In effetti anche io capisco poco il paragone tra Busser e Blumlein.
Blumlein e Bivier sono stati quelli che hanno voluto fare, con 4 soldi, quel poco di vera Orologeria che quest'industria ha saputo proporre negli anni 80 e fino alla prima metà degli anni 90, in epoca di nozze coi fichi secchi; poi entrambi hanno preso altre strade con alterne fortune.
Bivier è diventato la guida manageriale del gruppo LV, ma a fronte di buoni risultati commerciali con Hublot non ha saputo dare alcun ulteriore impulso di contenuti al movimento, Blumlein una volta entrato nella scuderia Richemont ha travasato il know how di iwc per far rinascere L&S con risorse che la sua IWC negli anni 80 poteva solo sognare. Profili diversi ma altrettanto rilevanti sulla storia di quest'industria, impatto che Busser - fatti salvi i suoi meriti - non mi pare abbia ancora avuto.
Solo per confermare i fondamentali aiuti di IWC ed in misura minore di Jaeger alla rinascita di Lange, avvenuti ben prima dell'acquisizione da parte di Richemont.
I primi orologi ed il successo della rinnovata Lange risale al 1994, epoca nella quale l'azienda era già perfettamente funzionante.
La Richemont ha poi acquisito le tre marche, tra le quali Lange, nel 2000, anno in cui Blumlein era purtroppo già gravemente malato tanto da non poter lasciare di fatto nessuna impronta nella Sua nuova posizione prima di decedere.
Personaggio unico, di grande umanità e di grande carisma, del tutto diverso dallo scoppiettante Biver.
Beppe
Una domanda: perché quando è stato deciso il rilancio di Lange si è deciso di posizionare il marchio come vertice di prestigio del gruppo?
Non sarebbe stato più normale - per storia - affidare questo compito a JLC, che invece ha assunto un ruolo sì prestigioso, ma in ogni caso "ancillare" rispetto a Lange?
Ciao Gianni,
Ribadisco che Il gruppo che attualmente detiene la propretà di Lange non poteva decidere alcunché all'epoca in cui è stato deciso il posizionamento di Lange, gli investimenti necessari alla ricostruzione della Rinnovata Marca, la sua nuova strategia ed il concetto alla base, per la semplicissima ragione che non era proprietaria. Il Gruppo è subentrato dopo anni nei quali Lange era stabilmente nei primissimi posti della gerarchia e del prestigio in Orologeria.
Nè sarebbe stato logico, quando ha potuto divenirne la proprietaria, declassare un tale gioiello perfettamente funzionante e ben registrato come Lange.
Non sò invece, come non può saperlo Nessuno, se e come avrebbe potuto interagire ed integrarsi un Uomo del valore di Blumlein con gli altri top managers del Gruppo, alcuni dei quali avrebbero potuto, probabilmente, non ritrovarsi in sintonia con l'idea ben radicata che aveva Blumlein dell'Alta Orologeria, ma ci ha pensato il destino, purtroppo.
Quanto alle ragioni che hanno determinato il posizionamento di Lange, all'epoca in cui ne è stata decisa la rinascita e rilancio, evidentemente non le conosco, potendo solo azzardare mie personalissime opinioni.
in quegli anni, era la società tedesca Mannessmann la proprietaria di Jaeger e di IWC.
La IWC si trovava a Schaffausen, città svizzera, ma di cultura e tradizioni germaniche e geograficamente attaccata alla Germania.
Blumlein, anche lui tedesco, fu messo a capo di Iwc e di Jlc da Mannessmann.
La nuova agenza di comunicazione e di pubblicità, anche essa tedesca, era stata decisa da Mannessman.
Il nuovo accordo tra IWC e Porshe Design era stato deciso da Mannessmann tramite la tedesca Vdo.
Saranno state queste le ragioni che hanno influito sul posizionamento di Lange ? Non lo sò, ma se anche fosse non lo troverei così strano.
Per relativizzare il contesto dell'orologeria, che pure amiamo, un Top Manager di IWC, delegato a rappresentare la societá all'Assemblea Ordinaria di Mannessmann, manager che si era evidentemente preparato con dati, slide e quant'altro, mi disse della sua grande delusione, realizzando della irrilevante importanza economica che alla Mannessmann attribuivano alle loro due società orologerie. Infatti, solo a fine assemblea, il Relatore assembleare, si ricordò degli orologi, limitandosi a comunicare che "abbiamo poi anche due società che fanno orologi" punto.