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Omicidi, seriali e no

Re:Omicidi, seriali e no
« Risposta #60 il: Gennaio 15, 2016, 13:29:27 pm »
altro famoso "cold case" ... con colpo di scena odierno ...
http://www.varesenews.it/2016/01/lidia-macchi-arrestato-il-presunto-assassino/476471/
Se ricordo bene il caso, interessante sento odore di errore giudiziario, spero di sbagliare.
sembra il classico arresto in speranza di confessione ...
il caso ha voluto che la tomba della povera Lidia si trovi a pochi metri da quella dei miei parenti più cari e spero che si possa fare, finalmente, piena luce su questo omicidio ...

mbelt

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Re:Omicidi, seriali e no
« Risposta #61 il: Gennaio 15, 2016, 21:23:38 pm »
Mi sembra ora di capire che costui sarebbe stato arrestato perché in casa sua si trovava su un quaderno un poema sull'assassinio di questa donna.....cioè ha fatto quello che ha fatto Zodiac nel 1967 dopo l'omicidio di Cheri jo Bates, solo che il poema lo scrisse in una biblioteca pubblica----- Poi c'è indimenticabile poema di The Ghost Killer, meglio noto come Atlanta city Murder (assassino seriale di bambini ed adolescenti, oltre 30, in Atlanta Georgia, 1981-1982).
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Re:Omicidi, seriali e no
« Risposta #63 il: Gennaio 18, 2016, 13:22:39 pm »
http://www.varesenews.it/2016/01/chi-e-davvero-stefano-binda/477131/
Se fosse davvero colpevole uno così probabilmente avrebbe  ucciso ancora nel frattempo.
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Re:Omicidi, seriali e no
« Risposta #65 il: Febbraio 02, 2016, 20:52:25 pm »
I misteri del caso Moro

Esistono misteri del caso Moro? Si, esistono, è sono diversi . Ma il più inquietante è stranamente anche il meno noto. Partiamo da alcune questioni non risolte e di cui molto si è discusso:
1) chi partecipò al l'agguato e alla strage di via Fani? Alcuni testimonio videro chiaramente i brigatisti in divisa, ma videro anche due persone che non erano in divisa, ma erano in borghese, su una due ruote, andare via dopo tutti gli altri e minacciare e sparare con un mitra in aria contro coloro che dalle finestre stavano assistendo alla strage. Queste due persone non sono mai state individuate;
2) il covo di via Gradoli, è un bel mistero. Era sicuramente un covo della banda delle Br che rapì Moro. Fu scoperto vuoto durante il sequestro. Il problema è che fu fatto ritrovare, nel senso che qualcuno aveva lasciato aperta la doccia contro il muro. Perché farlo ritrovare? Ma poi ci sono i "professori bolognesi" . Dissero che facendo una seduta spiritica , Alberto Clò ( che diverrà poi ministro) e Romano Prodi ( proprio lui, allora insegnava come Clò all'Università) durante il sequestro  usci il nome "Gradoli". Lo segnalarono alle Fdo, che pensarono al paese di Gradoli, ma non a via Gradoli  a Roma, dove poi tempo dopo fu fatto trovare il covo . Escludo categoricamente che Romano Prodi abbia partecipato ad una seduta spiritica, e se lo avesse fatto non ci avrebbe creduto. No, quella informazione su Gradoli sicuramente veniva dall'ambiente universitario che era in quali che modo contiguo a chi gestiva Moro e che fece arrivare questa traccia, coperta dai professori. Decisamente questa vicenda di via Gradoli è sconcertante;
3) alcuni della banda dissero che i colloqui dei Br con l'ostaggio erano registrati, ma queste registrazioni non si troveranno mai, almeno ufficialmente;
4) ancora più misterioso capire che fine ha fatto il memoriale che Aldo Moro scrisse durante il sequestro. È certo che questo memoriale esiste, non solo perché alcuni BR ne parlano diffusamente agli inquirenti, ma anche perché per anni alcune pagine , o meglio fotocopie di pagine, sono state fatte ritrovare nei modi più strani: dentro una cabina telefonica, abbandonate su un taxi. Fino a che quando nel 1990 viene fatto ristrutturare il covo di via Montenevoso dove era tenuto sequestrato Moro, i muratori trovarono un incavo nel muro con una serie di pagine ( fotocopie) di questo memoriale. Degli originali non verrà mai trovato nulla;

Ma veniamo ora a Il Mistero del Caso Moro. Lo chiamerò " Il Mistero della Duchessa". Durante il sequestro venne ritrovato un comunicato numero 7 delle Br. In esso, con un testo lungo, si scrive che il corpo di Moro si trova sul fondo del Lago della Duchessa. Vennero fatte ricerche ma il corpo non si trovò. I Br successivamente scrissero che quel comunicato era un falso. Ma chi ha fatto questo abile falso ma soprattutto perché?
Difficile rispondere alla seconda domanda. Ma alla prima una risposta c'è e non rassicura. Molti anni dopo si scoprirà chi è l'autore materiale di questo comunicato: si chiama Tony Chicchiarelli. Peccato che solo dopo la sua uccisione a colpi di pistola si scoprirà che è l'autore del comunicato della Duchessa. Chicchiarelli era un celebre falsario romano, falsificava i De Chirico con grande abilità. Conosceva brigatisti rossi ma soprattutto frequentava gli estremisti di destra e criminali della banda della Magliana. Gli sparano a Roma nel 1984. Quando entrano in casa sua gli inquirenti trovano molte soprese, anzitutto tantissimo denaro. Ma non denaro qualsiasi, erano una parte cospicua dei 37 miliardi di lire che pochi mesi prima furono rapinati alla Bank Securmark, uno dei colpi più famosi del secolo scorso. In quattro si spartirono questo bottino, uno era proprio Chichiarelli. Ma non solo. Si trovano nella cassaforte una testina di macchina da scrivere, e degli originali di Polaroid. Gli originali negativi di Polaroid sono foto di Aldo Moro vivo durante il sequestro. La testina della macchina da scrivere è quella che trascrisse il falso comunicato della Duchessa . Anni dopo Cossiga, con quel suo gusto tragico e macabro, disse che questo comunicato era stato fatto su ordine dei servizi segreti americani e italiani, che lui lo seppe da un ufficiale, e che era un trappola per i Br. Era esattamente quello che molti immaginavano. Ma perché ?
« Ultima modifica: Febbraio 02, 2016, 20:56:27 pm da mbelt »
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Re:Omicidi, seriali e no
« Risposta #66 il: Febbraio 03, 2016, 21:02:14 pm »
Il caso Orlandi - Gregori / Phoenix

L'episodio raccontato sopra non è il primo ( nè l'ultimo) in cui si sa con certezza che intervengono i servizi segreti con logiche e modalità mica tanto chiare. Ricordo per esempio quel brutto depistaggio per quale con sentenza definitiva sono stati condannati direttori dei servizi italiani relativi alla strage alla stazione di Bologna. Cosa significa il fatto che un apparato pubblico abbia deciso di fare una cosa del genere, come se temesse il risultato delle indagini?
Potrei ipotizzare una risposta se quello che penso della stazione di Bologna fosse vero: perché era un segreto di stato che esisteva il Lodo Moro, e quindi il Sisde agiva perché non si scoprissero i veri autori della strage,.

Ma il caso di cui al titolo appare ancora più sconcertante se possibile. Prima sparisce la Gregori, poi sparisce in giugno 1983 Emanuela Orlandi. Ho già raccontato delle telefonate anonime dell'Amerikano, delle tante cose fatte ritrovare, di quali significati possono avere quelle telefonate misteriose....ma ad agosto 1983 l'Amerikano smette per un mese di telefonare, come se fosse andato in vacanza ( riprenderà già ai primi di settembre 1983. Un mese che sembra di svolta in quella tragica vicenda). Ma quando tace l'Amerikano, arriva un comunicato di una organizzazione che si denomina Phoenix. Dopo alcuni anni un dirigente del Sisde disse a Pietro Orlandi che Phoenix .....erano loro !
Fino a qui potremmo anche pensare che avendo il telefonista smesso di telefonare il Sisde abbia voluto provare a suscitare delle reazioni, a fin di bene. Ma il problema, grosso, è il testo di questo comunicato. Lo trovate su internet ( ma dopo provo a postarlo io,). Già ad un primo esame appare un linguaggio strano, criptico, minaccioso, ricattatorio, senza però svelare compiutamente su cosa si basi questo ricatto. Ma oggi leggere quel comunicato fa sorgere delle fortissime perplessità, perché non appare così più misterioso, ma purtroppo anche troppo chiaro. Nel comunicato ci si rivolge ai telefonisti Pierluigi e Mario, i primi che chiamarono casa Orlandi, quelli che poi furono sostituiti dall'amerikano , che nella prima telefonata a casa disse che Mario e Pierluigi appartenevano alla stessa organizzazione sua ( notare che nessuno sapeva delle chiamate di Mario e Pierluigi). Il punto è che grazie alle indagini svolte dopo il 2005 noi sappiamo con ragionevole certezza chi è Mario. Noi sappiamo che è un uomo della Banda della Magliana. Noi sappiamo anche l'identità di altri due uomini della Magliana che parteciparono al sequestro. Ci sono intercettazioni agli atti che tolgono molti dubbi sul loro ruolo. È qui emerge il significato di quel comunicato Phoenix. Perché per esempio lì si scrive di fare attenzione agli spifferi di una certa trattoria di Trastevere. Il fatto è che non solo si sa oggi di quale trattoria si intendeva parlare, ma anche di quali spifferi scriveva Phoenix. Perché in una certa trattoria di Tratevere un conoscente di questi criminali testaccini anni dopo testimonierà in procura che nel 1983 in una sera in una trattoria di trastevere lui udì ad un tavolo vicino questi due testaccini che parlavano di un sequestro di persona, e delle ragazze, e del loro ruolo. Questo all'epoca venne denunciato, e questa persona fu picchiata per averlo detto, fece i nomi e i cognomi di queste persone, ma non risulta che si fecero indagini su di loro. Però chi scrive come Phoenix conosce questi due testaccini, uno dei quali è il Mario che chiamò a casa Orlandi, si saprà anni dopo, e che vi era stato uno "spiffero" ( cioè una soffiata alla polizia) sul loro ruolo. Il Sisde sapeva che questi due erano coinvolti, sapeva anche che quella soffiata vi era stata. Non solo. Altra minaccia riguarda i fatti di una Pineta, e oggi si può dire che si sa a quale Pineta ci si riferiva nella lettera e anche il perché ....sicché chi ha scritto quel comunicato non ha scritto minacce a vuoto: ha scritto minacce che sapevano tradurre solo i responsabili del sequestro.....quindi sapevano chi erano queste persone. Questo è un fatto che ovviamente getta una luce ulteriormente sinistra su una vicenda già inquietante.
« Ultima modifica: Febbraio 03, 2016, 21:06:23 pm da mbelt »
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Re:Omicidi, seriali e no
« Risposta #67 il: Febbraio 04, 2016, 18:10:27 pm »
Ancora sul Caso Orlandi Gregori

Vi è una cosa molto importante che non ho scritto, ma che per me è molto significativa, e temo abbia avuto un ruolo non positivo in tutta questa vicenda. Fortunatamente (per loro) le due famiglie erano di gente molto semplice, certamente non abituata ad avere a che fare con situazioni così delicate. In sostanza, uno zio di Emanuele lavorava per i servizi segreti, e fu lui a suggerire ad Ercole Orlandi di registrare le telefonate che arrivavano, e ad installare un registratore. Ma furono i servizi ad indicare agli Orlandi e poi ai Gregori di rivolgersi ad un certo avvocato di Roma, molto famoso. Il problema è che questo avvocato non si faceva pagare né dagli Orlandi né dai Gregori. Ma chi lo pagava? Devo dire che io non avrei mai fatto un errore così clamoroso in una vicenda simile, ma capisco che in  famiglie non facoltose e di gente semplice questo può accadere. Da ciò che ho capito anni dopo loro stessi hanno capito l'errore. E forse non è un caso che tale avvocato non abbia mai restituito tanti audio e scritti originali sulla vicenda che custodiva, almeno così mi è stato riferito dai protagonisti della vicenda. E' impensabile che un avvocato di quel livello, che si impegna per anni, che è destinatario persino di molte telefonate e qualche minaccia dell'Amerikano non sia stato pagato da nessuno. L'avvocato bisogna pagarselo da te se sei nei guai, e devi sempre sperare che non ci siano altri contro i tuoi interessi che magari lo pagano di più. E purtroppo gli organi dell'Ordine non garantiscono la qualità della prestazione. Dovrebbero, ma come tutti gli Ordini non lo fanno (andrebbero tutti aboliti, dal primo all'ultimo), anche perché ostacolano l'ingresso dei giovani nel mondo delle professioni, sovente gestiscono malissimo i soldi , ed in più non garantiscono gli utenti.
« Ultima modifica: Febbraio 05, 2016, 20:07:38 pm da mbelt »
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Re:Omicidi, seriali e no
« Risposta #68 il: Febbraio 05, 2016, 21:02:00 pm »
Come dicevo in precedenti post, apparentemente si conosce da dove sono partite le telefonate dall'Amerikano, sono in atti ufficiali, ma io sono sempre più convinto che le telefonate non siano partite da lì veramente. Sicuramente non è partita da una cabina telefonica la telefonata in cui l'amerikano veniva interrotto da una voce femminile che gli chiede qualcosa in inglese, e lui risponde in inglese con un numero. No, quella telefonata io credo che venisse da un ufficio, non trovo altre spiegazioni. E quindi per me è certo che queste chiamate venivano fatte figurare come derivante da una postazione telefonica pubblica determinata, ma vi era qualche trucco. Possibile, persino relativamente facile se si hanno alcune conoscenze.
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Re:Omicidi, seriali e no
« Risposta #70 il: Febbraio 27, 2016, 19:21:40 pm »

http://www.varesenews.it/2016/02/lidia-macchi-chiesta-la-riesumazione/490947/
Questo caso Macchi è interessante per la figura del presunto colpevole. Io fossi negli inquirenti cercherei di capire se ha ucciso anche dopo, lo considero probabile. Molto probabile.
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Re:Omicidi, seriali e no
« Risposta #71 il: Febbraio 28, 2016, 23:37:17 pm »
Vado avanti su questo caso Macchi. Quando all'inizio avevo manifestato dubbi sull'arresto di questa persona, era perché avevo confuso il caso Macchi con un altro omicidio di una ragazza in un bosco, un caso molto, molto, molto, molto interessante, un mistero mai risolto. Anche se si dice che in realtà le FDO a distanza di tanti anni abbiano capito chi è il responsabile, ma non possano farci nulla...(ma questa è un'altra storia che racconterò prossimamente).
Torniamo al caso Macchi. Sono impressionato dal poema che ha scritto il presunto colpevole. Dal fatto che conservasse anche le carte di quando avrebbe compiuto il delitto. Sono impressionato perché la mia esperienza da persona che si interessa di queste cose è che quel poema assomiglia ad altri poemi tristemente famosi che alcuni tra gli assassini più seriali del mondo e più feroci hanno lasciato dietro di sé. Mi verrebbe da pensare che o questa persona non ha ucciso nessuno, oppure secondo me è probabile che in tutti questi trent'anni abbia lasciato dietro di sé altre vittime. Gli inquirenti devono essere molto bravi a cercare in quei territori, ma sono convinto che se cercano potrebbero trovare. Poi anche quel poco che si è capito della vita di questo presunto colpevole corrisponde a quello che si è visto altrove....
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Re:Omicidi, seriali e no
« Risposta #72 il: Febbraio 29, 2016, 21:27:19 pm »
Io avevo confuso il caso di Livia Macchi con una vicenda più particolare ancora. Mi riferisco all'omicidio di Maria Luisa Decia, ritrovata uccisa  in un bosco a Trento, nel 1990. E' un delitto insoluto che presenta tratti curiosi. Qui direi che non siamo in presenza di un omicida seriale. E' un delitto probabilmente occasionale, penso fatto da uno sconosciuto alla vittima, a sfondo sessuale. Le modalità sono curiose. Penso ad esempio ad una arma da fuoco molto molto particolare e rara. Penso al fatto che quel giorno in quei sentieri c'erano turisti che non videro nulla. Il delitto ha una sua dinamica complessa.
Per anni e anni gli investigatori brancolano nel totale buio. Ma verso il 2010, dopo oltre 20 anni, succede qualcosa. Qualcuno va in procura e mette a verbale una testimonianza relativa a quel delitto facendo nome e cognome dell'assassino. La figura di questa persona è molto particolare. Si tratta di un milionario imprenditore che ha una baita ad un paio di km dal luogo in cui viene ritrovato il cadavere. Lui si riduce in miseria, impazzisce , divorzia burrascosamente dalla moglie, e va a vivere come un nomade , un barbone. Si vanterà spesso con i suoi ex familiari di aver compiuto il feroce omicidio. E le indagini accreditano fortemente questa pista, si trovano indizi interessanti. Ma....come ogni tanto avviene in Italia, la prova regina del DNA non si può fare. Perché? Perché tutto è stato gettato via misteriosamente. Quindi le FDO si convincono della colpevolezza di questa persona, ma le prova non ci sono e non ci saranno. Vicenda interessante, su internet qualcosa si trova.

Ma vi è una vicenda che mi sopraggiunge alla mente. In effetti difficile e scrivere un romanzo giallo di valore, ma la difficoltà non è certo nella trama del libro, perché guardandosi intorno si vede quanto la realtà sia più diabolica di feroci assassini. Per esempio mi viene in mente un altro delitto apparentemente assurdo, incomprensibile, avvenuto nel centro storico di una città italiana (forse Firenze), in un negozio di articoli sacri, una mattina, appena il negozio apre. Un delitto di impeto in cui fra le altre cose l'assassino si sporca di sangue. Tutto avviene nel giro di pochissimi minuti perché in quel negozio passano altri clienti, e quindi si sa che tutto si gioca in pochi minuti. Ma nessuno vedrà nulla, nessuno uscire da quel negozio coperto di sangue in pieno giorno. Zona piena di turisti. Come è possibile? Cioè, qui stiamo parlando di un delitto che non sembra premeditato, un negozio apre, e subito entra un cliente che nel giro di pochi minuti massacra letteralmente il commesso, e fra un cliente e l'altro, e tanti turisti, esce dal negozio col sangue ma nessuno vede. Questo caso è rimasto totalmente misterioso ed incomprensibile da ogni punto di vista.
« Ultima modifica: Febbraio 29, 2016, 21:33:34 pm da mbelt »
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ALAN FORD

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Re:Omicidi, seriali e no
« Risposta #74 il: Marzo 31, 2016, 14:58:55 pm »
Non sono intervenuto mai in questo topic considerando lo "scontro" avuto all'inizio nell'altro chiuso.
Non ero ovviamente un troll, avevo iniziato cortesemente ad avvertire Marco di essere nel topic sbagliato ed il fatto che lui mi ignorasse mi aveva innervosito e portato a fare dispetti da bambini.
Spero che lui se ne sia dimenticato come ho fatto io sulla sua intimazione di non rivolgergli più la parola, a volte siamo un po' bambini tutti.

Bene detto questo vorrei entrare in argomento, c'è un eccidio quello di Erba che a me non convince, Rosa ed Olindo sono davvero colpevoli?
Io ho molti dubbi ma vorrei sentire il parere di Marco.