Il discorso è molto interessate dal punto di vista economico. Le teorie micro e macroeconomiche possono avere un senso, ma nella fattispecie, fino ad un certo punto. La Storia di SG , tutti la conoscete, grandi meriti, ha comunque saputo e potuto acquistare aziende quasi decotte per un pugno di mosche, ha comunque saputo e potuto "rivitalizzare" una filiera produttiva. Ora, il gruppo, si era ritrovato in un punto in cui la crescita era poco possibile, gli altri competitors si erano accaparrati gli altri marchi e il mercato aveva trovato una sua stabilità. La scelta poteva essere, rimanere fornitori dei concorrenti o dare uno strappo e lasciare i concorrenti "all'asciutto". E' stata intrapresa la seconda strada, ovviamente in SG avevano considerato che c'erano altre alternative ma la scelta, apparentemente insensata, ha un senso.
Ha un senso che si ritrova proprio nelle vostre parole quando dite che il gruppo negli ultimi 20 anni , non ha fatto nulle che non fosse il coassiale. Se la politica è quella di non investire più di tanto sul "prodotto" ma sul " marketing", allora la scelta è stata azzeccata e porterà i suoi frutti, perché gli Hayek anche questa volta ci hanno azzeccato. Gli altri marchi erano già pronti a trovare alternative a ETA, SG ha solo anticipato la mossa del concorrente. Per SG ETA può anche essere venduta, al gruppo interessa il marchio , il know how relativamente. Alleggerrire ed esternalizzare se possibile, oppure ridurre , Eta ha ridotto perché naturalmente si sarebbe già ridotta la fornitura di un prodotto a bassa marginalità e privo oramai di ogni appeal manifatturiero . La scelta va vista non nell'ottica di acquisizione di fatturato e di posizioni oligopolistiche ma semplicemente di anticipo rispetto al mercato stesso.