Ci sono meccanici di una dozzinalità disarmante, senza alcun pregio e fatti in centinaia di migliaia di esemplari.
Le cifre produttive possono incidere sulla rarità e sul valore di mercato di un singolo modello/esemplare (uno dei primi quarzi prodotti varrà molto di più di un meccanico ben rifinito...), ma non sul valore concettuale della
tipologia di prodotto.
un 9F di Seiko ha maggior cura costruttiva di un Miyota stampato ed assemblato tal quale da 40 anni ad oggi.
Anche qui: la relativa "modernità" della concezione, che io stesso ho riconosciuto essere un argomento a favore dei quarzi (oddio: è una tecnologia che ha quasi cinquant'anni...), non è argomento per me significativo se parliamo - ripeto - del pregio concettuale.
E' il fascino della meccanica.
Similmente, un sugo al ragù preparato a fuoco lento ha un pregio maggiore di una pillola energetica, anche se magari questa ha migliori proprietà nutritive e non rischia di far salire il colesterolo.
Poi possiamo ragionare sugli sforzi di ricerca e sviluppo che sono alla base dell'idea tecnologica dei quarzi (o delle pillole energetiche).
Ma sono sforzi che non sono interamente traducibili come valore del singolo prodotto.
E che mi dici dei cloni dei calibri meccanici cinesi da due spicci? Anche quelli sono più pregevoli di un Grand Seiko Quartz? Se si non parlo più(o almeno ci provo)
Se sono cloni ben fatti, hanno valore intrinseco (mi ripeto: in quanto
tipologia di prodotto, non per il valore commerciale o per la cura realizzativa) maggiore di un quarzo.
Poi se vogliamo estremizzare, e mettere a confronto un meccanico realizzato male e un quarzo realizzato benissimo, allora mi arrendo: le cose realizzate male sono sempre perdenti.
Ad ogni modo, tutto era partito da un giudizio un po' sprezzante sui Longines...
Beh:
qualsiasi Longines è di gran lunga preferibile a
qualsiasi quarzo (se mettiamo a confronto i meccanismi, non le casse tempestate di diamanti)