Per quello che vale, ricordo che non mi sembra debba essere considerato pacifico – anche se ormai largamente accettato… - l’assunto “orologio
casual = via libera ai grandi diametri”.
O meglio: se consideriamo lo stile
casual nell’accezione - ormai comune - di stile “casuale”, è ovvio che ognuno fa come l’estro gli detta…
Se però ci riferiamo al tono
informale e
sportivo, anche gli orologi di tipologia compatibile (cronografi, subacquei, militari, da aviatore, ecc.) hanno per tradizione un limite dimensionale, al di sotto dei 40 mm.
Questo perché si tratta(va) di orologi che
si ispirano a quelli professionali, restando però cosa diversa.
Le dimensioni degli orologi informali e sportivi devono essere ovviamente maggiori di quelle degli orologi formali, per soddisfare determinate caratteristiche (quadranti leggibili in condizioni più dinamiche, guarnizioni, robustezza, ecc.); ma non devono necessariamente giungere a quelle degli orologi strettamente professionali (da cui riprendono linea e caratteristiche essenziali): un conto è indossarli sotto una camicia sportiva o un maglione, per il tempo libero; un altro conto sopra una mimetica o una tuta da sub, con l’esigenza primaria che rispondano a precisi requisiti tecnici (per cui le esigenze estetiche passano in secondo piano).
Se l’uso non è professionale, la questione resta - a mio avviso - quella della
proporzione con la figura di chi li indossa: oltre i 40 mm (potremmo dire 42 per chi ha polsi davvero grossi) l’orologio diviene vistoso, esibito, e anche sgraziato, quale che sia il
look in cui si inserisce.
Si tratta, ovviamente, dell’opinione di chi ritiene che un certo tipo di equilibrio – perché no: di “eleganza” - vada conservato in ogni contesto, sia pure in forme rapportate a quel contesto.
Opinione oggi largamente minoritaria, lo sappiamo.
Il richiamo alla funzione dell’orologio per individuarne il tono (formale/informale/sportivo), inoltre, ci evita di cadere in ragionamenti scivolosi su cosa debba intendersi per “orologio
casual ”. Se infatti noi sosteniamo che “i grandi diametri sono ammessi solo per gli orologi
casual ”, e però aggiungiamo che “un orologio può definirsi
casual per il solo avere un grande diametro” (chi mi ha preceduto non ha sostenuto questo, ma il piano inclinato del ragionamento sembra condurre in questa direzione), dovremmo concludere che tutti gli orologi – di qualsiasi tipologia e affissione – non hanno una specificità dimensionale: basta aumentare le misure e… zac! abbiamo un ultrapiatto
“casual”.