La casa che più di ogni altra ha resistito più a lungo alla moda del grande diametro è Patek che ha un marchio talmente forte da consentirle di imporre lei, entro certi limiti, lo stile alla sua clientela. Per anni è rimasta ferma alla misure tradizionali mentre i concorrenti viravano decisamente, per anni ha aumentato i diametri meno della stessa concorrenza, quando VC faceva già i patrimony a 40mm Patek su molti Calatrava era ancora ferma ai 37, come ancora fa su alcune referenze più classiche mentre ha via via ceduto, lentamente ma inesorabilmente, sui complicati.
Questo per dire che se anche un marchio forte come Patek, per vendere ha dovuto cedere ai desiderata del mercato, è ovvio e scontato che debba farlo anche FPJ che non ha la forza di quel marchio.
D'altro canto si potrebbe obbiettare che Patek fa quasi 80 volte gli orologi di Journe e che quondi quest'ultimo, molto più di nicchia, non dovrebbe avere gli stessi problemi di una casa generalista e ormai industriale come PP.
A ben guardare, quindi, il fatto dei 38 ci dice che pure una casa di nicchia coma Journe, con una produzione di meno di 1000 pezzi all'anno, che ha difficoltà a venderne qualche centinaio nella misura più piccola, deve confrontarsi con un mercato che non è "il suo", non è fatto dei soli "appassionati" di nicchia, ma da acquirenti che valutano e scelgono con altri criteri ossia quelli adottati per ogni altra produzione di orologi, che sia "alta" o bassa, di nicchia o industriale, economica o pregiata.
Non è un cattivo segnale per Journe, è un cattivo segnale per la clientela di questi oggetti sempre più proiettata su "valori" che con l'orologeria (specie quella di Journe con la O) poco c'entrano, e quindi di riflesso per l'intero settore della c.d. "Alta orologeria" sempre più sovrapposto, seppur su fasce di prezzo diverse, all'orologeria commerciale e industriale.