Non so quanto bene o male se la passi Dufour ma una cosa è certa: se esistesse un vero mercato economicamente interessante ci sarebbero altri a fare lo stesso mestiere.
Non è così semplice.
Per Lavorare a certi livelli non basta lo "studio" ma ci vuole un apprendistato lunghissimo. Dufour è arrivato ai suoi livelli dopo che ha speso 20 anni in industria e almeno altri 20 tra restauri e auto costruzione.
Roth oggi fa lavori con livelli di finitura di cui 20 anni fa non era lontanamente all'altezza, 20 anni fa aveva un marchio di buon successo commerciale e oggi fa 10 orologi in un anno in casa propria con lucidature a specchio talmente perfette che il tourbillon ha due bilancieri anche il suo, solo che uno è un riflesso
Ci sono almeno 40 anni di gavetta ed esercizio che non si acquisiscono sul mercato.
Molti indipendenti sono costretti a disperdere energie e risorse tra progettazioni, prototipazione, produzione, marketing e beghe commerciali, non potendo dedicarsi a questa arte nella sua forma piu autentica, ossia l'esercizio delle antiche tecniche artigianali che sono tante, complesse e che richiedono più tempo di quanto ciascuno di loro non abbia.
E infatti spesso le finiture non sono all'altezza della ricercata sofisticatezza meccanica, come nel caso di Journe, e alcune volte vengono anche fatte fare ad altri.
Si fa presto a dire "fare lo stesso mestiere", prima devi arrivarci. E ci vogliono tanti anni e tanto olio di gomito.
Vedo personalmente alcuni giovani talenti dell'orologeria alla stregua di molte star dei fornelli. Bravissimi a stupire (soprattutto gli occhi meno pancia e palato) con elaborate sofisticazioni
Se parliamo di nicchie di mercato vedo più spazio e più interesse in quella della produzione artigianale di altissima gamma che non per gli effetti speciali di micromeccanica progettata con il CAD e realizzata con il CAM
Le due cose non devono necessariamente essere in contrapposizione, come lo stesso duality di Dufour dimostra, a patto che la sofisticata meccanica non diventi un pretesto per allontanarsi dalla tradizione e sfornare marchingegni che con l'orologio da polso hanno sempre meno a che vedere, come capita sempre più spesso, e che dietro al pretesto dell'estro e della fantasia forse cela l'incapacità di esprimere un'idea credibile di alta orologeria tradizionale, come invece riesce perfettamente a Philippe Dufour