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Smartwatch, un successo reale?

guagua72

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Re:Smartwatch, un successo reale?
« Risposta #90 il: Marzo 01, 2016, 00:28:41 am »
Marco, ma come non hai un Milgauss???

Re:Smartwatch, un successo reale?
« Risposta #91 il: Marzo 01, 2016, 08:25:28 am »
Hai visto mai che le aziende svizzere da qualche anno a questa parte stiano andando nella direzione del silicio proprio per far si di affiancare il meccanico allo smartwatch senza problemi di magnetismo? ;D
Non c'è nulla di nobile nell'essere superiore a qualcun'altro.
La vera nobiltà è essere superiore a chi eravamo ieri.
-Samuel Johnson-


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Re:Smartwatch, un successo reale?
« Risposta #94 il: Marzo 20, 2016, 20:52:51 pm »
Ma solo un cieco può pensare che non siano un successo, sono già più gli sw in circolazione sui polsi che non i meccanici.
Gurdandomi intorno per la strada vedo un rapporto di 1:1 coi quarzi (ancora per poco) e 100:1 con i meccanici. Rapporti che non possono che aumentare nel futuro.
Siamo in piena rivoluzione digitale anche per l'orologeria.
"A megghiu parola è chidda ca un si dici"

Re:Smartwatch, un successo reale?
« Risposta #95 il: Marzo 20, 2016, 23:24:17 pm »
Il mio discorso è che lo Status di appartenenza di un oggetto di lusso non è più la sua funzione ma il suo allure, appeal, qualità percepita, storia.

Insomma...

E' vero che il segno distintivo del lusso sono gli attributi che tu individui (allure, ecc.).
Ma io non ritengo che questi prescindano dalla funzione, la quale resta prerequisito essenziale.

Il lusso è l'ipertrofia della qualità: si applica a oggetti che hanno una funzione concreta e finché questi la mantengono.
Anche perché nel lusso c'è una connotazione esibizionistica che si perde quando l'oggetto diviene demodé o addirittura inutile...

Oggi non sono più apprezzate le carrozze di lusso, perché sono state soppiantate dalle automobili di lusso.
Le donne non ricercano più corpetti od ombrellini di lusso, né gli uomini ghette o piegabaffi.

La borsa di Hermès, invece, assolve egregiamente alle sue funzioni di borsa: la sciura  potrà sempre metterci il suo necessaire , anche se accetterà di pagare un piccolo dazio, rispetto allo zainetto, in termini di "praticità".
(Per inciso: la dittatura della "praticità" non dovrebbe essere rifiutata solo in nome del lusso, ma anche della "semplice" qualità, dello stile...)

Tornando agli orologi, questi si differenziano dai braccialetti perché rispondono a esigenze concrete (misurazione precisa e lettura immediata del tempo). Proprio per questo si sono imposti anche nello stile maschile e sono stati oggetto di una grande ricerca qualitativa, fino a sviluppare anche un segmento di lusso.

Ora: le esigenze cui rispondono gli orologi non verranno meno nel breve periodo.
Per cui, fino a quando si dovrà scegliere tra due tipologie di "orologio" che offrono prestazioni simili (fino a quando, cioè, lo smartwatch , oltre a fornire la lettura dell'ora, costituirà solo un'espansione - e in sostanza un doppione - dello smartphone ), si potrà continuare a ricercare il lusso nell'orologio meccanico, e accettare di pagare un piccolo dazio, in termini di funzionalità, allo smartwatch.

Ma il giorno in cui le funzionalità dello smartwatch dovessero "esplodere", il "dazio" da pagare per rinunciarvi risulterebbe eccessivo per la gran parte dei consumatori e le esigenze di lusso verrebbero spostate su di esso: non avrà in onice il quadrante, ma certo la lunetta...

Indossare un orologio meccanico non sarebbe più uno status symbol, ma un vezzo retro, o una meditata scelta "ideologica" legata ai valori simbolici che quest'accessorio conserverà.
non concordo.
secondo me l'orologio meccanico non assolve a nessun bisogno funzionale, ma estetico, aspirazionale, filosofico ed è l'unico gioiello maschile, oltre che essere simbolo di raffinatezza e cultura.
Ormai tutti noi per guardare l'ora tiriamo fuori il telefonino e se così non fosse un quarzo da pochi euro segna l'ora in maniera più precisa.

Istaro

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Re:Smartwatch, un successo reale?
« Risposta #96 il: Marzo 20, 2016, 23:51:00 pm »
Il mio discorso è che lo Status di appartenenza di un oggetto di lusso non è più la sua funzione ma il suo allure, appeal, qualità percepita, storia.

Insomma...

E' vero che il segno distintivo del lusso sono gli attributi che tu individui (allure, ecc.).
Ma io non ritengo che questi prescindano dalla funzione, la quale resta prerequisito essenziale.

Il lusso è l'ipertrofia della qualità: si applica a oggetti che hanno una funzione concreta e finché questi la mantengono.
Anche perché nel lusso c'è una connotazione esibizionistica che si perde quando l'oggetto diviene demodé o addirittura inutile...

Oggi non sono più apprezzate le carrozze di lusso, perché sono state soppiantate dalle automobili di lusso.
Le donne non ricercano più corpetti od ombrellini di lusso, né gli uomini ghette o piegabaffi.

La borsa di Hermès, invece, assolve egregiamente alle sue funzioni di borsa: la sciura  potrà sempre metterci il suo necessaire , anche se accetterà di pagare un piccolo dazio, rispetto allo zainetto, in termini di "praticità".
(Per inciso: la dittatura della "praticità" non dovrebbe essere rifiutata solo in nome del lusso, ma anche della "semplice" qualità, dello stile...)

Tornando agli orologi, questi si differenziano dai braccialetti perché rispondono a esigenze concrete (misurazione precisa e lettura immediata del tempo). Proprio per questo si sono imposti anche nello stile maschile e sono stati oggetto di una grande ricerca qualitativa, fino a sviluppare anche un segmento di lusso.

Ora: le esigenze cui rispondono gli orologi non verranno meno nel breve periodo.
Per cui, fino a quando si dovrà scegliere tra due tipologie di "orologio" che offrono prestazioni simili (fino a quando, cioè, lo smartwatch , oltre a fornire la lettura dell'ora, costituirà solo un'espansione - e in sostanza un doppione - dello smartphone ), si potrà continuare a ricercare il lusso nell'orologio meccanico, e accettare di pagare un piccolo dazio, in termini di funzionalità, allo smartwatch.

Ma il giorno in cui le funzionalità dello smartwatch dovessero "esplodere", il "dazio" da pagare per rinunciarvi risulterebbe eccessivo per la gran parte dei consumatori e le esigenze di lusso verrebbero spostate su di esso: non avrà in onice il quadrante, ma certo la lunetta...

Indossare un orologio meccanico non sarebbe più uno status symbol, ma un vezzo retro, o una meditata scelta "ideologica" legata ai valori simbolici che quest'accessorio conserverà.
non concordo.
secondo me l'orologio meccanico non assolve a nessun bisogno funzionale, ma estetico, aspirazionale, filosofico ed è l'unico gioiello maschile, oltre che essere simbolo di raffinatezza e cultura.
Ormai tutti noi per guardare l'ora tiriamo fuori il telefonino e se così non fosse un quarzo da pochi euro segna l'ora in maniera più precisa.

Preciso: l'orologio da polso, in sé considerato (cioè a prescindere dalla tecnologia su cui si basa), assolve ancora a esigenze concrete di misurazione precisa e lettura immediata del tempo.
E' molto più comodo del telefonino, poiché ti consente di consultare l'ora più velocemente, magari con la coda dell'occhio (se sei impegnato in una conversazione e ritieni scortese dare l'idea all'interlocutore che ti stai stancando), anche se hai le mani impegnate o sporche, ecc.

E' senz'altro vero che a queste esigenze concrete risponde anche l'orologio al quarzo.

Per cui il "bisogno estetico, aspirazionale, filosofico...", che chiami giustamente in causa, è quello che contraddistingue specificatamente l'orologio meccanico.
"Non esistono venti favorevoli per il marinaio che non sa dove andare" (Seneca)

Re:Smartwatch, un successo reale?
« Risposta #97 il: Marzo 21, 2016, 10:07:21 am »
Il mio discorso è che lo Status di appartenenza di un oggetto di lusso non è più la sua funzione ma il suo allure, appeal, qualità percepita, storia.

Insomma...

E' vero che il segno distintivo del lusso sono gli attributi che tu individui (allure, ecc.).
Ma io non ritengo che questi prescindano dalla funzione, la quale resta prerequisito essenziale.

Il lusso è l'ipertrofia della qualità: si applica a oggetti che hanno una funzione concreta e finché questi la mantengono.
Anche perché nel lusso c'è una connotazione esibizionistica che si perde quando l'oggetto diviene demodé o addirittura inutile...

Oggi non sono più apprezzate le carrozze di lusso, perché sono state soppiantate dalle automobili di lusso.
Le donne non ricercano più corpetti od ombrellini di lusso, né gli uomini ghette o piegabaffi.

La borsa di Hermès, invece, assolve egregiamente alle sue funzioni di borsa: la sciura  potrà sempre metterci il suo necessaire , anche se accetterà di pagare un piccolo dazio, rispetto allo zainetto, in termini di "praticità".
(Per inciso: la dittatura della "praticità" non dovrebbe essere rifiutata solo in nome del lusso, ma anche della "semplice" qualità, dello stile...)

Tornando agli orologi, questi si differenziano dai braccialetti perché rispondono a esigenze concrete (misurazione precisa e lettura immediata del tempo). Proprio per questo si sono imposti anche nello stile maschile e sono stati oggetto di una grande ricerca qualitativa, fino a sviluppare anche un segmento di lusso.

Ora: le esigenze cui rispondono gli orologi non verranno meno nel breve periodo.
Per cui, fino a quando si dovrà scegliere tra due tipologie di "orologio" che offrono prestazioni simili (fino a quando, cioè, lo smartwatch , oltre a fornire la lettura dell'ora, costituirà solo un'espansione - e in sostanza un doppione - dello smartphone ), si potrà continuare a ricercare il lusso nell'orologio meccanico, e accettare di pagare un piccolo dazio, in termini di funzionalità, allo smartwatch.

Ma il giorno in cui le funzionalità dello smartwatch dovessero "esplodere", il "dazio" da pagare per rinunciarvi risulterebbe eccessivo per la gran parte dei consumatori e le esigenze di lusso verrebbero spostate su di esso: non avrà in onice il quadrante, ma certo la lunetta...

Indossare un orologio meccanico non sarebbe più uno status symbol, ma un vezzo retro, o una meditata scelta "ideologica" legata ai valori simbolici che quest'accessorio conserverà.
non concordo.
secondo me l'orologio meccanico non assolve a nessun bisogno funzionale, ma estetico, aspirazionale, filosofico ed è l'unico gioiello maschile, oltre che essere simbolo di raffinatezza e cultura.
Ormai tutti noi per guardare l'ora tiriamo fuori il telefonino e se così non fosse un quarzo da pochi euro segna l'ora in maniera più precisa.

Preciso: l'orologio da polso, in sé considerato (cioè a prescindere dalla tecnologia su cui si basa), assolve ancora a esigenze concrete di misurazione precisa e lettura immediata del tempo.
E' molto più comodo del telefonino, poiché ti consente di consultare l'ora più velocemente, magari con la coda dell'occhio (se sei impegnato in una conversazione e ritieni scortese dare l'idea all'interlocutore che ti stai stancando), anche se hai le mani impegnate o sporche, ecc.

E' senz'altro vero che a queste esigenze concrete risponde anche l'orologio al quarzo.

Per cui il "bisogno estetico, aspirazionale, filosofico...", che chiami giustamente in causa, è quello che contraddistingue specificatamente l'orologio meccanico.
non concordo ancora.
se guardi il video di Repubblica ti accorgi che la maggioranza non porta l'orologio ne al quarzo ne meccanico, ma trova più comodo guardare l'ora direttamente dal telefonino.
è un comportamento da non sottovalutare.

ciaca

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Re:Smartwatch, un successo reale?
« Risposta #98 il: Marzo 21, 2016, 10:25:42 am »
Quello di guardare l'ora dal telefonino è una prassi che sembra un po' caduta in disuso (perché oggettivamente scomoda) tanto è vero che una certa categoria di orologi al quarzo (repliche dei casio degli anni 70) è tornata di gran moda.
I polsi nudi ci sono, ma sono molto di più (almeno nelle società "comode") quelli addobbati di quarzi e smartwatch. Questi ultimi poi hanno avuto una diffusione enorme in un tempo assai breve come solo nella moderna società dei consumi globalizzata è possibile, al pari e forse anche più velocemente dello smartwatch tempo addietro.
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guagua72

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Re:Smartwatch, un successo reale?
« Risposta #99 il: Marzo 21, 2016, 12:25:16 pm »
Ma solo un cieco può pensare che non siano un successo, sono già più gli sw in circolazione sui polsi che non i meccanici.
Gurdandomi intorno per la strada vedo un rapporto di 1:1 coi quarzi (ancora per poco) e 100:1 con i meccanici. Rapporti che non possono che aumentare nel futuro.
Siamo in piena rivoluzione digitale anche per l'orologeria.
Non sono cieco ma miopia e astigmatismo che correggo probabilmente con lenti non adatte non mi permettono di vedere questi rapporti. ma forse qui da noi in provincia ci vuole un pò di più.....Angelo, stai mettendo su un centro studi statistici? Meglio di Mannheimer Ah ah ah ah....

ciaca

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Re:Smartwatch, un successo reale?
« Risposta #100 il: Marzo 21, 2016, 12:59:00 pm »
No Giorgio, è che ovunque guardo (e ti assicuro, non è tra le mie attività favorite quella di spiare i polsi altrui :D ) vedo smartwatch
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Re:Smartwatch, un successo reale?
« Risposta #101 il: Marzo 21, 2016, 13:05:29 pm »
No Giorgio, è che ovunque guardo (e ti assicuro, non è tra le mie attività favorite quella di spiare i polsi altrui) vedo smartwatch


Ma dai!!! ...ma se è la prima regola dell'appassionato, voler riconoscere un orologio su un polso e di conseguenza avere una vaga idea del tipo di passione di chi lo porta. ;D
Io i polsi li guardo, cerco di farlo in modo discreto, ma lo faccio e di SW a Roma ne vedo un sacco... ::)
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Re:Smartwatch, un successo reale?
« Risposta #102 il: Marzo 21, 2016, 13:19:26 pm »
Non ho motivo di mentire, giuro che non sono solito spiare ciò che gli altri indossano.
Pacifico che se capita di posare lo sguardo su un polso poi cerco di capire che c'è sopra, e sempre più spesso è uno smartwatch. :)
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mbelt

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Re:Smartwatch, un successo reale?
« Risposta #103 il: Marzo 21, 2016, 13:29:41 pm »
Non ho motivo di mentire, giuro che non sono solito spiare ciò che gli altri indossano.
Pacifico che se capita di posare lo sguardo su un polso poi cerco di capire che c'è sopra, e sempre più spesso è uno smartwatch. :)
Anche a me. E non vi dico in Parlamento. Ormai non si più parlare di futuro circa gli smartwatch perché sono una realtà presente e pressante.
Contro ogni talebanismo, ora e sempre

Istaro

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Re:Smartwatch, un successo reale?
« Risposta #104 il: Marzo 21, 2016, 15:53:40 pm »
Il mio discorso è che lo Status di appartenenza di un oggetto di lusso non è più la sua funzione ma il suo allure, appeal, qualità percepita, storia.

Insomma...

E' vero che il segno distintivo del lusso sono gli attributi che tu individui (allure, ecc.).
Ma io non ritengo che questi prescindano dalla funzione, la quale resta prerequisito essenziale.

Il lusso è l'ipertrofia della qualità: si applica a oggetti che hanno una funzione concreta e finché questi la mantengono.
Anche perché nel lusso c'è una connotazione esibizionistica che si perde quando l'oggetto diviene demodé o addirittura inutile...

Oggi non sono più apprezzate le carrozze di lusso, perché sono state soppiantate dalle automobili di lusso.
Le donne non ricercano più corpetti od ombrellini di lusso, né gli uomini ghette o piegabaffi.

La borsa di Hermès, invece, assolve egregiamente alle sue funzioni di borsa: la sciura  potrà sempre metterci il suo necessaire , anche se accetterà di pagare un piccolo dazio, rispetto allo zainetto, in termini di "praticità".
(Per inciso: la dittatura della "praticità" non dovrebbe essere rifiutata solo in nome del lusso, ma anche della "semplice" qualità, dello stile...)

Tornando agli orologi, questi si differenziano dai braccialetti perché rispondono a esigenze concrete (misurazione precisa e lettura immediata del tempo). Proprio per questo si sono imposti anche nello stile maschile e sono stati oggetto di una grande ricerca qualitativa, fino a sviluppare anche un segmento di lusso.

Ora: le esigenze cui rispondono gli orologi non verranno meno nel breve periodo.
Per cui, fino a quando si dovrà scegliere tra due tipologie di "orologio" che offrono prestazioni simili (fino a quando, cioè, lo smartwatch , oltre a fornire la lettura dell'ora, costituirà solo un'espansione - e in sostanza un doppione - dello smartphone ), si potrà continuare a ricercare il lusso nell'orologio meccanico, e accettare di pagare un piccolo dazio, in termini di funzionalità, allo smartwatch.

Ma il giorno in cui le funzionalità dello smartwatch dovessero "esplodere", il "dazio" da pagare per rinunciarvi risulterebbe eccessivo per la gran parte dei consumatori e le esigenze di lusso verrebbero spostate su di esso: non avrà in onice il quadrante, ma certo la lunetta...

Indossare un orologio meccanico non sarebbe più uno status symbol, ma un vezzo retro, o una meditata scelta "ideologica" legata ai valori simbolici che quest'accessorio conserverà.

non concordo.
secondo me l'orologio meccanico non assolve a nessun bisogno funzionale, ma estetico, aspirazionale, filosofico ed è l'unico gioiello maschile, oltre che essere simbolo di raffinatezza e cultura.
Ormai tutti noi per guardare l'ora tiriamo fuori il telefonino e se così non fosse un quarzo da pochi euro segna l'ora in maniera più precisa.

Preciso: l'orologio da polso, in sé considerato (cioè a prescindere dalla tecnologia su cui si basa), assolve ancora a esigenze concrete di misurazione precisa e lettura immediata del tempo.
E' molto più comodo del telefonino, poiché ti consente di consultare l'ora più velocemente, magari con la coda dell'occhio (se sei impegnato in una conversazione e ritieni scortese dare l'idea all'interlocutore che ti stai stancando), anche se hai le mani impegnate o sporche, ecc.

E' senz'altro vero che a queste esigenze concrete risponde anche l'orologio al quarzo.

Per cui il "bisogno estetico, aspirazionale, filosofico...", che chiami giustamente in causa, è quello che contraddistingue specificatamente l'orologio meccanico.
non concordo ancora.
se guardi il video di Repubblica ti accorgi che la maggioranza non porta l'orologio ne al quarzo ne meccanico, ma trova più comodo guardare l'ora direttamente dal telefonino.
è un comportamento da non sottovalutare.

Sono in molti, senza dubbio, quelli che leggono l'ora sul telefonino (non saprei se sono la "maggioranza"... di orologi - ovviamente al quarzo - ne vedo ancora moltissimi, anche tra i giovani).
Ma non direi che lo fanno perché l'orologio ha perso la sua funzionalità.

Preferiscono il telefonino innanzitutto quelli che lo tengono sempre in mano: una "fauna" ormai sempre più diffusa, sempre "interconnessa", per cui lo smartphone è diventato una sorta di protesi...  ;)

Capita anche che alcuni rinuncino all'orologio non perché ne disconoscono la comodità, ma semplicemente perché lo considerano uno strumento "antico", poco cool... (in nome della moda si fanno un sacco di cose che si sa bene essere poco razionali).

Insomma: secondo me leggere l'ora dall'orologio al polso è considerato ancora comodo da molti, anche se non è più l'unico modo di soddisfare questa esigenza.

Dubito - come ho già scritto in precedenza - che senza questo elemento base di funzionalità, basandosi soltanto sul valore emozionale, l'orologio da polso (al quarzo o meccanico che sia) possa sopravvivere.

Tu scrivi, giustamente, che l'orologio è l'unico gioiello maschile.
Però domandiamoci: come mai?

La mia risposta è che l'eleganza maschile ha sempre tendenzialmente rifuggito l'ornamento fine a sé stesso, il vezzo eccessivo, considerati prerogative femminili.
Gli uomini, piuttosto, si esercitano (o si esercitavano, quando ancora tenevano all'eleganza) a rendere bello - e a caricare di valori simbolici - ciò cui riconoscono una ragione d'uso (anche episodico), sia esso una tabacchiera o una valigetta ventiquattr'ore.
Pensiamo anche ai profumi: gli uomini hanno sempre preferito dire che usavano il "dopobarba" (quindi non lo facevano per vanità, ma per uno scopo lenitivo)...

Non dimentichiamo che l'orologio da polso fu perfezionato tra fine Settecento e inizi Ottocento, e già Breguet aveva sviluppato un meccanismo antiurto. Nella seconda metà dell'Ottocento partì la produzione di serie, confinata però al pubblico femminile, quale accessorio ornamentale: tutt'ora, in francese, l'orologio da polso viene chiamato montre-bracelet.

Servì la Prima Guerra Mondiale, con l'indubbia praticità dimostrata "sul campo" dagli orologi da polso, per piegare la fiera resistenza dei difensori degli orologi da tasca.

Concludendo: se oggi l'orologio da polso perdesse completamente interesse dal punto di vista dell'utilità (non perché diventato inutile al fine di leggere l'ora, ma perché si ponesse quale alternativa a uno smartwatch ormai irrinunciabile), ritengo che non sarebbe più considerato - in una prospettiva "maschile" - la risposta ad un "bisogno estetico, aspirazionale, filosofico...".
A quel punto, perché non un orologio da tasca?
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