Argomento molto interessante, che peraltro risponde allintento con cui, personalmente, lavevo affrontato nella discussione sullOechslin: non si trattava di promuovere/bocciare quellorologio, ma di condurre un ragionamento sulle peculiarità di un particolare tipo di affissione.
Ragionando su caratteristiche poco comuni (o "anticonvenzionali"), come su altri argomenti, mi sembra però utile fare una premessa: eviterei il processo alle intenzioni di chi esprime unopinione, come capita quando si attribuiscono pregiudizi (Sei troppo legato al classico No, sei troppo acritico verso lanticonvenzionale) o si evidenziano presunte incoerenze (Perché non critichi/apprezzi allo stesso modo quella marca, come hai fatto in quel post del 2013?) o, addirittura, si incasellano i forumisti in categorie predefinite, attribuendo a ciascuno i pregiudizi e le incoerenze di quella categoria (Quelli che la pensano come te sostengono
). Queste sono considerazioni dispersive, che non arricchiscono nessuna discussione.
Intendiamoci: non sto muovendo un appunto specifico a palombaro che ha aperto il topic. Però metto le mani avanti, vista la piega che prendono spesso le discussioni in cui si parla di orologi o di dettagli anticonvenzionali
Entrando nel merito del post di apertura:
1) I quadranti decentrati sono certamente inusuali, ma non sono una novità.Ad esempio, a.D. 1913 (o giù di lì):
Nel 1939:
E certamente molti altri che non si sono imposti.
Quindi, se oggi qualcuno dovesse esprimere perplessità sui quadranti decentrati in generale, o su un particolare modello di quadrante decentrato, non penso che questa perplessità sia da ascrivere ad allergia alle novità
(come diceva il tale: Di nuovo cè solo quel che è dimenticato).
2) Allergia alle novità non cè stata in tutti i decenni passati, nei quali abbiamo visto una gran messe di modelli che definire bizzarri è poco.Anzi: dalla fine degli anni Sessanta a tutti i Settanta i modelli innovativi, alternativi, anticonvenzionali (nello stile, nel quadrante, nel meccanismo) dilagarono e si imposero come non è più successo successivamente. Eppure, se ci facciamo caso, tra tutte le bizzarrie (colori, forme, dimensioni) proposte e accettate dal mercato non troviamo quasi mai quadranti decentrati: ore e minuti al centro restano una costante
3) Domandiamoci allora: perché i quadranti decentrati non si sono imposti in un secolo di orologeria da polso?Io lo attribuisco anche (preparate gli anatemi
) a
una tendenziale minore leggibilità!
Per una semplice ragione:
il quadrante decentrato, anche se più pulito, è più piccolo
Qualche precisazione.
Innanzitutto,
a me questa tipologia piace moltissimo, per cui non sto ricorrendo ad artifizi per mascherare unavversione estetica
Inoltre,
minore leggibilità non significa in assoluto
scarsa leggibilità; le differenze possono essere molto esigue e/o considerate scarsamente rilevanti nelluso pratico (immagino già i post che seguiranno: Io ho uno di questi orologi e leggo lora senza difficoltà!
).
È vero anche che esistono molti orologi con affissione oraria centrale che sono addirittura meno leggibili, per diverse ragioni (disegno del quadrante, delle sfere, ecc.), rispetto ad orologi con affissione oraria decentrata (per cui ho parlato di minore leggibilità
tendenziale). Il paragone, ovviamente, va effettuato per orologi di impostazione simile.
(Per restare allesempio del Patek postato da palombaro, bisogna rilevare che le lancette di ore/minuti coprono il datario in poche occasioni durante la giornata, ed è davvero difficile che capiti di dover verificare la data proprio in quel momento. Ad ogni modo, l'affissione della data qui non è certamente ottimale, anche per altri motivi: è stata scelta una soluzione "originale" in cui viene privilegiata la lettura dell'ora).
Infine, il dato più importante da tenere a mio avviso in considerazione:
un quadrante decentrato inizia a diventare davvero piccolo in orologi di dimensioni contenute, come quelle classiche.
In un orologio di 34-36 mm, con una lunetta di dimensioni non eccessive, laffissione oraria tradizionale centrata sfrutta una superficie di 30 mm o poco più.
Nello stesso orologio, unaffissione decentrata che occupi una porzione non irrilevante della superficie complessiva (lasciamo quindi da parte i quadrantini, come nel Doxa che ho postato) avrà in ogni caso un diametro inferiore ai 20 mm (già nel Lange 1 da 38 mi sembra che il quadrante orario ne misuri circa 18):
una riduzione di circa il 70% della superficie!! (Abbiamo cioè un'area, per il decentrato, che è
un terzo - e anche meno - di quella estesa)
Peraltro, quadrante più piccolo significa sfere meno lunghe e percezione ridotta della loro diversa angolazione nelle diverse ore, con conseguente riduzione della facilità di leggere lorario con la coda dellocchio.
Non mi sembra un caso, insomma, se i quadranti decentrati hanno conosciuto una certa diffusione in orologi più recenti che, avendo una superficie complessiva superiore a quella classica, consentono allaffissione decentrata di sfruttare uno spazio meno risicato.
4) A fronte del problema dimensionale, gli orologi con affissione decentrata offrono lindubbio vantaggio di una lettura più pulita, senza sovrapposizioni.Quale elemento ha più rilevanza?
Bisogna tener presente, innanzitutto, che
ogni affissione è un compromesso tra esigenze diverse.
Ciò detto, a mio avviso, il compromesso migliore dipende dalle dimensioni complessive dellorologio e dalle esigenze di chi lo indossa.
In un orologio di 34-36 mm, a parità di altre condizioni, laffissione decentrata rischia di essere meno comoda nelluso quotidiano (ho scritto meno comoda, non illeggibile
).
Aggiungo però che, a mio avviso, l'utilità maggiore di questo topic non dovrebbe consistere nell'appurare se la leggibilità dell'ora, in un quadrante decentrato, sia in generale identica a quella che si ottiene a quadrante pieno...
Penso piuttosto che sarebbe molto interessante passare in rassegna i casi in cui il quadrante orario decentrato può costituire un compromesso da preferire, perché il piccolo sacrificio nella lettura dell'ora consente di dare maggior rilievo ad altre informazioni, più rilevanti in quelle specifiche tipologie di orologio.
Al di là dei casi in cui la preferenza è meramente estetica o dettata dal desiderio di cambiare.