La questione della proporzione tra cassa e polso, per una specifica tipoligia di orologi, non esiste; altrimenti non si spiegherebbe come per un secolo nessuno si fosse mai posto alcun problema al riguardo.
La questione è solo un patetico pretesto per dare alla cosa una ragionevole spiegazione che non ha, trattandosi di una mera moda e null'altro quella dei grandi diametri imposti ad ogni tipologia di orologi inclusi quelli classici e formali.
Si è arrivati anche ad affermare surreali teorie sull'evoluzione delle dimensioni medie dei polsi pur di dare un senso a questa sciocca pratica di pessimo gusto e non ammettere che si tratti solo di stupido quanto "rassicurante" conformismo e null'altro.
Cary Grant era un omone che negli anni 50 indossava splendidamente il suo piccolo orologio elegante senza che nessuno avesse da ridire sulle proporzioni col suo generoso polso.
Che poi un Panerai da 47mm entro certi limiti possa apparire meno sproporzionato al polso di Stallone, che certamente non ha la fisicità dell'uomo medio, poco o nulla rileva sul fatto che quell'orologio sia comunque "esagerato" (senza dover incorrere in censura nelle misura in cui non viola alcuna proporzione aurea ne tradisce alcuna regola trattandosi di un orologio chiaramente sportivo, di origine militare, destinato a contesti in cui è concesso tutto e il suo contrario).
Ci sono tipologie di orologi che nell'eccesso possono trovare la loro ragion d'essere, per forme, colori e dimensioni, e che ciò nonostante in quanto eccessivi non ha alcuna importanza se siano più o meno "proporzionati" al polso di chi li indossa.
Altri nell'eccesso trovano la negazione della stessa loro ragion d'essere ed esistere, e diventano un controsenso in termini in barba alla presunta proporzione col polso di chi li indossa. Perché per rendere proporzionato ed elegante un patrimony da 40mm allo stesso modo di un vitage della casa da 33 mm non basta nemmeno il polso di stallone, ci vorrebbe quello di Polifemo.