Non intendevo dire che ti ritieni un genio incompreso, ci mancherebbe.
Sulla convenienza del neo laureato non ritengo che si debba ragionare in quel modo, nelle esperienza che conosco direttamente (Olanda, UK, US principalmente ma anche nel resto d'Europa) il neo laureato ha spesso più appeal perchè già nella scuola si è molto integrato il rapporto con le realtà produttive. Ci sono percorsi di uscita "naturali" che portano a proseguire grazie proprio al fatto che le aziende chiedono ciò di cui hanno bisogno e la scuola reagisce di conseguenza. In alcune specializzazioni questo è essenziale.
Purtroppo in Italia da sempre in pratica, anche se a parole qualcosa ultimamente è cambiato, si parte dall'idea romantica dello "studia quello che in cui ti senti portato" e le scuole non hanno, se non in rari casi e più spesso a consumo mediatico, interazioni con le aziende che fanno la differenza.
La tua professione, come percepita da me (a scanso di equivoci ho scritto MIA e PERCEZIONE) che entro in negozio con un foglietto scritto male e ne esco con una scatolina in tasca e parecchi soldi in meno, è difficilmente apprezzabile. Ogni discorso oltre al "Buongiorno" finisce in 10 secondi con "comunque chieda al suo medico", a meno che non si tratti di venderti l'inverosimile. Le farmacie moderne si sono ristrutturate in bazaar con dentro di tutto. Se all'estero si fa qualcosa di diverso allora corri, non sono uno di quelli che dice "stattene in Italia", se esiste un posto con spazio al merito nella tua professione allora prova. Ti indicavo solo di sentire quanti farmacisti sono andati all'estero, ci hanno lavorato tanti anni e sono tornati indietro o si sono trasferiti definitivamente.
Nella mia attività ho a che fare con l'estero e tanti hanno fatto scelte di trasferimenti più o meno temporanei e si sono trovati in qualche caso molto bene, rimpiangendo di non averci pensato prima. Altri dopo 10 anni stanno ancora litigando con l'AIRE, uno impazzisce con l'affitto della casa italiana, l'altro ha cambiato tre volte inquadramento previdenziali perchè ogni volta gli dicevano che quello precedente non era corretto, perdendo anni di contribuzione e avrei storie per riempirci un forum.
Non conosco la storia del tuo settore, quanti farmacisti esportiamo e come si comportano in giro. Informati anche di quello perchè in alcuni paesi del nord Europa, e qui non discuto la ragione, come italiani veniamo considerati delle persone che è meglio perdere che trovare e più grazie a come ci siamo fatti conoscere nel passato che per come ci vedono oggi in TV (e ti assicuro che a nessuno gliene frega più di zero la sopra di quel che succede in Italia se non ora con gli immigrati).
Se alla matrice [Potere][Volere] rispondi due si allora impegnati seriamente, studia un settore e parti, ma assicurati di avere qualcosa da offrire e che serva in quel mercato. A vent'anni tutti si fanno le vacanze in giro per l'Europa chiamandole pomposamente "lavoro", a 40 di sbagli da fare te ne restano ancora pochi.
E assicurati che la vita nei posti dove vuoi andare sia nella realtà una a cui ti puoi adattare, c'è pieno di gente che fa i soldi in UAE (per citare la moda del momento) e non sa come spenderli.
Chiudo il pippotto con una nota sui neolaureati. Come scrivevo sopra, il non sapere dove sbattere la testa fuori dalla scuola NON E' NORMALE come pensi, anche se in Italia lo usiamo come scusa standard. All'estero spesso ti sentiresti dire "ma che zyx## di scuola hai fatto se vieni qui e devo ri-formarti daccapo?". Da noi tutti ingegneroni laureati in 3 anni che ti portano un curriculum di 2 pagine talmente ricchi di minchiate da porre in imbarazzo chi legge e, a mio avviso, chi lo presenta. Credo che più di uno abbia scritto libri con le trascrizioni dei colloqui e, davvero, non c'è nulla da ridere. Questi "cervelli in fuga" sono quelli che hanno creato la nostra fama in giro prima di te, ricordatelo.
Ho deciso di scrivere proprio perchè leggo di competenze e conoscenze utili.
Tu giustamente citi il contatto e la percezione che hai del mio lavoro: anche una macchina automatica può spedire (ma perchè mentula si dirà così?) una ricetta,PERO' se hai delle domande, o quelle stesse se le pone chi ti sta per vendere un farmaco, allora ecco che c'è il famoso valore aggiunto.
Spesso,anche per un semplice raffreddore, il cliente vuole sentirsi rassicurato, in primis.
Sembrano sciocchezze, ma se ti propongo un prodotto che conosco, magari usato, di sicuro ti fidi di più, perchè alla fine sempre di fiducia, cortesia e conoscenza di un settore stiamo a parlare. (idem avvocato, commercialista, medico, architetto.ecc)
All'estero non potrei ricoprire il ruolo di farmacista ospedaliero, non almeno da subito, e il farmacista retail (al dettaglio) ricopre le stesse mansioni; che però il proprietario della farmacia sia BOOTS piuttosto che un fondo di investimento è solo un dettaglio, a fronte di una miglior condizione economica.
Qui di carriera non se ne parla, chiaramente.
Il problema dei neo laureati è parallelo all'incapacità dell'università di stare al passo con le richieste dell'industria.
Però al mio vicino di casa, ingegnere meccanico, quando anni fa andò in USA per qualche mese con un master della magneti marelli, fu chiesto dagli stessi docenti di spiegargli per bene i limiti, perchè noi italiani li sappiamo fare meglio.
Poi se penso a parte dei miei esami, quando ci mancava poco che studiassimo anche i salassi e l'alchimia, beh, i programmi andrebbero sempre tenuti al passo delle tecnologie.
Grazie per il confronto, stimolante ed utile