Orologico Forum 3.0

per un primo orologio

gidi_34

Re:per un primo orologio
« Risposta #30 il: Dicembre 16, 2015, 11:35:48 am »
Errol, costa l'ira di Dio!

Ed è un 46!!!

o.O

non immaginavo!

Re:per un primo orologio
« Risposta #31 il: Dicembre 16, 2015, 12:16:30 pm »
questa cosa fa riflettere e pure molto...so per certo che il signor albertof sia ignorante in materia di orologi (o sia un troll che si sta divertendo), ma so anche per certo che sa benissimo che rolex, panerai e d omega costano tanto...e magari non sa cosa sia breguet e lange...nemmeno per sentito nominare.
Bhe per quanto possa valere la mia parola non sono un troll , semplicemente non avevo mai sentito nominare quella marca a differenza di quelle da te nominate , di orologi so il monimo indispensabile

Re:per un primo orologio
« Risposta #32 il: Dicembre 16, 2015, 12:20:43 pm »
Detto ciò vi chiederei in aggiunta (visto che non ho trovato altri modelli che mi interessino) se l'hamilton jazzmaster openheart sia un buon acquisto e per quanto visto che in un gioielleria l'ho trovato a 725 (sempre ben accetti consigli su altri orologi che rientrino nel budget ovviamente)

Errol

  • *****
  • 3667
    • Mostra profilo
Re:per un primo orologio
« Risposta #33 il: Dicembre 16, 2015, 12:27:46 pm »
Errol, costa l'ira di Dio!

Ed è un 46!!!

o.O

non immaginavo!

infatti come ho scritto prima, la foto è della versione limitata che costava mi sembra il triplo della versione standard che, mi ripeto, mi piace comunque, un po meno ma mi piace
        

ALAN FORD

  • *****
  • 8020
  • Su Orologico dal 2004!
    • Mostra profilo
    • E-mail
Re:per un primo orologio
« Risposta #34 il: Dicembre 16, 2015, 12:32:45 pm »
Con gli Oris Sportsman dovresti esserci dentro.


gidi_34

Re:per un primo orologio
« Risposta #35 il: Dicembre 16, 2015, 12:57:03 pm »
bello granitico sto oris, tra l'altro in vendita anche qui a Bari...strano...qui vendono solo 3 referenze ahahhahah

ciaca

  • *****
  • 13194
    • Mostra profilo
    • E-mail
Re:per un primo orologio
« Risposta #36 il: Dicembre 16, 2015, 12:58:56 pm »
Perché stupirsi del fatto che chi di orologi non si interessa conosca solo Omega, Panerai e Rolex?!
Conosce cioè i marchi propriamente detti, quelli che hanno "tutti" e "tutti" conoscono. Mica é una novità :)
"A megghiu parola è chidda ca un si dici"

gidi_34

Re:per un primo orologio
« Risposta #37 il: Dicembre 16, 2015, 13:10:30 pm »
si non è una novità in effetti...è che spesso mi stupisco dell'acqua calda...mi sto rincoglio...do?

:D

Istaro

  • *****
  • 3658
    • Mostra profilo
Re:per un primo orologio
« Risposta #38 il: Dicembre 16, 2015, 15:23:30 pm »
Non so a quali altri orologi ti riferisca ma probabilmente hanno casse, quadranti, cinturini e chiusure meno pregiati. Nessuno regala niente.
bhe a quanto ho letto in questo forum in un post (ma non ho assolutamente la certezza che sia vero) alcuni hamilton sono fabbricati in cina (movimenti a parte )

Sulle componenti “cinesi”, bisogna tener presente che non sono necessariamente sinonimo di scarsa qualità, anche perché ne troviamo in quasi tutti gli orologi “svizzeri”…

In effetti, la normativa che regola il “Swiss made” prescrive che si può definire “svizzero” l’orologio che incassa un movimento in cui almeno il 50% del valore dei componenti sia di fabbricazione svizzera e che poi in Svizzera sia stato assemblato e controllato (su https://www.admin.ch/opc/it/classified-compilation/19710361/index.html#a1a la normativa in vigore, che dovrebbe diventare a breve più restrittiva e portare la soglia minima di componenti svizzere al 60%).

Questo significa che una percentuale rilevante di componentistica può venire – e spesso viene - dall’estero, in particolare dall’Estremo Oriente (non solo Cina), anche se le maisons  sono molto “riservate” al riguardo. Si tratta in ogni caso di componenti progettate in patria e prodotte secondo disciplinari abbastanza rigidi, per cui non si possono definire “cinesate” (del resto, anche gli iPhone sono fabbricati in Cina…).

Eta, nei suoi movimenti di grado standard, utilizza almeno il 60% Swiss Made; per alcuni movimenti utilizza pezzi prodotti in Malesia.

Per restare ad Hamilton, produce in Cina anche le casse (non sappiamo se di molti o di tutti i modelli), ma non sembra che siano più “scadenti” di altre della stessa fascia di prezzo. Hamilton resta una discreta marca, diciamo quella di "ingresso" nell'orologeria meccanica di qualità.

Esistono poi le "cinesate", ma sono altra cosa.
"Non esistono venti favorevoli per il marinaio che non sa dove andare" (Seneca)

gidi_34

Re:per un primo orologio
« Risposta #39 il: Dicembre 16, 2015, 15:24:49 pm »
quoto ogni singola virgola

GEKKO

  • *****
  • 1585
    • Mostra profilo
    • E-mail
Re:per un primo orologio
« Risposta #40 il: Dicembre 16, 2015, 15:31:38 pm »
Quoto anche io e aggiungo che la puzza di razzismo che si avverte da certe dichiarazioni é veramente nauseabonda.

gidi_34

Re:per un primo orologio
« Risposta #41 il: Dicembre 16, 2015, 15:36:02 pm »
razzismo verso la cina? forse vogliono solo dire che maison che si fanno pagare fior di euro i loro prodotti poi sono le prime che per massimizzare vanno in cina a pagare meno i lavoratori ;)

ALAN FORD

  • *****
  • 8020
  • Su Orologico dal 2004!
    • Mostra profilo
    • E-mail
Re:per un primo orologio
« Risposta #42 il: Dicembre 16, 2015, 15:36:16 pm »
Sembra che nessuno voglia rassegnarsi al fatto che industrialmente la Cina è una grande realtà.
Le cose fatte a pene di segugio ci sono anche fatte in Italia o in Svizzera come in Cina basta saperle distinguere.

gidi_34

Re:per un primo orologio
« Risposta #43 il: Dicembre 16, 2015, 15:43:37 pm »
concordo e aggiungo...in campo fotografico parecchie lenti vengono fatte in cina...solo le top di gamma vengono fatte in giappone ma forse solo per mantenere determinate maestranze e know how all'interno della fabbrica

ciaca

  • *****
  • 13194
    • Mostra profilo
    • E-mail
Re:per un primo orologio
« Risposta #44 il: Dicembre 16, 2015, 15:47:51 pm »
Le idee alle quali in molti non vogliono rassegnarsi sono molteplici, come anche i luoghi comuni.
Non ci si rassegna, per esempio, all'idea che quando si comprano oggetti di prezzo x il costo industriale dell'oggetto è solo una frazione di x, tanto più irrisoria quanto più nel prezzo incide il marchio.
Non ci si rassegna all'idea che per avere tali sproporzioni tra prezzo e costo, tanto più quanto il prezzo è alto e la componente di fuffa legata al marchio anche, si ricorre ad economie di ogni tipo, tra le quali anche quelle delle forniture cinesi per varie componenti, se non per l'intero prodotto.
Non ci si rassegna nemmeno all'idea che molta paccottiglia griffata, in molti settori, sia interamente prodotta in Cina o in altri paesi dove il costo della produzione per varie ragioni è irrisorio rispetto ad altri luoghi.
Ne ci si rassegna all'idea che oggi quasi tutto, a livello industriale, è fatto dalle macchine e non dalle mani dell'uomo, e le macchine (a differenza delle competenze artigianali) sono le stesse in Cina come in svizzera come in ogni altra parte del mondo.
Si continua invece ad associare la produzione cinese alla scarsa qualità, il che è vero solo per certo tipo di produzione e non è esclusiva della sola cina, perché se ti vendono un paio di scarpe ad 1 euro sarà una cacata cinese come sarà una cacata italiana la bottiglia di vino a 2 euro in sconto al supermercato.
Oggi è la Cina, ieri il giappone.
Quando sul mercato iniziarono ad arrivare le prime auto e le prime moto giapponesi scatenavano l'ilarità generale, le auto erano più brutte della peste e le moto si rompevano.
Sappiamo poi com'è finita. :)
« Ultima modifica: Dicembre 16, 2015, 15:50:17 pm da ciaca »
"A megghiu parola è chidda ca un si dici"