Orologico Forum 3.0

Swatch e le sue forniture

ciaca

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Swatch e le sue forniture
« il: Dicembre 16, 2015, 16:31:30 pm »
Alla luce di come si è evoluto il sistema delle produzioni conto terzi, ritenete che la mossa di Swatch Group (chiudere l'accesso alle forniture delle proprie aziende agli assemblatori e ai marchi dei gruppi concorrenti) gli abbia dato un qualche vantaggio?
A me, a ben guardare, sembra di no.
Le aziende del gruppo Swatch, oggi, sembrano le meno vitali sia sul piano commerciale che su quello manifatturiero, la concorrenza non sembra avere accusato il colpo potendo godere sia di fornitori alternativi che di proprie manifatture capaci di fare e replicare quanto veniva prima fatto dai vari ETA e compagnia bella, la mossa di Hayek alla luce di quanto si è venuto a delineare negli ultimi anni sembra essere stata tardiva e poco efficace, anzi ha prestato il fianco alla concorrenza che sul concetto di "manifattura" ha potuto fare molto marketing squalificando allo stesso tempo la produzione SG intrappolata nel luogo comune ETA=schifezza.
"A megghiu parola è chidda ca un si dici"

gidi_34

Re:Swatch e le sue forniture
« Risposta #1 il: Dicembre 16, 2015, 16:46:15 pm »
è vero pure che quelli che prima montavano eta ora montano sellita e stiamo peggio di prima, o sbaglio? secondo me chi se l'è presa in quel posto più di tutti è stato il consumatore...ok eta, ma almeno era eta..ora bisogna star attenti anche che al posto dell'eta ci sia un sellita...direte, ok, su orologi di basso costo che ti cambia?

ciaca

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Re:Swatch e le sue forniture
« Risposta #2 il: Dicembre 16, 2015, 16:51:20 pm »
Appunto, se ciò che prima era ETA ora è Sellita, a SG che vantaggio glie ne è arrivato?!
I concorrenti non sono rimasti tagliati fuori, hanno trovato alternative o si sono dotati di proprie manifatture, quindi se l'intento era quello di fare una certa selezione e tagliare fuori dal mercato certo tipo di concorrenza, a me pare che l'obbiettivo sia stato completamente fallito. IWC monta Sellita come prima montava ETA, non è mica scomparsa dal mercato?! Panerai monta calibri Valfleurier al posto degli Unitas, e sta meglio di prima. E così tanti altri assemblatori che continuano a fare concorrenza alla produzione swatch di fascia più bassa.
E non è certo detto che Sellita, Soprod, Myota, Seagull, ecc ecc facciano cose di qualità inferiore ad ETA.
« Ultima modifica: Dicembre 16, 2015, 16:55:18 pm da ciaca »
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gidi_34

Re:Swatch e le sue forniture
« Risposta #3 il: Dicembre 16, 2015, 16:53:40 pm »
tra l'altro...direi che è stata una mossa alquanto discutibile e fatta in ritardo come hai già detto...tra l'altro quei prodotti che vendevano eta ora vendono sellita e company, ma sappiamo benissimo che li si compra il marchio e  non il calibro

mbelt

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Re:Swatch e le sue forniture
« Risposta #4 il: Dicembre 16, 2015, 17:53:15 pm »
Per capire se Hayek ha guadagnato o perso bisognerebbe saperne di più. Perché , ad esempio, Eta ha perso, ma questo mi sembra l'avessero messo nel conto, come avessero messo nel conto i vari Sellita et similia. Quindi ad una prima valutazione sembrerebbe che le cose non siano andate in favore di Swatch. Ma mi pare che si dovrebbero fare anche altre valutazioni. Credo che Swatch abbia accettato un costo economico per fermare una sorta di cannibalismo, per cui Eta investiva su calibri commerciali, che poi molte case di alta orologeria compravano per smontarli e vantare una loro manifattura inesistente. Questo è stato fatto a lungo, ed erano marche concorrenti di Swatch Group. Per cui Eta ha ridotto il suo giro di affari, ma anche ha potuto investire solo in progetti per il gruppo Swatch, ed è fortemente ridotto questo cannibalismo parassitismo che effettivamente non era un bello spettacolo, e che certamente non faceva più piacere a Swatch, divenuto il suo gruppo concorrente anche delle  maison del lusso di altri gruppi.  Quindi è una scelta che penso abbia delle chiavi di lettura multiple, e dei costi che penso avessero preventivato. Ma dire se alla fine ci hanno guadagnato o perso è difficile. Certo il panorama è mutato.
Contro ogni talebanismo, ora e sempre

gidi_34

Re:Swatch e le sue forniture
« Risposta #5 il: Dicembre 16, 2015, 17:57:21 pm »
io mi sarei aspettato semplicemente un bel paio di eta nuovi di pacca e fatti come si deve...invece no...tutto piatto come prima con i soliti calibri...non possono nemmeno vantare nuovi calibri che altri non hanno o hanno avuto...questo mi lascia perplesso

ciaca

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Re:Swatch e le sue forniture
« Risposta #6 il: Dicembre 16, 2015, 18:10:23 pm »
Infatti io questo cannibalismo di investimenti e ricerca non lo vedo.
ETA distribuiva calibri pensati da 40 anni, su cui Swatch non ha mai investito un solo euro e si é ritrovata in pancia a costo zero, per altro senza che glie l'abbia mai imposto nessuno.

Nivarox e Glucydur non sono mica stati sviluppati coi soldi di Hayek, il cui grande merito é stato solo quello di comprarseli in un periodo in cui pochi credevano nel futuro dell'orologeria meccanica.
Comprarseli, insieme a tutto il resto (ETA, VALJOUX, UNITAS, LEMANIA, FREDERIC PIGUET, praticamente buona parte del patrimonio manifatturiero sopravvissuto alla crisi del quarzo), con un pugno di lenticchie traendone utili smisurati in decenni di sostanziale monopolio e investimenti praticamente nulli (fatta eccezione per l'industrializzazione dello scappamento di Daniels). Bravo, ma nessun furto di proprietà intellettuale é stato perpetrato ai loro danni. Ne hanno beneficiato loro più di ogni altro, in modo anche assai discutibile nella misura in cui hanno approfittato di un sostanziale monopolio disinnescando con acquisizioni mirate i principali competitors e precipitando l'intero settore in una stasi a basso contenuto tecnologico e innovativo, con prodotti economici e dozzinali.

Quelle forniture sono poi finite ai cinesi, che si sono messi a fare le stesse cose con livello qualitativo sempre crescente, al punto che si iniziava a far fatica nel distinguere le produzioni cinesi da quelle svizzere, e al punto che la stessa ETA ad un certo punto ha iniziato a delocalizzare la sua produzione in Cina.

La manovra di Hayek, per sua stessa ammissione in diverse interviste, era rivolta a mettere fuori gioco quegli attori che non sapevano fare e approfittavano delle forniture ETA per fare concorrenza alle aziende del gruppo Swatch, evidentemente sottovalutando sia le capacità produttive dei fornitori alternativi sia le potenzialità in termini di investimenti da parte dei gruppi concorrenti.

La storia degli ultimi anni ha dimostrato sia lo scarso tempismo di quella scelta, direi almeno 10 anni di ritardo in cui però il monopolio delle forniture a SG ha fruttato tanto mentre il panorama dell'orologeria langueva in uno sconfortante piattume, sia quanto inefficace, in tal senso, sia stata la scelta di Hayek anche grazie all'intervento della politica elvetica, che per mezzo dell'antitrust ha imposto a Swatch l'obbligo di assicurare per un certo periodo di salvaguardia le forniture al fine di consentire alle aziende che da ETA dipendevano, di organizzarsi diversamente.

E così é successo, dal 2006 al 2013 le aziende si sono organizzate, e SG é rimasta col cerino in mano, ha chiuso il recinto quando i buoi erano già scappati.
« Ultima modifica: Dicembre 16, 2015, 18:45:21 pm da ciaca »
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gidi_34

Re:Swatch e le sue forniture
« Risposta #7 il: Dicembre 16, 2015, 18:40:57 pm »
Sarebbe stato più semplice per eta sviluppare dei calibri nuovi di pacca da montare solo sui segnatempo del gruppo e lasciare le vecchie basi grezze a tutti gli altri.

ciaca

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Re:Swatch e le sue forniture
« Risposta #8 il: Dicembre 16, 2015, 18:51:02 pm »
Citazione
Sarebbe stato più semplice per eta sviluppare dei calibri nuovi di pacca

più facile a dirsi che a farsi, quando hai trasformato quelle che una volta erano manifatture in catene di assemblaggio automatizzato di cose sempre uguali da mezzo secolo, quando hai campato di rendita per 25 anni assemblando sempre le stesse 4 porcate in croce, quando al posto degli orologiai assumi operatori di sistema e quando acquisisci le manifatture più vitali (come erano Federic Piguet e Nouvelle Lemania negli anni 80) solo per levartele di torno in quanto concorrente svuotandole di competenze. :)
Difficile anche che le eventuali nuove macchine riescano a funzionare meglio delle vecchie e stracollaudate, senza per altro aggiungere alcunchè di nuovo o pregevole.
Un tempo nelle manifatture ci lavoravano i Papi, i Dufour, i Calabrese, i Roth, i Journe e compagnia bella, tutta gente oggi costretta a darsi alla libera professione mentre nelle manifatture ci lavorano omini capaci solo di eseguire una operazione.
L'orologeria la fanno gli orologiai, categoria in via di estinzione che quelli come Hayek pensavano di poter sostituire con cad, robot e assemblatori.
« Ultima modifica: Dicembre 16, 2015, 18:58:51 pm da ciaca »
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mbelt

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Re:Swatch e le sue forniture
« Risposta #9 il: Dicembre 16, 2015, 19:01:49 pm »
È diventato difficile discutere in questo forum. Chi ha scritto di furti intellettuali? Nessuno. Io ho scritto una cosa altra: che questi contratti di fornitura hanno consentito a diverse case di orologerìa senza fare investimenti di spacciarsi per quasi manifatture o addirittura manifatture. Gli investimenti sono dati non solo dalle innovazioni di prodotto, che ci sono state vorrei ricordarlo, ma anche dalle innovazioni di processo, perché è chiaro che divèrso è fornire tot calibri, e fornire tot+ X. Ora non accade più questo fenomeno, ora investono solo per loro. Ed infatti per quanto penso che sia un calibro orrendo il sistem 51 lo montano solo sui loro orologi. Hanno sviluppato calibri in esclusiva per Omega, con il coassiale, perché da lì viene, hanno investito nel silicio, tutto a beneficio loro. Quindi prima di dire che è stata una cosa autolesionisti a cercherei di avere una visione di insieme . Ammesso che anche qui non si risolva tutto in caciarate.
Contro ogni talebanismo, ora e sempre

ciaca

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Re:Swatch e le sue forniture
« Risposta #10 il: Dicembre 16, 2015, 19:20:24 pm »
è dalla nascita dell'orologeria da polso che tutti si spacciano per manifatture, mica solo da quando eta è diventata monopolista.
Patek si spaccia manifattura da un secolo e per un secolo ha usato ebauches di terzi, idem AP e VC. Le manifatture vere e proprie si sono sempre contate sulle dita di una mano, mentre per elencare tutti i marchi che hanno operato nel settore non basterebbe un libro di cento pagine. E' l'industria svizzera che da sempre è fondata su questo modello di forniture conto terzi e per secoli non è mai stato un problema, non si capisce perchè avrebbe dovuto diventralo, improvvisamente, per Hayek che da questo modello ha tratto enormi profitti.
La scelta non ha quindi nulla a che vedere con il fatto che le aziende potessero spacciarsi per manifattura, cosa che hanno sempre fatto tutti (e che per altro continua a fare Omega anche oggi visto che monta calibri ETA o FP) e che è diventato un valore aggiunto di marketing per la concorrenza proprio grazie alla volontà di chiudere i rubunetti da parte di SG, prestando così il fianco ad una differenziazione alla quale fino ad allora quasi nessuno aveva mai prestato attenzione. La "manifattura" è divenuta strumento di marketing e di vanto proprio grazie a questo, per tutti gli anni 90 a nessuno era mai fregato nulla della c.d. "manifattura", men che meno ad Hayek e a Swatch Group.
La scelta era dovuta al fatto che Hayek, come ha sempre fatto, voleva sbarazzarsi in modo un po' "sui generis" di un'ampia pletora di concorrenza nelle fasce di mercato a loro più care, quelle medio-basse, dove una serie di assemblatori (Hublot, IWC, Panerai, solo per citare i più noti e più alti di prezzo) erano riusciti nel tempo a creare marchi che competevano bene togliendo belle fette ai marchi Swatch.
Le cose sono andate diversamente da come preventivato.
« Ultima modifica: Dicembre 16, 2015, 19:28:48 pm da ciaca »
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mbelt

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Re:Swatch e le sue forniture
« Risposta #11 il: Dicembre 16, 2015, 19:53:35 pm »
è dalla nascita dell'orologeria da polso che tutti si spacciano per manifatture, mica solo da quando eta è diventata monopolista.
Patek si spaccia manifattura da un secolo e per un secolo ha usato ebauches di terzi, idem AP e VC. Le manifatture vere e proprie si sono sempre contate sulle dita di una mano, mentre per elencare tutti i marchi che hanno operato nel settore non basterebbe un libro di cento pagine. E' l'industria svizzera che da sempre è fondata su questo modello di forniture conto terzi e per secoli non è mai stato un problema, non si capisce perchè avrebbe dovuto diventralo, improvvisamente, per Hayek che da questo modello ha tratto enormi profitti.
La scelta non ha quindi nulla a che vedere con il fatto che le aziende potessero spacciarsi per manifattura, cosa che hanno sempre fatto tutti (e che per altro continua a fare Omega anche oggi visto che monta calibri ETA o FP) e che è diventato un valore aggiunto di marketing per la concorrenza proprio grazie alla volontà di chiudere i rubunetti da parte di SG, prestando così il fianco ad una differenziazione alla quale fino ad allora quasi nessuno aveva mai prestato attenzione. La "manifattura" è divenuta strumento di marketing e di vanto proprio grazie a questo, per tutti gli anni 90 a nessuno era mai fregato nulla della c.d. "manifattura", men che meno ad Hayek e a Swatch Group.
La scelta era dovuta al fatto che Hayek, come ha sempre fatto, voleva sbarazzarsi in modo un po' "sui generis" di un'ampia pletora di concorrenza nelle fasce di mercato a loro più care, quelle medio-basse, dove una serie di assemblatori (Hublot, IWC, Panerai, solo per citare i più noti e più alti di prezzo) erano riusciti nel tempo a creare marchi che competevano bene togliendo belle fette ai marchi Swatch.
Le cose sono andate diversamente da come preventivato.
Io invece penso che in buna misura siano andate come preventivato. È vero o no che molte case di alta orologerìa hanno sviluppato calibri propri? È vero o no che case cambiavano un ponte ad Eta e si spacciavano per manifatture hanno smesso di farlo, e o hanno sviluppato nuovo calibri o perlomeno sono costrette a dichiarare che montano Eta? Per molti anni le cose non sono andate così, e questo non poteva più andare bene a Swatch Group. Andava bene fino a che Swatch non ha investito nell'orologeria di lusso, fino a che non ha deciso di alzare Omega di livello....fino a quel punto non aveva problemi a fornire calibri ad altri che poi potevano spacciare quello che volevano senza fare investimenti. Quando però queste case sono diventate concorrenti diretti di case di alta orologerìa do gruppo Swatch questo non andava più bene. Ad esempio, ti dice nulla che Eta abbia sviluppato il coassiale per Omega? È una famiglia di calibri in esclusiva? Ti sembra un cambiamento da niente? Non ti pare che molto probabilmente è stata usata una capacità produttiva ed investimenti che prima erano destinati ai clienti esterni dal gruppo? Non hai notato che Rolex ha dovuto persino sviluppate un calibro per Tudor, invece dei soliti Eta? Ti sembra che siano cambiamento da poco? Ti par credibile come sostieni che un gruppo come Swatch non avesse previsto i cloni del suo calibro? Sapevano benissimo che sarebbero nati e che non avrebbero potuto rivendicarne la proprietà. Poi vorrei anche sapere chi c'è dietro a Sellita, perché potrebbero esserci delle soprese, che forse non sarebbero così sorprendenti, o non dovrebbero essere. Quindi certamente era preventivato di avere meno forniture esterne ma per sviluppare prodotti per se senza bisogno di nuova capacità produttiva, e senza bisogno degli investimenti conseguenti. Obbligando anche i concorrenti del segmento più alto ad investire a loro volta, oppure obbligandoli a dichiarare semplicemente di montare ETA, senza più il gioco delle cosiddette personalizzazioni. Non mi sembrano cose di poco conto. Per cui io sarei prudente nel dire che la strategia è fallita, perché a me sembra abbia centrato gli obiettivi più importanti.
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ciaca

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Re:Swatch e le sue forniture
« Risposta #12 il: Dicembre 16, 2015, 20:03:45 pm »
Io però non ho capito di quali obbiettivi parli, fare crescere la capacità produttiva dei concorrenti? dargli la possibilità di far vedere quello che sanno fare? Permettergli di fare della manifattura un vanto e un ulteriore strumento di concorrenza? Aumentarne il potere contrattuale rimuovendo il proprio monopolio? Dare spazio ad altri fornitori fino ad allora rimasti in secondo piano?
Perché se questi erano gli obbiettivi di Hayek, ossia il mecenatismo, allora si, li ha centrati tutti in un colpo solo. :)
Peccato che invece erano altri, che lui stesso dichiarò in più di una intervista, e che invece ha fallito clamorosamente.
Se l'intento era quello di mettere in difficoltà la concorrenza non dotata di capacita manifatturiere proprie, ed era quello che Hayek dichiarava nemmeno troppo tra le righe, ha fallito clamorosamente. Quei concorrenti sono infatti ancora vivi e vegeti sul mercato.
Nel migliore dei casi è stato irrilevante, e dove c'era ETA c'è oggi Sellita senza che se ne curi nessuno o che questo arrecchi alcuno svantaggio ai concorrenti, nel peggiore dei casi è stato deleterio perchè dove c'era ETA ci sono oggi nuovi calibri che i concorrenti possono vantare come propria manifattura facendone invece un vantaggio competitivo rispetto alle aziende del gruppo Swatch (come Longines) che continuano ad utilizzare i tanto vituperati calibri ETA. :)
Che poi tutto questo sia stato un progresso per l'intero settore è certamente vero, ma nell'ottica dello SG mi pare evidente si sia tradotto in un clamoroso boomerang.
« Ultima modifica: Dicembre 16, 2015, 20:12:01 pm da ciaca »
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mbelt

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Re:Swatch e le sue forniture
« Risposta #13 il: Dicembre 16, 2015, 20:10:24 pm »
Swatch non voleva più che altri produttori facessero manifattura con i suoi ETA senza investire in calibri  Ti rendi conto che obbligare i concorrenti ad investire è già un grosso vantaggio? Te ne rendi conto, oppure no?  Lo disse espressamente quando annunciò la decisione, E al tempo stesso voleva che Eta lavorasse per il gruppo. Il primo obiettivo lo ha completamente centrato, il secondo lo ha praticamente centrato perché ora Eta  lavora per i marchi di gruppo è sempre meno per i concorrenti. Senza bisogno magari di fare un nuovo stabilimento. Pare poco? A me no, poi se a te pare poco, siamo alle solite.
Ti sarebbe sembrato meglio che Swatch Group avendo bisogno di sviluppare calibri per i suoi marchi dovesse fare anche gli investimenti per gli altri? Ti sarebbe sembrato meglio che Swatch evitasse ai concorrenti di investire per le manifatture?
L'azione di Hayek è una di quelle che non si misura solo col conto economico di Swatch ma anche con quello di altri. Visto che le risorse economiche non sono infinite il fatto che diversi concorrenti abbiano dovuto sviluppare calibri proprio non è un dettaglio: magari a causa di questo rinunciano a qualche modello di orologio ulteriore, magari ad investire in marketing, o in qualsiasi altra cosa porti vantaggi ad una casa concorrente. Sellita a Eta non fa un baffo. Tant'è che chi ha una certa immagine non ha preso Sellita ha sviluppato proprio calibri.
« Ultima modifica: Dicembre 16, 2015, 20:20:22 pm da mbelt »
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ciaca

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Re:Swatch e le sue forniture
« Risposta #14 il: Dicembre 16, 2015, 20:17:43 pm »
Citazione
Ti rendi conto che obbligare i concorrenti ad investire è già un grosso vantaggio?

Direi proprio di no. Nelle scuole di economia aziendale il modello dei vantaggi competitivi di Porter si insegna al primo anno, e tra quei vantaggi uno dei più grossi è la barriera all'ingresso e il monopolio.
SG ha liberalizzato un settore di cui era sostanziale monopolista, cn una scelta sbagliata alla quale la concorrenza ha potuto far fronte senza alcun salasso (visto il costo industriale irrisorio della produzione di certo tipo di calibri), ne alcuna difficoltà tecnologica, al punto che sono saltati fuori terzisti come Sellita di cui quasi nessuno sapeva nulla.
A ben guardare, quindi, io questo vantaggio di cui parli non lo vedo, visto che è un settore tecnologicamente vetusto in cui gli "investimenti", per i grandi gruppi che hanno verticalizzato la filiera produttiva, si sono tradotti nel tirare fuori due spicci. Come ha fatto Richemont con Valfleurier e Sellita. Perchè oggi fare roba del tipo di quella che fa ETA non è più di alcuna difficoltà o costo, al punto che la puoi fare pure in cina a 10cent al pezzo.
« Ultima modifica: Dicembre 16, 2015, 20:19:50 pm da ciaca »
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