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Omicidi, seriali e no

Re:Omicidi, seriali e no
« Risposta #120 il: Agosto 03, 2016, 19:54:32 pm »
Mentre viaggiavo pochi giorni fa mi sono letto due paginate su Libero di un giornalista di cui non ricordo il nome sulle strage di Erba.
Era una analisi puntigliosa, di cui io ovviamente prendo solo atto non essendo in grado di giudicare ma alla fine i dubbi sono davvero tanti sulla colpevolezza di Olindo e della moglie.

Perchè credi forse che Bossetti sia coplevole forse...?
Troppi Girolimoni in queta nostro paese...

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Re:Omicidi, seriali e no
« Risposta #121 il: Agosto 06, 2016, 10:42:40 am »
Mentre viaggiavo pochi giorni fa mi sono letto due paginate su Libero di un giornalista di cui non ricordo il nome sulle strage di Erba.
Era una analisi puntigliosa, di cui io ovviamente prendo solo atto non essendo in grado di giudicare ma alla fine i dubbi sono davvero tanti sulla colpevolezza di Olindo e della moglie.

Perchè credi forse che Bossetti sia coplevole forse...?
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Una sorpresa ulteriore. La vicenda del mostro di Firenze si arricchisce sempre di nuovi fatti. Devo ringraziare un giornalista, Paolo Cochi, che al posto della magistratura sta facendo un lavoro eccellente di indagine. Così che ha trovato pure un testimone, non anonimo, ma con nome e cognome , che ha reso noto un fatto accaduto nel 1985, anzi tra le 00.30 e le ore 1.00 di domenica 8 settembre 1985, a pochi metri dal luogo del delitto ultimo del maniaco. Un episodio inedito, che aveva provato in due occasioni di denunciare alle forze dell'ordine quando si sempre del duplice omicidio degli Scopeti. Proprio in via degli Scopeti il testimone si trovava in macchina quella sera di ritorno da un'altra località. Racconta che accadde un fatto molto singificativo: vide da una curva sbucare una piccola auto ( dice: forse una Fiat 500) provenire in senso contrario al suo. Questa auto sta provenendo proprio dal punto dove vengono quella sera uccisi i francesi, e si scontra con la sua , una vecchia Volvo. È quasi un frontale, ma la Volvo regge abbastanza bene e sbatte contro un muretto, la 500 ha più danni. Ma il conducente della 500 dopo essersi fermato un istante spegne le luci della vettura e si allontana senza curarsi dell'incidente. Episodio molto sospetto e strano: era qualcuno che non voleva essere identificato in quel luogo. Quando il testimone seppe del duplice delitto andò subito dai carabinieri intendendo essere l'episodio di interesse. Ma fu invitato una prima volta a tornare perché non era presente chi doveva verbalizzare. In un'altra caserma non fu fatto neppure salire, parlo e racconto il tutto ad un poliziotto che non lo prese sul serio. E così di questa testimonianza nessuno seppe nulla fino a che il bravissimo Cochi la ha riesumata. È importante per tante ragioni:1) un ulteriore elemento che ci dice che il duplice delitto avvenne la notte fra il sette e l'otto settembre, e non fra l'otto e il nove settembre come si disse nei processi. Cosa che ormai è certa, sia per i medici legali, i luminari che hanno oggi rianalizzato le foto dell'epoca, sia perché lo stesso Cochi ha riunito un team di medici legali che a settembre dell'anno scorso sullo stesso luogo del delitto che ha mantenuto la stessa vegetazione ha provato a vedere quale fauna cadaverica si sviluppa in quante ore. E l'esperimento ha confermato che sicuramente il delitto non poteva che essere avvenuto al più tardi nella notte tra sabato e domenica, e non tra quella è il lunedì. Ed infatti è stata riaperta l'inchiesta. Peraltro sia testimonianze, sia gli scontrini della vittima, confermavano questo. E oggi pure l'allora capo della SAM disse che subito che quella era la data del delitto dato lo stato dei cadaveri. Il medico legale che fece l'autopsia allora invece lasciò un dubbio sulla data, lecito per le conoscenze dell'epoca, che la Procura trasformò invece in una dar certa della morte fra domenica e lunedì. Perché ? Perché la testimonianza di Lotti è sulla notte tra domenica e lunedì, e Pacciani per la notte precedente ha un alibi di ferro...vicenda che si commenta da sè, purtroppo; 2) sè quella testimonianza fosse stata verbalizzata si poteva subito vedere quali negli elenchi dei sospetti avevano una Fiat 500 e andarle a controllare una ad una fini a trovare quella dell'incidente, ma non fu fatto, evidentemente . Altro ennesimo errore grave delle indagini.
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Re:Omicidi, seriali e no
« Risposta #122 il: Agosto 11, 2016, 22:15:57 pm »
Facciamo ora una ipotesi. Supponiamo che il delitto del 1968 sia stato il delitto di uno sconosciuto mostro di Firenze alle prime armi, e quindi non un delitto di onore o gelosia. Supponiamo che Stefano Mele non fosse quella sera su luogo del delitto e che la sua confessione sia falsa o estorta. Francesco Vinci al processo disse che quella sera del 1968 vide la vittima Barbara Locci litigare con un uomo prima di essere uccisa. Passiamo al 1974: una amica della vittima disse che  il pomeriggio precedente l'omicidio la Pettini nella sua camera le stava confidando di un brutto incontro del giorno precedente che l'aveva preoccupata. Un altra amica disse che la Pettini le aveva confinata di essere pedinata tra la stazione SMN e il luogo di lavoro a Firenze. Andiamo al 1981. Dopo la vicenda inquietante della telefonata anonima alla zia di SUSANNA CAMBI che ospitava in quei giorni la ragazza e la sua mamma, la mamma si ricordò che pochi giorno prima era in macchina con la figlia, la quale pochi giorni prima dell'omicidio, guardando nello specchietto retrovisore esclamò: " ancora quello scocciatore" . Poi andiamo nel 1984, dove si ricorderà della precisa testimonianza di Bardazzi il barista, che si accorse che la Rontini con Stefanacci erano pedinati poco prima di essere uccisi. Ma anche la madre della Rontini testimoniò che la figlia era stata insolentita da sconosciuto. Tutte le vittime erano cioè state inseguite e provocate da qualcuno prima dei delitti . Non può essere un caso.
« Ultima modifica: Agosto 11, 2016, 22:17:42 pm da mbelt »
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Re:Omicidi, seriali e no
« Risposta #125 il: Agosto 17, 2016, 19:23:20 pm »
http://www.dagospia.com/rubrica-29/cronache/che-fine-ha-fatto-manson-family-sappiamo-molto-killer-ma-qual-130478.htm
Sì, in realtà sono ancora quasi tutti dentro, almeno i cinque che con Manson hanno fatto le stragi. Certo che è curioso: mentre Zodiac faceva quello che faceva attorno e dentro San Francisco, a Los Angeles, o meglio sulle splendide colline residenziali, agivano questi, che ovviamente erano diventati assolutamente assassini seriali e della peggior specie.... Tutto in California negli stessi anni....
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Re:Omicidi, seriali e no
« Risposta #126 il: Agosto 17, 2016, 19:30:01 pm »
Io non mi intendo di armi da fuoco, e quindi ci sono delle cose anche del loro uso che non conosco, avendo sparato una volta sola in vita mia ad un poligono di tiro. Sono giorni che mi frulla in testa una domanda che ammetto non mi ero mai posto prima. Torniamo al 1968 al delitto Locci - Lo Bianco. Come sappiamo per certo il figlio della Locci dormiva sul sedile posteriore al momento dell'agguato. Allora mi chiedo: ma chi sparava nel buio quale sicurezza poteva avere che il bambino non rimanesse ferito o ucciso? L'assassino avrà visto o sapeva che il bimbo era sul sedile posteriore. Ma come poteva essere ragionevolmente sicuro di non ferirlo od ucciderlo? O meglio: era possibile essere per lui certo di non colpire il bambino? E' tutto tranne che una domanda oziosa che spero altri più competenti e attendi di me si siano già fatti e abbiano trovato una risposta convincente. Perché se come temo esisteva un certo rischio ineliminabile di colpire con i 10 colpi di pistola che furono sparati da davanti alla macchina il bimbo, e il padre Stefano Mele doveva sapere con certezza che era lì, significherebbe che il padre e gli "zii" avrebbero corso il rischio di ucciderlo. E' credibile? Se così fosse, io lo ritengo poco credibile. Sempre che , lo ripeto, per posizione dello sparatore egli non sia stato certo o ragionevolmente certo di non colpire il bimbo.
Ma questa domanda ne tira dietro altre....per esempio: la Locci quando usciva e si appartava con Lo Bianco lo faceva sempre con il bimbo in macchina? Perché mi sembra abbastanza probabile che se la risposta fosse negativa il marito assassino avrebbe o avrebbero (con gli zii Vinci) potuto/dovuto attendere un altro momento per l'agguato mortale.
« Ultima modifica: Agosto 17, 2016, 19:32:59 pm da mbelt »
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Re:Omicidi, seriali e no
« Risposta #127 il: Settembre 19, 2016, 22:40:00 pm »
Oggi ho fatto una scoperta: ho scoperto un altro tassello di verità nascosta sui delitti del mostro di Firenze.
Oggi ho fatto una telefonata a chi conosce il caso a menadito per chiedere di una informazione che avevo saputo, che non era mai stata raccontata, e che mi sembrava grossa ed importante, tanto da ipotizzare che non fosse vera. Invece oggi ho saputo che è vero e che quanto sto per raccontare è veramente accaduto.
Nel 1984 il delitto Rontini Stefanacci a Vicchio. Un delitto fatto in un luogo non troppo protetto alla vista dalla strada principale trafficata come altro, fatto al buio ma piuttosto presto (ci fu un agricoltore su un trattore che sentì gli spari....). Un delitto che ricorda per pianificazione meno accurata quello del 1982 di Montespertoli (Baccaiano).
Qui le cose per il maniaco vanno tutte bene: riesce a fare tutto quello che vuole delle sue vittime. Riesce anche a pulirsi del sangue sulle rive del torrente vicino (curiosità; tutti i luoghi dei delitti sono a pochi metri da un corso d'acqua, che si presume servisse al maniaco per pulirsi almeno un po': nel caso del 1984 è certo perché furono trovate macchie di sangue delle vittime su alcuni sassi sulla riva). La domanda è: perché questo assassino organizzato in ben due occasioni prende dei rischi di essere visto e scoperto? Di lasciare testimoni? Sul 1982 non sappiamo, è tutta una vicenda complessa e misteriosa che sicuramente nasconde qualcosa di importante che purtroppo non è mai stato individuato. Ma sul 1984 gli inquirenti mai lo dissero alla pubblica opinione ma scoprirono perché era stato scelto un luogo così pericoloso per lui. Perché....colpo di scena....mai era stato raccontato da alcuno....era a poche decine di metri dalla tenuta che circondava la villa di Pierluigi Vigna! Allora uno dei tre pm che indagava sul mostro. Talmente vicino che da una terrazza della villa si vede una parte della piazzola su cui furono ammazzati i due fidanzatini.
Nel 1984 gli inquirenti pensarono ad una coincidenza pura. Ma così non era, e lo scoprirono definitivamente nel 1985. In quell'anno vi fu l'ultimo delitto certo del mostro quello di Scopeti. Come sapete il maniaco quella notte affrontò un lunghissimo viaggio in auto (oltre trenta minuti) per imbucare nella cassetta delle lettere a trecento metri dalla casa di Silvia della Monica una lettera indirizzata alla stessa Della Monica presso l'ufficio della Procura della Repubblica. E poiché gli inquirenti avevano un dubbio se la cassetta in cui era stata imbucata la lettera fosse quella vicina a casa del pm, oppure un'altra più lontana, il maniaco in persona dopo pochi giorni tolse ogni dubbio, lasciando uno dei suoi proiettili sotto la cassetta delle lettere vicino a casa Della Monica. Come sapete, perché io lo ho raccontato, in quanto non pubblico, anche se non segreto, il sabato successivo arrivò a casa del magistrato (il cui telefono fu messo sotto controllo) una telefonata dal sapore chiaramente intimidatorio lunga ben sei minuti e che fu registrata (ma non si potè accertare da dove provenisse). Questa telefonata, unita alla lettera, e al fatto che il maniaco avesse fatto sapere di aver non casualmente imbucato la lettera vicino alla casa del magistrato donna che indagava sui delitti, spaventò moltissimo il magistrato che lascierà l'inchiesta e dopo poco anche la magistratura. A quel punto fu tutto tristemente chiaro: nel 1984 il maniaco non si trovò a colpire casualmente a pochi metri dalla casa di Vigna. Aveva scelto quel luogo pericoloso per lui perché voleva far capire che lui sapeva dove abitava Vigna a lo sfidava apertamente. Poiché la sua sfida non fu compresa l'anno dopo fece in modo che non ci potessero essere equivoci sulla sua vicinanza alle indagini. 
Quindi noi sappiamo qualcosa di più sul 1984. Scelse il luogo non le vittime. Probabilmente passò a pedinare le vittime perché le aveva viste sostare nel luogo del duplice omicidio (vi ricordate la tremenda testimonianza di quel barista che vide a poche ore del delitto che i due erano seguiti da una persona che si comportava in modo a dir poco sospetto).
Così andarono le cose.
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Re:Omicidi, seriali e no
« Risposta #128 il: Settembre 22, 2016, 11:39:16 am »
 :o :o :o :o :o :o :o

perbacco !!!!   

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Re:Omicidi, seriali e no
« Risposta #129 il: Settembre 22, 2016, 12:14:13 pm »
:o :o :o :o :o :o :o

perbacco !!!!   
Praticamente gli ha ucciso e mutilato una coppia di fidanzati sotto le sue finestre. Non ci poteva essere messaggio piu chiaro, ma fu compreso solo un anno dopo. Come se prima avesse voluto comunicare in privato con gli inquirente, poi vedendo che il messaggio non risultava compreso è passato alla via diretta della lettera in procura e tutto quello che ne è seguito. Allora questo apre ulteriori aspetti: siamo sicuri che altri delitti non avessero questo codice comunicativo segreto con gli inquirenti?  Oppure sè questa intenzione di manifesta solo nel 1984, questa volontà di sfida agli inquirenti e di intimidazione si manifesta solo nel 1984, perché allora è non prima? Sono domande a cui una risposta dovrebbe essere fornita, si potrebbero fare diverse ipotesi anche contrastanti tra loro.
« Ultima modifica: Settembre 22, 2016, 12:16:08 pm da mbelt »
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Re:Omicidi, seriali e no
« Risposta #130 il: Settembre 24, 2016, 16:55:14 pm »
Questa storia non finirà mai. Leggete questo interessante articolo di giornale uscito appena prima dell'estate di quest'anno:
http://www.cronaca-nera.it/4704/mostro-firenze-libro-omicidio-baccaiano

È ancora una volta la ricostruzione del delitto più misterioso fra quelli del maniaco, quello del 1982 a Montespertoli - Baccaiano. Il tutto è basato su una nuova lettura delle testimonianze numerose raccolte al'epoca da parte di quel giornalista Paolo Cochi che sta indagando e ha già fatto riaprire le indagini dimostrando che la data del delitto degli Scopeti era sbagliata, e che pertanto Pacciani era innocente. Di cui vi ho già parlato in precedenza. Ma veniamo a Baccaiano. Lo dico con la massima chiarezza: la dinamica esatta dei fatti di Baccaiano non si saprà mai. A meno che l'autore non confessi, ammesso che sia vivo ancora. È tutto un mistero : dalla scelta del luogo a quello che è accaduto. Già ai processi esistevano almeno tre versioni diverse dei fatti, a cui ora se ne aggiungono altre. Il fatto è importante perché potrebbe portare elementi fondamentali per capire chi era il maniaco. Comunque la rilettura delle testimonianze di quella sera fatta da Cochi sembra corretta e smentisce ancora una volta Lotti.

Aggiungo questo link ulteriore:
http://www.vice.com/it/read/mostro-di-firenze-teoria-alternativa-776
Qui non ci sono novità ma a metà circa c'è il video dell'incredibile appello che il capo della SAM fece pochi giorno dopo l'ultimo duplice omicidio accertato . È un appello da alcuni definito tragicomico. Io lo trovo interessante sulle opinioni che gli investigatori avevano prima di infilarsi nelle sciocchezze di Pacciani e altri.
« Ultima modifica: Settembre 24, 2016, 17:05:44 pm da mbelt »
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Re:Omicidi, seriali e no
« Risposta #131 il: Settembre 24, 2016, 20:26:14 pm »
Ancora un link che apre un capitolo che non mi era mai capitato di ascoltare, e vedere, e rimango basito:
https://www.youtube.com/watch?v=EjhuHylkPfE

Siamo al processo di primo grado a Vanni e Lotti, basato sulle accuse ed autoaccuse del Lotti. Qui vi è la testimonianza di un certo Calamosca che dice che Vinci Francesco gli raccontò come si erano svolti i fatti del delitto del 1968, che la pistola era la sua. Questo Calamosca subì un processo per la detenzione di questa beretta. Ora il fatto è che si intuisce dalla risposte che da' che questo Calamosca sappia diverse cose interessanti sul delitto del 1968 e sulla Beretta, ma osservate bene come quando fra perdite di pazienza sembra disposto a raccontare qualcosa il presidente lo congeda interrompendo le domande del difensore di Vanni (Filastò) in un modo che a me sembra veramente immotivato.
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Re:Omicidi, seriali e no
« Risposta #132 il: Settembre 29, 2016, 12:00:00 pm »
Ancora un link che apre un capitolo che non mi era mai capitato di ascoltare, e vedere, e rimango basito:
https://www.youtube.com/watch?v=EjhuHylkPfE

Siamo al processo di primo grado a Vanni e Lotti, basato sulle accuse ed autoaccuse del Lotti. Qui vi è la testimonianza di un certo Calamosca che dice che Vinci Francesco gli raccontò come si erano svolti i fatti del delitto del 1968, che la pistola era la sua. Questo Calamosca subì un processo per la detenzione di questa beretta. Ora il fatto è che si intuisce dalla risposte che da' che questo Calamosca sappia diverse cose interessanti sul delitto del 1968 e sulla Beretta, ma osservate bene come quando fra perdite di pazienza sembra disposto a raccontare qualcosa il presidente lo congeda interrompendo le domande del difensore di Vanni (Filastò) in un modo che a me sembra veramente immotivato.

calamosca caduto in un burrone....

http://firenze.repubblica.it/cronaca/2014/07/23/news/morto_in_un_incidente_giovanni_calamosca_tra_gli_indagati_nel_caso_del_mostro_di_firenze-92230769/


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Re:Omicidi, seriali e no
« Risposta #134 il: Ottobre 05, 2016, 12:46:34 pm »
Ancora un link che apre un capitolo che non mi era mai capitato di ascoltare, e vedere, e rimango basito:
https://www.youtube.com/watch?v=EjhuHylkPfE

Siamo al processo di primo grado a Vanni e Lotti, basato sulle accuse ed autoaccuse del Lotti. Qui vi è la testimonianza di un certo Calamosca che dice che Vinci Francesco gli raccontò come si erano svolti i fatti del delitto del 1968, che la pistola era la sua. Questo Calamosca subì un processo per la detenzione di questa beretta. Ora il fatto è che si intuisce dalla risposte che da' che questo Calamosca sappia diverse cose interessanti sul delitto del 1968 e sulla Beretta, ma osservate bene come quando fra perdite di pazienza sembra disposto a raccontare qualcosa il presidente lo congeda interrompendo le domande del difensore di Vanni (Filastò) in un modo che a me sembra veramente immotivato.

calamosca caduto in un burrone....

http://firenze.repubblica.it/cronaca/2014/07/23/news/morto_in_un_incidente_giovanni_calamosca_tra_gli_indagati_nel_caso_del_mostro_di_firenze-92230769/
Questo Claamosca era il punto di riferimento degli autori sardi dei sequestri di persona in Toscana.
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