire anche che una minore leggibilità è addirittura in certi casi preferibile, perché il doversi applicare qualche istante di più per leggere la data ci costringe a soffermarci sull'orologio, a "pensarlo"... Benissimo, argomento ancor più valido del precedente; che però non intacca - ma anzi avvalora! - il dato di fatto.
(Io ho parlato di "difesa d'ufficio" perché nel tuo precedente
post avevi utilizzato due argomenti contrastanti: dapprima avevi ribadito velocemente l'importanza dell'abitudine, ma subito dopo hai sostenuto con più convinzione un argomento diverso, cioè che preferisci "una lettura sofisticata ad una immediata"...)
Possiamo poi sostenere - come ha fatto ciaca - che anche altri orologi molto apprezzati hanno una data poco leggibile.
Sono d'accordo in casi come quello del Reverso (macchinoso, seppur meno dell'Oechselin); che infatti non utilizzerei nella quotidianità! Tuttavia ha il pregio dell'eleganza, per cui mi piacerebbe vederlo al polso (forse altre referenze meglio di questa) in alcune occasioni particolari; mentre l'Oechselin non mi entusiasma in assoluto.
(Altra parentesi: non condivido invece il parallelo col Master Date, la cui sfera non fornisce solo la
posizione della data esatta - in maniera che sarebbe simile a ciò che accade con l'Ochs -, ma
indica un numero arabo ben preciso! Devo aguzzare un po' la vista, perché è piccolo, ma non devo mettermi a fare i conti... )
Insomma, possiamo usare molti argomenti validi per sostenere che la scarsa leggibilità è una questione poco importante.
Ma a mio avviso è un arrampicarsi sugli specchi sostenere che è un falso problema, una "questione d'abitudine":
Da piccolo non ti sei dovuto abituare a leggere un orologio analogico.. ? ? Ritenevi immediata la lettura quando te l’hanno spiegata .. ? ? Com’è che ora, proprio questo sistema lo ritieni immediato.. ? ? Sarà merito dell’abitudine.. ? ?
Non rammento bene lo sforzo che ho fatto da piccolo per abituarmi a leggere l'ora, perché ho imparato a quattro anni
(Ricordo però benissimo il mio primo orologio, e che l'ho perso - la deplo era davvero scadente - dopo un solo giorno, giocando al parco. I miei mi hanno fatto penare un po' per regalarmene un altro).
A parte i ricordi d'infanzia: ad alcune cose - più intuitive - si fa facilmente l'abitudine. Ad altre meno, se non sono altrettanto intuitive.
Un esempio concreto: perché si sono affermati gli orologi con affissione a 12 ore e non a 24?
Perché - penso che lo sappiate meglio di me - la suddivisione del quadrante in 24 sezioni fa sì che ogni indice sia troppo vicino all'altro, e il cervello non può intuitivamente riconoscere l'orario dalla semplice posizione della lancetta. Nell'indicazione di orari limitrofi l'angolazione delle lancette è troppo simile, per cui per capire l'orario bisogna per forza leggere il numero, avvicinando l'orologio agli occhi (se si tratta di un orologio da polso) o addirittura avvicinandosi fisicamente all'orologio (se è un orologio su campanile o da muro o da tavolo).
Esistono bellissimi orologi con affissione a 24 ore, ma sono chicche, non gli orologi che si indossano quotidianamente.
Di orologi a 24 ore in cui non sono presenti i numeri, poi, non ne conosco (mentre sono diffusissimi quelli a 12 ore con i soli indici, o addirittura senza). In quei casi, infatti, non basterebbe avvicinarsi al quadrante per leggere meglio, ma bisognerebbe
mettersi a fare i conti a partire dal riferimento certo (posizionato ai quarti) più vicino.
E' proprio il caso delle date dell'Oechslin; in cui, peraltro, i conti sono resi più difficili dal fatto che la suddivisione non è in 24 sezioni, ma in 30.
L'abitudine c'entra poco: bisognerà sempre fare i conti, che col tempo saranno più veloci (due secondi anziché quattro?), ma mai intuitivi come la visualizzazione diretta del numero della data (in una finestrella o indicato da una sfera).
La scomodità esiste, insomma, e non dipende dall'abitudine.
Poi mi si dirà che è una scomodità superabile per la serie di ragioni sopra esposte. Ma sono altri discorsi.