Aggiungo un'altra considerazione, titolo del topic è "durata dei motori moderni" ma implicitamente poi si fa riferimento alle percorrenze di motori del passato, di generazioni antecedenti e di molto, tecnologicamente nemmeno paragonabili. Al limite potrei anche prendere a riferimento i vecchi motori pre-elettronica, si riparavano con lo spago o con i collant (se per esempio si rompeva una cinghia) e andavano pure a piscio all'occorrenza. Ma ha senso un paragone del genere? "Come" andavano non conta?
È evidente che i moderni motori sono progetti assai spinti, volti a tirare il massimo dei cavalli e dell'erogazione dalle piccole e medie cilindrate, minimizzando al contempo consumi ed emissioni, per una serie di ragioni anche fiscali che ne hanno condizionato l'evoluzione tecnologica, per certi aspetti "snaturando" quelle che erano le caratteristiche della tecnologia diesel, progetti pieni di controlli elettronici (sempre potenziali fonti di inaffidabilità) e in cui ogni componente è dimensionato al limite abbassandosi così tolleranze e margini, e con esse anche la durata all'usura. Durano "meno", ma vanno che è una bellezza al punto che con un moderno e performante TD nessuno rimpiange più i benzina se non per andare a girare in pista.
Porsche ha fatto un suv nato a benzina, la Cayenne, che pare una coupé sportiva per comportamento dinamico e in una variante diesel che poco fa rimpiangere la sorella maggiore.
Nissan ha fatto un'auto, la Murano, che già a benzina era un polmone che consumava 4 a litro e non si muoveva nemmeno a spingerla coi piedi, oltre che dondolare come un barcone sotto al suo modesto assetto, che hanno poi riproposto in versione TD con un 2.5 VM che non so come faccia a muoversi, ma quelli che "non sanno fare" sarebbero i tedeschi mentre i japponesi tutto rose e fiori. Dai, su...