Ma vediamo in dettaglio cosa è successo il giorno della scomparsa di Emnuela Orlandi, come fu rapita. Vedete che il metodo usato è sostanzianlmente quello usato con la Gregori. Un metodo che suppone che le vittime siano state attirate in una trappola, che certamente chi le ha rapite si era già presentato loro, e che c'era la volontà di far sapere "subito" che erano state rapite.
Sono i ricordi molto dettagliati del fratello Pietro, che dicono come il destino di una povera ragazzina siano stati giocati. Emanuela aveva una delle ultime lezioni, o ultima addirittura, di musica presso la scuola di musica gestita dalla curia e attigua alla Basilica di Sant'Appolinare. Siamo a due passi dal Senato La lezione è nel tardo pmeriggio. Emanuela chiese insolitamente al fratello Pietro di accompagnarla quel giorno. Pietro non poteva farlo, e ancora oggi si sente in colpa per questo. Emanuela era pedinata negli ultimi giorni: lei è alcune amiche sè ne erano accorte, ma purtroppo lo diranno solo dopo il sequestro. Quello che sappiamo è che Emanuela aveva preso il solito autobus che l'avrebbe accompagnata lungo Corso Vittorio Emanuele II dove scende all'altezza di Corso Rinascimento che percorre a piedi in direzione del palazzaccio , passando davanti all'entrata di Palazzo Madama. Quello che sappiamo è che arriva alla scuola e segue la lezione. Ma nel l'intervallo telefona a casa, dove eccezionalmente quel pomeriggio non c'era il padre Ercole Orlandi, ma sua sorella maggiore. Raccontò di una donna ed un uomo che la avevano fermata. Avevano detto che erano della Avon e che cercavano ragazze come lei per vendere prodotti, e che per un pomeriggio di lavoro le avrebbero dato 300.000 ( una cifra molto, troppo alta nel 1983). Loro la avrebbero attesa all'uscita della scuola e volevano una risposta. La sorella disse che il padre non c'era e che sembrava troppo alta quella offerta. Ma purtroppo per sua stessa ammissione non le consigliò con energia di lasciare perdere, per questo si sente in colpa. Se a casa Orlandi ci fosse stato Ercole sicuramente avrebbe dissuaso la figlia, o forse sarebbe andata a prenderla. Ma non andò così. Emanuela esce dalla scuola con 10 minuti di anticipo perché dice di dover vedere qualcuno. Da quel momento, dopo che sue amiche la vedono nel primo tratto di corso Rinascimento mentre camminava in direzione di casa, di lei non si saprà nulla. Tranne che due vigili che erano davanti a Palazzo Madama raccontarono dopo giorni di aver visto Emanuale in corsia Agonale ( proprio davanti al Senato) che saliva con due persone su una BMW verde.
Gli Orlandi non vedendola arrivare sì allarmano subito molto e cominciano a percorrere avanti ed indietro la strada che Emanuela faceva. Dopo due giorni arrivò una prima telefonata anonima a casa Orlandi: è un uomo che con accento romano si presenta con un nome comune, dice di aver conosciuto Emanuela che si fa chiamare Barbarella, e che l'hanno vista a Trastevere che vendeva collanine, che lei aveva detto che se ne era andata da casa. La notizia della scomparsa di Emanuela era stata data ai romani con manifesti con il suo volto e con il numero di telefono di casa per chi avesse notizie. Questa telefonata non sembra molto verosimile e non convince. Poi uno zio di Emanuela fa mettere in casa Orlandi un regiatratore collegato al telefono. A quel punto arriva la telefonata di un sedicente Mario che dice di aver parlato con Emanuela, che si fa chiamare Barbara, che è scappata di casa, che segue un corso di musica ( questo era un particolare non detto ) che la sorella si stava per sposare ( altro particolare vero ) e che Emanuela doveva suonare al suo matrimonio . Voleva stare qualche giorno lontano da casa, poi sarebbe rientrata. Questa telefonata venne registrata , ed è molto importante perché molte cose dimostravano che questa persona aveva avuto a che fare con Emanuela...Poi il disastro: il 5 luglio arriva la prima telefonata dell'Amerikano che dirà che Emanuela era stata da loro rapita, che lui si muoveva per farla liberare, che Mario e il precedente che aveva chiamato erano parte della stessa organizzazione, che Emanuela sarà liberata solo se Ali Agca sarà liberato anche io 20 luglio. Dice ad Ercole Orlandi che in Vaticano sanno già tutto, e hanno già ricevuto la richiesta, e che loro avranno due trattative parallele: quella pubblica con la famiglia, quella privata con il Vaticano. Anzi le loro prime richieste le avevano rivolte al Vaticano, ma visto che non avevano pubblicato un annuncio su un certo giornale in un certo giorno, l'organizzazione si era decisa ad avvertire la famiglia ( a cui nessuno del Vaticano aveva detto nulla..,).
Questa telefonata cambia tutto. Prima notizia: l'amerikano conosce le due telefonate dei sedicenti Mario e Pierluigi, e dice che appartengono alla stessa organizzazione. La notizia delle due precedenti telefonate anonime non era pubblica. Qui sorge un primato problema: perché vistosamente rapire Emanuela e per due giorni rassicurare la famiglia Orlandi con la balla verosimile della fuga volontaria? Avevano forse bisogno di tempo per nascondere Emanuela? O forse il piano iniziale era diverso?
Da quel momento e per oltre un anno l'Amerikano farà innumerevoli telefonate a casa Orlandi, farà ascoltare la voce riconosciuta dalla madre di Emanuela Orlandi registrata, farà trovare copie degli spartiti di musica di Emanuela e della sua carta di identità. Erano pacchi che lui faceva trovare e che erano nascosti o nella Città del Vaticano oppure in centro a Roma. Una volta fece arrivare due lettere molto importanti da Boston.
Da notare un elemento decisivo.: fu Ercole Orlandi a far testimoniare i due agenti di polizia davanti al Senato che fecero anche un identikit dei due uomini che avevano fatto salire Emanuela sulla BMW verde. La cosa è per me fondamentale, perché se fosse vera la tesi di Nuzzi, cioè di un incontro sessuale con un alto prelato finito male, e quindi tutto il resto sarebbe stato una messa in scena , allora non sarebbero stati gli Orlandi a trovare di due testimoni.