personalmente trovo quel quadrante ancora molto audace e originale
Penso che Marco si riferisse al lavoro di Roth in genere proprio al netto del Papillon.
Io penso che sul piano estetico Daniel abbia invece fatto alcune delle cose più audaci e originali degli anni 80 e 90, chiaramente oggi forse appaiono molto più convenzionali di allora ma come sempre ogni cosa va valutata nel suo tempo.
Ciò che caratterizza il suo lavoro e lo differenzia da quello di altri innovatori della sua epoca (come per esempio Calabrese) comunque, è il senso della misura, mai eccessivo in nessuna delle sue scelte, e quella rara capacità di saper coniugare elementi della tradizione con più o meno piccole "innovazioni". In modo da rendere, credo come nessun altro di quel periodo, orologi originali sebbene ben ancorati alla tradizione di una certa orologeria di stampo britannico, quindi mai sopra le righe e per questo capaci di non "stancare" o "invecchiare precocemente".
Al di là della sua cassa, certamente ancor oggi assai "audace", mi vengono in mente per esempio le triplici sfere dei secondi con relativa particolare affissione, come fatto sui tourbillon prima Breguet e poi a marchio proprio, oppure la scelta di spezzare il quadrante per mettere in evidenza lo stesso tourbillon quando i pochi che lo facevano lo relegavano in un piccolo decoupage sul quadrante.
Ancora le anse dritte sui primi Breguet divenute elemento caratterizzante di quella marca al pari del tipico guillochage e della tipica cassa scanalata sulla carrure (questi ripresi dalla tradizione dei tasca Breguet), scelta perfetta per lo stile di quegli orologi.
O ancora la variegata e maniacale decorazione dei quadranti, minuziosa nello studio di ogni particolare che risulta al posto giusto nella giusta misura.
Insomma, non parliamo di un'audacia "di rottura", come poteva essere quella di Calabrese o come è stata in tempi più recenti quella di alcuni indipendenti, ma di un'audacia più misurata, rigorosa e attenta a non violare certi equilibri e certi stilemi.
E già lo stesso confrontarsi con un mostro sacro come Breguet e riuscire a trasferire in orologi da polso buona parte dell'armonia e dell'eleganza degli orologi da tasca a cui erano ispirati, con risultati encomiabili ed in alcuni casi straordinari (come per esempio il 3130), se non era audacia questa...