Non capisco cosa ci sia di ostentativo nell'usare un semplice professionale subacqueo in acciaio, in spiaggia o al bar.
Semplicemente il fenomeno è di costume: io e una buona parte dei miei amici o dei ragazzi che conosco abbiamo ricevuto il primo Rolex ai 18 anni o al diploma.
Il Rolex in Italia non è visto come orologio di buona qualità a costi alti ma tutto sommato abbordabili per appassionati, ma anche chi è tutto fuorché appassionato lo acquista come feticcio e status symbol, pur facendo magari sacrifici per arrivarci.
Così, mentre all'estero solo chi ha la passione per le lancette - compatibilmente al proprio portafogli - si mette al polso un Sub, in Italia questo è visto come un must have anche da chi non ha la minima idea di come funzioni il proprio Sub nè gl'interessa.
Ecco perché, ripeto, ho consigliato a mia sorella appena trasferitasi all'estero per l'università, di ricercare gli italiani ponendo attenzione a scarpe firmate, giacche e giubbini striminziti e Rolex al polso. Al 99%, quando questi tre requisiti sono attesi, si ha di fronte un italiano.
Tralascio, come mi sembra fosse già intenzione dell'opener, disquisire i motivi che hanno portato a questa situazione o che sorreggono tale consuetudine; mi limito unicamente ad analizzarla per quanto la mia conoscenza della società italiana e di qualche ambiente estero mi permette.
Fuori Rolex è una fra le marche di buona orologeria a prezzi accessibili, ma comunque obiettivo solo di chi all'orologeria si interessa.
Da noi invece è un must have che travalica capacità economiche e livelli sociali e culturali trasversalmente, diventando quasi un attestato volto ad indicare la sopravvenuta indipendenza economica o, anche più semplicemente, la maggiore età.