Io non ho esperienze sui co-axial, però sentendo un po' sia le opinioni di alcuni amici che ne possiedono uno, sia di orologiai e leggendo qua e la, mi sembra di capire che sono tutti concordi nell'affermare che:
a) il co-axial per un buon 60% è servito come marketing per rilanciare il brand un po' offuscato,
b) il restante 40% di tecnico (che poi è quello che interessa noi appassionati consapevoli ed informati) è stato parzialmente un successo.
Di positivo sembra assodato che il co-axial abbia portato un tangibile miglioramento nella costanza e stabilità di marcia. Quanto questo miglioramento sia dovuto alla geometria, all'uso del silicio o all'utilizzo di un bilancere con regolazioni inerziali, è difficile stabilirlo. In questo ci possono aiutare le analisi dei primi calibri Eta modificati che non avevano componenti in silicio.
La promessa non mantenuta, è quella relativa all'esenzione od estremo allungamento degli intervalli di manutenzione. Se anche lo scappamento potrebbe consentire un passo avanti, tutto il restante meccanismo ha gli stessi problemi di sempre.
Il progetto di Daniels, avrebbe dovuto essere solo il primo step a cui sarebbero dovuti seguirne altri per avere realmente un orologio esente (o quasi) da manutenzione. Invece Omega si è accontentata e non ha fatto ulteriori sviluppi.
Che poi, parliamoci chiaro, i 10 o 15 anni tra un "tagliando" e l'altro, abbiamo visto che con i moderni lubrificanti e lavorazioni sono pure alla portata dell'ancora svizzera........
c) i nuovi calibri della serie 8500 sono si precisi e stabili, ma anche troppo, troppo spessi. Non c'è un modello equipaggiato con queste famiglie di movimenti che non sia un tombino importabile.
Sulla carta possono piacere, ma se si va a provarli (come ho fatto io diverse volte), si esce dal negozio totalmente delusi.