abbiamo un dato reale sul prezzo di vendita delle altre referenze, io credo sia in calo.
Quando ho preso il 6000G nel 2009 l'ho pagato 11,3k euro a fronte di un listino di 16, oggi lo pagherei 14 a fronte di un listino di 20. Tenendo conto della sola svalutazione dell'euro pari a circa il 20% gli 11,3K del 2009 corrispondono ai 13,5K di oggi quindi é come se in termini di valore per chi vende il prezzo fosse rimasto sotanzialmente identico. Quello che non è cambiato in termini reali è il pil, ossia la ricchezza, che si traduce in perdita del potere d'acquisto da parte del compratore e conseguentemente in aumento del prezzo (reale e non solo nominale) dell'orologio.
Se i listini aumentassero a tassi di crescita uguali a quelli dei reddito disponibile l'aumento sarebbe solo nominale ma in termini reali il rapporto tra prezzo e potere d'acquisto del compatore rimarrebbe immutato.
L'errore delle case è stato quello di tarare i tassi di crescita dei listini sui tassi di crescita di PIL su mercati in forte espansione dove quei tassi era prevedibile non sarebbero durati ed erano troppo diversi rispetto al resto del mondo, il che ha portato alle evidenti distorsioni venute alla luce nell'ultimo anno.
AP per effetto di queste distorsioni ha dovuto tagliare il listino dell'oro in misura variabile tra il 20 e il 30%, mai si erano viste manovre simili che danno la misura di quanto le case abbiano perso il controllo e il contatto con la realtà.
hanno scaricato gran parte della crisi sull'anello loro ultimo..che e' appunto il ramo commerciale
Il che è assolutamente normale.
Quando una casa ha venduto la produzione alla rete di distribuzione tutto il rischio commerciale passa a quest'ultima.
Ed è quel rischio che giustifica i margini che la rete di vendita ha a disposizione, che per semplificare compra gli orologi a 100 e lin rivende a 200, al netto dell'Iva.
Le Case hanno sbagliato a forzare questa leva, che ha mandato in crisi la rete di vendita e ha prodotto magazzini intasati, prodotti inflazionati, crediti deteriorati e una rete sempre più esigua al punto che le stesse case in molti casi non hanno più commercianti a cui affidare le concessioni specie sui mercati più in crisi come l'italiano.
Con la loro miopia e politica speculativa di breve periodo hanno innescato un enorme circolo vizioso dal quale adesso che il mercato cinese è crollato non sanno come tirarsi fuori.
Chi rompe paga e i cocci sono i suoi
La.stessa cosa era accaduta negli anni 90 col mercato italiano e fu ciò che mandó in crisi tutte le aziende del settore spingendole nella pancia dei grandi gruppi.