Vorrei ora raccontare qualcosa della storia di Lancia, altro capitolo dell'automobilismo italiano molto glorioso, forse il più glosorioso di tutti, ma negletto. Vincenzo Lancia era un ingegnere straordinario, e anche un pilota di vetture da corsa nei primi anni del 900. Si mise in proprio. Era un vero genio della meccanica. Tra gli anni dieci e la metà degli anni 30 mise in produzione automobili con innovazioni, telaistiche, motoristiche, dell'impianto elettrico, di fondamentale importanza, spesso esclusive della sola Lancia. Lancia quindi era un marchio che era di assoluta avanguardia, molto più di Citroen in quegli anni ( che pure aveva la Traction Avant, ma andremmo OT). Poi proprio pochi giorni prima della presentazione della Appia 1 prima serie, vettura piccola a cui lui teneva molto, e personalmente aveva contribuito a collaudare, mori all'improvviso, troppo giovane. Le redini dell'azienda furono prese dal figlio Gianni. Non possedeva le capacità del padre , ma era un grande appassionato di auto, la famiglia era ricca, e cominciò a guidare l'azienda spendendo molto , anzi moltissimo. Così le Lancia divennero meno innovative tecnicamente ( ma sempre in una certa misura si) ma sopratutto divennero macchine di qualità e finiture straordinarie, e anche dotate di doti stradali non indifferente. Pensate ai motori V6 a v stretta, alla Aurealia B20, alle Appia, alle magnifiche Flaminia. Auto di altissimo livello che riuscivano a dare piacere di guida e al tempo stesso molto comfort, qualcosa di molto più sofisticato delle Alfa di quegli anni. Ma Gianni Lancia ha un debole per corse automobilistiche è così all'inizio degli anni 50 con ampiezza di mezzi e di alcuni tra i migliori progettisti non solo italiani inizia a costruire vetture di formula 1. Le prime non andarono tanto bene, l'avversario era Mercedes che non scherzava e aveva pure molti più soldi....ma arrivò la vettura finalmente vincente la D 50. Siamo nel 1954 la D50 debutta è velocissima come nessuna altra ma succede un catastrofico incidente che uccise piloti e pubblico di gara. La versione ufficiale disse che Gianni Lancia si spaventò e ritirò la macchina, ma le cose ho saputo poi non andarono così. La verità è che Gianni Lancia non era l'unico erede dei Lancia, non c'era una famiglia numerosa come quella degli Agnelli, ma vi erano diversi azionisti che accusavano Gianni Lancia di fare splendide vetture senza però guadagnare adeguatamente. In particolare il programma di formula uno era quello più criticato. Quando vi fu l'incidente i parenti serpenti colsero la palla al balzo per metterlo in minoranza, e vendettero l'azienda ai Pensenti, quelli del cemento e dell'Italmobiliare. Che non gestirono male l'azienda ma certo con ambizioni molto molto più ridotte e neppure il genio di Fessia, capo progettista, riuscì a compensare i mezzi investiti dall'ultimo Lancia. La vedova di Vincenzo Lancia si chiuse malinconica nella sua villa di Torino, dove si spense negli anni 90. Gianni Lancia andò a vivere ed operare in Argentina, dove vivrà a lungo, sino a pochi mesi fa . È' morto nel ricordo di pochi di cosa era stata la famiglia Lancia. Ma cosa più clamorosa capitò alla D50. Lancia la cedette gratis a un tale di nome Enzo Ferrari che già costruiva auto in proprio dopo un passato agonistico per Alfa. la D50 vinse il titolo mondiale di Formula 1 sotto i colori della Ferrari.....quanti sanno questa cosa? Pochi....
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