La prima casa d'aste nasce quasi 350 anni fa e da oltre 250 anni tutte le importanti case internazionali hanno le stesse regole, uniformate affinché qualsiasi "gentiluomo" ci si trovasse a partecipare possa sapere come comportarsi anche non conoscendo la specifica casa d'aste.
Far comprendere la riserva, li dove questa è presente, non è solo un segno di correttezza ma anche di rispetto per chi, li dove interessato, non vuol perdere tempo dietro un oggetto che non puo permettersi o che ritiene costare troppo.
Su questi concetti sono perfettamente d'accordo.
Laddove in un settore c'è una prassi comunemente riconosciuta come corretta, sarebbe bene che gli operatori vi si uniformino, per motivi di chiarezza e trasparenza verso i clienti (l'eccezione potrebbe essere costituita da modifiche introdotte per un chiaro vantaggio dei clienti stessi).
Quanto al prezzo di riserva, concordo - lo scrivevo in precedenza - che la sua
presenza dev'essere dichiarata.
Non saprei se debba ritenersi necessario - in termini di correttezza e trasparenza - dichiararne anche l'
ammontare: questa evidenza ha i suoi pro e i suoi contro, come cerco di esaminare più avanti.
Stima minima/Prezzo di partenza - Stima max/valore di stima
Non sembra anche a te Gianni che sia un artifizio linguistico per non dichiarare quella riserva?
Il "prezzo di partenza" di Auctionata è inferiore del 50% al "valore di stima"; quindi non c'è un'esatta corrispondenza con la forchetta "stima minima/stima massima" delle altre case d'asta, in cui i due valori sono più vicini.
Casomai, il "prezzo di partenza" di Auctionata si può accostare alla base d'asta delle altre case, la quale - come scrivi - è inferiore del 20/30% alla "stima minima".
Quindi non si tratta necessariamente, a mio avviso, di un artifizio per non dichiarare la
presenza di una riserva. In effetti, con questo sistema sarebbe possibile dichiarare la presenza di una riserva senza dichiararne l'
ammontare (come si fa su e-bay).
L'errore principale di Auctionata, in termini di trasparenza verso i partecipanti alle aste (causando inutili perdite di tempo) è quello di non offrire (o di offrirlo molto di rado) il requisito minimo di trasparenza che consiste nel dichiarare almeno la presenza di riserve.
Quanto al "metodo e-bay", cioè alla dichiarazione dell'eventuale presenza di riserve il cui ammontare è però ignoto ai partecipanti (perché non corrisponde al prezzo di partenza), si tratta di un metodo che forse è ambivalente: può causare perdite di tempo a chi partecipa all'asta; ma può anche condurre ad aggiudicazioni favorevoli per i partecipanti, in quanto consente la presentazione di offerte concrete inferiori al prezzo di riserva, alle quali il venditore potrebbe infine adattarsi ("Lo vedi? Il prezzo che chiedi non te lo dà nessuno, accontentati").
Il ragionamento è complesso, e certo tu - che ben conosci il mondo delle aste - puoi svilupparlo meglio di me.
Resta in ogni caso, come ricordavamo inizialmente, l'effetto-spiazzamento prodotto da metodi di valutazione e di conduzione delle aste difformi dalla prassi.