Bisogna anche comprendere il "perché" si va verso la boutique monomarca.
Nell'abbigliamento, almeno in Italia, la tendenza delle griffe c'è da oltre 20 anni, e la ragione è che la rete di vendita plurimarche non offre garanzie sufficienti perché il prodotto non venga "inflazionato" con inevitabili ripercussioni nell'immagine del Brand. Un commerciante in concessione, specie se non correttamente supportato dalla casa, opera solo in nome del proprio utile e dell'immagine del Brand banalmente se ne infischia.
La stessa cosa accade negli orologi, e la boutique monomarca è un costo che le case sono pronte a sostenere pur di avere una distribuzione più controllata del loro prodotto.
Il concessionario Se ha da scontare del 50% o da stokkare al primo cinese che passa, lo fa senza pensarci due volte specie quando le ri.ba. sono in scadenza e le stesse case minacciano ritiro di concessioni o chiusura delle linee di credito.
Piuttosto che n mila concessionari ovunque poche boutique nei centri più rilevanti. È per certi aspetti una scelta obbligata più che una strategia decisa autonomamente, anche mirata a contrastare il parallelo.
Per un'azienda come Journe quella della distribuzione è certamente una problematica rilevante, e fa parte di quei problemi che un indipendente che fa pochi orologi non ha, e che un'azienda di piccole dimensioni si trova invece a dover affrontare avendo mezzi non paragonabili a quelli delle grandi case.