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L'abito maschile, tradizione e innovazione

ALAN FORD

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Re:L'abito maschile, tradizione e innovazione
« Risposta #75 il: Marzo 24, 2016, 08:51:45 am »
Il mio unico vestito su misura quando mi sono sposato.


io manco quello, andato in negozio, preso un vestito grigio scuro e stop.
su misura solo l'orlo dei pantaloni

Ma io avevo lo zio di mia moglie sarto che me l'ha fatto a gratis!
E mentre ci siamo ve lo faccio pure vedere!  :D


Re:L'abito maschile, tradizione e innovazione
« Risposta #76 il: Marzo 24, 2016, 09:14:26 am »
Ale ma perche quel capellone di tuo fratello teneva per mano tua moglie??!!  :D :D :D

ALAN FORD

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Re:L'abito maschile, tradizione e innovazione
« Risposta #77 il: Marzo 24, 2016, 09:29:43 am »
Ale ma perche quel capellone di tuo fratello teneva per mano tua moglie??!!  :D :D :D

E' la sorella di mia moglie!  :D
« Ultima modifica: Marzo 24, 2016, 11:07:06 am da alanford »

PESSOA67

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Re:L'abito maschile, tradizione e innovazione
« Risposta #78 il: Marzo 24, 2016, 11:55:00 am »
Beh, a parte la parrucca non sei cambiato per niente...:)...te lo dice uno che non ha un parente con un capello in testa da generazioni... :D
Roberto

guagua72

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Re:L'abito maschile, tradizione e innovazione
« Risposta #79 il: Marzo 24, 2016, 12:11:27 pm »
Nuoooo, in smoking noooo.....Alessandrino, un gentleman come te , mi aspettavo almento il tight

ALAN FORD

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Re:L'abito maschile, tradizione e innovazione
« Risposta #80 il: Marzo 24, 2016, 12:19:43 pm »
Nuoooo, in smoking noooo.....Alessandrino, un gentleman come te , mi aspettavo almento il tight

Smoking casereccio, pantaloni a campana e vita bassissima, creazione originale di fantasia del sarto che era anche il sarto di Pannella all'epoca.

Istaro

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Re:L'abito maschile, tradizione e innovazione
« Risposta #81 il: Marzo 24, 2016, 13:39:48 pm »
Non è uno smoking, anche se Ale ha usato un bel papillon.  ;D

Abito di buon taglio (la mano del sarto era abbastanza sicura), nonostante la concessione a uno stile tipicamente anni '70.

Per curiosità (se non è eccessiva...  :P): correva l'anno?
« Ultima modifica: Marzo 24, 2016, 13:48:25 pm da Istaro »
"Non esistono venti favorevoli per il marinaio che non sa dove andare" (Seneca)

Istaro

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Re:L'abito maschile, tradizione e innovazione
« Risposta #82 il: Marzo 24, 2016, 14:26:41 pm »
Il mio unico vestito su misura quando mi sono sposato.


io manco quello, andato in negozio, preso un vestito grigio scuro e stop.
su misura solo l'orlo dei pantaloni

Eppure, considerato lo stile - raffinatissimo - della maison cui vanno le tue preferenze, visto anche il tuo avatar, si poteva pensare che qualche "escursione" nel classico non ti dispiaccia neanche in tema di abbigliamento...  ;)

Non mi dispiacerebbe ma gli orologi sono una parentesi, una follia della mia passione assolutamente fuori dai miei parametri economici, per il resto debbo per forza tornare alla realtà, è per me comprare un abito a 3/4 mila€ ( e probabilmente manco bastano) è impossibile.

E' quello che pensavo anch'io, e che mi ha tenuto lontano per tanti anni dal su-misura.
(Così come pensavo che gli orologi meccanici di pregio fossero un miraggio inaccessibile, quando mi capitava di leggere i prezzi del nuovo…)

Sennonché, essendo in ogni caso abituato a vestire in giacca e cravatta, un bel giorno mi sono stancato di indossare abiti di confezione che non mi soddisfacevano (sia per vestibilità sia per la scelta limitata che i negozi offrono).

Ho iniziato a informarmi, ho chiesto notizie sugli abiti “su-ordinazione”, che mi sono reso conto offrono poco di più della confezione, a costi ben più alti.

Finché ho ‘scoperto’ che il mondo della sartoria non è solo quello dei grandi ateliers, di cui tutti abbiamo più o meno sentito parlare (dai più “tradizionali” Caraceni per arrivare ai Brioni, ai Kiton, ecc.), ma anche quello dei sarti artigiani, a prezzi ben più accessibili.
Un buon abito, tagliato da un artigiano tra i più affermati, non costa più di 2.500/3.000 euro; un sarto che gode già di un certo nome ne chiede 1.500/2.000; recandosi da un sarto meno conosciuto, si riesce a stare sui 1.000 euro (anche in quest’ultimo caso si possono avere eccellenti risultati, ma bisogna essere più attenti nel trovare il sarto “giusto” e avere le idee chiare su quello che si chiede). Sulla piazza di Napoli si spuntano anche cifre inferiori.

Nel valutare l’entità della spesa, poi, non bisogna trascurare qualità e durevolezza del capo: un abito di sartoria, per lavorazione (interni, fodere, cuciture, abbondanza di rimessi, ecc.) e per qualità del tessuto impiegato può durare da un minimo di dieci anni (se usato con una certa intensità, nell’attività lavorativa) a… tutta la vita (Lapo Elkann usa molti abiti del nonno…).

Insomma, il differenziale economico rispetto agli abiti di confezione (o anche all’abbigliamento casual ), se rapportato al ciclo di vita del capo (potremmo parlare di costi di “ammortamento”  :P), non è molto alto.
Ma il differenziale qualitativo e di soddisfazione lo è…  ;)
"Non esistono venti favorevoli per il marinaio che non sa dove andare" (Seneca)

ciaca

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Re:L'abito maschile, tradizione e innovazione
« Risposta #83 il: Marzo 24, 2016, 14:34:27 pm »
Senza considerare che l'abito del sarto, entro certi limiti, può anche essere "aggiustato" nel tempo per assecondare una figura che muta o una linea che tende a stancare. Aumentando così ulteriormente la longevità del capo. :)
Chi ama l'abbigliamento formale per me fa bene a verificare con mano, e non solo per sentito dire, l'opportunità di farsi confezionare un abito su misura, i cui costi in molti casi e anche in funzione dei tessuti scelti, sono assolutamente concorrenziali con quelli delle confezioni, e nemmeno le più rinomate (e inutilmente costose).
Se non avessi sviluppato negli anni una atavica repulsione per la formalità (nonostante, lo ammetto, l'abito classico mi piaccia da morire) forse avrei speso più soldi in vestiti e molti meno in orologi :D
"A megghiu parola è chidda ca un si dici"

ALAN FORD

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Re:L'abito maschile, tradizione e innovazione
« Risposta #84 il: Marzo 24, 2016, 14:37:51 pm »
Non è uno smoking, anche se Ale ha usato un bel papillon.  ;D

Abito di buon taglio (la mano del sarto era abbastanza sicura), nonostante la concessione a uno stile tipicamente anni '70.

Per curiosità (se non è eccessiva...  :P): correva l'anno?
1974.

Istaro

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Re:L'abito maschile, tradizione e innovazione
« Risposta #85 il: Marzo 24, 2016, 14:58:53 pm »
Se non avessi sviluppato negli anni una atavica repulsione per la formalità (nonostante, lo ammetto, l'abito classico mi piaccia da morire) forse avrei speso più soldi in vestiti e molti meno in orologi :D

Forse incide anche il fatto che oggi, quando parliamo di "abito da uomo", siamo abituati a pensare ai completi, soprattutto scuri, indossati in quelle occasioni in cui è richiesto un registro "formale" (determinati ambiti professionali, cerimonie).
Nel tempo libero, o nelle attività lavorative che non esigono giacca e cravatta (anche se magari le "consentono"), quasi tutti si rifugiano nel casual.

Però l'abbigliamento classico offre moltissime varianti anche nei registri "informale" e persino "sportivo": completi realizzati con tessuti meno 'seriosi', spezzati, infinite possibilità di abbinamento con camicie e cravatte...
Varianti che purtroppo in giro osserviamo più raramente, fin quasi a dimenticare che esistono anch'esse come possibilità espressive.
"Non esistono venti favorevoli per il marinaio che non sa dove andare" (Seneca)

Re:L'abito maschile, tradizione e innovazione
« Risposta #86 il: Marzo 24, 2016, 16:18:37 pm »
Esatto.
Quando si pensa al vestire classico è automatico pensare al pesante completo blu/grigio a due bottoni, ma l'amore inglese di cui dicevamo per l'essere sempre proper ha portato la sartoria a pensare a come esaltare al meglio la figura maschile in ogni sua attività, declinazione, passione e situazione.
Così dalle sahariane alle field jacket, dalle più sportive giacche in Harris tweed per la caccia alla volpe ai più fantasiosi seersucker rigati per le vacanze al mare, i lini chiari nei colori della luna, del paglierino, del celeste chiaro, la canapa o le lane tropical, l'eleganza maschile ha sempre un saldo porto di approdo nel quale rifugiarsi anche durante il tempo libero perché è un linguaggio che sa esprimersi con registri diversi, che non sono solo quello della formalità.
"Dum differtur, vita transcurrit" (L. A. Seneca)

Istaro

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Re:L'abito maschile, tradizione e innovazione
« Risposta #87 il: Ottobre 17, 2016, 21:34:50 pm »
Un sorriso...  :)

"Non esistono venti favorevoli per il marinaio che non sa dove andare" (Seneca)

Re:L'abito maschile, tradizione e innovazione
« Risposta #88 il: Ottobre 17, 2016, 22:50:14 pm »
;)
« Ultima modifica: Ottobre 17, 2016, 22:51:54 pm da AleArturo »
"Dum differtur, vita transcurrit" (L. A. Seneca)

guagua72

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Re:L'abito maschile, tradizione e innovazione
« Risposta #89 il: Ottobre 18, 2016, 08:57:13 am »
Molto interessanti e carini i due esempi portati.
Qualcosa è andato storto? Certamente qualcosa si è trasformato, modificando il vestire. Non stiamo parlando degli anni 2000, tutto è nato con l'avvento degli stilisti che hanno preso il posto dei "sarti". Non penso sia tutto negativo il patrimonio apportato. Molti portano, direi egregiamente, jeans o pantaloni quasi al polpaccio, abbinandoli a scarpe ginniche, con risultati più che egregi. La grande ed estrema libertà nel vestire, nell'abbigliarsi anche come forma di espressione del proprio della propria identità, può essere considerato un bel passo avanti, rispetto agli stilemi passati. Giacca , camicia, cravatta, gonna. Proporzioni e dimensioni sono mutate. Ma, c'e' un ma. L'omologazione ora è passata dall'altra parte e i portatori sani della sartoria maschile o del classico abbigliamento appaiono quasi come anticonformisti. Tutto con moderazione e unendo i vari stili, cercando di essere sè stessi e non degli altri.