Il teatro, inteso quale rappresentazione di un "dramma" (una storia recitata), negli ultimi 100 anni ha subìto la pesante concorrenza del cinema.
Per cui ha dovuto ritagliarsi un profilo di cultura "alta" (come le arti figurative o la musica di genere), con le conseguenze che questo ha significato nel contesto culturale moderno: oggi ci si rifiuta di proporre il "bello", il "reale", l' "eroico"; piuttosto, si gioca furbescamente a contrabbandare come "cultura" ciò che è semplicemente... incomprensibile, frutto di un espressionismo fine a se stesso.
Questa "cultura" supponente sopravvive sui sensi di colpa del pubblico semicolto, che si vergogna a dire - di un'opera "impegnata" - che "non si capisce", "è noiosa", "fa schifo". Un pubblico che si fida passivamente delle recensioni parolaie di critici complici di questo sistema (tutti forse no, ma molti sì).
Morale? Tutto il teatro è noioso o fa schifo?
No. "Semplicemente" bisogna evitare come la peste di seguire le recensioni di critici che non si conoscono o che hanno già rivelato di non saper dare suggerimenti validi.
Se si vuole seguire il teatro moderno, bisognerebbe incontrare appassionati di cui ci si fida (come per gli orologi!).
Altrimenti si va sul sicuro col dramma classico o col melodramma, che hanno espresso opere d'arte insuperate da qualsiasi film.
Anche se, per apprezzare a pieno opere di questo tipo, bisognerebbe studiarle prima di andare a vedere la rappresentazione...
Oppure, se si cerca semplicemente lo svago, esistono commedie esilaranti (anche qui, con le "classiche" si va sul sicuro) e le esibizioni di cabaret (o simili) di artisti validissimi.