Traggo spunto da questo approfondimento di AlbertoS scritto su thepurists nel 2003
http://www.tp178.com/ag/dr_papillon/papillonreviewrevised.htmChe condivido e vi offro liberamente tradotto e riassunto.
Nel 1998, per celebrare il 10° anniversario della fondazione della casa, nasce un orologio che avrebbe dovuto rappresentare quelli che erano i capisaldi dell'idea di Daniel Roth, ossia coniugare i valori e le abilità dell'orologeria tradizionale con un design e un concept innovativo: il Papillon, a conti fatti l'ultimo dei modelli firmati col nome dell'orologiaio di Le Sentier prima che l'azienda venisse ceduta definitivamente a Bvlgari e in un'epoca di già forte declino dopo che, qualcha anno prima, lo stesso Roth era stato costretto a vendere ai cinesi di THG la maggioranza delle quote dell'azienda nella quale era stato progressivamente messo ai margini.
Vennero prodotti solo 250 esemplari di cui 110 in oro bianco, 110 in oro rosa e 30 in platino, con gli ultimi che si distinguono per via del contatore dei secondi più chiaro rispetto a quelli in oro bianco e in oro rosa.
Ad una prima occhiata il Papillon si potrebbe confondere con un tipico orologio ad ore saltanti e minuti retrogradi ma in realtà c'è molto di più in quest'orologio, come lo stesso Roth ebbe modo di dire durante la fiera di Basilea del 1997 nel corso di un'intervista in cui ne offrì alcune anticipazioni:
"Quest'orologio è stato per me una grande sfida. È un lavoro più di precisione matematica che di fini aggiustamenti. È quasi come un piccolo automa, un giocattolo attraente e utile" (traduzione libera, sappiamo che DR non parla bene l'inglese n.d.r.) *
* “Daniel Roth, Performance and Style”, Fabienne Reybaud, Temps International, Special Daniel Roth Edition, 1997
L'orologio come detto offre la lettura digitale delle ore a salterello, da 1 a 12 senza distinzione tra notte e giorno, e all'epoca era anche una delle indicazioni di misura più grande mai vista unitamente alle prima affissioni a grandata che andavano affermandosi sul mercato.
Ma la parte più interessante e originale di come è congegnata l'affisione dell'orologio sta sicuramente nell'indicazione dei minuti, che è quella alla quale Roth si riferisce quando parla di "piccolo automa", ossia il meccanismo che estrae e nasconde i 4 triangoli preposti all'indicazione sulla scala a 180°.
in sintesi, citando un estratto del brevetto originale:
"I minuti sono indicati attraverso un disco che trasporta due indicatori a forma di losanga e ruota continuativamente in un solo verso. Gli indicatori sono sono azionati in modo che quando uno indica i minuti l'altro è retratto"Si viene a creare così un continuo balletto al rallentatore sul quadrante dell'orologio, l'illusione di un indicazione retrograda e un effetto misterioso di continua comparsa e scomparsa degli indicatori che diventa ancora più affascinante una volta che si comprende come funziona il meccanismo che lo anima.
Il calibro DR113 è l'ottimo Girard Perregaux 3000, sottile e particolarmente adatto ad ospitare platine per complicazioni aggiuntive, a cui si aggiunge il modulo per le ore saltanti e per il meccanismo retrattile dell'indicatore dei minuti.
Il movimento osservato dal fondello appare ben decorato a cotes de geneve con buona profusione di perlage anche nelle parti più recondite e nascoste ed anglages di buona fattura, con un bel rotore in oro decorato a guilloche e inciso con il numero individuale dell'orologio.
Grazie alla sua costruzione il meccanismo del salterello offre sensazioni soddisfacenti: mentre si regola l'ora si riesce a sentire la massa del disco che scatta e va a posizionarsi con precisione nella sua nuova posizione, probabilmente grazie alla sua generosa dimensione, e la sensazione che si percepisce è quella di un meccanismo di precisione che entra in funzione.
Personalmente trovo questo effetto molto utile quando indosso l'orologio, dato che attraverso questa percezione tattile vengo avvisato del passaggio dell'ora quasi come se stessi indossando una soneria al passaggio silenziosa.
Dopo ciascun salto dell'ora, una ruota a chiocciola (mostrata nella figura sopra in blu) inizia a muovere lentamente una leva (anch'essa mostrata in blu) attraverso un tastatore (in verde immediatamente a sinistra della chiocciola). Si vede come allo scorrere dell'ora il tastatore tende a raggiungere il punto più estremo della chiocciola oltre il quale improvvisamente disingaggia la stessa chiocciola, momento nel quale il dito montato sulla leva (in verde all'estremità in basso della leva in blu) si sposta verso la ruota a stella (in giallo) che è montata sul disco delle ore. Al contatto del dito con la ruota a stella il primo tenderà a spingere la seconda verso destra provocando così il salto dell'ora.
Un cricco (mostrato in verde sul lato destro della figura) assicura di bloccare il disco nella sua nuova posizione fin quando non si ripete nuovamente l'intero processo. È interessante notare che il tastatore che si appoggia alla ruota a chiocciola è montato in modo che si possa ruotare il treno del tempo all'indietro durante la rimessa all'ora esatta dell'orologio senza che ciò arrechi alcun danno al meccanismo dell'ora saltante. Quando l'estremità del tastatore entra in contatto con la parte retta della ruota a chiocciola torna indietro finchè non libera l'estremità superiore della stessa ruota e va a ricollocarsi nella corretta posizione.
Il meccanismo che governa l'indicazione dei minuti è altrattanto ingegnoso. Si basa su un disco rotante (mostrato in viola nella soprastante figura) sul quale sono montate le due losanghe in acciaio azzurrato a fiamma (mostrate, ovviamente, in blu). Man mano che il disco con gli indicatori avanza, compiendo un giro completo in esattamente due ore, due dita (mostrati in verde) ingaggiano le ruote a croce di malta (in giallo) montate sugli indicatori, che li fanno ruotare come richiesto in modo da risultare estratti (posizione orizzontale) o retratti (posizione verticale) a seconda della loro posizione sul quadrante. Non sono necessarie molle per tenere in posizione gli indicatori visto che la porzione piatta di ciascuno dei quattro bracci delle ruote a croce di malta scivola lungo il bordo del disco statico, così impedendo agli indicatori di cambiare posizione fin quando le ruote non raggiungono le parti recesse che circondano le dita, liberandosi e potendo quindi nuovamente ruotare. A differenza di buona parte dei sistemi di indicazione retrograda, che assorbono una notevole quantità di energia per caricare la molla preposta allo spingimento dell'indicatore nella sua posizione di partenza, e quindi hanno una limitata riserva di carica, questo sistema è appena più energivoro di una normale affissione a sfere tradizionali. Complimenti a Daniel Roth per aver pensato ad un sistema così semplice, efficace, efficiente ed allo stesso tempo ingegnoso.
Nel brevetto in effetti esistono due diverse versioni di questo meccanismo: la prima, già descritta, è quella usata nel Papillon. Soluzione più elegante ma che richiede tolleranze più stringenti nella realizzazione delle parti. L'altra, mostrata nella figura sopra, è una variante che può essere realizzata in modo più economico con tolleranze maggiori e mediante l'utilizzo di più convenzionali molle (mostrate in viola). Non risulta che fino ad oggi (2003 n.d.r.) tale variante sia mai stata utilizzata.
Tanto si è detto nel corso del tempo circa la tipica forma della cassa Daniel Roth, che sin dall'inizio è sempre stato uno dei simboli distintivi del marchio ed è una delle pochissime innovazioni in tal senso introdotte sul mercato nell'ultimo mezzo secolo. La combinazione di tratti ellittici e rettilinei fa apparire l'orologio circolare, rettangolare e a botte nello stesso tempo ed è uno degli elementi per i quali questi orologi o li si ama, o li si detesta.
Le anse sono saldate individualmente alla cassa in due parti, le cui dimensioni (35x38) sono le classiche della sua produzione tradizionale, individuate in quel periodo dalla sigla L nella compilazione della referenza. La referenza completa dell'orologio è 317.L.60.015.CN.BA dove 317 e il numero identificativo del modello, L il codice della misura (35x38), 60 indica l'oro bianco, 015 indica il quadrante in argento/rutenio (in altra parte omessa si dice che la sigla di questa combinazione sarebbe 011 n.d.r.), CN sta per coccodrillo nero (croco noir) con chiaro riferimento al cinturino mentre BA sta per fibbia ad ardiglione (boucle ardillon).
Oggi si tende ad associare il rutenio ai quadranti di F.P. journe, in relazione alle edizioni limitate dei suoi orologi fatti con questo tipo di quadranti. Pochi sanno che Daniel Roth fu uno dei primi pionieri nell'uso del rutenio per i suoi quadranti. Infatti l'uso del rutenio e dell'argento è diventata un'altra delle icone del marchio (personalmente ho sempre saputo che i quadranti della produzione primigenia fossero in oro argentato, se rutenio è stato utilizzato probabilmente è avvenuto in seguito, come pare su questo Papillon, nelle successive varianti dei tourbillon e dei perpetui, e in tutti i quadranti in cui si nota una finitura bitonale con la parte di fondo più scura. Informazione da prendere col beneficio del dubbio n.d.r.).
Grazie dell'attenzione e alla prossima