Concordo sul fatto che dobbiamo essere molto prudenti nel dare giudizi sui popoli.
E' vero, infatti, che i popoli hanno elementi distintivi: costumi, tradizioni, che in certa misura incidono anche sui tratti caratteriali delle persone.
Ma bisogna stare ben attenti a:
- non semplificare: gli elementi distintivi dei popoli sono spesso variegati e sfumati (i provinciali francesi non sono come i parigini; i bavaresi non sono come i sassoni; gli emiliani non sono come i veneti...);
- non generalizzare, applicando gli elementi distintivi di un popolo alle singole persone (esistono francesi umili, tedeschi arruffoni, italiani pignoli...);
- non trarre conseguenze moralistiche: tutti i popoli hanno i loro scheletri negli armadi... o anche alla luce del sole (mi viene in mente che i popoli latini sono forse meno inclini agli stermini di massa organizzati, ma anche qui potrebbero essere portati distinguo ed obiezioni senza fine).
Come applico queste considerazioni al quadro internazionale attuale?
Innanzitutto, la Germania non è la sola a voler esercitare un ruolo egemonico: gli USA sono infastiditi semplicemente perché temono di vedere intaccata la propria egemonia...
In secondo luogo, l'equilibrio tra i Paesi non è il risultato di un galateo ("Prego si accomodi, decida lei!" "Ma no, si figuri, noi siamo sinceri democratici, vogliamo realizzare i vostri interessi!"), bensì la sintesi di forze diverse.
Il ruolo egemonico di un Paese forte può essere contenuto non affidandosi solo al suo senso di responsabilità (come se ci si affidasse alla magnanimità di un sovrano), ma se gli altri si impegnano a non recitare la parte dei comprimari.
Ebbene: come può recitare un ruolo internazionale l'Europa che delega totalmente agli USA la propria difesa armata?
Come può gestire i flussi migratori un'Europa che va a supplicare Erdogan di tenersi i migranti?
E all'interno dell'Europa: come possono fare da contraltare alla Germania gli altri Paesi (Francia compresa) che non solo hanno speso allegramente in passato (alcuni addirittura truccando i bilanci), ma pensano di poter continuare a farlo indefinitamente, utilizzando i bond tedeschi (questi sarebbero in sostanza gli "eurobond") come garanzia dei propri debiti?
Infine, non riduciamo l'atteggiamento della Germania al tentativo di recitare un ruolo egemonico.
Cerchiamo anche di capire la prospettiva di chi constata che il proprio modello economico funziona e, contemporaneamente, ha sotto gli occhi i risultati di altre gestioni allegre della finanza pubblica, da cui teme di essere contagiato.
Questo timore ha condotto a rigidità eccessive, a tratti anche ottuse e controproducenti; ma di per sé non è immotivato.