Orologico Forum 3.0

L’assistenza delle case produttrici

tick

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Re:L’assistenza delle case produttrici
« Risposta #30 il: Febbraio 06, 2016, 07:32:34 am »
Scusami ma sono a volte un po' criptico. Intendevo dire che molti contratti di uso/vendita di prodotti contengono clausole specifiche che vietano il reverse engineering del prodotto. In molti casi esistono protezioni specifiche. Ciò nonostante, con leggi e difficoltà contro, si procede comunque.
Molte aziende hanno macchine sovradimensionate come capacità e figlie di un epoca in cui si pensava ad un futuro diverso. Molte stanno provando a trovare sbocchi produttivi e sarebbero felici di trovare qualcosa da fare.
Chi può produrre questo
ha solo bisogno di un ragazzo uscito da una scuola tecnica.
Nel 99% dei casi gli orologi sono esattamente ciò che sembrano.
Quando parli di subfornitura in molti sono attrezzati proprio per mettere in produzione pezzi di altri il più in fretta possibile.
Se si intravvede la convenienza economica si riproduce tutto, dalla ruota centro a Google.
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fabri5.5

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Re:L’assistenza delle case produttrici
« Risposta #31 il: Febbraio 06, 2016, 09:10:17 am »
Attualmente le stampanti 3d producono solo oggetti in materiale plastico.


ti correggo,si è già passati anche ai metalli.
c'è un azienda di proprietà General Eletric a cui ci rivolgiamo per la prototipazione,
che stampa in 3D particolari in TiAL (Alluminiuro di titanio).
è un materiale che fa schifo da lavorare poi a macchina utensile,
però rispetto a costruire un particolare dal pieno,con questi stampati restano da fare
pochissime lavorazioni,praticamente solo dove ci sono tolleranze dimensionale a cui la stampa ancora non arriva.
tecnica e materiale offrono già parecchie garanzie,perchè la RAF (Royal Air Force) in sede di revisione dei suoi Tornado
accetta ricambi costruiti in questo modo e le specifiche militari sono sempre più stringenti del civile.

tick

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Re:L’assistenza delle case produttrici
« Risposta #32 il: Febbraio 06, 2016, 09:17:45 am »
Hai toccato un aspetto sostanziale di alcuni ambiti. Anche in siderurgia si parla da anni di stampa 3d e proprio la necessità di capire come certificare i prodotti è uno degli ambiti di ricerca.
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fabri5.5

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Re:L’assistenza delle case produttrici
« Risposta #33 il: Febbraio 06, 2016, 10:06:27 am »
Hai toccato un aspetto sostanziale di alcuni ambiti. Anche in siderurgia si parla da anni di stampa 3d e proprio la necessità di capire come certificare i prodotti è uno degli ambiti di ricerca.

effettivamente non ho specificato quali sono i ricambi accettati:
particolari di terzo e quart'ordine,coperchi,pannelli,ecc,
un particolare di classe C,quello critico non è contemplato che possa essere fatto in 3D.
però,stando a voci che circolano nell'ambiente aeronautico,un futuro Boing di linea
prevista commercializzazione nel 2020 avrà le palette delle turbine costruite in 3D e qui si entra nei particolari critici.

Istaro

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Re:L’assistenza delle case produttrici
« Risposta #34 il: Febbraio 06, 2016, 13:31:58 pm »
Scusami ma sono a volte un po' criptico. Intendevo dire che molti contratti di uso/vendita di prodotti contengono clausole specifiche che vietano il reverse engineering del prodotto. In molti casi esistono protezioni specifiche. Ciò nonostante, con leggi e difficoltà contro, si procede comunque.
Molte aziende hanno macchine sovradimensionate come capacità e figlie di un epoca in cui si pensava ad un futuro diverso. Molte stanno provando a trovare sbocchi produttivi e sarebbero felici di trovare qualcosa da fare.
Chi può produrre questo
ha solo bisogno di un ragazzo uscito da una scuola tecnica.
Nel 99% dei casi gli orologi sono esattamente ciò che sembrano.
Quando parli di subfornitura in molti sono attrezzati proprio per mettere in produzione pezzi di altri il più in fretta possibile.
Se si intravvede la convenienza economica si riproduce tutto, dalla ruota centro a Google.

Perdonami, però forse non stiamo seguendo lo stesso filo del discorso...

E' vero: già oggi esistono industrie o - per prodotti meno complessi - piccole manifatture specializzate che sono in grado di produrre e replicare quasi tutto, tanto che spesso lavorano come terzisti. (Per inciso: il "ragazzo uscito da una scuola tecnica" certe cose le può fare se è inserito nell'azienda che abbia il know-how e i macchinari...)

Però è anche vero che oggi i riparatori indipendenti non hanno accesso a molti ricambi di orologi non ETA, e la situazione va peggiorando a mano a mano che le case chiudono i rubinetti della distribuzione parallela.
I terzisti che potrebbero mettere in commercio le riproduzioni di fatto non lo fanno, perché temono di violare i brevetti: evidentemente non esiste una domanda di mercato sufficiente a indurli, anche per i componenti più "generici", a una produzione che li trascini in costosi contenziosi giudiziari (o che induca qualcuno a una produzione e distribuzione in nero).

Il ragionamento sulle stampanti 3D, in questo contesto, non nasce come ragionamento generale su queste macchine e sulle loro potenzialità all'interno dei normali processi produttivi (ragionamento che in ogni caso sto seguendo con interesse).
Piuttosto, in un topic sull'assistenza delle case produttrici di orologi (e sulle possibili alternative), il ragionamento nasce sull'ipotesi della stampante 3D come macchina che consenta un diffuso "fai da te" manifatturiero.

Per cui pongo di nuovo il mio dubbio: il piccolo orologiaio riparatore, che voglia riprodursi i componenti necessari senza ricorrere alla distribuzione parallela (che già oggi potrebbe aiutarlo, ma è soggetta a vincoli non solo tecnologici), potrà trovare nella stampante 3D la soluzione ai suoi problemi?

E anche ammesso che queste macchine, nelle evoluzioni future, siano in grado di produrre (per addizione o sottrazione di materiale) pezzi in diversi materiali (plastica, metallo, leghe), realizzati con un materiale unico o unendone più insieme, ecc....
Ammesso ciò, come può il piccolo orologiaio impostare la macchina senza avere il progetto digitalizzato dei componenti da realizzare? Può una scansione 3D essere in grado di effettuare il reverse engineering di componenti particolarmente complessi di cui non siano conosciute le schede tecniche?

Al di là del fatto che "la tecnologia può tutto", e che pochi anni fa le stampanti 3D non le immaginavano neanche nei romanzi di fantascienza, mi interessava capire se eravamo in grado di prefigurare una concreta applicabilità di questa soluzione per un futuro prossimo e sulla base si sperimentazioni tecnologiche già in corso (o di conoscenze attuali già definite di cui si sta studiando la sperimentazione).

Altrimenti, come annotava Angelo, possiamo concludere che si tratta di evoluzioni futuribili che probabilmente non interesseranno i nostri orologi (e non ci esenteranno dalla necessità di "monitorare" la qualità delle assistenze ufficiali delle case)...  ;)
« Ultima modifica: Febbraio 06, 2016, 13:41:45 pm da Istaro »
"Non esistono venti favorevoli per il marinaio che non sa dove andare" (Seneca)

ciaca

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Re:L’assistenza delle case produttrici
« Risposta #35 il: Febbraio 06, 2016, 15:23:18 pm »
Grazie Fabri, non ne ero al corrente anche se io mi riferivo alle piccole stampanti 3D di uso "domestico".
Il futuro, come sempre, ci riserverà sempre nuove alternative.

Tick ha toccato un punto abbastanza critico, già oggi esiste una florida industria cinese dedita alla costruzione di orologi e calibri copiati dagli originali. Fanno anche meccaniche complesse come i tourbillon e molti cronografi d'epoca come certi Venus.
Oltre ai soliti trattori (ETA e anche Rolex) e con un livello di precisione che distinguerli dagli originali diventa sempre più un rompicapo. Originali che d'altronde sono fatti in modo così dozzinale in molti casi che copiarli fedelmente non è più un problema con le moderne tecniche.
Ecco, se non sarà il fai da te a salvare i nostri orologi dall'assenza di ricambi con buona probabilità sarà la manifattura cinese :)
"A megghiu parola è chidda ca un si dici"

Re:L’assistenza delle case produttrici
« Risposta #36 il: Febbraio 06, 2016, 16:16:24 pm »
Manifattura cinese? E va beh… se continueranno a migliorare sarà senz'altro una possibile soluzione ai ricambi introvabili, ben venga!
Non c'è nulla di nobile nell'essere superiore a qualcun'altro.
La vera nobiltà è essere superiore a chi eravamo ieri.
-Samuel Johnson-

ilcommesso

Re:L’assistenza delle case produttrici
« Risposta #37 il: Febbraio 06, 2016, 17:01:44 pm »
Io a differenza di ermanno non la vedo così drammatica.

A lui non importava che tra 20-30 anni non ci potrebbero più essere gli orologiai riparatori, ma io ritengo che sia solo questione di tempo, prima che gli svizzeri si accorgano che più si ostinano a non concedere parti di ricambio a tutti, più riducono le loro stesse possibilità di sviluppo.

Le maison con storia e nome (la fuffa, per quelli smaliziati) già adesso impiegano un anno per fare la revisione di un complicato, quindi figuriamoci i tempi di attesa futuri, visto l'aumento di produzione e la diminuzione di personale qualificato.

Come adesso c'è il ritorno a mestieri manuali che sanno di antico e superato (carta fatta a mano, ricamatrici, ecc), così potrà esserci una nuova ripresa per un'attività che  pochi vogliono intraprendere.

S.M.

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Re:L’assistenza delle case produttrici
« Risposta #38 il: Febbraio 07, 2016, 15:11:24 pm »
Discussione dai contenuti interessanti, bravi!!
Ciò che non si muove non si usura.......Quello che non c'è non si rompe.