Orologico Forum 3.0

ebel e max busser

Beppe

Re:ebel e max busser
« Risposta #15 il: Febbraio 18, 2016, 14:43:26 pm »
Io non trovo altri "manager" di pari grandezza, perchè blumlein aveva una visione generale proiettata al futuro, ma anche un bel pò di risorse economiche cui attingere (non starò qui a narrare la storia dei marchi prima di entrare nel gruppo Richemont).
Busser non è un vero orologiaio, ma tutti quelli che hanno lavorato al progetto Opus hanno dato vita ad attività indipendenti, col proprio nome.
Penso che parte del merito vada data a Max, ed è per questa sua visione che lo affianco a Blumlein  ;)

François-Paul Journe, Antoine Preziuso,  Vianney Halter,  Christophe Claret, Felix Baumgartner,Greubel Forsey, Andreas Strehler, Frédéric Garinaud, Jean-Marc Wiederrecht e Eric Giroud,  Jean-François Mojon…

Caro Commesso, non mi sembra aver sminuito quanto fatto da Max Busser, anzi.
Per il resto rispetto la tua convinzione, annotando peró che molti degli Indipendenti da te citati (Journe, Preziuso, Halter, Claret, Baumgartner, Greubel Forsay, Wiederrecht) esistevano e vendevano i loro manufatti ben prima di Opus Harry Winston. Gli altri Indipendenti citati non ho avuto la fortuna di conoscerli, e quindi potresti avere ragione, anche se non capisco come possa rilevare la circostanza sugli evidenti e riconosciuti meriti di Max Busser. Altrettanto poco comprensibile il tuo accenno quando scrivi che Egli non é un vero orologiaio. La quasi totalitá dei Capu Azienda, in Orologeria, non sono Orologiai, né veri né non veri.
Se poi vorrai raccontarmi la Storia di Blumein e delle Marche di cui si é occupato, te ne saró grato, permettendomi di ricordare momenti molto stimolanti e piacevoli di tanti anni fa.
Vorrai scusarmi, ma, con tutto il rispetto, continueró a ritenere su due piani diversi Max Busser ed il compianto Gunther Blumlein.
Con simpatia.
Beppe.

guagua72

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Re:ebel e max busser
« Risposta #16 il: Febbraio 18, 2016, 16:24:49 pm »
Anche io non sono stupito dal fatto che  Max Busser  fosse passato dal classico, occorre credo sempre conoscere i modelli di riferimento che costituiscono le basi per potere poi essere solidi innovatori. Concordo con Marco, innanzitutto perchè ha detto una cosa verissima " ..... ci si dimentica che se ci sono orologi certamente non modaioli sono proprio gli MB&F ....". Anche se appiono oltremisura o di non forma, non sono mai il classico cipollone. Poi non mi azzardo a paragonarlo a Journe, mi sembra inutile un paragone sulla commercialità di journe rispetto a max Busser. Tornando al suo rapporto con Ebel e all'intervista devo dire che mi è piaciuta molto, non mi ha deluso affatto.

ciaca

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Re:ebel e max busser
« Risposta #17 il: Febbraio 18, 2016, 16:52:23 pm »
In effetti anche io capisco poco il paragone tra Busser e Blumlein.
Blumlein e Bivier sono stati quelli che hanno voluto fare, con 4 soldi, quel poco di vera Orologeria che quest'industria ha saputo proporre negli anni 80 e fino alla prima metà degli anni 90, in epoca di nozze coi fichi secchi; poi entrambi hanno preso altre strade con alterne fortune.

Bivier è diventato la guida manageriale del gruppo LV, ma a fronte di buoni risultati commerciali con Hublot non ha saputo dare alcun ulteriore impulso di contenuti al movimento, Blumlein una volta entrato nella scuderia Richemont ha travasato il know how di iwc per far rinascere L&S con risorse che la sua IWC negli anni 80 poteva solo sognare. Profili diversi ma altrettanto rilevanti sulla storia di quest'industria, impatto che Busser - fatti salvi i suoi meriti - non mi pare abbia ancora avuto.
"A megghiu parola è chidda ca un si dici"

Beppe

Re:ebel e max busser
« Risposta #18 il: Febbraio 18, 2016, 17:26:56 pm »
In effetti anche io capisco poco il paragone tra Busser e Blumlein.
Blumlein e Bivier sono stati quelli che hanno voluto fare, con 4 soldi, quel poco di vera Orologeria che quest'industria ha saputo proporre negli anni 80 e fino alla prima metà degli anni 90, in epoca di nozze coi fichi secchi; poi entrambi hanno preso altre strade con alterne fortune.

Bivier è diventato la guida manageriale del gruppo LV, ma a fronte di buoni risultati commerciali con Hublot non ha saputo dare alcun ulteriore impulso di contenuti al movimento, Blumlein una volta entrato nella scuderia Richemont ha travasato il know how di iwc per far rinascere L&S con risorse che la sua IWC negli anni 80 poteva solo sognare. Profili diversi ma altrettanto rilevanti sulla storia di quest'industria, impatto che Busser - fatti salvi i suoi meriti - non mi pare abbia ancora avuto.

Solo per confermare i fondamentali aiuti di IWC ed in misura minore di Jaeger alla rinascita di Lange, avvenuti ben prima dell'acquisizione da parte di Richemont.
I primi orologi ed il successo della rinnovata Lange risale al 1994, epoca nella quale l'azienda era già perfettamente funzionante.
La Richemont ha poi acquisito le tre marche, tra le quali Lange, nel 2000, anno in cui Blumlein era purtroppo già gravemente malato tanto da non poter lasciare di fatto nessuna impronta nella Sua nuova posizione prima di decedere.
Personaggio unico, di grande umanità e di grande carisma, del tutto diverso dallo scoppiettante Biver.
Beppe

mbelt

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Re:ebel e max busser
« Risposta #19 il: Febbraio 18, 2016, 17:46:52 pm »
In effetti anche io capisco poco il paragone tra Busser e Blumlein.
Blumlein e Bivier sono stati quelli che hanno voluto fare, con 4 soldi, quel poco di vera Orologeria che quest'industria ha saputo proporre negli anni 80 e fino alla prima metà degli anni 90, in epoca di nozze coi fichi secchi; poi entrambi hanno preso altre strade con alterne fortune.

Bivier è diventato la guida manageriale del gruppo LV, ma a fronte di buoni risultati commerciali con Hublot non ha saputo dare alcun ulteriore impulso di contenuti al movimento, Blumlein una volta entrato nella scuderia Richemont ha travasato il know how di iwc per far rinascere L&S con risorse che la sua IWC negli anni 80 poteva solo sognare. Profili diversi ma altrettanto rilevanti sulla storia di quest'industria, impatto che Busser - fatti salvi i suoi meriti - non mi pare abbia ancora avuto.
Non ti dimenticare che Biver non aveva grandi capitali, ma li aveva invece Jacques Piguet. Quindi non direi che Blancpain sia rinata con pochi mezzi, tutt'altro.
Quanto ai paragoni fra Blumlein e Busser, io penso che non siano propri. Sono storie troppo diverse, ma non escluderei che tra qualche anno l'importanza di Busser nel settore diventi persino maggiore di quella di Blumlein. Intanto è uno dei pochissimi che piaccia o no, un settore lo ha mutato, quello dell'altissima orologeria, e non tanto con capacità orologiere (è un ingegnere) ma con la potenza di idee che ha avuto lui per primo rispetto a tutto il resto dell'industria, e che sempre più oggi vengono copiate...peraltro. Quindi ad oggi direi è stato più importante Blumlein, ma in prospettiva non saprei dire. E comunque sono vicende troppo diverse e lontane nel tempo.
Quanto alle risorse economiche io invece una cosa certa la dico: che Busser non sarebbe mai riuscito a fare il suo primo orologio, il peraltro bellissimo HM1, se alcuni non gli avessero comprato l'orologio sulla fiducia, prima ancora che fosse pronto il disegno definitivo. Conosco chi gli ha dato i soldi solo per la fiducia che avevano nelle sue capacità. Fiducia molto ben riposta, perché a quanto ne so è uno dei pochi indipendenti che sta andando molto ma molto bene. Direi anche troppo bene, e questo mi preoccupa....
« Ultima modifica: Febbraio 18, 2016, 17:59:21 pm da mbelt »
Contro ogni talebanismo, ora e sempre

Istaro

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Re:ebel e max busser
« Risposta #20 il: Febbraio 20, 2016, 00:25:11 am »
In effetti anche io capisco poco il paragone tra Busser e Blumlein.
Blumlein e Bivier sono stati quelli che hanno voluto fare, con 4 soldi, quel poco di vera Orologeria che quest'industria ha saputo proporre negli anni 80 e fino alla prima metà degli anni 90, in epoca di nozze coi fichi secchi; poi entrambi hanno preso altre strade con alterne fortune.

Bivier è diventato la guida manageriale del gruppo LV, ma a fronte di buoni risultati commerciali con Hublot non ha saputo dare alcun ulteriore impulso di contenuti al movimento, Blumlein una volta entrato nella scuderia Richemont ha travasato il know how di iwc per far rinascere L&S con risorse che la sua IWC negli anni 80 poteva solo sognare. Profili diversi ma altrettanto rilevanti sulla storia di quest'industria, impatto che Busser - fatti salvi i suoi meriti - non mi pare abbia ancora avuto.

Solo per confermare i fondamentali aiuti di IWC ed in misura minore di Jaeger alla rinascita di Lange, avvenuti ben prima dell'acquisizione da parte di Richemont.
I primi orologi ed il successo della rinnovata Lange risale al 1994, epoca nella quale l'azienda era già perfettamente funzionante.
La Richemont ha poi acquisito le tre marche, tra le quali Lange, nel 2000, anno in cui Blumlein era purtroppo già gravemente malato tanto da non poter lasciare di fatto nessuna impronta nella Sua nuova posizione prima di decedere.
Personaggio unico, di grande umanità e di grande carisma, del tutto diverso dallo scoppiettante Biver.
Beppe

Una domanda: perché quando è stato deciso il rilancio di Lange si è deciso di posizionare il marchio come vertice di prestigio del gruppo?

Non sarebbe stato più normale - per storia - affidare questo compito a JLC, che invece ha assunto un ruolo sì prestigioso, ma in ogni caso "ancillare" rispetto a Lange?
"Non esistono venti favorevoli per il marinaio che non sa dove andare" (Seneca)

Beppe

Re:ebel e max busser
« Risposta #21 il: Febbraio 20, 2016, 09:32:28 am »
In effetti anche io capisco poco il paragone tra Busser e Blumlein.
Blumlein e Bivier sono stati quelli che hanno voluto fare, con 4 soldi, quel poco di vera Orologeria che quest'industria ha saputo proporre negli anni 80 e fino alla prima metà degli anni 90, in epoca di nozze coi fichi secchi; poi entrambi hanno preso altre strade con alterne fortune.

Bivier è diventato la guida manageriale del gruppo LV, ma a fronte di buoni risultati commerciali con Hublot non ha saputo dare alcun ulteriore impulso di contenuti al movimento, Blumlein una volta entrato nella scuderia Richemont ha travasato il know how di iwc per far rinascere L&S con risorse che la sua IWC negli anni 80 poteva solo sognare. Profili diversi ma altrettanto rilevanti sulla storia di quest'industria, impatto che Busser - fatti salvi i suoi meriti - non mi pare abbia ancora avuto.

Solo per confermare i fondamentali aiuti di IWC ed in misura minore di Jaeger alla rinascita di Lange, avvenuti ben prima dell'acquisizione da parte di Richemont.
I primi orologi ed il successo della rinnovata Lange risale al 1994, epoca nella quale l'azienda era già perfettamente funzionante.
La Richemont ha poi acquisito le tre marche, tra le quali Lange, nel 2000, anno in cui Blumlein era purtroppo già gravemente malato tanto da non poter lasciare di fatto nessuna impronta nella Sua nuova posizione prima di decedere.
Personaggio unico, di grande umanità e di grande carisma, del tutto diverso dallo scoppiettante Biver.
Beppe

Una domanda: perché quando è stato deciso il rilancio di Lange si è deciso di posizionare il marchio come vertice di prestigio del gruppo?

Non sarebbe stato più normale - per storia - affidare questo compito a JLC, che invece ha assunto un ruolo sì prestigioso, ma in ogni caso "ancillare" rispetto a Lange?

Ciao Gianni,
Ribadisco che Il gruppo che attualmente detiene la propretà di Lange non poteva decidere alcunché all'epoca in cui è stato deciso il posizionamento di Lange, gli investimenti necessari alla ricostruzione della Rinnovata Marca, la sua nuova strategia ed il concetto alla base, per la semplicissima ragione che non era proprietaria. Il Gruppo è subentrato dopo anni nei quali Lange era stabilmente nei primissimi posti della gerarchia e del prestigio in Orologeria.
Nè sarebbe stato logico, quando ha potuto divenirne la proprietaria, declassare un tale gioiello perfettamente funzionante e ben registrato come Lange.
Non sò invece, come non può saperlo Nessuno, se e come avrebbe potuto interagire ed integrarsi un Uomo del valore di Blumlein con gli altri top managers del Gruppo, alcuni dei quali avrebbero potuto, probabilmente, non ritrovarsi in sintonia con l'idea ben radicata che aveva Blumlein dell'Alta Orologeria, ma ci ha pensato il destino, purtroppo.
Quanto alle ragioni che hanno determinato il posizionamento di Lange, all'epoca in cui ne è stata decisa la rinascita e rilancio, evidentemente non le conosco, potendo solo azzardare mie personalissime opinioni.
in quegli anni, era la società tedesca Mannessmann la proprietaria di Jaeger e di IWC.
La IWC si trovava a Schaffausen, città svizzera, ma di cultura e tradizioni germaniche e geograficamente attaccata alla Germania.
Blumlein, anche lui tedesco, fu messo a capo di Iwc e di Jlc da Mannessmann.
La nuova agenza di comunicazione e di pubblicità, anche essa tedesca, era stata decisa da Mannessman.
Il nuovo accordo tra IWC e Porshe Design era stato deciso da Mannessmann tramite la tedesca Vdo.
Saranno state queste le ragioni che hanno influito sul posizionamento di Lange ? Non lo sò, ma se anche fosse non lo troverei così strano.
Per relativizzare il contesto dell'orologeria, che pure amiamo, un Top Manager di IWC, delegato a rappresentare la societá all'Assemblea Ordinaria di Mannessmann, manager che si era evidentemente preparato con dati, slide e quant'altro, mi disse della sua grande delusione, realizzando della irrilevante importanza economica che alla Mannessmann attribuivano alle loro due società orologerie. Infatti, solo a fine assemblea, il Relatore assembleare, si ricordò degli orologi, limitandosi a comunicare che "abbiamo poi anche due società che fanno orologi"  punto.
« Ultima modifica: Febbraio 20, 2016, 11:10:33 am da Beppe »

diemmeo

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Re:ebel e max busser
« Risposta #22 il: Febbraio 20, 2016, 10:01:22 am »
Buongiorno, questo post è per me di grande interesse. La testimonianza diretta di Beppe, che ha vissuto gli sviluppi della storia dall'interno del mondo orologiero svizzero, conferma, ove ce ne fosse mai bisogno, il genio di Günter Blümlein, che da manager di Les Manifactures Horlogères, dopo aver rilanciato IWC e Jaeger-Le-Coultre, ha consentito la realizzazione del sogno di Walter Lange. Non a caso Günter era a fianco di Walter (molto interessante la sua autobiografia) il 25 Ottobre 1994 quando furono presentati alla stampa i primi quattro modelli della rinata A. Lange & Söhne (Lange 1, Saxonia, Arkade e Tourbillon pour la Merite).
Però mi permetto di sottolineare un altro aspetto, l'intervista a Büsser mi ha fatto (ri)scoprire il Chrono 1911 con El Primero 400. Una breve surfata nella nota piattaforma colloca il testa oro a circa metà Submariner, per usare l'unità di prezzo cara ad erm, mentre l'acciaio ad 1/3 del sub. A me piace molto il bracciale sportwave di Ebel, ma questi sono con cinturino e deployante. Considerate le vicissitudini di Ebel (ripetuti camni di proprietà) la produzione del Chrono con calibro 134/El Primero 400 dovrebbe andare dal 1985 al 1990. Chiedo a ciaca, fabri ed altri esperti e conoscitori di Ebel se per voi è oggi un acquisto consigliabile, eventuali pregi e difetti e a cosa prestare attenzione. Grazie

fabri5.5

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Re:ebel e max busser
« Risposta #23 il: Febbraio 20, 2016, 14:34:29 pm »
Buongiorno, questo post è per me di grande interesse. La testimonianza diretta di Beppe, che ha vissuto gli sviluppi della storia dall'interno del mondo orologiero svizzero, conferma, ove ce ne fosse mai bisogno, il genio di Günter Blümlein, che da manager di Les Manifactures Horlogères, dopo aver rilanciato IWC e Jaeger-Le-Coultre, ha consentito la realizzazione del sogno di Walter Lange. Non a caso Günter era a fianco di Walter (molto interessante la sua autobiografia) il 25 Ottobre 1994 quando furono presentati alla stampa i primi quattro modelli della rinata A. Lange & Söhne (Lange 1, Saxonia, Arkade e Tourbillon pour la Merite).
Però mi permetto di sottolineare un altro aspetto, l'intervista a Büsser mi ha fatto (ri)scoprire il Chrono 1911 con El Primero 400. Una breve surfata nella nota piattaforma colloca il testa oro a circa metà Submariner, per usare l'unità di prezzo cara ad erm, mentre l'acciaio ad 1/3 del sub. A me piace molto il bracciale sportwave di Ebel, ma questi sono con cinturino e deployante. Considerate le vicissitudini di Ebel (ripetuti camni di proprietà) la produzione del Chrono con calibro 134/El Primero 400 dovrebbe andare dal 1985 al 1990. Chiedo a ciaca, fabri ed altri esperti e conoscitori di Ebel se per voi è oggi un acquisto consigliabile, eventuali pregi e difetti e a cosa prestare attenzione. Grazie

data la qualità e il deprezzamento è consigliabilissimo l'acquisto,
attento solo al bracciale,se fosse corto è difficile recuperare le maglie aggiuntive,
problema comune a svariati marchi.

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Re:ebel e max busser
« Risposta #24 il: Febbraio 20, 2016, 14:53:19 pm »
Grazie fabri, so che apprezzi Ebel. Siamo stati insieme a visitare Roger Dubois.
Ciao

ciaca

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Re:ebel e max busser
« Risposta #25 il: Febbraio 20, 2016, 15:25:55 pm »
Non posso che parlare bene di questo cronografo che ha una delle casse più belle, oroginali e meglio costruite che io abbia mai visto, proprio per quella totale assenza di spigoli e quella armonica sequenze di curve che lo stesso Busser cita :)
Anche il bracciale è tra i più morbidi e meglio realizzati che io ricordi, pur non possedendone uno avendo solo modelli in metallo nobile.
Sono particolari anche le finiture della stessa cassa, apprezzabili solo dal vivo, così come alcuni quadranti realizzati con particolari vernici capaci di offrire mutevoli effetti a secondo della luce incidente.
Orologi da vedere e valutare dal vivo per la ricchezza di particolari che in foto non si riescono in alcun modo a rendere.
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Re:ebel e max busser
« Risposta #26 il: Febbraio 20, 2016, 16:09:32 pm »
Sarei tentato dal metallo nobile con quadrante blu. Lo vedo più come uno sportivo elegante, in questo caso con cinturino. Altrimenti acciaio, ma dovrei trovarne uno con bracciale o recuperarlo, penso con qualche difficoltá. Scarto acciaio/oro per questione soggettiva di preferenza, anche se era quello indossaro da Sonny Crockett/Don Johnson nella terza stagione di Miami Vice, quindi all'epoca molto cool come sottilinea Max Büsser. Grazie anche a te, ciaca, i tuoi consigli e gli interventi che apprezzo molto sono sempre graditi.

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Re:ebel e max busser
« Risposta #27 il: Febbraio 20, 2016, 16:24:18 pm »
Grazie fabri, so che apprezzi Ebel. Siamo stati insieme a visitare Roger Dubois.
Ciao

ahh,bella gita.
se apprezzi Ebel,non mi viene difficile individuarti come il distinto signore con il Moser!!

Re:ebel e max busser
« Risposta #28 il: Febbraio 20, 2016, 16:27:57 pm »
ahahahaha....tana!! ...e la tua colpa figliolo fu nel buon gusto!   :D :D

diemmeo

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Re:ebel e max busser
« Risposta #29 il: Febbraio 20, 2016, 16:56:11 pm »
Esatto! Ci si mette un po' a capire i propri gusti, che peraltro si modificano nel tempo anche grazie allo studio e alla ricerca individuale, favoriti dallo scambio di informazioni, cosa che apprezzo molto in quest Forum. Se tornassi indietro farei in molti casi scelte diverse, ma credo sia inevitabile. Comunque del Moser Perpetual One non mi sono mai pentito ...