Il modo stesso in cui il dibattito si é sviluppato, con ciascuno che cita esempi riferiti a specifici ambiti per supportare una o l'altra tesi, dimostra quanto la questione sia complessa e non generalizzabile con un luogo comune.
Bisognerebbe affrontare la questione in modo rigorosamente razionale, definire il concetto di "qualità della vita" e i parametri che lo determinano, misurare quei parametri ieri e oggi e verificare infine se tale grandezza, la qualità della vita, sia maggiore oggi rispetto a ieri o viceversa.
Un po' come il recente dibattito sul PIL che alcuni economisti mettono in discussione quale indicatore della ricchezza di un popolo, giusto per dar forza al discorso di Ermanno sul materialismo.
La componente "materiale" (che non sono solo cose e reddito disponibili, ma per esempio anche tempo libero, salute, accesso all'informazione, all'istruzione e alla mobilità n.d.r.) é comunque rilevante sulla "qualità della vita", comunque si intenda definirla, e credo ci siano pochi dubbi che oggi mediamente da questo punto di vista si sta molto meglio del passato. Si può dire la stessa cosa della componente "immateriale"? Forse no, ma non sono affatto sicuro che nel totale la grandezza misurata "qualità della vita" sia oggi inferiore al passato, per una grande parte della popolazione e delle fasce sociali in cui può essere suddivisa.