Ció detto, anch'io vedo nel concetto di chiusura del Nautilus - elemento insieme sostanziale ed esteticamente caratterizzante - qualcosa di maggiormente identificativo e rappresentativo del genio di Genta, pur piacendomi infinitamente di più l'estetica (a mio parere impossibile da migliorare) del 5402.
Perchè Alessandro, le viti passanti con controviti sulla lunetta sono forse meno identificative e rappresentative?
Non ho detto questo, tant'è che non riesco a slegare il mio giudizio estetico sul RO (che è di gran lunga il mio preferito della quaterna) dall'essenza innovativa del sistema di realizzazione della cassa e di serraggio della lunetta.
Eppure, e qui ne faccio un discorso meramente stilistico, il sistema di chiusura del Nautilus è così "nuovo" ed anticonvenzionale che, addirittura, ne influenza la forma ben di più di quanto non succeda nel RO.
Questa nozione di "funzione che sovrintende e crea la forma" è un'idea che mi affascina tremendamente e che rivedo nel Nautilus in maniera dirompente.
Se l'identificazione e la rappresentazione di una mente geniale sta nell'unicità delle soluzioni concepite ancor di più dovremmo allora guardare al 222 il cui principio di serraggio della cassa è unico e non replicato in altri modelli da egli concepiti.
Il punto è riconoscere quanto di quell'idea squisitamente costruttiva viene poi attribuito e riversato nel disegno dell'oggetto, che rende visibile e insieme formale e sostanziale la genialità del maestro Genta, in questo caso.
Il 222 non riesce a farlo come, invece, succede nel PP e nell'AP, primo della serie.