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Moda, gusti, design, massificazione , costruire un brand e il prodotto?

guagua72

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Re:Moda, gusti, design, massificazione , costruire un brand e il prodotto?
« Risposta #30 il: Settembre 29, 2015, 08:43:03 am »
Angelo, mostri di conoscere il settore della calzatura femminile e questo mi fa piacere. Ora in particolare "Les Tropeziennes" è una storia , purtroppo simile ad altre storie. Sì è vero anche ciò che dici in merito alla classe politica, unita al non saper fare gruppo degli imprenditori. Non credo però che le molte colpe della classe politica possano in questo caso essere determinanti. Hai anche ben detto della qualità LV qualche topic fa e i Francesi , sebbene siano in grado di valorizzare al meglio la loro produzione ( peraltro minima rispetto alla nostra ) hanno dalla loro parte il fatto di avere maison "Hermès", per ora, dico per ora, quanto di meglio si possa trovare nella pelletteria. Il resto è grande facciata. Anzi, proprio quello che hanno fatto i francesi, valorizzare il solo marchio, creando grande "allure" e poca sostanza è quello che sta rovinando di fatto chi veramente produce nel settore moda accessori , cioè gli italiani. 

ciaca

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Re:Moda, gusti, design, massificazione , costruire un brand e il prodotto?
« Risposta #31 il: Settembre 29, 2015, 11:15:41 am »
Ma infatti che la forza del brand sta schiacciando la qualità del prodotto é un fatto sul quale c'è poco da discutere.
Però i francesi comunque vengono a produrre da "noi", mica vanno in Cina come fanno alcuni marchi importanti de noartri :)
E non sono stati i francesi i primi a puntare sulla valorizzazione dei marchi, lo avevano iniziato a fare anche gli Italiani prima di loro e per altro lo fanno gli americani già dagli anni 60. I francesi semmai sono stati i primi a fare le holding dei marchi con i vari Arnault e Pinault, strategia che certamente ha spinto molto le logiche di speculazione sui marchi a danno del prodotto, come si é osservato in tutti i settori merceologici coinvolti.
A latere dei fenomeni macro, tuttavia, noi scontiamo comunque dei nostri limiti fisiologici che ci rendono oltre misura deboli, limiti che si riflettono sull'efficienza, la dimensione e la capitalizzazione delle nostre aziende e che rendono queste ultime con basso potere contrattuale, spesso poco competitive se non in quadri fortemente inflattivi con moneta debole e facilmente aggredibili in termini di acquisizioni.
La deriva che spinge sempre più in alto la considerazione per il marchio a danno della qualità del prodotto, temo, non sia più reversibile nella misura in cui le nuove generazioni di consumatori sono sempre meno abituate a dare un valore alla qualità e sempre più assuefatti a dare un valore al marchio. É un fenomeno sociale e di costume che temo sia destinato a durare e aggravarsi, a meno che non si riesca ad imporre un marchio capace di rimettere la qualità come condizione necessaria per l'immagine del marchio stesso. É quel brand "made in italy" che manca clamorosamente da qualsiasi dibattito ma che a ben guardare oggi é l'unico capace di evocare quel binomio di buon gusto e ben fatto che vorremmo riportare al centro dell'attenzione :)
« Ultima modifica: Settembre 29, 2015, 11:18:11 am da ciaca »
"A megghiu parola è chidda ca un si dici"

ciaca

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Re:Moda, gusti, design, massificazione , costruire un brand e il prodotto?
« Risposta #32 il: Settembre 29, 2015, 14:29:32 pm »
La giovane rampolla Etro parlando di un lungometraggio che riguarda la casa, ha appena dichiarato e puntualizzato con estrema fermezza che il lungometraggio NON è focalizzato sul prodotto, la borsa, la scarpa, ecc ecc, ma sul BRAND, la sua storia e la sua immagine :)
Tutto torna.
"A megghiu parola è chidda ca un si dici"

Beppe

Re:Moda, gusti, design, massificazione , costruire un brand e il prodotto?
« Risposta #33 il: Ottobre 10, 2015, 17:17:56 pm »
Hai citato nomi "importanti", per quanto comunque lontani dalla grande popolarità. Vicini e Zanotti, molto di nicchia, Casadei marchio storico e molto popolare fino alla prima metà degli anni 90, ma per molti anni anche in ombra, sempre fermo a quei 3 modelli (decolte a punta corta) e incapace di adattarsi velocemente al mutare degli stili (una delle principali difficoltà del settore).

Aggiungiamoci Paciotti e pochi altri, alcuni di buon successo ma presto caduti in disgrazia - per esempio la Les Tropeziennes di Massimo Palazzo passata in 10 anni da new entry di grande successo ad azienda fallita con annessi straschichi giudiziari - per il resto il grosso lo fanno i "grandi marchi", e siamo al punto di partenza: senza marchio la produzione resta a basso valore aggiunto, perchè se un'azienda come Re Marcello - che fa 300.000 paia di scarpe per griffe importanti che al retail vanno mediamente a 600 euro - fattura "solo" 10 milioni, significa che il prezzo medio del prodotto all'uscita della filiera è di poco più di 33 euro. Insisto sulle calzature femminili perchè secondo me è uno di quei settori che ben si prestano al paradosso che hai voluto portare all'attenzione nel tuo 3d; è un prodotto ad elevato contenuto artigianale (oltre 300 fasi di lavorazione), con un indotto molto variegato (suolifici, tacchifici, formifici, concerie, ecc ecc) di piccoli fornitori specializzati, in cui design, qualità e know how si fondono l'uno nell'altro.

Il caso della citata Les Tropeziennes è emblematico: nata alla fine degli anni 90 nel triangolo marchigiano (macerata-porto sant'elpidio-civitanova marche), assurge rapidamente a fama mondiale per il notevole successo acquisito in America (per mezzo di non so quanto casuale citazione nella celebre serie tv Sex and the city), prodotto di ottima qualità e design al passo dei tempi e per certi aspetti innovativo (Tania Ercoli, la punta lunga di fatto la lanciano loro) conquista rapidamente le riviste, i testimonial e gli store più importanti, ne parlano Milano Finanza e il sole24ore come esempio di piccola azienda artigiana capace di imporsi nel mondo e specchio di un distretto in oiena salute, poi dal 2008 le cose vanno a ramengo (crollo della domanda in America e ordini annullati) e nel 2011 la messa in liquidazione con contestuale strascico giudiziario per bancarotta fraudolenta. Un fuoco di paglia durato 10 anni.
Nel 2014 pare che il marchio possa rinascere grazie ad IHM di Cleto Sagripanti che predispone una nuova collezione e tenta di posizionarlo nel segmento del c.d. "Lusso accessibile", un discreto battage pubblicitario condito dagli immancabili "eventi" milanesi, peccato che oltre al danno c'è la beffa: il marchio è stato infatti utilizzato e protetto da una azienda francese che produce sandalacci da 4 soldi e la IHM deve abbandonare il progetto di rilancio.

Da questa vicenda e da quanto detto sopra possiamo trarre alcune conclusioni:

- il valore aggiunto lo mette il brand, e se costruire un brand di successo può essere fatto anche con il prodotto, mantenerlo e dargli spalle larghe richiede dimensioni e risorse non accessibili a piccole aziende artigiane. É l'annoso dei percorsi di crescita delle PMI italiane.
- lavorare come fornitori specializzati per le griffe significa avere una produzione a bassissimo valore aggiunto, lo fai più per la gloria e per l'amore per il prodotto che non per gli utili. Ma senza utili e margini non si vive a lungo
- manca l'unico vero marchio che questo paese avrebbe già dovuto creare e difendere da decenni, il marchio "made in Italy" di cui tutti i piccoli produttori potrebbero fregiarsi e che potrebbero usare per vendere nel mondo elevando il valore aggiunto delle loro produzioni e aumentando anche il loro potere contrattuale nei confronti dei grandi marchi.
Per fare queste cose ci vuole una visione imprenditoriale, una unità di intenti, una classe politica. Cose che l'Italia non ha.
Hai voglia di fare riunioni e brainstorming in mezzo a personaggi bislacchi e mezze seghe ipster.... :)
Posso applaudire? I miei complimenti.
Beppe

guagua72

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Re:Moda, gusti, design, massificazione , costruire un brand e il prodotto?
« Risposta #34 il: Ottobre 11, 2015, 23:41:44 pm »
Hai visto Beppe che bei topic?

Beppe

Re:Moda, gusti, design, massificazione , costruire un brand e il prodotto?
« Risposta #35 il: Ottobre 12, 2015, 06:54:53 am »
Hai visto Beppe che bei topic?
Mi é piaciuto molto, e non solo perché ho letto riflessioni e considerazioni che condivido da anni.
Mi sembra che la pacatezza, la serenitá e la conoscenza del comparto calzaturiero che caratterizzano i competenti interventi di alcuni Forumisti rendano la conversazione molto piú utile ed interessante delle discussioni infinite, polemiche e, spesso, inconcludenti e noiose, che mi é capitato di leggere riguardo all'Orologeria.
Ne prendo atto, cercando di evitare di favorire orgasmi virtuali al cui soddisfacimento solitario non mi dá gran soddisfazione partecipare, probabilmente a causa della mia etá e di una qualche esperienza giovanile, che mi consente di discernere l'enorme differenza tra realtá fattuale e virtuale.
In fondo, preferisco leggere, imparare e provare piacere nel leggere, magari casualmente, una bella conversazione come questa sulle calzature, che non leggere noiosissime e polemiche puntualizzazioni sugli Orologi, un mondo in cui, piaccia o no, ho vissuto per qualche anno.
Grazie Giorgio e grazie a coloro  che con i loro sapienti interventi hanno contribuito nel darmi il piaceri di leggerli: non ci sono solo orologi, per fortuna direi.
Cordialmente.
Beppe.

guagua72

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Re:Moda, gusti, design, massificazione , costruire un brand e il prodotto?
« Risposta #36 il: Ottobre 12, 2015, 09:00:37 am »
Rispetto il tuo sentire. Il Forum è una piazza dove ci sono diverse voci. Ovviamente l'influenza di queste voci è diversa. Ovviamente il volume e il tono delle voci cambia. Io adoro le opinioni discordanti, altrimenti la noia diventa mortale. Comunque questo Topic lo avrai trovato interessante e mi fa piacere,però ha un difetto:  ce la siamo cantata e suonata in solitaria e quando le opinioni sono troppo concordi, i contributi automaticamente si riducono.......

Beppe

Re:Moda, gusti, design, massificazione , costruire un brand e il prodotto?
« Risposta #37 il: Ottobre 12, 2015, 09:55:08 am »
Rispetto il tuo sentire. Il Forum è una piazza dove ci sono diverse voci. Ovviamente l'influenza di queste voci è diversa. Ovviamente il volume e il tono delle voci cambia. Io adoro le opinioni discordanti, altrimenti la noia diventa mortale. Comunque questo Topic lo avrai trovato interessante e mi fa piacere,però ha un difetto:  ce la siamo cantata e suonata in solitaria e quando le opinioni sono troppo concordi, i contributi automaticamente si riducono.......
Per quanto possa convenire sui possibili limiti di una trattazione priva di opinioni e/o punti di vista diversi e magari discordanti, nessuno credo ha impedito a coloro che ne avessero di esternarli.
Ma, a mio avviso, non può essere la mancanza di voci fuori dal coro a sminuire il valore e l'interesse di aver letto ed apprezzato quanto detto a proposito del mercato delle calzature, delle competenze manifatturiere di casa, delle Marche e delle ns. endemiche carenze che limitano il ns. potere contrattuale, purtroppo.
A me é piaciuto sia nei contenuti che nella forma, Sorry.
Non mi piacciono invece quegli interventi o quelle puntualizzazioni poco o niente utili, che fondano la loro legittimità su mere conoscenze indirette ed approssimative. Personalmente, quando non só mi taccio, nella convinzione di rendere un miglior servizio a chi ha la bontá e la pazienza di interloquire con me.
In Orologeria, le competenze occorrenti sono veramente molte, e la diatriba sulla maggiore o minore importanza degli Orologiai e/o del management equivale ad un chiacchiericcio abbastanza sterile.
Infatti, prima dei manager e degli Orologiai, bisogna che esista una visione, un concetto, un'idea.
Per qualunque progettista, manager, orologiaio é indispensabile sapere se deve applicarsi alle fondamenta per costruire un grattacielo oppure per quelle necessarie per una villetta a schiera.
Tutto il resto viene dopo, ovviamente, ma trattasi di Personale "importantissimo", da ricercarsi in funzione delle competenze indispensabili a realizzare la visione, il concetto, l'idea.
Sempre e comunque si tratta di un lavoro di equipe, nella quale, dalla Proprietá, al management, agli Orologiai e non, devono avere gli stessi obbiettivi, la stessa consapevolezza e la stessa determinazione, condizioni senza le quali é impossibile, a mio modesto avviso, realizzare e concretizzare qualcosa di coerente e di pregevole.
In ogni caso ribadisco il piacere di aver letto opinioni interessanti e condivisibili riguardo alle scarpe, benedicendo, per una volta, l'assenza di interventi tanto inutili quanto incompetenti.
Caro dott. Giorgio, se ne faccia una ragione se il suo Topic (si dice cosí?) mi é piaciuto.
Amichevolmente.
Beppe.

ALAN FORD

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Re:Moda, gusti, design, massificazione , costruire un brand e il prodotto?
« Risposta #38 il: Ottobre 12, 2015, 10:19:46 am »
Apro questo mio scritto, per discutere di un argomento infinito. Anche il mondo degli orologi ormai fa parte del circo dell'accessorio e del design. Mi trovo presso clienti a Milano, settimana della moda,  seduto in uno stand importante nell'ambito di una fiera di settore. Ho fatto un giro tra le centinaia di stilisti emergenti che espongono in questa manifestazione. Non trovo nulla, non vedo prodotto, non vedo ricerca di materiali. Tutti puntano sulla stessa robetta, niente prodotto? No, una serie illimitata di padiglioni stratificati sul nulla.......Pochissimi animali pensanti, molti agnelli, pecore nel gregge. Non mi stupisco di come finisca il mondo dell'orologeria se è in mano alle stesse teste

Il fatto è che in qualsiasi campo osare costa, costa il rischio, economico e di fare brutte figure.
E allora tanto vale percorrere le solite rassicuranti e meno rischiose vie.
Non ho letto tutto e forse era già stato detto, purtroppo ho vissuto queste cose sulla mia pelle, io sono un innovatore nato, ho portato nel mio campo cose diverse che sono state un flop anche se a distanza di venti anni le vedo realizzate da altri perché ci si è arrivati solo per piccoli passi.

guagua72

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Re:Moda, gusti, design, massificazione , costruire un brand e il prodotto?
« Risposta #39 il: Ottobre 13, 2015, 02:21:31 am »
Apro questo mio scritto, per discutere di un argomento infinito. Anche il mondo degli orologi ormai fa parte del circo dell'accessorio e del design. Mi trovo presso clienti a Milano, settimana della moda,  seduto in uno stand importante nell'ambito di una fiera di settore. Ho fatto un giro tra le centinaia di stilisti emergenti che espongono in questa manifestazione. Non trovo nulla, non vedo prodotto, non vedo ricerca di materiali. Tutti puntano sulla stessa robetta, niente prodotto? No, una serie illimitata di padiglioni stratificati sul nulla.......Pochissimi animali pensanti, molti agnelli, pecore nel gregge. Non mi stupisco di come finisca il mondo dell'orologeria se è in mano alle stesse teste

Il fatto è che in qualsiasi campo osare costa, costa il rischio, economico e di fare brutte figure.
E allora tanto vale percorrere le solite rassicuranti e meno rischiose vie.
Non ho letto tutto e forse era già stato detto, purtroppo ho vissuto queste cose sulla mia pelle, io sono un innovatore nato, ho portato nel mio campo cose diverse che sono state un flop anche se a distanza di venti anni le vedo realizzate da altri perché ci si è arrivati solo per piccoli passi.
Grazie Alessandro

ciaca

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Re:Moda, gusti, design, massificazione , costruire un brand e il prodotto?
« Risposta #40 il: Ottobre 13, 2015, 11:51:15 am »
Prendo spunto da quanto scritto da Alessandro, per evidenziare un altro dei vizi indotti dall'accesso di attenzione al brand.
Il brand distoglie l'attenzione dal prodotto e permette appunto di minimizzare il rischio dell'innovazione che appunto costa. Permette di riproporre minestre riscaldate che grazie al brand restano sempre attuali, con tutti i benefici in termini di costi/rischi che ne conseguono e, al limite, diventa una prigione per chi lo propone e deve pedissequamente aderire ai suoi cliché.
La moda, d'altronde, non basta a generare innovazione di prodotto, se é vero che cambiare un colore o riproporre forme già viste in passato non può definirsi una vera innovazione di prodotto.
Il brand quindi rappresenta uno dei più forti freni all'innovazione del prodotto, che é un po' ciò che accade anche in oroLogeria
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guagua72

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Re:Moda, gusti, design, massificazione , costruire un brand e il prodotto?
« Risposta #41 il: Ottobre 15, 2015, 05:23:23 am »
Vengo da una due giorni di estenuanti riunioni di consiglio di amministrazione in una industria calzaturiera. La parte innovatrice e di ricerca ha dovuto, non ho ancora capito se con esito positivo, in prosa e in musica spiegare alla proprietà che occorreva rinnovare una collezione adottando nuove forme, nuovi tacchi e infine, nuovi materiali....non mi dilungo oltre. Orbene, si è rischiato di mandare all'aria tutto per 10.000 euro. Fare ricerca in Italia è impossibile. Infatti molti calzaturifici stanno rinunciando alle proprie linee per lavorare conto terzi ( vedi il Brenta con i Francesi). 

ALAN FORD

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Re:Moda, gusti, design, massificazione , costruire un brand e il prodotto?
« Risposta #42 il: Ottobre 15, 2015, 09:14:05 am »
Vengo da una due giorni di estenuanti riunioni di consiglio di amministrazione in una industria calzaturiera. La parte innovatrice e di ricerca ha dovuto, non ho ancora capito se con esito positivo, in prosa e in musica spiegare alla proprietà che occorreva rinnovare una collezione adottando nuove forme, nuovi tacchi e infine, nuovi materiali....non mi dilungo oltre. Orbene, si è rischiato di mandare all'aria tutto per 10.000 euro. Fare ricerca in Italia è impossibile. Infatti molti calzaturifici stanno rinunciando alle proprie linee per lavorare conto terzi ( vedi il Brenta con i Francesi).

Visto che ti occupi di scarpe ti faccio una domanda interessata.
Dove posso comprare le Church's a buon prezzo?  ;)

PESSOA67

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Re:Moda, gusti, design, massificazione , costruire un brand e il prodotto?
« Risposta #43 il: Ottobre 15, 2015, 09:48:01 am »
Vengo da una due giorni di estenuanti riunioni di consiglio di amministrazione in una industria calzaturiera. La parte innovatrice e di ricerca ha dovuto, non ho ancora capito se con esito positivo, in prosa e in musica spiegare alla proprietà che occorreva rinnovare una collezione adottando nuove forme, nuovi tacchi e infine, nuovi materiali....non mi dilungo oltre. Orbene, si è rischiato di mandare all'aria tutto per 10.000 euro. Fare ricerca in Italia è impossibile. Infatti molti calzaturifici stanno rinunciando alle proprie linee per lavorare conto terzi ( vedi il Brenta con i Francesi).

Visto che ti occupi di scarpe ti faccio una domanda interessata.
Dove posso comprare le Church's a buon prezzo?  ;)

http://www.herringshoes.co.uk/church

ciaca

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Re:Moda, gusti, design, massificazione , costruire un brand e il prodotto?
« Risposta #44 il: Ottobre 15, 2015, 10:15:38 am »
Vengo da una due giorni di estenuanti riunioni di consiglio di amministrazione in una industria calzaturiera. La parte innovatrice e di ricerca ha dovuto, non ho ancora capito se con esito positivo, in prosa e in musica spiegare alla proprietà che occorreva rinnovare una collezione adottando nuove forme, nuovi tacchi e infine, nuovi materiali....non mi dilungo oltre. Orbene, si è rischiato di mandare all'aria tutto per 10.000 euro. Fare ricerca in Italia è impossibile. Infatti molti calzaturifici stanno rinunciando alle proprie linee per lavorare conto terzi ( vedi il Brenta con i Francesi).

CVD
Quando parlavo dei vizi e delle storture italiane che le nostre imprese devono patire e che vanno ad aggiungersi al resto....
In un paese che ha una pressione fiscale media superiore al 70%, in cui si tassano anche i costi e in cui per tirare fuori un po' di grasso dalle aziende bisogna fare i banditi se non ci si vuole fare squoiare vivi dallo stato, parlare di investimenti in r&d specie per le piccole imprese é solo retorica demagogica.
Se poi si pensa di risolvere il problema aumentando al 140% i valori delle quote di ammortamento allora campa cavallo...
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