Quindi Stefano Mele non avrebbe mai ucciso nel 68 la moglie e l'amante. No, quel delitto è il primo del maniaco, la stessa persona che poi connoterà in termini sessuali i delitti successivi a partire dal 1974, E i sardi come hanno fatto a venire coinvolti in quel delitto? A seguito delle attività extraconiugali della donna uccisa nel 1968, del contesto di quelle famiglie di sardi, dei sospetti reciproci, delle loro vite non proprio specchiate. Sembra strano dirlo, ma sembra proprio che le cose stiano così. Ci sono elementi che ho acquisito che escludono con certezza l'inquinamento dei reperti del delitto del 68: c'è un fatto preciso che lo rende impossibile e che è inutile che racconti. L'arma del 68 è senza dubbio la stessa che ha sparato fino al 1985.
Ci sono elementi forti che indicano che questo maniaco aveva la sua base, cioè il luogo in cui tornava dopo i delitti e da cui partiva, si presume la sua casa, a Vicchio, o comunque nel Mugello. Questa persona è stata vista da tanti in diverse occasioni: alto, distinto, molto stempiato, con capelli rossicci, di età (allora ) di circa 40-45 anni.
L'arma dunque sarebbe stata fatta trovare, perché l'ha trovata una turista il giorno di Ferragosto proprio sulle rive di un torrente nel Mugello, in bella vista. E' stata tolta da un nascondiglio in cui si è conservata molto molto male. Ha il numero di matricola non abraso. Ma perché è stata fatta trovare e da chi? Ma soprattutto perché, dopo 31 anni? Proprio quando la Procura di Firenze è costretta da una inchiesta giornalistica a riaprire le indagini. Forse è un messaggio: il mostro non è morto, o comunque è ancora vivo qualcuno che sa e che può accedere al nascondiglio del mostro. Forse è un avvertimento a chi sta indagando, a chi ha fatto riaprire le indagini. Forse invece è un parente che per caso ha trovato l'arma e se ne è sbarazzato. Ma la avrebbe fatta ritrovare, o non avrebbe provato a farla sparire? Sono tante domande per ora senza risposta a cui spero che qualcuno riuscirà a dare risposta. Certo ora sappiamo che la famosa asta guida molla che fu fatta trovare avvolta da un panno (panno che veniva certamente dalla casa ,anzi dal garage, di Pacciani) non era della Beretta del mostro. E poi c'è un piccolo indizio ulteriore che può avere importanza. Per anni si è detto che le cartucce venivano da una unica confezione vecchia o comunque da una stessa partita. Le carte e le perizie dicono che non è vero , e che le cartucce provengono da due partite diverse. Ma ancora più importate per le indagini è che più volte su alcuni dei bossoli espulsi dopo gli spari sono stati trovati due sostanze non proprio comuni come inquinamento involontario: è roba che si usa in medicina in ortopedia . Quindi forse le cartucce erano conservate vicino a materiale ortopedico. Curioso, no?