Vorrei riprendere questo topic, che era restato un po' appeso.
A me sembra che sia sin qui emerso, dai diversi interventi, che possiamo individuare due periodi di passaggio nella storia dell'orologeria recente: il periodo del quarzo e il periodo delle ristrutturazioni societarie a cavallo degli anni Duemila.
Si tratta di capire quale periodo sia stato più significativo nel cambiare le caratteristiche degli orologi prodotti, tanto da poter costituire quasi una cesura "epocale" tra il "prima" e il "dopo", tra il
"vintage" e la produzione più recente.
A Marco, che individua questo periodo nei primi anni 2000, vorrei porre un'ulteriore domanda sulla base del suo ultimo intervento.
il passaggio dal bilancere compensato con viti a quello con spirale libera segna un bel punto di demarcazione.
Se non ricordo male il 1575 montato sul Submariner Ref. 1680 é già un calibro con bilanciere a viti microstella e spirale libera
Già negli anni 50 Patek aveva brevettato il suo giromax e già dagli anni 60 Rolex usava il suo sistema a spirale libera su tutti i calibri di derivazione 1530.
Dovessimo considerare il microstella lo spartiacque del vitage ricadremmo nell'assurdo che buona parte di quelli che tutti consideriamo vintage Rolex in realtà non lo sono.
Piuttosto, al netto del vetro plastica e dei bracciali ribattini, è abbastanza abbastanza evidente che tra un Rolex degli anni fino al 2000 e uno propriamente "vintage" non ci sono differenze "sostanziali" tali da individuare svolte "epocali"
Svolte che al contrario si possono individuare nel nuovo millennio nella costruzione di tutti gli elementi, casse, movimenti, bracciali e soprattutto ghiere e chiusure.
Questi si sono inequivocabilmente orologi "moderni" mentre il confine tra un 14060 e un vintage, per me, è assai più sfumato.
Ed infatti per questo continuo a pensare che ammesso che abbia senso fissare un confine temporale, certo non puo' essere quello degli anni 70, ma neppure degli 80, e penso neppure dei 90. La vera discontinuità si ha negli anni 2000, ed inizia nella seconda metà degli anni 90.
Abbiamo visto che i Rolex hanno seguito - mi sembra - un'evoluzione per certi versi peculiare.
Tornando al panorama più generale dell'orologeria meccanica, tu sostieni che un vero cambiamento è stato preparato a fine anni Novanta dall'imporsi dei grandi gruppi del lusso (che hanno acquisito diversi marchi); e che questo cambiamento si è riversato, nel prodotto, negli anni 2000.
Ma secondo te come si è caratterizzato, dal punto di vista tecnico, questo cambiamento di prodotto così radicale, capace di individuare una "vera discontinuità"?
Anzitutto sono cambiate le dimensioni delle case, e con esse i metodi produttivi, molto più industriali e molto molto meno artigianali. Sono cambiati totalmente i numeri di produzione degli orol0igi. Aggiungo che sono cambiati anche i prezzi degli orologi. Sul piano tecnico ci sono stati cambiamenti fondamentali. Prima di tutti l'uso di una infinità di nuovi materiali, tra cui, ma non solo, il silicio (iniziò UN con il Freak, 2001). Poi la progressiva perdita di importanza delle complicazioni meccaniche intese in senso classico, mentre molto più importanti sono diventati tourbillon, remontoir d'égalité, meccanismi tenditori, nuovi scappamenti. Poi vi è stata la progressiva affermazione della manifattura, e il minor uso progressivo di calibri commerciali, a cui tutte le case si stanno adeguando. E' cambiata in peggio l'assistenza dei nostri orologi con il blocco dei ricambi ai commercianti indipendenti. Sono entrati in crisi e hanno chiuso tanti multimarca, mentre sempre di più si affermano le boutique monomarca. Si può dire che sia cambiato tutto, con una accelerazione sempre maggiore, tant'è che le Case produttrici, gli orologi stessi, i loro prezzi, le loro quantità, le loro caratteristiche tecniche meccaniche, le loro dimensioni, il loro stile, il loro modo di utilizzo, e di manutenzione, sarebbero irriconoscibili per un appassionato degli anni 90.E' cambiato tutto e sta cambiando tutto. E tutto questo prima della seconda metà degli anni 90, ma ancora di più prima del 2000 non si vedeva.
Tu individui tutta una serie di elementi importanti.
Però dobbiamo restare al punto: quali di questi elementi hanno avuto reale e diffusa influenza sulle
caratteristiche degli orologi prodotti?
I cambiamenti delle dimensioni delle case, dei numeri di produzione, dei prezzi, dell'assistenza, delle reti di vendita, sono cambiamenti
del mercato (importantissimi, per carità), non degli orologi in sé, anche se mettono in moto meccanismi che portano al cambiamento degli orologi.
Concentrandoci sui cambiamenti tecnici, molti di quelli che citi hanno sin qui riguardato un'orologeria di nicchia, e solo ora iniziano - forse - a diffondersi.
Sono essenzialmente due le tipologie di cambiamento tecnico che citi e hanno carattere generale: metodi produttivi più industriali e meno artigianali; riduzione della manifattura e diffusione dei calibri commerciali.
Però mi sembrava fosse emerso che si tratta di cambiamenti avviati e largamente diffusi già negli anni Ottanta...
Infine, ed è indiscutibile, c'è stato il grosso cambiamento di dimensioni e stile.
Non è un cambiamento tecnico in senso stretto, ma senz'altro rientra tra le caratteristiche dell'orologio.
Volendo però tentare una sintesi di tutti questi elementi, ti domando: per te, un Patek del 1990 è più simile ad uno odierno o a uno del 1970? E un Longines?