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Gianni Agnelli, l'eleganza e la fiat.

guagua72

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Gianni Agnelli, l'eleganza e la fiat.
« il: Settembre 12, 2015, 14:20:18 pm »
Molti di noi hanno dato il loro parere in altro topic riguardo al Sig. Gianni Agnelli, il Sig. Fiat, l'Avvocato. Arbiter Elegantiarum, Viziato Snob, Capitano d'industria, Erede drogato di una famiglia di speculatori arricchitosi sulle spalle degli italiani?
Credo sinceramente che tante definizioni date di quest'uomo non siano affatto sbagliate , ma nessuna può descrivere questo grande , perchè io credo sia stato effettivamente un grande: grande cultura, grande capacità di ascoltare, grande savoir faire anche politico.
« Ultima modifica: Settembre 12, 2015, 14:22:39 pm da guagua72 »

ciaca

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Re:Gianni Agnelli, l'eleganza e la fiat.
« Risposta #1 il: Settembre 12, 2015, 14:28:37 pm »
Io penso che molti dei giudizi negativi sull'Agnelli industriale non siano da addebitare a GA ma alle distorsioni ataviche del sistema politico ed economico di questo paese nonché alle tare di questo finto popolo. Penso che in un paese come questo con un popolo come questo un personaggio della levatura di GA sia un'anomalia, e infatti non se ne vede più nemmeno l'ombra, oggi si celebrano i Farinetti e i lisciapentole.
Per il resto é comunque un personaggio controverso come lo sono quasi tutti i grandi personaggi della storia, Mattei e Ferrari non lo erano meno nonostante la loro figura venga sempre celebrata dalla vulgata.
« Ultima modifica: Settembre 12, 2015, 14:31:30 pm da ciaca »
"A megghiu parola è chidda ca un si dici"

guagua72

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Re:Gianni Agnelli, l'eleganza e la fiat.
« Risposta #2 il: Settembre 12, 2015, 14:37:56 pm »
Marco vanno viste molte cose ma poi si guarda il risultato finale!
La Fiat oltre gli aiuti perenni ha avuto in regalo l'Alfa Romeo e la Lancia, vero che in un grande gruppo ci sono tante menti, ma la mente che è sopra la piramide di sicuro non ha mai detto dobbiamo diventare numero uno in qualità anche a discapito di un po' di utili, ha continuato a produrre cagate  incamerando guadagni a discapito della qualità, quello che dici per Patek in fondo!
Avrebbe potuto diversificare i marchi , L'alfa sportiva, la Lancia signorile e la Fiat commerciale, invece no, pianali uguali per tutte e tre tanto il popolo è bue, ma fino ad un certo punto ed infatti alla fine il conto è arrivato.
Adesso GA non c'è più ma la sua politica è rimasta, Marchionne ha completato l'opera , le sovvenzioni da noi e le tasse in Inghilterra che li costano solo il 25%!

Rispondo ad Alessandro. Molti sbagli sono stati fatti a livello aziendale. La Fiat è stata sull'orlo del baratro parecchie volte. La qualità è andata sottozero. Verissimo. Ricordate però che la Classe A di Mercedes non stava in piedi ( test dell'alce), Il BMW 320 dopo 100.000 Kilometri doveva cambiare la turbina? Per non parlare della Jetta WW o della Lupo o di altre strane zozzerie. Certo, i tedeschi le fanno meglio, indubbiamente. Ma non sono poi così d'accordo che Fiat abbia mangiato più di tanti altri. Buttate fango su Marchionne? Ora abbiamo Fiat Chrysler , forse oggi non avremmo nulla. Le tasse in Inghilterra o in Olanda, benissimo. Ricordo solo che la Fiat  e tutto l'indotto è stata un serbatoio di vita e lavoro per tanti immigrati del sud che sono arrivati con le valigie di cartone e ora hanno figli ingegneri , che andranno a lavorare all'estero ma questo è un'altro problema. I miei clienti sono tutti imprenditori, artigiani e aziende medio/piccole che quando le cose andavano bene, anche loro,, nel loro piccolo hanno sperperato. Belle auto invece di bei macchinari, tante furberie , cassa integrazione finta, lavoro nero. Bene, direte Voi e dico anch'io, lo hanno fatto per difendersi, ma non facciamo la morale ad Agnelli per favore....

ciaca

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Re:Gianni Agnelli, l'eleganza e la fiat.
« Risposta #3 il: Settembre 12, 2015, 14:55:10 pm »
Se Marchionne va in.Olanda o in Inghilterra la colpa é di Marchionne o di un paese che ha un livello di tassazione incompatibile con qualunque attività d'impresa a fronte di servizi da terzo mondo?
Se GA aveva un enorme potere contrattuale era colpa di GA o di un.paese che concepisce lo stato come un.enorme ammortizzatore sociale e in cui il presidente del consiglio é chiamato ad.occuparsi anche di vertenze sindacali di poche centinaia di lavoratori?
Volevate l'efficienza e la qualità in un'azienda gestita con le.logiche di una qualunque impresa di stato? Un.pozzo.senza fondo? Iniziamo a licenziare, razionalizzare, chiudere impianti...E apriti.cielo! Ma di che parliamo?

Il.problema non sono ne gli Agnelli, i Marchionne ne i tanti altri "imprenditori" più o meno illuminati di questo paese, il problema é come é fatto questo paese e soprattutto da CHI: gli "italiani"
« Ultima modifica: Settembre 12, 2015, 14:58:53 pm da ciaca »
"A megghiu parola è chidda ca un si dici"

mbelt

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Re:Gianni Agnelli, l'eleganza e la fiat.
« Risposta #4 il: Settembre 12, 2015, 15:04:38 pm »
Questa volta sono d'accordo con Angelo. Che l'industria italiana dell'auto abbia sprecato marchi e risorse, e soprattutto, non abbia investito come doveva è sicuro. Ma ci sono responsabilità di Gianni Agnelli in questo ma non solo. L'industria delle automobili do serie non è come quella degli orologi con margini ampi, è una industria estremamente competitiva, al punto che da decenni con le piccole vetture è diventato quasi impossibile guadagnare.   io potrei passare ore ad elencare tutte le occasioni perdute, perché credimi le conosco ad una ad una. Però va anche visto chi sono i proprietari del Gruppo quando ha regnato GA. Una famiglia di azionisti enorme con circa 100 componenti, con le esigenze più disparate che GA teneva uniti con larghi dividendi. Posso dirti per certo che per esempio a metà anni 80 GA era perfettamente consapevole che ci sarebbe stato in consolidamento del settore, aveva detto che sarebbero rimasti  solo 5 o 6 grandi gruppi, lo aveva capito. Certo questo contrasta con l'uomo che poi ha avallato le scelte di Romiti post Ghidella. Certo altri avrebbero fatto valere Alfa e Lancia due marchi storici. Ma GA è stato anche colui che ha ripreso una FIat morente da Valletta, che l'ha fatta risorgere dopo il disastro degli anni 70. Poi ha fatto errori, è invecchiato. Va anche detto che lui sapeva di non essere più in grado e che neppure Romiti lo era, ma Giovanni figlio di Umberto erede designato alla leadership di famiglia è morto nel 1997, sui suoi figli non ha mai potuto contare. E il contesto politico, infrastrutturale, dei costo della burocrazia e del lavoro erano molto sfavorevoli all'industria dell'auto. Ancora oggi io per esempio vorrei sapere chi fu a decidere che ci voleva il superbollo sulle auto diesel oppure su quelle sopra o 2000cc. Questi provvedimenti hanno chiuso il mercato italiano e danneggiato alla fine molto il gruppo che si è a sua volta chiuso in Italia. È una storia complessa di luce ed ombre in cui l'auto italiana era arrivata per prima in Polonia, in Russia, in Spagna, in Brasile, salvo poi a parte il Brasile vendere al momento sbagliato. Quindi prevalgono gli errori, ma non li ha fatto da solo, questo e sicuro, anzi sembra che alcuni lo avesse anche compresi. Non è stato per nulla aiutato dal contesto. Quindi come imprenditore ha luci ed ombre, ma quanto a raffinatezza intellettuale, a gusti, ed altro, avercene ancora di persone così.
« Ultima modifica: Settembre 12, 2015, 15:08:02 pm da mbelt »
Contro ogni talebanismo, ora e sempre

guagua72

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Re:Gianni Agnelli, l'eleganza e la fiat.
« Risposta #5 il: Settembre 12, 2015, 15:07:46 pm »
Se Marchionne va in.Olanda o in Inghilterra la colpa é di Marchionne o di un paese che ha un livello di tassazione incompatibile con qualunque attività d'impresa a fronte di servizi da terzo mondo?
Se GA aveva un enorme potere contrattuale era colpa di GA o di un.paese che concepisce lo stato come un.enorme ammortizzatore sociale e in cui il presidente del consiglio é chiamato ad.occuparsi anche di vertenze sindacali di poche centinaia di lavoratori?
Volevate l'efficienza e la qualità in un'azienda gestita con le.logiche di una qualunque impresa di stato? Un.pozzo.senza fondo? Iniziamo a licenziare, razionalizzare, chiudere impianti...E apriti.cielo! Ma di che parliamo?

Il.problema non sono ne gli Agnelli, i Marchionne ne i tanti altri "imprenditori" più o meno illuminati di questo paese, il problema é come é fatto questo paese e soprattutto da CHI: gli "italiani"

Ecco, adesso dare la colpa agli Italiani mi sembra eccessivo, però le tue frasi mi fanno sempre riflettere. Pensando agli scritti di Alessandrino, giudizi negativi nei confronti di GA e di quello che ha rappresentato ( causa doblò forse) neanche del tutto sbagliati, ho automaticamente pensato ai miei imprenditori, alle generazioni che sono passate dietro quelle aziende, ai soldi facili che dalle mie parti  ( Modena) si sono fatti. Distretto ceramico numero uno, distretto della maglieria numero uno, distretto del biomedicale numero uno, distretto della meccaniche anche questo fortissimo, per non parlare delle eccellenze alimentari o di Ferrari. Orbene in cinque , dico cinque anni, siamo stati massacrati nella ceramica, nella maglieria, nel biomedicale il terremoto ha fatto la sua parte, nell'alimentare avevamo un nome grandissimo FINI, la più antica e nobile salumeria, marchio venduto a Kraft per miliardi  e coi soldi del marchio ville a Cortina e macchine da sogno. Ditemi se Agnelli non è stato meglio?


« Ultima modifica: Settembre 12, 2015, 15:10:22 pm da guagua72 »

Re:Gianni Agnelli, l'eleganza e la fiat.
« Risposta #6 il: Settembre 12, 2015, 15:11:17 pm »
Ciaca hai ragione, pero' le stesse cose che fa Marchionne succedono anche fuori dalla nostra Italietta.
Non e' che con questo io voglia difendere l'Italia o gli italiani, dico solo che e' una pratica diffusissima a livello mondiale anche dove si licenzia si taglia e si chiudono gli stabilimenti.

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Re:Gianni Agnelli, l'eleganza e la fiat.
« Risposta #7 il: Settembre 12, 2015, 15:11:38 pm »
Cari miei, il problema è che gli industriali Italiani, arricchiti in pochi anni, hanno voluto fare gli Agnelli, Tutti. Però senza la cultura lo stile e il savoire faire di GA

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Re:Gianni Agnelli, l'eleganza e la fiat.
« Risposta #8 il: Settembre 12, 2015, 15:12:39 pm »
Tutti con la tod's a scimmiottare l'avvocato e in azienda chi ci stava???

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Re:Gianni Agnelli, l'eleganza e la fiat.
« Risposta #9 il: Settembre 12, 2015, 15:16:22 pm »
Questa volta sono d'accordo con Angelo. Che l'industria italiana dell'auto abbia sprecato marchi e risorse, e soprattutto, non abbia investito come doveva è sicuro. Ma ci sono responsabilità di Gianni Agnelli in questo ma non solo. L'industria delle automobili do serie non è come quella degli orologi con margini ampi, è una industria estremamente competitiva, al punto che da decenni con le piccole vetture è diventato quasi impossibile guadagnare.   io potrei passare ore ad elencare tutte le occasioni perdute, perché credimi le conosco ad una ad una. Però va anche visto chi sono i proprietari del Gruppo quando ha regnato GA. Una famiglia di azionisti enorme con circa 100 componenti, con le esigenze più disparate che GA teneva uniti con larghi dividendi. Posso dirti per certo che per esempio a metà anni 80 GA era perfettamente consapevole che ci sarebbe stato in consolidamento del settore, aveva detto che sarebbero rimasti  solo 5 o 6 grandi gruppi, lo aveva capito. Certo questo contrasta con l'uomo che poi ha avallato le scelte di Romiti post Ghidella. Certo altri avrebbero fatto valere Alfa e Lancia due marchi storici. Ma GA è stato anche colui che ha ripreso una FIat morente da Valletta, che l'ha fatta risorgere dopo il disastro degli anni 70. Poi ha fatto errori, è invecchiato. Va anche detto che lui sapeva di non essere più in grado e che neppure Romiti lo era, ma Giovanni figlio di Umberto erede designato alla leadership di famiglia è morto nel 1997, sui suoi figli non ha mai potuto contare. E il contesto politico, infrastrutturale, dei costo della burocrazia e del lavoro erano molto sfavorevoli all'industria dell'auto. Ancora oggi io per esempio vorrei sapere chi fu a decidere che ci voleva il superbollo sulle auto diesel oppure su quelle sopra o 2000cc. Questi provvedimenti hanno chiuso il mercato italiano e danneggiato alla fine molto il gruppo che si è a sua volta chiuso in Italia. È una storia complessa di luce ed ombre in cui l'auto italiana era arrivata per prima in Polonia, in Russia, in Spagna, in Brasile, salvo poi a parte il Brasile vendere al momento sbagliato. Quindi prevalgono gli errori, ma non li ha fatto da solo, questo e sicuro, anzi sembra che alcuni lo avesse anche compresi. Non è stato per nulla aiutato dal contesto. Quindi come imprenditore ha luci ed ombre, ma quanto a raffinatezza intellettuale, a gusti, ed altro, avercene ancora di persone così.
Inoltre vorrei dire che Marchionne ha fatto miracoli, certo non per gli italiani ma per l'azienda che rappresenta. Concordo con Marco sull'acume avuto in certi casi, sulle disgrazie che si sono succedute in famiglia, tante morti premature. Non concordo sull'era Valletta. Valletta credo sia stato un'abile molto abile amministratore.

ciaca

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Re:Gianni Agnelli, l'eleganza e la fiat.
« Risposta #10 il: Settembre 12, 2015, 15:17:57 pm »
Ciaca hai ragione, pero' le stesse cose che fa Marchionne succedono anche fuori dalla nostra Italietta.
Non e' che con questo io voglia difendere l'Italia o gli italiani, dico solo che e' una pratica diffusissima a livello mondiale anche dove si licenzia si taglia e si chiudono gli stabilimenti.

A maggior ragione quindi non c'è da strapparsi i capelli se lo si fa in un paese come il nostro, con una delle più elevate tassazioni al mondo a fronte di nessun servizio o vantaggio.
Mi sembra la tipica ipocrisia italiana.
Volete gli stabilimenti in Italia con annessi posti di lavoro? Vi dovete mettere tutti a 90° se no me ne vado. Perchè oggi non c'è una ragione una per la quale una qualunque azienda possa trovare utile o vantaggioso investire in produzione in Italia, che non sia appunto corredata da vantaggi straordinari (che infatti l'Europa è sempre pronta a tacciare come "aiuti di stato") a fronte di: Tassazione, in primis sul lavoro, insensata, relazioni sindacali impossibili, assoluta incertezza del diritto, burocrazia folle, giustizia di stampo sudamericano. Cose che sappiamo tutti, ma guardate il bordello che è successo per quel pannicello caldo che è il "job's act".
È la nostra concezione dello "stato", dell'economia e del "capitalismo" che è completamente distorta, un'anomalia a livello planetario, e per questo dico che in fondo la "colpa" è degli italiani. Di chi altri, dei venusiani?!
« Ultima modifica: Settembre 12, 2015, 15:20:17 pm da ciaca »
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mbelt

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Re:Gianni Agnelli, l'eleganza e la fiat.
« Risposta #11 il: Settembre 12, 2015, 15:35:15 pm »
Questa volta sono d'accordo con Angelo. Che l'industria italiana dell'auto abbia sprecato marchi e risorse, e soprattutto, non abbia investito come doveva è sicuro. Ma ci sono responsabilità di Gianni Agnelli in questo ma non solo. L'industria delle automobili do serie non è come quella degli orologi con margini ampi, è una industria estremamente competitiva, al punto che da decenni con le piccole vetture è diventato quasi impossibile guadagnare.   io potrei passare ore ad elencare tutte le occasioni perdute, perché credimi le conosco ad una ad una. Però va anche visto chi sono i proprietari del Gruppo quando ha regnato GA. Una famiglia di azionisti enorme con circa 100 componenti, con le esigenze più disparate che GA teneva uniti con larghi dividendi. Posso dirti per certo che per esempio a metà anni 80 GA era perfettamente consapevole che ci sarebbe stato in consolidamento del settore, aveva detto che sarebbero rimasti  solo 5 o 6 grandi gruppi, lo aveva capito. Certo questo contrasta con l'uomo che poi ha avallato le scelte di Romiti post Ghidella. Certo altri avrebbero fatto valere Alfa e Lancia due marchi storici. Ma GA è stato anche colui che ha ripreso una FIat morente da Valletta, che l'ha fatta risorgere dopo il disastro degli anni 70. Poi ha fatto errori, è invecchiato. Va anche detto che lui sapeva di non essere più in grado e che neppure Romiti lo era, ma Giovanni figlio di Umberto erede designato alla leadership di famiglia è morto nel 1997, sui suoi figli non ha mai potuto contare. E il contesto politico, infrastrutturale, dei costo della burocrazia e del lavoro erano molto sfavorevoli all'industria dell'auto. Ancora oggi io per esempio vorrei sapere chi fu a decidere che ci voleva il superbollo sulle auto diesel oppure su quelle sopra o 2000cc. Questi provvedimenti hanno chiuso il mercato italiano e danneggiato alla fine molto il gruppo che si è a sua volta chiuso in Italia. È una storia complessa di luce ed ombre in cui l'auto italiana era arrivata per prima in Polonia, in Russia, in Spagna, in Brasile, salvo poi a parte il Brasile vendere al momento sbagliato. Quindi prevalgono gli errori, ma non li ha fatto da solo, questo e sicuro, anzi sembra che alcuni lo avesse anche compresi. Non è stato per nulla aiutato dal contesto. Quindi come imprenditore ha luci ed ombre, ma quanto a raffinatezza intellettuale, a gusti, ed altro, avercene ancora di persone così.
Inoltre vorrei dire che Marchionne ha fatto miracoli, certo non per gli italiani ma per l'azienda che rappresenta. Concordo con Marco sull'acume avuto in certi casi, sulle disgrazie che si sono succedute in famiglia, tante morti premature. Non concordo sull'era Valletta. Valletta credo sia stato un'abile molto abile amministratore.
Sotto Valletta il gruppo era cresciuto ma anche invecchiato. Perché anche Valletta aveva coperto un buco, la morte di Edoardo Agnelli, e poi del Senatore Giovanni Agnelli, la giovinezza spensierata e spendacciona di GA dei suoi fratelli e delle sue sorelle, oltre che dei cugini. Poi il disastro arriva negli anni 70, e anche qui c'entra molto la politica. Quindi concordo nel dire che Valletta è stato in grande per 30 anni, ma negli anni 60 non era più in grado di gestire bene l'azienda neppure sul piano sindacale.
Su Marchionne attento: il bilancio ad oggi è controverso. Ha salvato il gruppo, si, però ha praticamente chiuso Lancia e ha condotto neo primi anni una politica dissennata con Alfa e con Maserati, che va bene ora, ma vedrai tra poco cosa succederà.... . Sul piano politico quando ha fatto la battaglia con Landini lo ho molto apprezzato invece. Ma sul prodotto pendono molti problemi: gruppo estremamente indebitato, Lancia morta, Alfa che dovrebbe passare da 40.000 a 400. 000 vetture in pochi anni mentre ha smantellato la rete di vendita e bloccato per anni gli investimenti, Fiat con due soli modelli, Chrysler con una gamma vecchia e superata che presto avrà bisogno di investimenti, Ferrari che dovrà essere bravo a gestore bene come Montezemolo e cio che sta facendo non mi rassicura. In pratica va bene Jeep e Maserati ma qui io prevedo guai presto. Non mi fate dire nulla do più.
« Ultima modifica: Settembre 12, 2015, 15:40:59 pm da mbelt »
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Re:Gianni Agnelli, l'eleganza e la fiat.
« Risposta #12 il: Settembre 12, 2015, 15:56:28 pm »
Interessante e tuttavia strano: Maserati avrà presto un Suv. La  Quattroporte sta surclassando le berline tedesche,  Ferrari credo stia ancora bene. Rete commerciale Alfa era da tempo che stava con Fiat. Lancia è stata sacrificata, non c'era spazio per un'altro marchio. Jeep è tutta nuova. Chrysler ha mantenuto il mercato USA.  S & P , io non sono un fan dei rating, ha migliorato a giugno il rating del debito FCA. Questi i dati. Sono preoccupato quindi dalle tue info.
« Ultima modifica: Settembre 12, 2015, 16:00:32 pm da guagua72 »

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Re:Gianni Agnelli, l'eleganza e la fiat.
« Risposta #13 il: Settembre 12, 2015, 16:01:39 pm »
A latere due parole sulle considerazioni di Giorgio in merito ai poco "illuminati" imprenditori italiani: ci si lamenta per le ataviche storture del c.d. Capitalismo famigliare italiano, ma a me sembra il frutto della solita ipocrisia italiana, quella che vorrebbe vedere applicate le buone pratiche del capitalismo d'impresa di stampo anglosassone ma senza tenere conto, o peggio facendo finta di non vedere, tutte le storture di questo paese che con quelle buone pratiche sono in totale antitesi.
Ci si lamenta dell'atavica sottocapitalizzazione delle aziende e dei loro scarsi investimenti in innovazione e formazione, dimenticandosi però del contesto in cui quelle aziende operano. Un contesto in cui gli utili reinvestiti non solo non sono detassati ma sono anzi tartassati, in cui il costo del lavoro è tassato con un'imposta che non ha eguali al mondo (irap) e in cui gli utili sono tassati due volte (in capo all'azienda e in capo agli azionisti), un contesto che di fatto costringe le aziende a barcamenarsi con i mezzucci più bislacchi sempre stretta tra l'incudine dell'illecito e il martello della vessazione tributaria. Ma cosa volete "reinvestire" in un paese in cui l'unico modo per avere remunerazione è quello di farlo in nero? Un paese in cui per potersi godere in modo congruo il frutto dei propri rischi e del proprio lavoro bisogna passare per delinquenti, per il solo fatto di non voler lasciare all'idrovora pubblica il 70% di ciò che si produce?!
Un paese che non ha mai messo in atto una politica volta ad incentivarla la libera impresa e il libero mercato, semmai a spremerla come un limone e farne un enorme serbatoio di clientele. Un paese che non ha mai avuto una vera politica industriale, o per il lavoro, o di qualunque tipo visto che la politica nella sua accezione genuina in questo paese latita da circa 60 anni.
E la colpa è degli imprenditori italiani se in pochi anni abbiamo distrutto interi distretti industriali, desertificato il tessuto imprenditoriale, fatto schizzare il livello di disoccuppazione giovanile a valori sudamericani, solo per mantenere in piedi un modello di stato distorto e che non possiamo in alcun modo permetterci? Non sarà forse, ancora una volta, colpa degli italiani tutti, complici o ignavi che siano di fronte ad uno status quo ormai non più sostenibile in alcun modo?
« Ultima modifica: Settembre 12, 2015, 16:06:15 pm da ciaca »
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Re:Gianni Agnelli, l'eleganza e la fiat.
« Risposta #14 il: Settembre 12, 2015, 16:32:36 pm »
Interessante e tuttavia strano: Maserati avrà presto un Suv. La  Quattroporte sta surclassando le berline tedesche,  Ferrari credo stia ancora bene. Rete commerciale Alfa era da tempo che stava con Fiat. Lancia è stata sacrificata, non c'era spazio per un'altro marchio. Jeep è tutta nuova. Chrysler ha mantenuto il mercato USA.  S & P , io non sono un fan dei rating, ha migliorato a giugno il rating del debito FCA. Questi i dati. Sono preoccupato quindi dalle tue info.
Vedi, i bilanci riguardano il passato e l'oggi, io guardo avanti. Chrysler ha guadagnato, sì, ma guarda che gamma di prodotto ha....rispetto ai concorrenti, sono enormi pick-up con enormi motori a benzina che si vendono solo negli USA (e faccio notare che nel frattempo un anno e mezzo fa Ford ha presentato l'F 150 in alluminio). Il resto della gamma è fatto ancora, quando lo dico si stenta a crederlo, ma lo so per certo, con evoluzioni del pianale della Mercedes Classe E del 1995, con cui purtroppo sono fatte anche la Ghibli e la Quattroporte. Su queste due macchine io dovrei aprire un capitolo molto lungo.....dico per sintetizzare che sono frutto di una strategia industriale che non esiste più, che è cambiata a 180 gradi, in cui Alfa era previsto che facesse la fine di Lancia, pensa che diceva Marchionne quando presentò la Giulietta che non avrebbero mai più speso soldi in una Alfa Romeo tutta nuova.....Al massimo dicevano che doveva fare concorrenza in queste condizioni con le generaliste. In questo quadro Maserati doveva fare concorrenza alle tre tedesche premium, era una visione del gruppo tutta in discesa di gamma. Poi cambia il piano industriale, Alfa ridiventa nei piani concorrente della tre tedesche premium, quindi a Maserati viene ridato un ruolo consono agli investimenti degli ultimi anni ma....c'è un problema: la Quattroporte è già pronta, fatta in economia, e la Ghibli è quasi pronta, ormai gli investimenti sono fatti e quindi abbiamo due Maserati che stanno distruggendo la fama che Maserati negli ultimi 15 anni aveva ricostruito. Qui dovrei spiegare il perché in termini di prodotto, pianali, sospensioni, ripartizione dei pesi, elettronica, adeguamento di vecchi pianali a norme antiurto completamente cambiate, niente più transaxle, etc...In sintesi Ghibli sta vendendo con un prodotto del tutto inadeguato, non concorrenziale, vende perché a molte persone non sembra vero di comprare una Maserati turbodiesel da 60-70K, ma quella vettura non regge, poi c'è il problema Quattroporte, il cui mercato è sostanzialmente azzerato, come era prevedibile. Ma soprattutto i guai verranno quando inevitabilmente uscirà fra pochi anni la nuova ammiraglia Alfa Romeo, quella che non era prevista nel piano precedente, a quel punto con tutta la meccanica nuova (pianali e motori all'ultimo grido della Giulia) la Ghibili....avrà grossi problemi, e si dovranno rifare altri investimenti dopo aver buttato soldi. Mi fermo qui. Quanto al Levante mi auguro sia frutto del nuovo piano industriale perché anche qui ci sarà un SUV Alfa, e dovranno essere diversi. Poi vorrei che qualcuno mi spiegasse come faranno a far lavorare l'enorme Mirafiori con il suv Levante....è qualcosa che è impossibile. Dunque un sacco di problemi. E credimi ho molto molto semplificato. Su Fiat dovranno prima o poi fare investimenti consistenti, su Alfa non ne parliamo, su Chjrysler ancora più ingenti. Mentre la Dodge Dart ha fallito completamente, mentre Lancia chiude, con un gruppo che dipende in gran parte da Italia, Usa, e Brasile ora in forte recessione. Quando i concorrenti vendono in tutto il mondo. Ed in India e Cina il gruppo è molto molto indietro. Sicché c'è un ritardo enorme da recuperare, ed inutile dire che servono soldi, molti soldi. L'unica cosa che va veramente bene è Jeep che vende un po' in tutto il mondo e che immediatamente non ha bisogno di colossali investimenti, e Ferrari, sul cui futuro non vi è certezza, anzi qualche nube si intravvede.
« Ultima modifica: Settembre 12, 2015, 16:37:09 pm da mbelt »
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