Per fortuna qualche tempo fa avevo scritto questo commento altrove e, ora che mi annoio a scrivere, ve lo incollo chè tanto le cose non mi sembra siano cambiate. Anzi.
La cosa più triste è che la gente si beve allegramente la cazzata dell’evasione fiscale come causa del dissesto economico dello Stato.
Non si rende conto che quello del mancato gettito a causa dell'evasione è un numero buttato lì da gentaglia incapace e corrotta, tanto per addossare a terzi disonesti la causa del disastro.
Tanto si tratta di un numero indimostrabile (visto che l'evasione è ciò che non è dichiarato, quindi stimato ma sconosciuto), buono per giustificare qualsiasi mancanza.
Nella Germania degli anni '20 si accusavano gli ebrei di avere messo in ginocchio l’economia, nel medioevo le streghe, oggi gli evasori, "'chè se non evadessero loro non dovrei pagargliele io, le tasse!".
In realtà basta saper leggere i numeri reali, che dicono che lo Stato incassa poco meno della Francia o dell’Inghilterra (a fronte di una economia che rispetto a quelle è ben più ridotta) o della Germania.
E questo dimostra che il contribuente italiano, pur con una pressione fiscale che nella storia è stata superata solo da quella che costrinse Robin Hood a prendere arco e frecce contro lo Sceriffo di Nottingham, è mediamente diligente.
Oppure possiamo fare la prova del nove, ovvero sommare il presunto sommerso al PIL, così da scoprire che se tale evasione fosse vera, vorrebbe dire che la nostra economia reale è ai livelli della Germania!
Sarà che, invece dell'evasione fiscale così cara al popolino invidioso e livoroso, ansioso di trovare un capro espiatorio negli "evasori" per appagare la propria frustrazione, non abbiano ragione tutti gli organismi internazionali (WEF, WTO, FMI, Transparency International e così via) che, nell’analisi delle cause del dissesto italiano, non parlano mai dell’evasione fiscale come della causa, bensì fanno chiaro riferimento al peso della burocrazia, al costo della politica autoreferenziale ed incapace peggio di una dittatura militare del terzo mondo, alla corruzione dilagante, ad una pubblica amministrazione fatta di inetti e scansafatiche (abbiamo più dipendenti pubblici degli USA), ad un sistema giudiziario incapace e marcio (il più costosa d’Europa, e lunedì ho avuto un'udienza per risarcimento danni di un incidente in moto del 2006!).
Forse che tutti questi, che i numeri li sanno ben leggere, e che non hanno bisogno di assecondare la plebaglia ignorante e forcaiola per ottenerne i voti, non si sono accorti che il problema italiano è l’evasione fiscale?
Oppure la verità è che non abbiamo nessun problema di evasione fiscale, essendo questa una quota fisiologica ed allineata in tutti gli altri stati occidentali, che i Governi considerano preventivamente a bilancio esattamente come un'impresa riserva un fondo per la svalutazione dei crediti?
Vogliamo magari parlare degli imprenditori costretti a fare nero per pagare le tasse? O quelli che devono farsi una finanziaria sennò a fine anno non riescono a pagare l'IRPEF?
Certo, in Italia abbiamo migliaia di evasori fiscali totali. Peccato che però abbiamo decine di migliaia di aziende che, pur non guadagnando un euro, dichiarano bilanci in attivo (e dunque pagano tasse non dovute), per non vedersi arrivare la finanza dato che se per tre anni presenti bilanci in passivo - cosa questi tempi normalissima - la finanza ti considera, per legge, società di comodo.
E' allora davvero "socialmente accettabile un provvedimento di deportazione in massa dei siciliani adducendo che se in Sicilia non ci fosse la mafia non sarebbe necessaria la stortura della deportazione"?
E che dire dell’IRAP (unico Paese al mondo che ha una tassa sulla struttura aziendale anzichè sul reddito… e che paghi pure se sei in passivo o in start-up)?
Oppure della indeducibilità (se non per quote ridicole e fuori dal mondo) di automobili, telefonia, spese di rappresentanza, contravvenzioni e pranzi di lavoro, laddove in tutti gli altri paesi europei sono interamente deducibili?
Ovvero spese che portano il bilancio civilistico - poniamo - ad un risultato di 100 (ovvero quello che tu hai guadagnato veramente), ed il bilancio fiscale a 150 (ovvero quello su cui tu paghi le tasse perchè è il minimo consentito dagli studi di settore).
Con il risultato che dei tuoi 100, pagate le tasse, non te ne rimangono 57 (come ti raccontano, e che già sarebbe un impatto fiscale tra i più alti la mondo), ma te ne rimangono 32.5 (ovvero devi pagare il 45% sui 150 che sei costretto a dichiarare, non sui 100 che guadagni), ed ecco perchè gl'imprenditori dicono che la pressione fiscale in italia è del 67%, non del 45!
E se, alla fine, con quei 32.5 che ti sono rimasti, vuoi realizzare il sogno di una vita e comprarti una 911 di terza mano, ecco che allora scatta il redditometro, perchè “secondo loro”, per poterti permettere "IL Porsche" non dovevi averne guadagnati 32.5 ma 325, così scatta l’accertamento induttivo che ti affibbia una presunta evasione fiscale di centinaia di migliaia di euro (svariate volte il tuo guadagno reale).
Ed ovviamente la plebaglia forcaiola ed ignorante, che appena può chiede al negoziante di non emettere lo scontrino per avere uno sconto e che per uno sconto maggiore si venderebbe pure la mamma, festeggerà esultante perchè le forze dell’ordine hanno scovato un altro evasore.
SIAMO SENZA SPERANZA