Oggi ho fatto una scoperta: ho scoperto un altro tassello di verità nascosta sui delitti del mostro di Firenze.
Oggi ho fatto una telefonata a chi conosce il caso a menadito per chiedere di una informazione che avevo saputo, che non era mai stata raccontata, e che mi sembrava grossa ed importante, tanto da ipotizzare che non fosse vera. Invece oggi ho saputo che è vero e che quanto sto per raccontare è veramente accaduto.
Nel 1984 il delitto Rontini Stefanacci a Vicchio. Un delitto fatto in un luogo non troppo protetto alla vista dalla strada principale trafficata come altro, fatto al buio ma piuttosto presto (ci fu un agricoltore su un trattore che sentì gli spari....). Un delitto che ricorda per pianificazione meno accurata quello del 1982 di Montespertoli (Baccaiano).
Qui le cose per il maniaco vanno tutte bene: riesce a fare tutto quello che vuole delle sue vittime. Riesce anche a pulirsi del sangue sulle rive del torrente vicino (curiosità; tutti i luoghi dei delitti sono a pochi metri da un corso d'acqua, che si presume servisse al maniaco per pulirsi almeno un po': nel caso del 1984 è certo perché furono trovate macchie di sangue delle vittime su alcuni sassi sulla riva). La domanda è: perché questo assassino organizzato in ben due occasioni prende dei rischi di essere visto e scoperto? Di lasciare testimoni? Sul 1982 non sappiamo, è tutta una vicenda complessa e misteriosa che sicuramente nasconde qualcosa di importante che purtroppo non è mai stato individuato. Ma sul 1984 gli inquirenti mai lo dissero alla pubblica opinione ma scoprirono perché era stato scelto un luogo così pericoloso per lui. Perché....colpo di scena....mai era stato raccontato da alcuno....era a poche decine di metri dalla tenuta che circondava la villa di Pierluigi Vigna! Allora uno dei tre pm che indagava sul mostro. Talmente vicino che da una terrazza della villa si vede una parte della piazzola su cui furono ammazzati i due fidanzatini.
Nel 1984 gli inquirenti pensarono ad una coincidenza pura. Ma così non era, e lo scoprirono definitivamente nel 1985. In quell'anno vi fu l'ultimo delitto certo del mostro quello di Scopeti. Come sapete il maniaco quella notte affrontò un lunghissimo viaggio in auto (oltre trenta minuti) per imbucare nella cassetta delle lettere a trecento metri dalla casa di Silvia della Monica una lettera indirizzata alla stessa Della Monica presso l'ufficio della Procura della Repubblica. E poiché gli inquirenti avevano un dubbio se la cassetta in cui era stata imbucata la lettera fosse quella vicina a casa del pm, oppure un'altra più lontana, il maniaco in persona dopo pochi giorni tolse ogni dubbio, lasciando uno dei suoi proiettili sotto la cassetta delle lettere vicino a casa Della Monica. Come sapete, perché io lo ho raccontato, in quanto non pubblico, anche se non segreto, il sabato successivo arrivò a casa del magistrato (il cui telefono fu messo sotto controllo) una telefonata dal sapore chiaramente intimidatorio lunga ben sei minuti e che fu registrata (ma non si potè accertare da dove provenisse). Questa telefonata, unita alla lettera, e al fatto che il maniaco avesse fatto sapere di aver non casualmente imbucato la lettera vicino alla casa del magistrato donna che indagava sui delitti, spaventò moltissimo il magistrato che lascierà l'inchiesta e dopo poco anche la magistratura. A quel punto fu tutto tristemente chiaro: nel 1984 il maniaco non si trovò a colpire casualmente a pochi metri dalla casa di Vigna. Aveva scelto quel luogo pericoloso per lui perché voleva far capire che lui sapeva dove abitava Vigna a lo sfidava apertamente. Poiché la sua sfida non fu compresa l'anno dopo fece in modo che non ci potessero essere equivoci sulla sua vicinanza alle indagini.
Quindi noi sappiamo qualcosa di più sul 1984. Scelse il luogo non le vittime. Probabilmente passò a pedinare le vittime perché le aveva viste sostare nel luogo del duplice omicidio (vi ricordate la tremenda testimonianza di quel barista che vide a poche ore del delitto che i due erano seguiti da una persona che si comportava in modo a dir poco sospetto).
Così andarono le cose.