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Orologio "da teatro"

ALAN FORD

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Re:Orologio "da teatro"
« Risposta #90 il: Novembre 24, 2015, 16:55:12 pm »
A me il teatro leggero tipo Rugantino per capirci piace.
Al Sistina almeno tre o quattro volte l'anno ci vado jeans giacca e camicia, il Nautilus può andare?

mbelt

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Re:Orologio "da teatro"
« Risposta #91 il: Novembre 24, 2015, 17:06:50 pm »
Pochi sanno che in termini percentuali alla fine degli anni 70 un terzo delle persone del 1950 andava ancora a teatro. Io forse una sola volta mi sono annoiato al teatro. Amo molto il rapporto diretto con gli attori. Il teatro negli anni ha subito la concorrenza con il cinema, e ne è uscito male. E anche della televisione. Ad esempio, già negli anni 50 il genere più frequentato era quello della "rivista" , di intrattenimento leggero, e meno pregiato del "cabaret". Da qui poi il successo dei varietà televisivi degli anni 70. Poi , accanto al teatro d'Opera, il teatro d'Autore e sperimentale dalla seconda metà degli anni 60. E poi il cabaret da cui ad un certo punto cinema e televisione hanno ripreso i comici. E gli esempi sarebbero numerosi.
Contro ogni talebanismo, ora e sempre

ciaca

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Re:Orologio "da teatro"
« Risposta #92 il: Novembre 24, 2015, 17:06:51 pm »
per il buon Lando Fiorini vedo più appropriato un rude Panerai :D
"A megghiu parola è chidda ca un si dici"

gidi_34

Re:Orologio "da teatro"
« Risposta #93 il: Novembre 24, 2015, 17:09:37 pm »
non mi parlate di Teatro che lavoro tutti i giorni con attori e associazioni culturali e fondazioni...ne ho pieni gli zebedei di sti personaggi ahahahhaha

ciaca

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Re:Orologio "da teatro"
« Risposta #94 il: Novembre 24, 2015, 17:25:08 pm »
io ancora ricordo il "Re Lear", opera già di per se discretamente pesante, interpretato da Michele Placido in un modo talmente "teatrale" (nel senso degenere del termine) che se non crollavo in un sonno profondo era solo per la curiosità di vedere a che livelli canini potesse ancora arrivare l'interpretazione, divenuta grottescamente comica :)
Con l'Otello (non ricordo l'interprete) non ho avuto medesima sorte, mi è toccato puntellarmi la testa per tre ore onde evitare di svenire sulla spalla del vicino.
Ricordo anche una Medea altrettanto soporifera, nonostante la meravigliosa Mariangela Melato (che sul grande schermo era decisamente altra cosa).
In tutti e tre i casi non ricordo quale orologio avessi, ma sono sicuro che non era luminescente (altrimenti avrei trovato il modo di distrarmi senza svenire).
"A megghiu parola è chidda ca un si dici"

ALAN FORD

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Re:Orologio "da teatro"
« Risposta #95 il: Novembre 24, 2015, 17:30:44 pm »
io ancora ricordo il "Re Lear", opera già di per se discretamente pesante, interpretato da Michele Placido in un modo talmente "teatrale" (nel senso degenere del termine) che se non crollavo in un sonno profondo era solo per la curiosità di vedere a che livelli canini potesse ancora arrivare l'interpretazione, divenuta grottescamente comica :)
Con l'Otello (non ricordo l'interprete) non ho avuto medesima sorte, mi è toccato puntellarmi la testa per tre ore onde evitare di svenire sulla spalla del vicino.
Ricordo anche una Medea altrettanto soporifera, nonostante la meravigliosa Mariangela Melato (che sul grande schermo era decisamente altra cosa).
In tutti e tre i casi non ricordo quale orologio avessi, ma sono sicuro che non era luminescente (altrimenti avrei trovato il modo di distrarmi senza svenire).

Va beh...capita.
Io ricordo una volta che mia moglie mi trascinò a vedere un Cirano in un teatro da quattro soldi con attori da quattro soldi per beneficenza.
Dopo un tempo lunghissimo pensando che fossimo oramai alla fine guardai l'orologio.
Erano passati venti minuti! :o

Re:Orologio "da teatro"
« Risposta #96 il: Novembre 24, 2015, 17:32:23 pm »
per il buon Lando Fiorini vedo più appropriato un rude Panerai :D


Non sono d'accordo... per il grande Lando Fiorini ci vuole di meglio, io lo vedo con un bel 30CH Longines del '60 in condizioni molto vissute, Lando è uno che ne capisce! ;D :D
Non c'è nulla di nobile nell'essere superiore a qualcun'altro.
La vera nobiltà è essere superiore a chi eravamo ieri.
-Samuel Johnson-

Re:Orologio "da teatro"
« Risposta #97 il: Novembre 24, 2015, 17:38:10 pm »
E comunque mi avete fatto venire una gran voglia di teatro, appena riesco porto la mia signora.
Cenerentola, Pinocchio o Cappuccetto Rosso in chiave moderna con le bambine direi che può andare bene.
Orologio? Andersen C.C. o A.P. Quantieme oro giallo (o quello che mi va al momento).
.... 'na sciccheria! :D
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-Samuel Johnson-

ciaca

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Re:Orologio "da teatro"
« Risposta #98 il: Novembre 24, 2015, 17:40:05 pm »
Citazione
Dopo un tempo lunghissimo pensando che fossimo oramai alla fine guardai l'orologio.
Erano passati venti minuti!

che spiega il motivo per il quale un orologio "da teatro" non deve avere sfere e indici luminescenti :D
"A megghiu parola è chidda ca un si dici"

Istaro

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Re:Orologio "da teatro"
« Risposta #99 il: Novembre 24, 2015, 19:49:21 pm »
Io forse una sola volta mi sono annoiato al teatro. Amo molto il rapporto diretto con gli attori.

Io ricordo una volta che mia moglie mi trascinò a vedere un Cirano in un teatro da quattro soldi con attori da quattro soldi per beneficenza.
Dopo un tempo lunghissimo pensando che fossimo oramai alla fine guardai l'orologio.
Erano passati venti minuti! :o

Nel teatro di prosa, molto più che nel cinema, è fondamentale l'interpretazione degli attori.
Una compagnia di grandi attori che sappiano dominare il palcoscenico (se sono al servizio di una grande storia, ovviamente...) regala emozioni non replicabili in altri contesti.

Sono bellissime anche le emozioni del melodramma, se ben preparate e nel contesto giusto...

"Ben preparate" perché bisogna essersi letti il libretto in precedenza, altrimenti si fa fatica a comprendere i versi cantati.
Se invece si sa già cosa sta cantando il soprano (tenore), ci si può concentrare sulla ricchezza della musica e sulle sfumature della voce (se l'orchestra è valida e i cantanti meritano, ovviamente...).
Sarebbe importante, inoltre, conoscere il contesto storico in cui un soggetto è stato pensato e rappresentato, il significato che l'autore voleva assegnargli. Nell'Ottocento il melodramma era l'espressione artistica per eccellenza, era rappresentazione di popolo, aveva simbolismi psicologici e sociali, lanciava messaggi politici: conoscere questi aspetti aiuta a comprendere e assaporare meglio un'opera.

Le emozioni del melodramma, inoltre, sono speciali nel "contesto giusto": la Scala di Milano, l'Opera di Roma, il San Carlo di Napoli, il Regio di Parma... ma anche tanti deliziosi teatri di provincia.

Ci si prepara per tempo, per vivere una serata rilassati.
Si indossa un bel vestito, la signora si può mettere "in tiro" (alle donne piacciono molto queste occasioni...).

Si sceglie... l'orologio (quando parlavo di orologio "da teatro" mi riferivo a queste specifiche occasioni): Breguet, senza dubbio; o anche Vacheron Malte, Blancpain Villeret, Journe, Voutilainen, Daniels...
Oppure un tasca, perché no, se è inverno e si vuole indossare il gilet.
O ancora... uno dei "teatrali" meno costosi che mi avete consigliato!  :P 

Si arriva in anticipo, ci si accomoda nel foyer, si scambiano due chiacchiere con gli amici che ci hanno accompagnati.

Si gusta lo spettacolo (sperabilmente ben interpretato) e quindi si passa... al dopo-teatro! (Lì ci si può lasciare andare un po'...  ;) )
"Non esistono venti favorevoli per il marinaio che non sa dove andare" (Seneca)

guagua72

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Re:Orologio "da teatro"
« Risposta #100 il: Novembre 25, 2015, 06:42:01 am »
Io, come Alessandrino, sono da Sistina. I miei da Modena mi portarono a Roma per vedere diverse commedie musicali di Garinei e Giovannini.
Ricordo anche un Aggiungi un Posto a Tavola, Alleluia brava gente. Poi Rinaldo in campo.
Ricordo a Bologna Gino Bramieri e un giovane Gianfranco Iannuzzo. Mai dormito in quei casi. Ricordo anche Gigi Proietti, recentemente un Montesano al Sistina e una famiglia Addams a Bologna. Sono "nazionalpopolare", sono un grande e bonaccione italiota poco acculturato che va a teatro a urlare "bravo". L'orologio non serve in questo caso, però io lo porto sempre.......Il primo vero orologio che mi accattarono fu un Rolex e quindi devo averlo portato con me anche in qualche teatro....teatro leggero si intende.
Io il Foyer se non c'e' un buffet non lo frequento. Spesso vado al teatro Comunale a Modena, ma in quel caso, atteniamoci all'etichetta: orologio sottile, in oro, no luminescenza. Io credo che un'altro orologio d aTeatro perfetto sia Il Misterioso VC-Le Coultre.