La definizione di "vintage" , come tutte quelle convenzionali relative a periodizzazioni, non è certamente univoca: le convenzioni sono fatte per essere discusse.
Ma certamente non è "vintage" tutto ciò che è fuori produzione o che - semplicisticamente - non viene prodotto da un certo numero di anni.
Il concetto di vintage - che come sapete nasce del mondo dei vini e si è esteso ad ampi settori dei beni di consumo e persino delle rappresentazioni di costume - si nutre di caratteristiche precise, che fanno riferimento ad oggetti e/o rappresentazioni che costituiscono espressioni significative di un'epoca lontana (sia pure non "antica"), con cui l'epoca attuale non ha più piena corrispondenza.
Nel campo dei vini, quindi, non sono vintage tutti i vini di vendemmie precedenti alla corrente (cioè tutti i vini non novelli!), ma solo quelli di annate lontane e significative.
Nel campo delle automobili non sono vintage la fiat Punto o la Golf serie V, ma la vecchia 500 e il vecchio Maggiolone.
Semplificando (e riprendendo la definizione del vocabolario Treccani), potremmo definire "vintage" tutto ciò che è "d'epoca" ed evoca "periodi remoti".
Tra tutto ciò che non è "d'epoca", quindi più recente, si è soliti poi fare un'ulteriore distinzione: "moderno" (che è prossimo alla nostra epoca, o anche interno ad essa ma non più pienamente espressivo della stessa) e "contemporaneo" (che è espressivo della nostra epoca).
Si badi bene: anche il concetto di "contemporaneo" non può essere confinato a ciò che è nella produzione del momento, che è a listino: altrimenti sarebbe confuso con la moda, sarebbe un concetto effimero, continuamente mutevole, inutile ad ogni periodizzazione.
"Contemporaneo" è ciò che ha acquisito un minimo di stabilità. Basti pensare che, nello studio della storia, il passaggio tra Età Moderna ed Età Contemporanea viene fatto risalire alla Rivoluzione francese o al Congresso di Vienna...
L'individuazione concreta di queste periodizzazioni, cioè la definizione di periodi storici ben precisi, cambia da settore a settore (abbigliamento, auto, orologi), perché le date di passaggio significative, simboliche, non sono uguali.
A volte leggiamo che è vintage ciò che ha "più di vent'anni", ma si tratta di una definizione errata e superficiale.
Nel campo degli orologi da polso, dunque, ritengo possa essere ripresa una periodizzazione che mi è già capitato di leggere, sia pure formulata con una qualche approssimazione, e che ritengo possa essere meglio formalizzata e definita se abbiamo le idee ben chiare sui concetti espressi.
Ritengo che questo forum, che non è frequentato da spasimanti della ghiera verde che riciclano concetti da Wikipedia, potrebbe anche dare un contributo importante a questo tipo di formalizzazione.
Io provo a chiarirla così:
1. "vintage" sono gli orologi pre-quarzo (fino a tutti gli anni Settanta?);
2. "moderni" quelli degli anni prodotti dall'inizio degli anni Ottanta (gli anni della "rinascita") sino a metà degli anni Duemila (quelli in cui è iniziato il distacco dallo stile classico, con l'aumento dei diametri, ecc.);
3. "contemporanei" gli orologi "attuali", dal 2005 ad oggi, al di là della loro presenza in listino (che spesso è soggetta a mutamenti di scarso rilievo).
Il passaggio dal periodo 2 al 3 a me sembra concettualmente abbastanza chiaro, benché non sia possibile definire una data precisa (non c'è stato - o non so trovare io - un evento "epocale" che ha condotto ai nuovi orologi appariscenti e sovradimensionati).
Più dubbio il passaggio dal primo al secondo periodo, dal vintage al moderno (tanto che ho usato il punto interrogativo in merito all'inclusione degli anni Settanta).
Se diamo grande risalto agli orologi al quarzo, dovremo considerarli orologi di una nuova epoca, e quindi ritenere che facciano parte - con il decennio che li ha visti affermarsi - dell'epoca "moderna" (anche se i primi quarzi sono decisamente diversi dai più recenti).
Se invece focalizziamo l'obiettivo sull'orologeria meccanica, dobbiamo ritenere che gli anni Settanta - privi di sostanziali novità, se non per il Royal Oak e i suoi epigoni - siano una coda dell'epoca vintage e che per avere un cambio di scenario generale del settore bisogna attendere lo Swatch e il traino che ha avuto per la rinascita dell'orologeria svizzera.