Alcuni angoli uscenti sul ponte del bilanciere sembrano più pronunciati, altri in altre parti sembrano più stondati. Anche gli angoli entranti, almeno dalla foto che non è nitidissima e non permette di avere certezze, in alcuni punti sembrano più definiti di altri. Pure la profondità del bisello, che definisce l'omogeneita delle linee di separazione tra suerfici piane e superfici inclinate, non é uniforme e tradisce chiaramente una lavorazione di tipo artigianale (le moderne macchine cnc sono in grado di assicurare in tal senso risultati nettamente migliori senza impiego di alcuna mano umana).
La lucidatura dei biselli sembra invece impeccabile, a specchio e senza striature, segno che almeno in questa lavorazione non è stato lesinato impegno e olio di gomito.
Sicuramente non è lavorato con la maniacalitá di un Dufour o Voutilainen, non ambisce all'eccellenza del punzone di Ginevra di una volta (quando il punzone era una cosa seria) che infatti non porta impresso sui ponti, ed é un compromesso tra lavirazioni del massimo imoegno e altre un po' piú sbrigative; ma come ha ben detto Ermanno (della cui osservazione mi fido ciecamente) resta un bell'esempio di lavorazione artigianale (seppur non del massimo livello possibile) ad un prezzo da PMW (oltre che uno dei più bei calibri automatici mai concepiti).
Credo vada poi fatta chiarezza sul concetto di "fatto a mano": tutto, a quel tempo, era fatto "a mano", sebbene con l'ausilio di utensili vari.
Fatto a mano non significa necessariamente perfetto come imperfetto non fignifica necessariamente fatto "a macchina". E che si intende per "macchina"?
Fino agli anni 80/90 tutto il lavoro di molatura dei biselli non veniva fatto "a macchina" ma attraverso utensili vari, poi la successiva lucidatura veniva via via perfezionata per gradi passando dall'utensile elettrico per la sgrossatura allo stecco di bosso per avere progressivamente una lucidatura e un'ampiezza del bisello sempre più uniformi.
Solo in epoche più recenti si sono messi a punto macchinari a controllo numerico di grandissima precisione capaci di fare buona parte di questi lavori in modo del tutto automatizzato (e con una precisione delle linee che nessuna mano umana può ottenere) così che il lavoro puramente artigianale (olio di gomito e stecco) é rimasto confinato alle sole fasi di dettaglio più estreme (che ancora nessuna macchina a controllo numerico é in grado di eseguire).
Ecco che allora se le "ore uomo" impiegate nel realizzare questi lavori sono il metro di misura del pregio di una lavorazione non si può, nel valutarlo, non tenere conto di come si sono evoluti utensili e processi.
Le ore uomo impiegate 30 o 40 anni fa per rifinire un movimento, sebbene con risultati non eccellenti, erano molte di più di quelle necessarie oggi per ottenere risultati analoghi.