Non sarebbe più corretto scriverci quanto meno la marca e il tipo di oro? Anche se sul interno dell'orologio c'è scritto.
Una precisa descrizione del bene, che sarebbe senz'altro doverosa e corretta, assolve ad alcune funzioni:
1) attestarne l'autenticità e, quindi, il valore economico, se tale valore è collegato a particolari caratteristiche del bene (marca, anno di produzione, integrità delle parti, ecc.).
In questo caso specifico, però, il prezzo pagato per l'orologio è esiguo e non è legato ad alcuna caratteristica particolare.
2) rendere incontestabile l'esercizio della garanzia legale (di un anno per i beni usati) cui sono tenuti i rivenditori professionali.
Chi ha venduto l'orologio, in effetti, potrebbe rifiutare una riparazione sostenendo che non è quello l'orologio oggetto della vendita. In astratto ciò è possibile (anche se l'acquirente può portare altri elementi: prove testimoniali, inserzioni di vendita, ecc.), ma ci troveremmo di fronte ad una truffa sfacciata, cui difficilmente si esporrebbe un rivenditore che abbia un minimo di credibilità da difendere (per di più per importi esigui).
3) attestare la provenienza del bene, qualora l'acquirente si trovi a doverne rendere conto alle autorità in caso di beni rubati.
Anche qui, però, ipotizzare la ricettazione di un orologio di questo tipo è più un caso di scuola che una possibilità concreta.