Esiste una netta distinzione tra epoche Pre e post quarzo.
Fino agli anni 60 il punzone di Ginevra era garanzia di una realizzazione "a regola d'arte" e gli orologi, o meglio i movimenti, che se ne fregiavano erano in effetti rifiniti in modo eccezionale per il livello dell'epoca distinguendosi così dalle realizzazioni industriali fatte in serie.
Salvo rare eccezioni di calibri comunque ben rifiniti ma non punzonati per ragioni di costi o di aree geografiche di produzione, la stragrande maggioranza dei movimenti con suddetto punzone era marchiata VC o PP.
Dopo la crisi dei quarzi e con l'industria orologiera andata a gambe per aria, anche il punzone di Ginevra ha perso qualunque credibilità ed è diventato, come il cosc anche se per ragioni diverse, un mero strumento di marketing.
Lo si è cominciato ad apporre su roba che non aveva i requisiti per poterlo avere, senza andare troppo per il sottile bastava pagare, anche quelli del punzone dovevano pur mangiare in un'epoca di vacche assai magre.
Per rendersene conto basta osservare un qualunque calibro PP 240 o 215 degli anni 80 e 90, con punzone di Ginevra in bella mostra ma con anglage che fanno accapponare la pelle per quanto sono fatti male e tirati via a macchina senza alcuna cura.
Non parliamo poi di ponti separati o lucidature "Black polish" che erano la norma negli anni 50 e 60. Non ce n'è più traccia.
E buona parte degli orologi con il suddetto punzone uscivano da una Patek che dalla crisi dei quarzi ha iniziato a lavorare sempre peggio e a dedicare sempre meno energie alla cura dei suoi prodotti, e che ha quindi contribuito più di ogni altra alla perdita di credibilità del suddetto punzone. Molti meno venivano da VC, azienda ormai morta e sepolta che per tutti gli anni 80 e fino all'acquisizione da parte del gruppo Richmont della VC dei tempi belli aveva ormai solo il nome e null'altro.
Oggi il suddetto punzone conta meno di nulla, ci sono case che producono lontano da Ginevra e che rifiniscono i propri calibri in modo altrettanto superbo, se non di più, senza apporre alcun punzone, come L&S e molte piccole aziende indipendenti.
Alcuni requisiti imposti sono anche anacronistici, per esempio quello di coprire la ruota a colonne nei cronografi, elemento oggi considerato di pregio e che giustamente si vuole poter ammirare, specie se rifinito a regola d'arte.
Altri consorzi hanno definito altri punzoni con requisiti ancora più stringenti di quelli imposti dal punzone di Ginevra, che anche sul piano del marketing ha perso tutto il suo antico "appeal".
Su un orologio vitage resta garanzia di qualità anche se il suo valore, in termini di quotazione commerciale, in molti casi è irrilevante perché schiacciato dalla svalutazione di molti di quegli orologi non più alla moda per effetto delle dimensioni delle casse e della cifra stilistica estremamente classica e formale, elementi questi poco apprezzati dai nuovi acquirenti (i vecchi, per lo più, hanno già dato).
Ecco perché il limite di 10k posto dall'operer appare sovrabbondante, di orologi con punzone di Ginevra di epoca Pre quarzo se ne trovano alla metà di quella cifra e anche meno. Sia VC (perlopiù) che PP (meno, perché anche in quel caso si paga il marchio).