Orologico Forum 3.0

Orologi vintage, moderni, contemporanei

erm2833

Re:Orologi vintage, moderni, contemporanei
« Risposta #45 il: Gennaio 23, 2016, 15:15:52 pm »
Rolex nel 1970 altri non saprei
1979.

Rolex ref 5100 denominato Texano anno 1970... studia Ermà!  8) :D :P
Non prendere le eccezioni ma i classici,i sub,i gmt,i Daytona,1979.

La domanda era chiara, quando fu utilizzato per la prima volta.

Poi perchè lo chiami eccezione, tra l'altro fu utilizzato anche nel 75 sempre da Rolex su Datejust che più classico non si può.
Gia' i primi Reverso,parlo quindi del 32,non utilizzavano vetri in plastica,non ricordo pero' se fossero gia' zaffiro o vetri minerali.
Nel 72 i 5402 montavano zaffiro.
Non essendo rolexaro non posso essere sicuro,pero' nel 75 i D.J. montavano il plastica.

erm2833

Re:Orologi vintage, moderni, contemporanei
« Risposta #46 il: Gennaio 23, 2016, 15:21:17 pm »
Citazione
il passaggio dal bilancere compensato con viti a quello con spirale libera segna un bel punto di demarcazione.

Se non ricordo male il 1575 montato sul Submariner Ref. 1680 é già un calibro con bilanciere a viti microstella e spirale libera :)
Già negli anni 50 Patek aveva brevettato il suo giromax e già dagli anni 60 Rolex usava il suo sistema a spirale libera su tutti i calibri di derivazione 1530.

Dovessimo considerare il microstella lo spartiacque del vitage ricadremmo nell'assurdo che buona parte di quelli che tutti consideriamo vintage Rolex in realtà non lo sono.
Piuttosto, al netto del vetro plastica e dei bracciali ribattini, è abbastanza abbastanza evidente che tra un Rolex degli anni fino al 2000 e uno propriamente "vintage" non ci sono differenze "sostanziali" tali da individuare svolte "epocali" :)

Svolte che al contrario si possono individuare nel nuovo millennio nella costruzione di tutti gli elementi, casse, movimenti, bracciali e soprattutto ghiere e chiusure.
Questi si sono inequivocabilmente orologi "moderni" mentre il confine tra un 14060 e un vintage, per me, è assai più sfumato.
...

ciaca

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Re:Orologi vintage, moderni, contemporanei
« Risposta #47 il: Gennaio 23, 2016, 15:40:09 pm »
La letteratura a riguardo è ampia e non ti sarà difficile verificare che i 1570/75 montati sui 1680 sono a microstella a spirale libera come lo sono i 1560/65 montati sui gmt 1675. :)
Sopravvivono le viti di compensazione del bilanciere accanto alle microstella ma la spirale è libera con regolazione della marcia tramite viti Micro stella (ben visibili nella foto da te postata) :)

Il salto epocale é rispetto alla precedente generazione di calibri su base 1030, quelli si senza microstella e spirale libera ma con tradizionale racchetta. Rolex userà poi l'aggettivo "superlative" per marcare la differenza dei cronometri dotati del nuovo sistema.
Le viti di compensazione (o in alternativa i bilanceri lisci autocompensati) non hanno nulla a che vedere con il sistema di regolazione (racchetta e spine o masse sul bilanciere e spirale libera). :)
« Ultima modifica: Gennaio 23, 2016, 16:02:08 pm da ciaca »
"A megghiu parola è chidda ca un si dici"

mbelt

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Re:Orologi vintage, moderni, contemporanei
« Risposta #48 il: Gennaio 23, 2016, 15:41:31 pm »
Citazione
il passaggio dal bilancere compensato con viti a quello con spirale libera segna un bel punto di demarcazione.

Se non ricordo male il 1575 montato sul Submariner Ref. 1680 é già un calibro con bilanciere a viti microstella e spirale libera :)
Già negli anni 50 Patek aveva brevettato il suo giromax e già dagli anni 60 Rolex usava il suo sistema a spirale libera su tutti i calibri di derivazione 1530.

Dovessimo considerare il microstella lo spartiacque del vitage ricadremmo nell'assurdo che buona parte di quelli che tutti consideriamo vintage Rolex in realtà non lo sono.
Piuttosto, al netto del vetro plastica e dei bracciali ribattini, è abbastanza abbastanza evidente che tra un Rolex degli anni fino al 2000 e uno propriamente "vintage" non ci sono differenze "sostanziali" tali da individuare svolte "epocali" :)

Svolte che al contrario si possono individuare nel nuovo millennio nella costruzione di tutti gli elementi, casse, movimenti, bracciali e soprattutto ghiere e chiusure.
Questi si sono inequivocabilmente orologi "moderni" mentre il confine tra un 14060 e un vintage, per me, è assai più sfumato.

Ed infatti per questo continuo a pensare che ammesso che abbia senso fissare un confine temporale, certo non puo' essere quello degli anni 70, ma neppure degli 80, e penso neppure dei 90. La vera discontinuità si ha negli anni 2000, ed inizia nella seconda metà degli anni 90.

Abbiamo visto che i Rolex hanno seguito - mi sembra - un'evoluzione per certi versi peculiare.

Tornando al panorama più generale dell'orologeria meccanica, tu sostieni che un vero cambiamento è stato preparato a fine anni Novanta dall'imporsi dei grandi gruppi del lusso (che hanno acquisito diversi marchi); e che questo cambiamento si è riversato, nel prodotto, negli anni 2000.

Ma secondo te come si è caratterizzato, dal punto di vista tecnico, questo cambiamento di prodotto così radicale, capace di individuare una "vera discontinuità"?
Anzitutto sono cambiate le dimensioni delle case, e con esse i metodi produttivi, molto più industriali e molto molto meno artigianali. Sono cambiati totalmente i numeri di produzione degli orol0igi. Aggiungo che sono cambiati anche i prezzi degli orologi. Sul piano tecnico ci sono stati cambiamenti fondamentali. Prima di tutti l'uso di una infinità di nuovi materiali, tra cui, ma non solo, il silicio (iniziò UN con il Freak, 2001). Poi la progressiva perdita di importanza delle complicazioni meccaniche intese in senso classico, mentre molto più importanti sono diventati tourbillon, remontoir d'égalité, meccanismi tenditori, nuovi scappamenti. Poi vi è stata la progressiva affermazione della manifattura, e il minor uso progressivo di calibri commerciali, a cui tutte le case si stanno adeguando. E' cambiata in peggio l'assistenza dei nostri orologi con il blocco dei ricambi ai commercianti indipendenti. Sono entrati in crisi e hanno chiuso tanti multimarca, mentre sempre di più si affermano le boutique monomarca. Si può dire che sia cambiato tutto, con una accelerazione sempre maggiore, tant'è che le Case produttrici, gli orologi stessi, i loro prezzi, le loro quantità, le loro caratteristiche tecniche meccaniche, le loro dimensioni, il loro stile, il loro modo di utilizzo, e di manutenzione, sarebbero irriconoscibili per un appassionato degli anni 90.E' cambiato tutto e sta cambiando tutto. E tutto questo prima della seconda metà degli anni 90, ma ancora di più prima del 2000 non si vedeva.
« Ultima modifica: Gennaio 23, 2016, 15:43:39 pm da mbelt »
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ciaca

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Re:Orologi vintage, moderni, contemporanei
« Risposta #49 il: Gennaio 23, 2016, 17:34:17 pm »
Sempre prendendo spunto dalla nomenclatura Rolex sono molteplici gli elementi costruttivi che servono a segnare le differenze tra un vintage e un moderno. Oltre al già citato vetro plastica e bracciale ribattini aggiungerei anche i pallettoni e il tipo di materiale luminescente.
Sono tutte caratteristiche che servono a segnare un'epoca, e le epoche sono inevitabilmwnte segnate da come gli orologi sono fatti.
Qualunque sia la nomenclatura che si intende adottare e le categorie che si intende definire sempre al modo in cui sono fatti gli oggetti occorre riferirsi.
In questo senso io non vedo cambiamenti epocali nel passaggio al nuovo millennio, ma solo una fisiologica evoluzione di concetti, principi e soluzioni già consolidatesi negli anni 80.
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mbelt

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Re:Orologi vintage, moderni, contemporanei
« Risposta #50 il: Gennaio 23, 2016, 18:09:27 pm »
Sempre prendendo spunto dalla nomenclatura Rolex sono molteplici gli elementi costruttivi che servono a segnare le differenze tra un vintage e un moderno. Oltre al già citato vetro plastica e bracciale ribattini aggiungerei anche i pallettoni e il tipo di materiale luminescente.
Sono tutte caratteristiche che servono a segnare un'epoca, e le epoche sono inevitabilmwnte segnate da come gli orologi sono fatti.
Qualunque sia la nomenclatura che si intende adottare e le categorie che si intende definire sempre al modo in cui sono fatti gli oggetti occorre riferirsi.
In questo senso io non vedo cambiamenti epocali nel passaggio al nuovo millennio, ma solo una fisiologica evoluzione di concetti, principi e soluzioni già consolidatesi negli anni 80.
Con tutto quello che hai sempre scritto, sulle misure, lo stile, i modi di produzione, è tutto il resto, ora non mi puoi venire a dire che gli orlogi fatti negli anni 70 80 sono fatti come quelli di oggi, perché così non è , ma proprio per nulla. Altrimenti decine di affermazione fatte con la massima perentorietà vengono sconfessate da questa tua affermazione.
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ciaca

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Re:Orologi vintage, moderni, contemporanei
« Risposta #51 il: Gennaio 23, 2016, 18:59:09 pm »
Che c'entrano le misure e lo stile con i modi di produzione?!
I modi di produzione industriale sono cambiati proprio nel decennio dei quarzi.
Poi c'è chi si è adattato prima e chi come Rolex ci ha messo altri 20 anni prima di aggiornarsi.
Patek ancora nei 70 faceva 5000 orologi, ancora a livelli più o meno artigianali, negli anni 90 era già a oltre 20.000 e dell'artigianalitá non c'era più traccia
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tick

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Re:Orologi vintage, moderni, contemporanei
« Risposta #52 il: Gennaio 23, 2016, 19:27:24 pm »
Piccolo ot sui metodi produttivi che cambiano. Oggi ho visto una macchina cn realizzata su commissione per un artigiano svizzero famoso per la produzione di pipe artigianali. Dopo 30 anni a farle con le macchine antiche che si vedono nelle fotografie del suo rifugio tra le montagne ha cominciato da qualche anno a farle con questa macchina. Una passata di carta vetro e c'è il tocco artigianale del nonnino.
Forse dovremmo tutti aprire un po' gli occhi su certe cose.
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guagua72

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Re:Orologi vintage, moderni, contemporanei
« Risposta #53 il: Gennaio 24, 2016, 13:21:03 pm »
Interessante il tocco del nonnino sulla macchinetta a controllo numerico.
Verissimo ciò che dice Angelo. Certi Patek fine anni 60 sono commoventi, non tanto come finiture ma perché mostrano veramente delle piccole imprecisioni e delle caratteristiche artigianali. Me ne sono accorto sul mio piccolo Ellipse con movimentino 2330.
« Ultima modifica: Gennaio 24, 2016, 13:24:06 pm da guagua72 »

PESSOA67

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Re:Orologi vintage, moderni, contemporanei
« Risposta #54 il: Gennaio 25, 2016, 10:41:35 am »
Il mio rolex DJ anno 1983 vetroplastica....

ciaca

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Re:Orologi vintage, moderni, contemporanei
« Risposta #55 il: Gennaio 25, 2016, 16:58:00 pm »
Che è appunto, concettualmente, un vitage essendo realizzato secondo criteri propri dei Rolex vintage seppur in un'epoca successiva.
Questo proprio perché Rolex ha molto tardato ad aggiornarsi, nelle metodologie di produzione e nei progetti, cosa che è avvenuta con quello che chiamiamo non a caso "nuovo corso" solo da relativamente pochi anni, quando ormai il divario con lo standard delle moderne produzioni industriali era ormai macroscopico e difficilmente tollerabile anche in un orologio dal marchio commercialmente assai forte e capace di mascherare in buona parte quel divario per anni  :)
Possiamo poi ragionare sul fatto che in molti casi vitage sia sinonimo di "vecchio", come certamente un 14060 nel 2009 era un orologio concettualmente "vecchio".
Come vecchio è oggi un moonwatch.

Spesso associamo incosciamente una connotazione di pregio al termine vitage ma non sempre è vero, specie nel campo dell'orologeria industriale.
Un Dufour Simplicity é un orologio moderno prodotto secondo le tecniche artigianali d'altri tempi, comunque lo si voglia etichettare é un'opera d'arte (nel senso letterale del termine).
Un moonwatch é un orologio di attuale produzione con molte delle caratteristiche di scarso pregio dell'orologio industriale d'altri tempi, comunque lo si voglia etichettare é un oggetto di pregio modesto e concettualmente vecchio (o superato che dir si voglia).
« Ultima modifica: Gennaio 25, 2016, 17:07:25 pm da ciaca »
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Istaro

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Re:Orologi vintage, moderni, contemporanei
« Risposta #56 il: Febbraio 02, 2016, 17:51:55 pm »
Vorrei riprendere questo topic, che era restato un po' appeso.

A me sembra che sia sin qui emerso, dai diversi interventi, che possiamo individuare due periodi di passaggio nella storia dell'orologeria recente: il periodo del quarzo e il periodo delle ristrutturazioni societarie a cavallo degli anni Duemila.

Si tratta di capire quale periodo sia stato più significativo nel cambiare le caratteristiche degli orologi prodotti, tanto da poter costituire quasi una cesura "epocale" tra il "prima" e il "dopo", tra il "vintage" e la produzione più recente.

A Marco, che individua questo periodo nei primi anni 2000, vorrei porre un'ulteriore domanda sulla base del suo ultimo intervento.

Citazione
il passaggio dal bilancere compensato con viti a quello con spirale libera segna un bel punto di demarcazione.

Se non ricordo male il 1575 montato sul Submariner Ref. 1680 é già un calibro con bilanciere a viti microstella e spirale libera :)
Già negli anni 50 Patek aveva brevettato il suo giromax e già dagli anni 60 Rolex usava il suo sistema a spirale libera su tutti i calibri di derivazione 1530.

Dovessimo considerare il microstella lo spartiacque del vitage ricadremmo nell'assurdo che buona parte di quelli che tutti consideriamo vintage Rolex in realtà non lo sono.
Piuttosto, al netto del vetro plastica e dei bracciali ribattini, è abbastanza abbastanza evidente che tra un Rolex degli anni fino al 2000 e uno propriamente "vintage" non ci sono differenze "sostanziali" tali da individuare svolte "epocali" :)

Svolte che al contrario si possono individuare nel nuovo millennio nella costruzione di tutti gli elementi, casse, movimenti, bracciali e soprattutto ghiere e chiusure.
Questi si sono inequivocabilmente orologi "moderni" mentre il confine tra un 14060 e un vintage, per me, è assai più sfumato.

Ed infatti per questo continuo a pensare che ammesso che abbia senso fissare un confine temporale, certo non puo' essere quello degli anni 70, ma neppure degli 80, e penso neppure dei 90. La vera discontinuità si ha negli anni 2000, ed inizia nella seconda metà degli anni 90.

Abbiamo visto che i Rolex hanno seguito - mi sembra - un'evoluzione per certi versi peculiare.

Tornando al panorama più generale dell'orologeria meccanica, tu sostieni che un vero cambiamento è stato preparato a fine anni Novanta dall'imporsi dei grandi gruppi del lusso (che hanno acquisito diversi marchi); e che questo cambiamento si è riversato, nel prodotto, negli anni 2000.

Ma secondo te come si è caratterizzato, dal punto di vista tecnico, questo cambiamento di prodotto così radicale, capace di individuare una "vera discontinuità"?
Anzitutto sono cambiate le dimensioni delle case, e con esse i metodi produttivi, molto più industriali e molto molto meno artigianali. Sono cambiati totalmente i numeri di produzione degli orol0igi. Aggiungo che sono cambiati anche i prezzi degli orologi. Sul piano tecnico ci sono stati cambiamenti fondamentali. Prima di tutti l'uso di una infinità di nuovi materiali, tra cui, ma non solo, il silicio (iniziò UN con il Freak, 2001). Poi la progressiva perdita di importanza delle complicazioni meccaniche intese in senso classico, mentre molto più importanti sono diventati tourbillon, remontoir d'égalité, meccanismi tenditori, nuovi scappamenti. Poi vi è stata la progressiva affermazione della manifattura, e il minor uso progressivo di calibri commerciali, a cui tutte le case si stanno adeguando. E' cambiata in peggio l'assistenza dei nostri orologi con il blocco dei ricambi ai commercianti indipendenti. Sono entrati in crisi e hanno chiuso tanti multimarca, mentre sempre di più si affermano le boutique monomarca. Si può dire che sia cambiato tutto, con una accelerazione sempre maggiore, tant'è che le Case produttrici, gli orologi stessi, i loro prezzi, le loro quantità, le loro caratteristiche tecniche meccaniche, le loro dimensioni, il loro stile, il loro modo di utilizzo, e di manutenzione, sarebbero irriconoscibili per un appassionato degli anni 90.E' cambiato tutto e sta cambiando tutto. E tutto questo prima della seconda metà degli anni 90, ma ancora di più prima del 2000 non si vedeva.

Tu individui tutta una serie di elementi importanti.

Però dobbiamo restare al punto: quali di questi elementi hanno avuto reale e diffusa influenza sulle caratteristiche degli orologi prodotti?

I cambiamenti delle dimensioni delle case, dei numeri di produzione, dei prezzi, dell'assistenza, delle reti di vendita, sono cambiamenti del mercato (importantissimi, per carità), non degli orologi in sé, anche se mettono in moto meccanismi che portano al cambiamento degli orologi.

Concentrandoci sui cambiamenti tecnici, molti di quelli che citi hanno sin qui riguardato un'orologeria di nicchia, e solo ora iniziano - forse - a diffondersi.

Sono essenzialmente due le tipologie di cambiamento tecnico che citi e hanno carattere generale: metodi produttivi più industriali e meno artigianali; riduzione della manifattura e diffusione dei calibri commerciali.
Però mi sembrava fosse emerso che si tratta di cambiamenti avviati e largamente diffusi già negli anni Ottanta...

Infine, ed è indiscutibile, c'è stato il grosso cambiamento di dimensioni e stile.
Non è un cambiamento tecnico in senso stretto, ma senz'altro rientra tra le caratteristiche dell'orologio.

Volendo però tentare una sintesi di tutti questi elementi, ti domando: per te, un Patek del 1990 è più simile ad uno odierno o a uno del 1970? E un Longines?
"Non esistono venti favorevoli per il marinaio che non sa dove andare" (Seneca)

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Re:Orologi vintage, moderni, contemporanei
« Risposta #57 il: Febbraio 02, 2016, 18:38:53 pm »
Un patek del 90 e odierno sono sostanzialmente identici al netto delle misure visto che per lo più montano sempre gli stessi movimenti (215 e 240) e visto che nei pochi casi in cui montano nuovi calibri questi salvo rare eccezioni non sono di maggior pregio rispetto a quelli che hanno sostituito, ne sono più curati e meglio rifiniti.
Basta osservare un 215 o 240 degli anni 90 e gli stessi calibri sulle referenze in produzione attuale, sono identici con gli stessi pessimi anglage e finiture varie.
E anche il nuovo cronografo manuale di manifattura, seppur bello, non mi sento di definirlo più pregiato o più curato del vecchio Lemania 2320, che per altro non ha l'odioso disallineamento dei compax rispetto al diametro. :)
D'altronde anche il nuovo crono automatico non è certo superiore per qualità a quelli che negli anni 90 erano in uso (e in parte lo sOno ancora oggi) nel medesimo segmento (FP1185).

In entrambi i casi siamo molto lontani dal livello di cura artigianale di un'epoca in cui la casa si è consacrata come grande nome di vera alta orologeria. Ma d'altronde già negli anni 90 patek faceva 30.000 pezzi l'anno (oggi viaggia speditamente verso i 60k) mentre ancora negli anni 70 era appena a 7000.

Di contro almeno nel 90 i quadranti sapevano ancora disegnarli e farli coi doppi indici allineati, oggi in molti casi neppure più quello.
« Ultima modifica: Febbraio 02, 2016, 18:52:51 pm da ciaca »
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mbelt

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Re:Orologi vintage, moderni, contemporanei
« Risposta #58 il: Febbraio 02, 2016, 19:43:17 pm »
Un patek del 90 e odierno sono sostanzialmente identici al netto delle misure visto che per lo più montano sempre gli stessi movimenti (215 e 240) e visto che nei pochi casi in cui montano nuovi calibri questi salvo rare eccezioni non sono di maggior pregio rispetto a quelli che hanno sostituito, ne sono più curati e meglio rifiniti.
Basta osservare un 215 o 240 degli anni 90 e gli stessi calibri sulle referenze in produzione attuale, sono identici con gli stessi pessimi anglage e finiture varie.
E anche il nuovo cronografo manuale di manifattura, seppur bello, non mi sento di definirlo più pregiato o più curato del vecchio Lemania 2320, che per altro non ha l'odioso disallineamento dei compax rispetto al diametro. :)
D'altronde anche il nuovo crono automatico non è certo superiore per qualità a quelli che negli anni 90 erano in uso (e in parte lo sOno ancora oggi) nel medesimo segmento (FP1185).

In entrambi i casi siamo molto lontani dal livello di cura artigianale di un'epoca in cui la casa si è consacrata come grande nome di vera alta orologeria. Ma d'altronde già negli anni 90 patek faceva 30.000 pezzi l'anno (oggi viaggia speditamente verso i 60k) mentre ancora negli anni 70 era appena a 7000.

Di contro almeno nel 90 i quadranti sapevano ancora disegnarli e farli coi doppi indici allineati, oggi in molti casi neppure più quello.
Sei sicuro che Patek facesse 30.000 orologi l'anno? Da ciò che ho ricostruito io Patek ha assunto dimensioni enormi proprio nel corso degli anni 90, perché negli anni 80 il mercato dei meccanici era ridottissimo ancora molto elitario. Ecco perché per me i veri cambiamenti sul prodotto sono senz'altro realizzati alla fine del decennio, e maturano nel corso dello stesso. Ne sono abbastanza sicuro perché è alla fine degli anni 80 che riesplode la passione dei meccanici. E non tutta di colpo.

Ad Istaro vorrei dire che tutte le caratteristiche che ho individuato incidono sul prodotto e sul suo aspetto. Dimensioni e stile, uscita dalla dimensione artigianale, minore cura delle finiture, grossi gruppi che riducono significativamente la specificità dei singoli prodotti, aumento esasperato della produzione, introduzione del lusso, marketing del brand, prezzi alle stelle. Questa è roba che inizia a vedersi nella seconda metà degli anni 90, e alla fine del decennio saranno in gran parte compiute ed avranno esplicato la loro influenza sul prodotto.
Secondo me poi, lo scrivo ancora una volta, una data certa per tutte le marche non ha un gran significato. Un Patek del novanta per aspetto e dimensioni sembra uno del 1970, la qualità è già molto calata, perché Patek inizia a calare la qualità con la fine degli anni 60. Ma tutto il resto, produzione massiccia ed industriale, marketing, lusso, prezzi, è tutto molto successivo agli inizi dei 70. I Longines del 1970 non erano più nè quelli dei decenni precedenti, ma neppure quello del 1990. Era una azienda che si era già smarrita nella seconda metà degli anni 60 quando i calibri perdono in finiture, in qualità, col peggioramento progressivo delle condizioni economiche della casa.
Ma c'è qualcosa che forse non ho ancora espresso che mi fa ritenere ulteriormente non opportuna la fissazione della data del 1970. Nel 1970 inizia la crisi del quarzo, ma per una almeno 15 di anni gli orologi meccanici non esistono praticamente più. Quindi è ancora più assurdo porre nel 1970 uno spartiacque, perché il prodotto sostanzialmente sparisce per almeno una quindicina di anni. E quando risorge assomiglia molto al precedente, poi piano piano si modificherà nel corso dei 90.
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ciaca

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Re:Orologi vintage, moderni, contemporanei
« Risposta #59 il: Febbraio 02, 2016, 20:16:05 pm »
Il 5402 è del 72, a seguire sempre in mezzo agli anni 70 arrivano gli altri celebri Genta.
L'orologio meccanico non è mai "sparito", sparisce l'orologio economico usato come strumento, e con esso tanti marchi specializzati su questa tipologia di prodotto, sostituita dall'orologio al quarzo.
E cala anche l'interesse per l'alto di gamma, senza però mai sparire.
Muore il mercato delle commodities e con esso le tante aziende che su quel tipo di mercato si erano specializzate già a partire dagli anni 60, come le varie Zenith, Heuer, Longines. Altre boccheggiano (Omega) e altre ancora tengono botta come meglio possono (Rolex).
I marchi dell'alto di gamma restano tutti in vita, altri se ne aggiungeranno già a partire dalla fine degli anni 70 (iwc, blancpain e Breguet).
Il buio dura poco meno di 10 anni, già a metà degli 80 l'interesse per l'orologio meccanico è tornato ad alti livelli, seppur confinato ancora sui marchi più costosi.
Finisce l'era dello strumento ed inizia quella del lusso.

P.s: ricordo un'intervista a Philippe Stern in cui racconta che già agli inizi dei 90 sono a 20k, per tutti i 90 aumenteranno progressivamente.
« Ultima modifica: Febbraio 02, 2016, 20:26:08 pm da ciaca »
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