Si ma costano troppo sia quelle moderne che quelle d'epoca, e anzi in alcuni casi (come questo e tutti quelli che riguardano orologi prodotti industrialmente) costano
più troppo gli orologi d'epoca che quelli moderni. Se il discorso non quadra, non quadra sia per gli epoca che per i moderni, perché non è che un Patek 2523 ore del mondo da 2,5 milioni
vale (in termini materiali) quei soldi.
Negli orologi d'epoca il
troppo serve a pagare la rarità (vera o presunta), la storicità e l'effetto scia dei prezzi delle copie moderne, nei moderni serve a pagare il marchio, la pubblicità e la possibilità di usare ancora questi oggetti e poterli eventualmente riparare senza troppi sbattimenti. In nessuno dei due casi, e per molti orologi d'epoca molto più che non per i corrispondenti orologi moderni, si può anche solo immaginare una qualche correlazione tra il valore economico e quello materiale dell'oggetto.
Alla fine, ripeto, è una scelta di campo assolutamente legittima e ponderata, tra le suggestioni storiografiche da un lato e il piacere di possedere cose fruibili e meglio realizzate dall'altro.
D'altronde il mondo è pieno di collezioni di orologi da tasca, storicamente più rilevanti di qualunque orologio da polso, che non valgono quasi più nulla, per il semplice fatto che l'orologio da tasca è ormai desueto e inutilizzabile. Come d'altronde il valore di molti orologi d'epoca più che al loro valore storico, materiale o collezionistico, è legato solo al valore del nuovo, alla maggiore rarità e alla prospettiva di rappresentare prima di tutto un buon investimento; tutte cose che con il valore materiale dell'orologio non hanno niente a che vedere.
Io non ci trovo nulla di strano o
censurabile in tutto questo, anche perché il moderno di ieri e di oggi è il vintage di domani.