Ragionavamo in altro topic sulle possibili cause di una crisi strutturale del settore dell'orologeria di lusso (se di crisi strutturale - e non ciclica - effettivamente si tratta...).
Tra queste, si è spesso menzionato il livello spropositato dei prezzi.
Anch'io giudico la politica dei prezzi un errore, e non perché impedisca a me o a qualcun altro di accedere a orologi fuori portata...
Ma perché viene tagliata fuori una larga fatta di potenziali acquirenti, i
non appassionati, persone che potrebbero avere interesse ad acquistare un "bell'orologio" meccanico, magari come regalo, ma non trovano ragionevole (hanno tutti i torti?
) spendere migliaia di euro per un bene che non caricano di sovrastrutture emotive.
Questi mancati acquirenti di oggi, o i destinatari dei loro regali, sono i potenziali "interessati" che un domani avrebbero potuto diventare "appassionati".
Però attenzione: questa critica io non mi sentirei di muoverla a tutte le singole
maisons, nel senso che non è ragionevole supporre che avrebbero potuto/dovuto rinunciare a cuor leggero ai margini di profitto che si profilavano e che hanno saputo costruire...
E' una crisi che muoverei al settore nel suo complesso, nel senso che non ha saputo presidiare quella fascia di potenziali utenti, con
marche che godessero di sufficiente appeal e sapessero proporre orologi di buona fattura a prezzi ragionevoli (direi intorno ai 1.000 euro).
Insomma - e qui faccio capire perché la mia premessa è collegata ai post precedenti -
sono mancate le maisons che sapessero seguire la stessa politica di mercato praticata - con eccellenti risultati - da Longines (poi gli affezionati del marchio rimpiangeranno i tempi in cui era una grande manifattura, ma questo esula dal discorso complessivo).
Non a caso è un gruppo come Swatch che ha potuto gestire il posizionamento dei suoi marchi.
Per cui io non disprezzerei l'immagine del
brand Longines; che fa grandi numeri non perché è decaduta a "marchio da centro commerciale", ma semplicemente perché ha successo, riempendo uno spazio lasciato colpevolmente vuoto da altri. Con prezzi che non mi sembrano da centro commerciale (anche se non sono da
boutique esclusiva: ma torniamo al discorso dell'importanza di una via di mezzo...) e che garantiscono discreti margini.
Se poi qua e là (Castel Romano) sono più aggressivi nella politica distributiva, non griderei allo scandalo, a meno che non sia il preludio per un riposizionamento verso il basso (ma non ne vedo la ragione).
Non dimentichiamo, peraltro, che negli USA Patek Philippe, Rolex, Audemars Piguet, Cartier, Omega, Panerai, Jaeger-LeCoultre vendono su... Amazon!