Vorrei cercare di dare il mio contributo non per portare ulteriore frizione, ma proprio per fare da pacere tra le due distinte fazioni che si sono create.
Come Marco (M.belt) ben sa, io appartengo ai detrattori dell'alluminio, però dall'ultimo topic aperto (un paio di anni fa?) su un'altro forum, mi sono documentato in quanto un forumista molto preparato, mi aveva aperto ad una serie di innovazione nei trattamenti delle leghe di alluminio che non conoscevo.
Dunque, è vero, esistono dei trattamenti superficiali di anodizzazione dura che arrivano molto in profondità ed aumentano incredibilmente la durezza della lega.
Vado a memoria in quanto ho letto molto ma salvato poco, ma credo di non sbagliare se dico che possono arrivare ai 100 e forse più micron di profondità e 500 Vikers. Non è peregrino pensare che abbiano studiato trattamenti ancora coperti da segreto industriale (generalmente per usi militari) che possano spingersi ancora oltre .
Quindi mi sento di credere che Journe abbia utilizzato questi trattamenti per conferire una resistenza ai graffi ed abrasioni superiori agli usuali acciai inossidabili.
Da tutta la bibliografia letta, il limite di questi trattamenti è costituito dalla forte perdita di resistenza del materiale alla fatica, caratteristica peraltro già non eccezionale della lega non trattata.
Anche la resistenza alla corrosione non viene incrementata dai trattamenti profondi che così resta abbastanza bassa.
La cosa singolare è che gli stessi trattamenti di "indurimento superficiale" (fatti però con procedimenti diversi) eseguiti sulle leghe di titanio, non hanno queste controindicazoni pur elevandone la durezza superficiale vicino alla soglia dei 700-1000 Vickers.
In più sul titanio oltre questo ossido superficiale super-duro di 10-20 micron (quindi meno che sull'alluminio), si viene a formare una strato intermetallico di 200-400 micron comunque duro fino ai 300 Vickers.
Dunque ricapitoliamo:
Da una parte abbiamo una lega superleggera, da primato, molto resistente all'abrasione ed ai graffi, ma poco resistente alla fatica ed ancora sensibile alla corrosione oltre che soggetta a possibili problemi di allergia o reazione con il sudore; dall'altra una lega più pesante, ma intrinsecamente più resiliente, altrettanto dura superficialmente ed assolutamente anallergica e resistente a qualsiasi tipo di corrosione.
Da qui nasce la mia teoria che il Maestro prima abbia cercato (ed ottenuto) il record utilizzando la massima tecnologia applicabile all'alluminio, poi si sia allineato a quello a cui tutti gli altri costruttori prima di lui erano già giunti.
Questo significa che lo Sport in alluminio diverrà più ambito dai collezionisti per numeri più bassi di produzione, esclusività e primati, ma che il vero Centigraph Sport è di titanio. E probabilmente questo l'aveva studiato fin dall'inizio.
Che dite, l'accendiamo?