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Gianni Agnelli, l'eleganza e la fiat.

ALAN FORD

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Re:Gianni Agnelli, l'eleganza e la fiat.
« Risposta #30 il: Settembre 12, 2015, 18:37:16 pm »
Tante analisi e tante parole per comunque giungere ad una situazione pietosa.
Di questo dobbiamo ringraziare GA che in momenti di vacche grasse non ha colto l'attimo, aveva intuito alcuni disastri?
Più colpevole ancora non averli evitati.
Lui è stato il capo per un lunghissimo periodo con gli astri favorevoli, i finanziamenti ed i regali che gli arrivavano da tutte le parti, ha buttato tutto nel cesso.
Grande stile e cultura ok ma un imprenditore disastroso.
La BMW negli anni 70 faceva cessi di auto che si muovevano a malapena, con le capacità e la buona volontà si può diventare numero uno.
Che la BMW facesse cessi di auto non ne sono sicuro. Ricordo molto bene negli anni settanta la BMW del mio Papà, un coupè 2002 . Auto fantastica. Ricordo anche il grande successo della prima serie 3 . Brava BMW a mantenere. Lo sai Alessandro che la nuova serie 5 ha l'80% dei componenti italiani?
Alessandro, i regali la fiat li ha avuti perchè consierata strategica per l'Italia. Ricordi? Ciò che è bene per la Fiat è bene per l'Italia dicevano. A parte che le analisi, quando vengono da persone serie, a me piace leggerle e mi arricchiscono, trovo la tua posizione eccessivamente qualunquistica sebbene sincera e animata da grande esperienza lavorativa . Credo che tu sia ancora toccato dall'esperienza Doblò.

Ma figurati se mi scandalizzo per il Doblò, tuttalpiù potremmo ritornare all'ultima auto che ho avuto da privato, una uno 60 di mia moglie, andai dall'altra parte di Roma a cercare di aprirgli lo sportello perché gli era rimasta in mano la maniglia.
E fu così che ci misi una croce su, il Doblò l'hanno preso in azienda una decina d'anni fa senza neanche consultarmi.

ALAN FORD

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Re:Gianni Agnelli, l'eleganza e la fiat.
« Risposta #31 il: Settembre 12, 2015, 18:39:01 pm »
Riguardo i regali di stato che tutti hanno avuto, (Peugeot la stanno tenendo in vita con l'ossigeno) non mi scandalizzo, dico solo che li hanno sprecati!

Re:Gianni Agnelli, l'eleganza e la fiat.
« Risposta #32 il: Settembre 12, 2015, 18:40:54 pm »
Nessuno prova a chiedersi come mai le grandi industrie italiane siano cadute come birilli una dopo l'altra
nel momento in cui non hanno potuto più contare sulle periodiche svalutazioni della "liretta",
quando cioè c'era la necessità di saper fare il vero imprenditore?
Al è di bant insegnài al mus: si piàrt timp e si infastidìs la bestie.

ciaca

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Re:Gianni Agnelli, l'eleganza e la fiat.
« Risposta #33 il: Settembre 12, 2015, 18:49:23 pm »
E mica solo delle svalutazioni competitive della lira, del protezinismo e di infinite sovvenzioni pubbliche no?!
La realtà, molto banalmente, è che per come è concepito lo stato e l'economia, in Italia una vera grande impresa che non sia a partecipazione o sovvenzione pubblica non può esistere, e con essa un certo tipo di classe imprenditoriale che non sia di tipo relazionale e clientelare, non ve ne sono i preupposti economici, politici, sociali e finanziari. E per rendersene conto basta osservare quanto vale la borsa titoli in Italia, un'inezia rispetto alle principali economie europee e mondiali.

Ne consegue una dimensione media molto piccola, microscopica, delle realtà imprenditoriali e una elevata frantumazione del tessuto imprenditoriale, con tutta una serie di debolezze e criticità che conosciamo, ma la cui causa - ripeto - è il modo in cui è concepito e strutturato questo paese, da sempre rimasto in mezzo al guado tra un'economia liberale e liberista ed una di stampo socialista e statalista. Un ne carne ne pesce che nel contesto del mercato globale non si regge più in piedi.
« Ultima modifica: Settembre 12, 2015, 18:59:01 pm da ciaca »
"A megghiu parola è chidda ca un si dici"

Re:Gianni Agnelli, l'eleganza e la fiat.
« Risposta #34 il: Settembre 12, 2015, 19:02:39 pm »
E mica solo delle svalutazioni competitive della lira, del protezinismo e di infinite sovvenzioni pubbliche no?!
La realtà, molto banalmente, è che per come è concepito lo stato e l'economia, in Italia una vera grande impresa che non sia a partecipazione o sovvenzione pubblica non può esistere, e con essa un certo tipo di classe imprenditoriale che non sia di tipo relazionale e clientelare, non ve ne sono i preupposti economici, politici, sociali e finanziari. E per rendersene conto basta osservare quanto vale la borsa titoli in Italia, un'inezia rispetto alle principali economie europee e mondiali.

Ne consegue una dimensione media molto piccola, microscopica, delle realtà imprenditoriali e una elevata frantumazione del tessuto imprenditoriale, con tutta una serie di debolezze e criticità che conosciamo, ma la cui causa - ripeto - è il modo in cui è concepito e strutturato questo paese, da sempre rimasto in mezzo al guado tra un'economia liberale e liberista ed una di stampo socialista e statalista. Un ne carne ne pesce che nel contesto del mercato globale non si regge più in piedi.


Su questo in linea di massima sono d'accordo. Tutti pronti a esaltare il piccolo=bello.
Ma il "piccolo" costa e, da buoni italiani, vorremmo che a pagare fosse sempre qualcun altro.



Al è di bant insegnài al mus: si piàrt timp e si infastidìs la bestie.

ciaca

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Re:Gianni Agnelli, l'eleganza e la fiat.
« Risposta #35 il: Settembre 12, 2015, 19:33:02 pm »
Il piccolo non è bello, ma è l'unica cosa fattibile in un paese come l'Italia, ha pure i suoi vantaggi, permette di presidiare le nicchie in cui ancora questo paese eccelle, e tira la carretta da oltre mezzo secolo.
E al piccolo, in un paese così concepito non c'è alternativa checchè raccontino ipocritamente in tv i pagliacci della politica e alla Bocconi i pagliacci dell'aziendalismo.
"A megghiu parola è chidda ca un si dici"

Istaro

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Re:Gianni Agnelli, l'eleganza e la fiat.
« Risposta #36 il: Settembre 12, 2015, 23:04:52 pm »
(...) strategia industriale che non esiste più, che è cambiata a 180 gradi, in cui Alfa era previsto che facesse la fine di Lancia, pensa che diceva Marchionne quando presentò la Giulietta che non avrebbero mai più speso soldi in una Alfa Romeo tutta nuova.....Al massimo dicevano che doveva fare concorrenza in queste condizioni con le generaliste. In questo quadro Maserati doveva fare concorrenza alle tre tedesche premium, era una visione del gruppo tutta in discesa di gamma. Poi cambia il piano industriale, Alfa ridiventa nei piani concorrente della tre tedesche premium, quindi a Maserati viene ridato un ruolo consono agli investimenti degli ultimi anni ma...

Ecco, pur non seguendo quotidianamente le vicende le settore automobilistico, ho notato sin dagli esordi e mi ha sempre molto colpito la singolare anomalia dei "piani industriali" di Marchionne: modelli annunciati e sempre rinviati (prima perché bisogna ristrutturare, poi perché "il mercato non tira", poi perché ...), strategie capovolte nel volgere di pochi mesi, la Fiat che abbandona il segmento delle utilitarie e subcompatte (nel quale è sempre stata discretamente competitiva anche all'estero) per abbracciare l'idea del marchio premium di nicchia (500 come Mini)...

Insomma: è vero che Marchionne è innanzitutto mago delle fusioni societarie, più che "uomo di prodotto"... Ma non è certo un cretino, ed è assistito da collaboratori che suppongo validi.

Per cui: come si spiegano strategie industriali per le quali ci vorrebbe l'alcol test?

Io non me lo spiego solo con l'enorme indebitamento e con l'assenza di capitali da investire: se ho un grosso problema, cerco di ragionare da subito su come risolverlo e perseguo con determinazione quella strada, evitando di buttare ulteriori capitali in iniziative abbandonate a metà (come quelle che Marco ha descritto).

Possibile che tutto sia ascrivibile solo ad un navigare a vista, in attesa che si presentino occasioni industrial-finanziarie (oggi fusione con GM) da cogliere?
Oppure c'è qualche retroscena che non conosco e che non è emerso in questa discussione?
"Non esistono venti favorevoli per il marinaio che non sa dove andare" (Seneca)

mbelt

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Re:Gianni Agnelli, l'eleganza e la fiat.
« Risposta #37 il: Settembre 12, 2015, 23:57:53 pm »
Per dire come le vicende dell'auto italiana siano complicate, e come anche dal male possa nascere il bene, dovremmo ragionare su una questione. Alessandro ricordava prima una cosa assolutamente vera, la politica di quasi strangolamento che Fiat ha fatto verso tanti fornitori, li ha usati come banche, e anche peggio. Però questo alla lunga ha provocato l'unico capitolo positivo della storia odierna dell'automobile italiana: ha obbligato per tempo l'industria della componentistica a modernizzarsi, ad investire, a concentrarsi, e a non dipendere dal gruppo Fiat. Infatti pochi sanno che abbiamo una delle industrie della componentistica più forte al mondo, ed in parte lo deve anche ai ricatti e alla crisi del gruppo Fiat ( ci sarebbe da ricordare la vicenda della Gilardino e dei Debenedetti, cose che ho conosciuto di persona.... ma sarebbe lungo, anche se è un capitolo interessante della questione).
Per Istaro: Landini solo su una cosa aveva ragione, a pretendere che in cambio della cassa integrazione Marchionne precisasse i piani industriali. Non lo ha fatto e ora sappiamo il perché: il suo piano iniziale era sbagliato e confuso, assolutamente inadeguato, e lui lo sapeva, ma non aveva altro da offrire. Con Crysler si sono aperte opportunità impensabili prima. In parte Ghibli e Quattroporte non furono bloccate quando cambiò il piano industriale anche per ragioni politiche purtroppo che mi sono note. Poi, prima di Marchionne,  il gruppo fra la vecchiaia di Ga e del di lui fratello Umberto, e il cambio in poco tempo di almeno quattro amministratori delegati, viveva ia da anni di piani industriali che venivano smentiti e questo come si sa è egiziane  per una azienda.
« Ultima modifica: Settembre 13, 2015, 00:11:58 am da mbelt »
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mbelt

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Re:Gianni Agnelli, l'eleganza e la fiat.
« Risposta #38 il: Settembre 13, 2015, 12:46:05 pm »
Vorrei ora raccontare qualcosa della storia di Lancia, altro capitolo dell'automobilismo italiano molto glorioso, forse il più glosorioso di tutti, ma negletto. Vincenzo Lancia era un ingegnere straordinario, e anche un pilota di vetture da corsa nei primi anni del 900. Si mise in proprio. Era un vero genio della meccanica. Tra gli anni dieci e la metà degli anni 30 mise in produzione automobili con innovazioni, telaistiche, motoristiche, dell'impianto elettrico, di fondamentale importanza, spesso esclusive della sola Lancia. Lancia quindi era un marchio che era di assoluta avanguardia, molto più di Citroen in quegli anni ( che pure aveva la Traction Avant, ma andremmo OT). Poi proprio pochi giorni prima della presentazione della Appia 1 prima serie, vettura piccola a cui lui teneva molto, e personalmente aveva contribuito a collaudare, mori all'improvviso, troppo giovane. Le redini dell'azienda furono prese dal figlio Gianni. Non possedeva le capacità del padre , ma era un grande appassionato di auto, la famiglia era ricca, e cominciò a guidare l'azienda spendendo molto , anzi moltissimo. Così le Lancia divennero meno innovative tecnicamente ( ma sempre in una certa misura si) ma sopratutto divennero macchine di qualità e finiture straordinarie, e anche dotate di doti stradali non indifferente. Pensate ai motori V6 a v stretta, alla Aurealia B20, alle Appia, alle magnifiche Flaminia. Auto di altissimo livello che riuscivano a dare piacere di guida e al tempo stesso molto comfort, qualcosa di molto più sofisticato delle Alfa di quegli anni. Ma Gianni Lancia ha un debole per corse automobilistiche è così all'inizio degli anni 50 con ampiezza di mezzi e di alcuni tra i migliori progettisti non solo italiani inizia a costruire vetture di formula 1. Le prime non andarono tanto bene, l'avversario era Mercedes che non scherzava e aveva pure molti più soldi....ma arrivò la vettura finalmente vincente la D 50. Siamo nel 1954 la D50 debutta è velocissima come nessuna altra ma succede un catastrofico incidente che uccise piloti e pubblico di gara. La versione ufficiale disse che Gianni Lancia si spaventò e ritirò la macchina, ma le cose ho saputo poi non andarono così. La verità è che Gianni Lancia non era l'unico erede dei Lancia, non c'era una famiglia numerosa come quella degli Agnelli, ma vi erano diversi azionisti che accusavano Gianni Lancia di fare splendide vetture senza però guadagnare adeguatamente. In particolare il programma di formula uno era quello più criticato. Quando vi fu l'incidente i parenti serpenti colsero la palla al balzo per metterlo in minoranza, e vendettero l'azienda ai Pensenti, quelli del cemento e dell'Italmobiliare. Che non gestirono male l'azienda ma certo con ambizioni molto molto più ridotte e neppure il genio di Fessia, capo progettista, riuscì a compensare i mezzi investiti dall'ultimo Lancia. La vedova di Vincenzo Lancia si chiuse malinconica nella sua villa di Torino, dove si spense negli anni 90. Gianni Lancia andò a vivere ed operare in Argentina, dove vivrà a lungo, sino a pochi mesi fa . È' morto nel ricordo di pochi di cosa era stata la famiglia Lancia. Ma cosa più clamorosa capitò alla D50. Lancia la cedette gratis a un tale di nome Enzo Ferrari che già costruiva auto in proprio dopo un passato agonistico per Alfa. la D50 vinse il titolo mondiale di Formula 1 sotto i colori della Ferrari.....quanti sanno questa cosa? Pochi....
M
« Ultima modifica: Settembre 13, 2015, 12:51:41 pm da mbelt »
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Re:Gianni Agnelli, l'eleganza e la fiat.
« Risposta #39 il: Settembre 13, 2015, 14:26:19 pm »
 quanti sanno questa cosa? Pochi....
M
[/quote]

Grazie del post, non ne avevo mai sentito parlare, soprattutto del regalo della vettura a Ferrari.
Immagino anche i motivi per cui non se ne sia mai parlato tanto, almeno in pubblico.

mbelt

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Re:Gianni Agnelli, l'eleganza e la fiat.
« Risposta #40 il: Settembre 13, 2015, 14:49:50 pm »
quanti sanno questa cosa? Pochi....
M

Grazie del post, non ne avevo mai sentito parlare, soprattutto del regalo della vettura a Ferrari.
Immagino anche i motivi per cui non se ne sia mai parlato tanto, almeno in pubblico.
[/quote]
Siamo un Paese sempre al servizio dell'ultimo potente, che dimentica il proprio passato anche quando glorioso. Non solo non si ricorda che la prima vittoria di Ferrari ad un mondiale di Formula 1 fu ottenuta con una Lancia, ma si è dimenticata la grandezza di Vincenzo e di Gianni Lancia, in particolare poi quest'ultimo che passò il resto della vita chiuso in un silenzio e in una discrezione che erano un po' il tratto saliente degli eredi Lancia, ma quante cose avrebbe potuto dire e raccontare....
Per questo poi quando tre anni fa, quando il piano industriale del Gruppo Fiat muto all'improvviso avviando il progetto di rinascita Alfa, provai molta rabbia quando sentii Marchionne dire che " bisogna prendere atto che Lancia non ha più appeal", come se il marchio Lancia fosse stato colto da inguaribile disgrazia, quando invece è stato scientificamente ucciso in un modo per il quale forse ci vorrebbe la Corte Penale......che faccia tosta!
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mbelt

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Re:Gianni Agnelli, l'eleganza e la fiat.
« Risposta #41 il: Settembre 13, 2015, 15:26:18 pm »
Poi vorrei far notare una singolare coincidenza del destino. Siamo nel 1984 la Lancia ha appena presentato la Thema, vettura non straordinaria ma vincente perché adattissima al mercato italiano, si capì subito che se ne sarebbero vendute tante. La Lancia poi con Abarth ( altra cosa dimenticata) correva e vince nei Rally. La 037, ultima derivata dalla Beta Montecarlo, vinceva, ma si capiva che Audi con la Quattro aveva la vittoria in pugno, e ancora meglio la Peugeot con la 205 T16. All'abarth capiscono che bisogna ripartire da zero. Sviluppano nel giro di 18 mesi una delle vetture più straordinarie e dimenticate della storia delle corse: la Delta S4. In realtà all'inizio non doveva neppure avere la corazzeria della Delta, ma poi cosi decisero per ragioni commerciali. La Delta S4 è un mostro, è tutta nuova, ha la trazione integrale ( prima integrale Lancia) ma soprattutto ha un motore rivoluzionario con una doppia sovralimentazione in serie, un turbocompressore con una compressore volumetrico che entravano in funzione in sequenza con un complicato sistema di valvole cha darà a questa macchina un sound unico che a me ancora oggi fa venire i brividi quando lo sento, non credo che nessuna altra auto abbia mai più avuto un sound simile. Era mostruosamente potente, più della concorrenza, non c'era quasi turbo lag, ed era una macchina difficilissima da guidare, ma capace di prestazioni come nessuna altra. La collaudarono Giorgio Pianta è un tale che diverrà molto famoso, Miki Biasiion. Debutta subito vincente nelle prime gare di stagione del 1986, ha un vantaggio sulla concorrenza mostruoso....ma al rally e della Corsica una misteriosissima uscita di strada del campione Henry Toivonen e del suo copilota che si chiamava Cresto, ed era italiano, provocò la morte di entrambi, e soprattutto la messa al bando del gruppo B ( solo un mese prima altri due piloti erano morti su Ford) . La lAncia perse il mondiale in favore di Peuget anche con l'aiuto di un certo avvocato che abitava a Montecarlo, presiedeva la Fia ed era molto legato a Peugeot...ci sarebbe bisogno di aprire un altro capitolo lungo. Per correre in gruppo B bisogna omologare e vendere 200 vetture stradali. La Delta S4 rimaneva mostruosa anche in versione stradale. Quanta fatica e quanto tempo ci mise Lancia a piazzare quelle duecento macchine ( qualcuno maligna che ne furono fatte solo ottanta, ma non ci sono prove) Io me ne ricordo una impolverata invenduta da un concessionario Lancia di Bologna , te la avrebbero quasi regalata se la porta i via. Oggi vale un patrimonio, giustamente.
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Re:Gianni Agnelli, l'eleganza e la fiat.
« Risposta #42 il: Settembre 13, 2015, 20:36:46 pm »
D'altronde la storia di Lancia nei rally é lunga e gloriosa, dalle vittorie della Fulvia HF a quelle della Stratos di Munari, passando per le innumerevoli vittorie della Delta (6 mondiali costruttori e 4 mondiali piloti tra 4wd e integrale, un dominio pressochè assoluto).
Incredibile come nel giro di relativamente pochi anni abbiano dilapidato un patrimonio di storia  successi così importante.
« Ultima modifica: Settembre 13, 2015, 20:48:37 pm da ciaca »
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guagua72

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Re:Gianni Agnelli, l'eleganza e la fiat.
« Risposta #43 il: Settembre 13, 2015, 20:38:32 pm »
Poi vorrei far notare una singolare coincidenza del destino. Siamo nel 1984 la Lancia ha appena presentato la Thema, vettura non straordinaria ma vincente perché adattissima al mercato italiano, si capì subito che se ne sarebbero vendute tante. La Lancia poi con Abarth ( altra cosa dimenticata) correva e vince nei Rally. La 037, ultima derivata dalla Beta Montecarlo, vinceva, ma si capiva che Audi con la Quattro aveva la vittoria in pugno, e ancora meglio la Peugeot con la 205 T16. All'abarth capiscono che bisogna ripartire da zero. Sviluppano nel giro di 18 mesi una delle vetture più straordinarie e dimenticate della storia delle corse: la Delta S4. In realtà all'inizio non doveva neppure avere la corazzeria della Delta, ma poi cosi decisero per ragioni commerciali. La Delta S4 è un mostro, è tutta nuova, ha la trazione integrale ( prima integrale Lancia) ma soprattutto ha un motore rivoluzionario con una doppia sovralimentazione in serie, un turbocompressore con una compressore volumetrico che entravano in funzione in sequenza con un complicato sistema di valvole cha darà a questa macchina un sound unico che a me ancora oggi fa venire i brividi quando lo sento, non credo che nessuna altra auto abbia mai più avuto un sound simile. Era mostruosamente potente, più della concorrenza, non c'era quasi turbo lag, ed era una macchina difficilissima da guidare, ma capace di prestazioni come nessuna altra. La collaudarono Giorgio Pianta è un tale che diverrà molto famoso, Miki Biasiion. Debutta subito vincente nelle prime gare di stagione del 1986, ha un vantaggio sulla concorrenza mostruoso....ma al rally e della Corsica una misteriosissima uscita di strada del campione Henry Toivonen e del suo copilota che si chiamava Cresto, ed era italiano, provocò la morte di entrambi, e soprattutto la messa al bando del gruppo B ( solo un mese prima altri due piloti erano morti su Ford) . La lAncia perse il mondiale in favore di Peuget anche con l'aiuto di un certo avvocato che abitava a Montecarlo, presiedeva la Fia ed era molto legato a Peugeot...ci sarebbe bisogno di aprire un altro capitolo lungo. Per correre in gruppo B bisogna omologare e vendere 200 vetture stradali. La Delta S4 rimaneva mostruosa anche in versione stradale. Quanta fatica e quanto tempo ci mise Lancia a piazzare quelle duecento macchine ( qualcuno maligna che ne furono fatte solo ottanta, ma non ci sono prove) Io me ne ricordo una impolverata invenduta da un concessionario Lancia di Bologna , te la avrebbero quasi regalata se la porta i via. Oggi vale un patrimonio, giustamente.
Credo fosse in Via dell'Elettricista, mi ci portò il papà in quella concessionaria, forse era Steghe?

mbelt

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Re:Gianni Agnelli, l'eleganza e la fiat.
« Risposta #44 il: Settembre 13, 2015, 21:09:20 pm »
Poi vorrei far notare una singolare coincidenza del destino. Siamo nel 1984 la Lancia ha appena presentato la Thema, vettura non straordinaria ma vincente perché adattissima al mercato italiano, si capì subito che se ne sarebbero vendute tante. La Lancia poi con Abarth ( altra cosa dimenticata) correva e vince nei Rally. La 037, ultima derivata dalla Beta Montecarlo, vinceva, ma si capiva che Audi con la Quattro aveva la vittoria in pugno, e ancora meglio la Peugeot con la 205 T16. All'abarth capiscono che bisogna ripartire da zero. Sviluppano nel giro di 18 mesi una delle vetture più straordinarie e dimenticate della storia delle corse: la Delta S4. In realtà all'inizio non doveva neppure avere la corazzeria della Delta, ma poi cosi decisero per ragioni commerciali. La Delta S4 è un mostro, è tutta nuova, ha la trazione integrale ( prima integrale Lancia) ma soprattutto ha un motore rivoluzionario con una doppia sovralimentazione in serie, un turbocompressore con una compressore volumetrico che entravano in funzione in sequenza con un complicato sistema di valvole cha darà a questa macchina un sound unico che a me ancora oggi fa venire i brividi quando lo sento, non credo che nessuna altra auto abbia mai più avuto un sound simile. Era mostruosamente potente, più della concorrenza, non c'era quasi turbo lag, ed era una macchina difficilissima da guidare, ma capace di prestazioni come nessuna altra. La collaudarono Giorgio Pianta è un tale che diverrà molto famoso, Miki Biasiion. Debutta subito vincente nelle prime gare di stagione del 1986, ha un vantaggio sulla concorrenza mostruoso....ma al rally e della Corsica una misteriosissima uscita di strada del campione Henry Toivonen e del suo copilota che si chiamava Cresto, ed era italiano, provocò la morte di entrambi, e soprattutto la messa al bando del gruppo B ( solo un mese prima altri due piloti erano morti su Ford) . La lAncia perse il mondiale in favore di Peuget anche con l'aiuto di un certo avvocato che abitava a Montecarlo, presiedeva la Fia ed era molto legato a Peugeot...ci sarebbe bisogno di aprire un altro capitolo lungo. Per correre in gruppo B bisogna omologare e vendere 200 vetture stradali. La Delta S4 rimaneva mostruosa anche in versione stradale. Quanta fatica e quanto tempo ci mise Lancia a piazzare quelle duecento macchine ( qualcuno maligna che ne furono fatte solo ottanta, ma non ci sono prove) Io me ne ricordo una impolverata invenduta da un concessionario Lancia di Bologna , te la avrebbero quasi regalata se la porta i via. Oggi vale un patrimonio, giustamente.
Credo fosse in Via dell'Elettricista, mi ci portò il papà in quella concessionaria, forse era Steghe?
Complimenti, era proprio Steghe in via dell'elettricista. Sai quanto mi sono pentito di non aver preso quella macchina, non per il suo valore oggi, ma per il fascino irresistibile è terribile che emana.
Si, devo dire che se penso che il gruppo VW ha preso un marchio senza tanta gloria, morto, sepolto, edimenticato giustamente, e ne hanno fatto quello che hanno fatto ( Audi) , e il gruppo Fiat non è riuscita a fare di Alfa e Lancia quello che chiunque avrebbe fatto, si penso che veramente l'industria dell'auto italiana ha oggi di più di quanto la sua imperizia meriti. D'altronde meglio chiudere un marchio in attesa di tempi migliori che tenerlo in vita come sono state tenute in vita Alfa e Lancia in questi anni, con un solo modello per volta trainante, senza motori, senza cambi, senza niente, senza che il gruppo ne facesse persino la pubblicità, erano abbandonati così in listino per anni, fino ad essere dimenticate. Questo è stato il gruppo, purtroppo.
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